|
|
|
|
|
|
^
|
Fulgida gloria della
Chiesa che è in Calabria
Un volume di Mons. Luigi Falcone sul Beato Umile da Bisignano
dallOsservatore
Romano di mercoledì 22 agosto 2001
GIANFRANCO GRIECO
«Nonostante i quasi quattro secoli che ci separano dalla morte del beato Umile (
1637-2001), il suo messaggio risulta essere ancora molto attuale perché fortemente
radicato nel Vangelo, da lui vissuto in maniera davvero esemplare ed eroica. Fu discepolo
fedele e devoto di san Francesco d'Assisi nell'amore profondo a Gesù Crocifisso e nella
devozione filiale alla Madre di Dio; ma fu anche profondamente attaccato alla Chiesa ed
obbediente al suo Magistero nella persona di Gregorio XV prima, e di Urbano VIII, poi.
Tutto ciò fa del beato Umile, una fulgida gloria innanzi tutto dell'Ordine dei Frati
Minori, della Chiesa di Calabria poi, e ci auguriamo che presto possa esserlo anche della
Chiesa universale».
È questa la foto biografica del beato Umile che Mons. Luigi Falcone fa del religioso
francescano calabrese a conclusione del volume: «Umile di Bisignano» Parallelo 38,
Reggio Calabria 2001, pag. 140, s.i.p. È l'amore verso questo singolare figlio di san
Francesco che spinge Mons. Falcone a ripercorrere «insieme» all'Uomo di Dio luoghi ed
eventi legati alla sua memoria.
Nove i capitoli di questa agile biografia che si legge come un romanzo. Fisionomia e
carattere (pag. 11-19); i luoghi e la famiglia (pag. 20-36) ; laico nel mondo (pag.
37-45); il noviziato monastico (pag. 4652); religioso perfetto (pag. 53-72); devozioni
particolari e pratiche di pietà (pag. 73-86); il dono della profezia (pag. 87-96); gli
ultimi anni (pag. 97-120); attualità di un messaggio (pag. 121-128); Umile da Bisignano e
i suoi biografi (pag. 129-133).
Già dai titoli di questi capitoli emerge la personalità spirituale del beato Umile,
«amato e stimato da tutti» (pag. 127).
La beatificazione del servo di Dio avvenne il 29 gennaio 1882, durante il pontificato di
Papa Leone XIII, con Breve apostolico del 1 ottobre 1881.1 due miracoli proposti alla
Congregazione dei Riti per la beatificazione, erano stati approvati da Papa Pio IX il 21
novembre 1875; il decreto cosiddetto «del Tuto», che ne autorizzava la proclamazione
-rileva Mons. Falcone - «era stato letto e pubblicato invece il 27 marzo 1881
alla presenza di Leone XIII. Era -continua l'Autore - la tappa finale di un cammino
iniziato con tanta fede e con ammirevole tenacia due secoli prima: la Chiesa, finalmente,
dinanzi al mondo cattolico poteva elevare le lodi dell'umile figlio di san Francesco
d'Assisi» (gag. 127). Si trattava del primo passo per dichiarare la santità e proporre
il culto del beato Umile alla Chiesa universale. Verso la fine del 1800 il Vescovo di
Bisignano, Mons. Stanislao Maria De Luca, con pazienza davvero certosina, raccolse varie
testimonianze .di guarigioni attribuite all'intercessione del beato Umile, verificatesi
dopo il 1882, anno della beatificazione, e diede inizio al Processo per la canonizzazione
ripreso nel 1890.
La santità francescana di Calabria con il beato Umile si arricchisce di nuova luce e di
nuovo splendore. Da religioso Fra Umile si dedica alla continua meditazione dei divini
misteri, «fa tutto in spirito di obbedienza, virtù nella quale si esercita
frequentemente, e si sottopone ance ad asprissime penitenze. Digiuna spesso nel corso
dell'anno nutrendosi solo di pane ed acqua; durante il giorno si disciplina e, come se non
bastasse, si concede solo poche ore di sonno, sdraiandosi sulla nuda terra» (pag. 48).
«Osservò puntualmente li voti promessi alla religione, di Castità, Povertà ed
Obbedienza»; «Era molto sollecito ad intervenire alli divini officii, processioni e
solennità», testimoniavano confratelli e conoscitori.
'Ebbe il dono dell'estasi; fu esempio di umiltà e di pazienza; devoto della Madonna,
dell'Angelo custode e del beato Giovanni Duns Scoto, teologo dell'Immacolata, Frate Umile
da Bisignano, «scrutatore di cuori» deve essere conosciuto ed amato non dai figli della
terra calabra, ma anche da quanti, dopo aver letto. queste pagine, si innamorano di un
santo che si è fatto tutto a tutti per portare tutti a Cristo.
Presentare alle nuove generazioni figure calabresi come quella di Frate Umile e di altri
personaggi dei secoli passati vuol dire offrire modelli e testimoni che hanno esaltato con
la loro vita non solo l'«anima» della terra calabra, ma soprattutto i talenti umani e
spirituali che il Padre ha elargito a tutti i suoi figli nel corso dei secoli. |
|
|
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv
|
|
^
|
Bisignano ritrova il suo
convento
Dalla Rivista
MEDIOEVO De Agostani Rizzoli Periodici Anno 6 n. 2
Febbraio 2002
RESTAURI - UN'ATTENTA CAMPAGNA DI RIPRISTINO HA
RESTITUITO ORGANICITA
AL COMPLESSO FRANCESCANO DELLA RIFORMA, CHE I GUASTI DEL TEMPO
E PASSATI INTERVENTI AVEVANO GRAVEMENTE COMPROMESSO
Noto anche come con
vento delle Stimmate di San Francesco d'Assisi, il complesso francescano della
Riforma, a Bisignano (Cosenza), si erge solitario su un brullo ed erto colle affacciato
sulla Valle del Crati. Fondato intorno al 1222 da Pietro Cathin da Sant'Andrea della
Marca, uno dei primi seguaci di Francesco d'Assisi, forse sui resti di un antico cenobio
benedettino, l'edificio segnò l'inizio di quella ricostituzione delle presenze e delle
attività monastiche nell'area che raggiunse l'apice tra XVI e XVII secolo. Nel 1380, il
convento della Riforma passò ai Conventuali e da questi agli Osservanti ( 144 I ), per
essere affidato, nel 1599, ai Minori Riformati, dai quali derivò il nome.
IL CHIOSTRO E IL CAMPANILE
In origine di modeste dimensioni, il complesso fu ampliato dagli Osservanti, con
l'aggiunta del chiostro quadrato tardo gotico, caratterizzato dagli archi acuti
ribassati poggianti su pilastrini tufacei. Alla stessa epoca risalgono anche lo stipite
del portale della chiesa e il protiro, oggi scomparso. AI XV e al XVI secolo datano il
campanile, i cui resti sono visibili a fianco della chiesa, e numerose opere d'arte
tra cui la statua in marmo di scuola gaggianesca della Madonna delle Grazie (1535) -
alcune delle quali esposte nella sala-museo del convento.
IL COLPO DI GRAZIA
AI grande sviluppo cultura- c le e artistico, conosciuto E dal complesso conventuale nei
primi decenni del Seicento - grazie anche a quella straordinaria figura che fu
Lucantonio Pirozzo (1582-1637), il Beat'Umite da Bisignano succedette un lungo
periodo di progressivo decadimento, avviato dal terremoto del 1638 e dalla peste del 1656.
Nel 1809 il convento fu abbandonato, a seguito della soppressione operata dai Francesi, ma
nel 1823 venne rispristinato dai Borboni, per essere poi ancora soppresso e acquisito al
demanio pubblico nel 1865. Nel 1875 il complesso fu acquistato da un privato che lo
cedette con particolari clausole a padre Bonaventura Crocco, l'officiante di allora, ma il
disastroso terremoto del 1887 diede il colpo di grazia all'edificio, di cui rimase in
piedi solo un'ala del chiostro. Alla progressiva rovina del complesso contribuirono anche
alcuni lavori di ristrutturazione avviati negli anni Venti del XX secolo, che non tenendo
conto del recupero e della conservazione dei caratteri preesistenti, si sovrapposero a
essi, impedendo una lettura cronologica e stilistica. A quegli interventi se ne aggiunsero
degli altri, sempre nel solco della non aderenza alle caratteristiche del complesso
monumentale.
PER UN MIRACOLO
Finché, nel 1997, grazie alla forte volontà dei frati della Riforma e dell'Ordine dei
Frati Minori della Provincia di Calabria, nonché all'importante contributo dei laici, in
concomitanza con la notizia dell'accertata veridicità di un miracolo compiuto dal
Beat'Umile, ha preso il via un progetto per il recupero del convento.
I lavori, iniziati e conclusi nel 1999, hanno riportato il complesso allo splendore delle
origini, ridandogli unitarietà e rimettendo in luce molti particolari strutturali,
stilistici e artistici che hanno contribuito a restituire storicità al monumento. E
questo, praticamente in concomitanza con il riconoscimento, da parte della Commissione
teologica della Congregazione per le cause dei santi, del miracolo avvenuto per
intercessione di Lucantonio Pirozzo, che prelude alla santificazione dell'umile frate
calabrese. |
|
|
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv
|
|
^
|
ULTIMATI I LAVORI DI RESTAURO
DEL CONVENTO
Il restauro del Convento della Riforma è compiuto. Sul risultato raggiunto è ora
possibile esprimere giudizi e osservazioni, tenendo conto, però, che non ci si può
affidare alle manifestazioni del proprio "gusto" personale, ma che si deve
sottoporre lopera a un esercizio di conoscenza e di "comprensione.
Il restauro, come sosteneva John Ruskin, uno dei padri storici delle teorie sulla
disciplina, bisogna che tenda alla "bellezza",
che trae spunti dalla natura, alla "verità",
che non ammette ipocrisie e imitazioni, alla "potenza",
che esalta le masse nella loro grandiosa semplicità.
In un restauro, dunque. va recuperata la genuinità del monumento originale, e, cioè,
quelle caratteristiche che Ruskin attribuiva allopera architettonica in sé, quali
la capacità dì esprimere vita, movimento, artigianalità, memoria e semplicità di
stile.
Ricavare tutto ciò dal restauro del Convento della Riforma pur nei limiti oggettivi
imposti dalle complesse stratificazioni storiche del monumento, alcune delle quali
recentissimo e non rimovibili, al contrario di tanti elementi "decorativi" superflui- è stato lobiettivo costante e limpegno
quotidiano degli operatori. Tale obiettivo, già enunciato in un precedente articolo qui
apparso, era di "restituire al complesso
conventuale sia le forme antiche (...) sia i
caratteri più plausibili duna architettura francescana in cui la pietra e il
laterizio, la calce e la sabbia, il legno e il ferro" ne testimoniassero
lessenzialità.
Ciò si è cercato di fare evidenziando i caratteri costruttivi, decorativi e storici più
antichi, operando, però, anche nellambito di una ricomposizione organica del
complesso, in cui lassorbimento dei caratteri edilizi più recenti risultasse
riconoscibile senza essere prevaricante.
Certo, il complesso come appare oggi non è né quello della sua fondazione nel XIII sec.,
né quello ampliato e ristrutturato a metà del XV sec. dagli Osservanti. Delluna e
dellaltra redazione restano, però tracce consistenti ed evidenti, molte delle quali
sono state riportate in luce dal restauro. Così come sono evidenti i successivi e
numerosi interventi che nel corso dei secoli hanno apportato modifiche, ampliamenti e
trasformazioni: tutto ciò è leggibile nel tessuto struttivo del complesso, ma anche
nella sua iconografia e nel suo sviluppo verticale.
Il restauro, dunque, ha posto immediatamente tre questioni procedurali e, soprattutto, di
sostanza:
1. Eliminare tutti gli elementi superflui (superfetazioni) accumulati negli ultimi anni e
qualificare quelli non eliminabili, integrandoli in modo semplice e riconoscibile
nell'impianto complessivo;
2. Evidenziare tutti gli elementi strutturali e decorativi attraverso i quali è possibile
una lettura storica dei caratteri del complesso:
3. Dare unitarietà al complesso, sia in se - e nel rapporto interno/esterno - sia nel
rapporto con lambiente circostante Tutto ciò, in pratica, si è concretizzato,
allesterno del complesso conventuale, negli interventi di recupero "prospettico , dando di nuovo visibilità e
consistenza alle antiche murature in pietra, ripristinando gli elementi formali che erano
stati compromessi, armonizzando i nuovi corpi di fabbrica e le sopraelevazioni col solo "artificio" di elevare la qualità delle
rifiniture materiali.
Anche allinterno si è proceduto secondo una visione unitaria degli spazi e della
loro integrazione, recuperando alla vista grandi porzioni murarie sia in pietra che in
laterizio e recuperando vani di porte e finestre già murati con i relativi architravi di
legno; i pavimenti in cotto, le porte in legno e i portalampade in ferro battuto,
utilizzati in tutti gli ambienti, contribuiscono, infine, ad escludere differenze
gerarchiche tra gli stessi, pur nella differenza delle funzioni a cui sono destinati.
Sul piano più generale e del rapporto con lambiente, il monumento, finalmente
liberato da gran parte di quegli elementi circostanti posticci, costituenti delle vere
barriere sia fisiche che "stilistiche", può
ora protendersi nello spazio, in larghezza e in altezza, recuperando il proprio equilibrio
dimensionale e trasmettendo allintorno il calore dei suoi multiformi volumi.
Italo Fucile (Architetto) |
|
|
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv
|
|
^
|
Riflessione di
Francesco Fucile sul messaggio del Padre Arcivescovo
Giuseppe Agostino, Metropolita di Cosenza-Bisignano,
in occasione della canonizzazione del Beato Umile da Bisignano
«Un grande giorno savvicina. E un giorno che
compie unattesa e apre un cammino». Con queste parole essenziali incomincia il
messaggio pastorale del Padre Arcivescovo Metropolita, Mons. Giuseppe Agostino, scritto in
occasione della canonizzazione del Beato Umile da Bisignano. Questo nuovo documento è, al
tempo stesso, un atto damore nei confronti della Chiesa diocesana e un annuncio di
gioia che devessere condiviso con tutti i cristiani di Calabria. Il messaggio,
inoltre, non può essere considerato svincolato dal magistero episcopale del Padre
Arcivescovo, che già in altre occasioni ha saputo esprimere intense riflessioni pastorali
che hanno toccato i punti più importanti dellodierna coscienza ecclesiale. Già
nella parte introduttiva Egli ci indica il cammino da intraprendere, affermando che «Dobbiamo prepararci bene, per vivere non solo
lintensità emotiva di tale giorno, non solo il legittimo compiacimento che ci
esalta per un glorioso figlio della nostra terra, ma per cogliere le piste che il nuovo
Santo ci mostra per un cammino di rinnovamento, di verità ecclesiale e di valida crescita
sociale». Linvito che ci viene rivolto è quello di guardare in profondità,
alla radice della nostra fede e del nostro essere Chiesa oggi che, come ci ha ricordato in
unaltra occasione lo stesso Padre Arcivescovo, «è guardata raramente nel suo mistero di
sacramento universale di salvezza integrale». Occorre, dunque, «uscire da tante vanità
, in un tempo di
svagatezza e di ripiegamento al vuoto senso mondano dellessere
»,
riscoprendo lo spirito dellinteriorità, della preghiera, della penitenza,
dellimpegno per no evadere la serietà della vita e del mistero cristiano di cui
siamo portatori, della missione e, soprattutto, della carità. La carità è, infatti, la
via privilegiata per la «nuova evangelizzazione»
perché, mentre conduce ad amare luomo, apre allincontro con Dio principio e
ragione ultima di ogni amore (Cfr. CEI Evangelizzazione e testimonianza della carità).
Lesortazione del Padre Arcivescovo si amalgama bene con la figura di frate Umile.
Nel nome stesso di Umile, infatti, assegnatogli dai superiori a conclusione
del periodo di noviziato, è racchiuso il suo destino, la sua testimonianza cristiana,
sincera e credibile, la sua intensa vita spirituale alla quale si è sempre mantenuto
fedele. Da religioso gli furono affidate le mansioni più umili e semplici, eppure egli
operò sempre in spirito di obbedienza e di penitenza. Come per frate Umile il convento,
la chiesa, lorto, la cella, il contatto con lambiente che lo circondava
divennero luoghi di continuo esame e di santificazione, così per noi la famiglia, il
sociale, la politica, il lavoro, la comunità
devono diventare luoghi di
testimonianza della fede e della carità. Non a caso il Padre Arcivescovo ri-battezza
frate Umile con il none di «semplice» di
Dio, proponendoci da imitarne la semplicità, lumiltà ed essere costruttori di
pace. Solo così saremo chiamati figli di Dio e con il suo messaggio ci interpella, ci
provoca, ci propone di imitare la semplicità dellumile fraticello e di essere
autentici operatori di pace, perché soltanto così saremo chiamati figli di Dio.
Francesco Fucile |
|
|
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv
|
|
^
|
Il
caso del Beato Umile da Bisignano
LIter
processuale per la canonizzazione del Beato Umile a fasi alterne dura ormai dal 1890,
anno in cui si verificò la guarigione prodigiosa del piccolo Francesco Mauro attribuita
allintercessione del Beato.
Il processo di Fra Umile da Bisignano,
laico professo dei Frati Minori Francescani, nato il 26 agosto 1582, morto il 26novembre
1637, era stato ripreso per interessamento del vescovo di Bisignano mons. Stanislao Maria
De Luca dopo la Beatificazione avvenuta nel 1881. I due miracoli proposti alla Sacra
Congregazione dei Riti per la Beatificazione, erano stati approvati dal Pontefice Pio IX
il 21 novembre 1875; il Decreto detto «del tuto», che
determinava in effetti la proclamazione della Beatificazione, era stato letto e pubblicato
invece il 27 marzo 1881 alla presenza del Santo Padre Leone XIII. Era la tappa finale di
un cammino iniziato con fede e tenacia ammirevole due secoli prima: finalmente la Chiesa
elevava dinanzi a tutto il mondo le lodi dellumile figlio di San Francesco. Era
però anche il primo passo per dichiararne la Santità e proporla alla Chiesa universale;
perciò mons. De Luca raccolse pazientemente testimonianze di guarigioni attribuite
allintercessione del Beato Umile, avvenute dopo il 1881.
Nel 1987, in occasione del 350° anno centenario della morte del Beato il Ministro
Provinciale di Calabria, nominava per tale Causa due
Vice-Postulatori i quali, sostenuti e incoraggiati dal Cardinale Pietro Palazzini, allora
Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, dopo unaccurata ricerca
nellArchivio Segreto Vaticano, rinvenivano il manoscritto del miracolo attribuito
allintercessione del Beato Umile, già depositato nel 1890 presso la Sacra
Congregazione dei Riti e passato successivamente allArchivio Segreto Vaticano. Il
processo era stato voluto e portato avanti dal vescovo della diocesi di Bisignano mons. De
Luca, tra laltro terziario francescano, che con grande zelo pastorale ed impegno
apostolico, sempre teso al benessere spirituale dei suoi diletti figli di Calabria, aveva
preso in considerazione la presunta guarigione del piccolo Francesco Mauro da "cachessia palustre" e da una escrescenza
tumorale verificatasi ad una delle due narici. Il 2 aprile del 1886, giovedì santo,
nonché memoria liturgica di San Francesco di Paola, il giovanetto, mentre guidava alcune
mucche al pascolo, era stato guarito da un frate francescano miracolosamente apparso; dopo
aver raccomandato al piccolo Francesco di affidarsi allintercessione del Beato
Umile, con un legnetto il Frate gli aveva fatto una incisione al naso liberandolo da
questa grumo di carne e sangue che non si riusciva in alcun modo a guarire. Il miracolo,
terminato il processo informativo diocesano, era stato reso noto a Roma, ma poiché era
necessario per lesame della causa di Canonizzazione del Beato un secondo miracolo,
tutto liter si era temporaneamente
arrestato. Intanto due violenti terremoti agli inizi del secolo avevano provocato vari
danni allabitato ed al convento francescano di Bisignano; gli stessi frati,
nonostante gli sforzi compiuti, non riuscivano a promuovere adeguate attività pastorali e
spirituali utili ai fini della Causa; infine gli eventi bellici della prima guerra
mondiale avevano stremato la popolazione di Bisignano, che non pensava almeno subito a
questa opportunità di ripresa del lavoro per la Canonizzazione. Solo nel 1937,
allapprossimarsi dellanno centenario della morte del Beato Umile, il 300°
anniversario appunto, ci fu una ripresa delle attività spirituali, con la pubblicazione
del Bollettino del santuario, "La squilla del
Beato Umile", mentre si diede inizio a grandi lavori di restauro nella chiesa e
nella cappella del Beato. In effetti però una ripresa del processo di Canonizzazione
avveniva solo nel 1987 in occasione del 350° anniversario della mode del Beato Umile.
Dopo varie discussioni e sedute presso la Congregazione per le Cause dei Santi, questo
processo, che ovviamente si presentava ben più difficile, trattandosi di un caso storico,
veniva discusso alla presenza della Commissione Medica della Congregazione il giorno 26
giugno 1997, ed otteneva allunanimità parere favorevole, per cui si dichiarava
l «istantanea, perfetta e duratura
guarigione» del giovanetto Francesco Mauro, che in effetti era morto in Cassano Ionio
nel 1957, di senilità, padre di ben undici figli.
Altrettanto positive sono state in seguito i pareri della Commissione Teologica e della
Commissione Cardinalizia, per cui ci si prepara in spirito di preghiera al grande evento
della sua Canonizzazione la cui data sarà stabilita al Concistoro che si terrà il 26
febbraio prossimo.
Il Padre Superiore |
|
|
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv |
|
^
|
LE MISSIONI
POPOLARI FRANCESCANE A BISIGNANO
INTERVISTA A
PADRE MAURIZIO DODARO,
GUARDIANO DEL CONVENTO DEL BEATO UMILE DA BISIGNANO
a cura di Francesco Fucile
Padre Maurizio, perché ancora una missione popolare a
Bisignano?
Levento della canonizzazione del Beato Umile, ci obbliga ad una adeguata
preparazione spirituale. La santità, alla quale siamo tutti chiamati da Dio e sollecitati
dalla figura di frate Umile, è una realtà che va sostenuta e nutrita con la grazia e con
una continua conversione. La missione intente stimolare i fedeli di Bisignano a una vita
più autenticamente cristiana e a un preciso impegno di crescita come comunità.
Perché i santi sono indicati dalla Chiesa come
modelli da seguire?
I santi sono uomini che hanno indirizzato radicalmente la loro vita verso lincontro
con Dio. Hanno tradotto concretamente il desiderio di assoluto, vivendo eroicamente
secondo i comandamenti del Signore e amando oltre ogni misura Gesù Cristo e luomo.
Lei crede che la comunità cristiana di Bisignano
sia pronta per questo evento?
Non si è mai pronti di fronte al dono di Dio. Il Signore sorprende sempre per
labbondanza della sua grazia. Certo un po è stato fatto per prepararsi, ma il
rischio di non avvedersi che levento della canonizzazione è straordinario,
cè.
Cosa bisogna ancora fare ancora?
Convertire la propria vita per adeguarla al Vangelo!
In generale come si sta preparando lintera
Famiglia Francescana di Calabria
per questo momento di grazia?
I Frati Minori di Calabria, stanno lavorando perché si conosca la figura di frate Umile.
Ogni occasione è buona, tanto per fare un esempio le ricordo le missioni popolari, tra le
quali quella che si svolgeranno a Bisignano dal 17 al 28 febbraio prossimo. Essi
stessi, nel riscoprire frate Umile, si sentono stimolati a dare il meglio nel servizio
alla Chiesa e alluomo.
Considerando che il Beato Umile sarà il secondo
santo, dopo San Francesco di Paola, quale messaggio si sente di dare al popolo calabrese?
La Calabria è terra di santità. Coraggio, dunque! La nostra è una terra da amare, la
nostra gente è generosa nella fede e nella carità. Bisogna farla crescere nella
speranza. Questo nuovo modello di santità aiuterà noi calabresi ad essere ciò che nei
secoli siamo stati: contemplatori del mistero di Dio. |
|
|
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv
|
|
^ |
La comunità di Bisignano
propone a tutto il mondo la grande notizia della propria gioia, stringendosi intorno alla
figura di Frate Umile nel momento della sua canonizzazione.
In questo evento si riconosce il profondo elemento identitario che emblematicamente viene
vissuto dalla popolazione nella figura del frate Lucantonio Pirozzo che appunto nella vita
di religioso prese il nome di frate Umile.
La sua beatificazione fu decretata il 27 marzo 1881 da papa Leone XIII a coronamento di
una vita religiosa come frate dei Minori Francescani già improntata ad unaura di
santità e di penitenza.
Così Bisignano diventa oggi orgogliosa di mostrare al mondo un grande evento spirituale e
sociale che si inserisce nel territorio stesso e individua il suo epicentro nel Convento
Francescano della Riforma.
Questa consapevolezza, ora che è stata completata la causa di canonizzazione, ha spinto i
Minori Francescani del Convento della Riforma a prendere limpegno di rinnovare la
dimensione della presenza della devozione del Beato Umile e le tracce del suo itinerario
di pellegrino e di predicatore nella sua santa umiltà.
Per questo motivo è stato insediato un gruppo di lavoro coordinato da Padre Maurizio
Dodaro, Guardiano del Convento, e da Padre Antonio Martella, Ministro Provinciale
dellO.F.M., con la partecipazione di alcuni ricercatori del territorio.
Questo gruppo sta elaborando attualmente la mappa per un parco culturale che individui nel
tessuto regionale e negli altri luoghi dellapostolato del Frate, soprattutto a Roma,
la presenza prodigiosa.
I contributi scientifici e culturali specifici sono così articolati: la cartografia è
affidata allingegnere Umile De Bartolo, la ricerca archivistica è affidata allo
storico Dott. Alfonso Barone, la ricerca sui reperti di arte sacra a Francesco Fucile,
lanalisi delliconografia devozionale al Dott. Alberto De Luca e
lelaborazione delle immagini con lindividuazione della toponomastica e la sua
valorizzazione a Rosario Turco. A questa équipe si aggiungono due esperti, bisignanesi di
adozione per la pluriennale attività di collaborazione con le istituzioni della
comunità, che sono la Dott. Loredana Farina per le sue ricerche sulla comunicazione
ambientale e, in veste di progettista, lantropologo Cesare Pitto.
Nel sito del Convento, proprio vicino alle celle dei frati, dove si conserva intatto il
luogo di meditazione e di preghiera del Frate Umile, sta fervendo un lavoro corale - che
trae spunto anche dalle notevoli opere darte e dagli oggetti sacri che appartengono
al Convento -, avente lobiettivo di celebrare levento della santificazione con
una circostanziata e dinamica mappa degli itinerari e delle tracce del Santo. Il
territorio di Bisignano, i Conventi delle province di Cosenza, di Crotone e di Catanzaro,
ma anche la sua presenza a Roma come consigliere di Papa Gregorio XV e di Papa Urbano
VIII, e poi i suoi passaggi a Napoli, a Messina, a Palermo, prenderanno forma in un
disegno cartografico che permetterà tanto al pellegrino devoto quanto al cultore di arte
sacra di individuare i luoghi fisici della predicazione e i centri religiosi da lui
visitati.
Nello stesso tempo nei luoghi individuati, sulle tracce della memoria e delle
sopravvivenze storiche e territoriali si rigenera il messaggio dei Fioretti di Frate
Umile, che sono il frutto della sua meditazione religiosa.
Va ricordato che questuomo fu detto illetterato per la sua umiltà e per la sua
vicinanza al mondo dei contadini e dei poveri del suo tempo, ma fu anche ispirato
conoscitore dei valori religiosi ed umanitari, consigliere delle istituzioni
ecclesiastiche e del papato.
La mappa tematica propone listituzione del parco culturale dedicato al Santo con la
valorizzazione ed il ripristino degli itinerari dei pellegrinaggi e della rete dei sistemi
conventuali.
Questo progetto darà impulso anche allistituzione di un archivio storico delle
opere, della disciplina e delle regole dei Frati Minori Francescani Conventuali, nuovo
strumento di conoscenza nel paesaggio culturale della Calabria. |
|
|
|
|