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LE FESTE E LE NOSTRE TRADIZIONI

IL NATALE DI "IERI" NEL NOSTRO PAESE


Nel calendario liturgico la festa di Natale è preparata dal lungo periodo dell’Avvento ma nel nostro paese la tradizione popolare cominciava nove giorni prima del 25 Dicembre con l’allestimento delle "nuvere" nelle strade e nei quartieri. Erano tempietti rivestiti di alloro al cui interno si cela una nicchia che simboleggia la grotta della Natività. Dentro la "nuvera" veniva allestito un altarino dove troneggiava un grande quadro con l’immagine dell’Immacolata Concezione. Sopra l’altarino venivano posti (l’uno di fronte all’altro) due angioletti di gesso.

Le "nuvere" venivano decorate con arance e mandarini che pendevano dal cupo verde delle foglie e con delle collane decorative fatte di mais… e di lupini bolliti. La sera del 16 Dicembre venivano cantate dagli abitanti del rione accompagnate dai "ciaramellari" o di qualche suonatore di violino. Le canzoni che sui eseguivano in questa occasione sono dolci ninne-nanne. "Nuvere" simili venivano preparate nelle case e attorno alle "figuredde" delle strade. Ed anche le "nuvere" casalinghe venivano cantate, a sera, da gruppi di comari, che modulavano delle lunghe nenie.

Le "nuvere" entravano parsimoniose anche nelle chiese, sotto forma di addobbi di alloro attorno all’altare maggiore. Il presepe più celebre era quello allestito da padre Agnello nella chiesa del Convento di S. Francesco il quale occupava la maggior parte dell’abside e utilizzava statuette di creta realizzate dallo stesso frate. Nelle chiese a mezzanotte avveniva un’analogo svelamento del bambino di cera.

La sera della vigilia si consumavano i "carduna" (cardi) fritti con pastetta, la salsiccia, e le costolette di maiale. nel pranzo di Natale era in uso in molte famiglie fare due tipi di pasta: una in brodo (dove era stato fatto bollire il cappone) e una asciutta. Come secondo immancabile nel pranzo di Natale era "u capuni" (cappone). Sia il giorno di Natale sia nelle lunghe sere natalizie si portavano a tavola i tradizionali "viscotta"; biscotti a forma di S con cumino, i "vucciddati" biscotti ripieni di fichi secchi e i "mastazzola" dolci fatti con farina, zucchero, mosto cotto e brodo di carrube e la "calia", mandorle e ceci tostate.

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