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COME SI COSTRUIVANO LE BAMBOLE

Per le nostre nonne era un sogno irrealizzabile possedere delle bambole come quelle che sono oggi in commercio. Sia perché non se ne vendevano, sia perché non c'erano i soldi per comprarle...

Ma le bambine di allora provvedevano lo stesso, sviluppando la loro fantasia e l'abilità tecnica. Prendevano due sarmenti di lunghezza variabile e formavano una croce; poi in una pezzuola bianca mettevano della crusca e cucivano gli orli: la faccia era pronta. Vi disegnavano o ricamavano gli occhi, la bocca, il naso e per capelli attaccavano “a stuppa” per simulare il colore biondo o fili di lana nera per simulare il bruno. Lo “scheletro” della bambola veniva poi infilato in un sacchetto pieno di crusca o “sirratura” che, cucito ai bordi, formava il corpo.

Si cucivano e si ricamavano i vestiti: bavaglini, camicie, gonne, “fadali”, Quando il lavoro era ultimato, la bambola doveva essere battezzata. Il battesimo era celebrato per le strade del rione: “a parrina”, con la bambola in braccio, seguita dalle altre bambine, apriva il corteo. Si girava per un po' e poi c'era “u trattamientu”: rosolio, pezzetti di “taralli” e “torroncini” e, se era un battesimo di lusso, c'erano anche i confetti.


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