The Boss doma un entusiasta pubblico milanese giunto a vedere l'ultima tappa del tour europeo. Dopo 18 anni a S. Siro è ancora leggenda.
MILANO - Il "diluvio di S.Siro" che si è abbattuto con violenza sull'enorme
pubblico del concerto verrà ricordato sicuramente come un evento
nell'evento. E le leggende, come è consuetudine nella Terra Promessa del
rock, passeranno di bocca in bocca. All'intensità dell'attesa, elemento
centrale degli articoli e delle voci di questi mesi (18 anni sono passati
dal 21 giugno del 1985, il primo ed epico concerto italiano di Springsteen
proprio a S.Siro), si è aggiunta, infatti, la furia degli elementi. Ogni
tanto, parlando di musica, qualcuno chiederà: "Ma voi c'eravate sotto la
pioggia?". E qualcuno risponderà fiero: "Sì".
Dieci minuti dopo le 20 quando il cielo sembra ancora poco minaccioso lo
stadio è ormai zeppo fino al terzo anello. Dal palco, disposto sul lato
lungo, parte una musica registrata. Qualcosa di molto familiare. Si tratta
del nostalgico capolavoro Tema di Deborah del nostro Ennio Morricone, dalla
colonna sonora di C'era una volta in America. Piano piano eccoli uscire
tutti, come fossero gli attori del film più desiderato: Gary Tallent, Roy
Bittan, Danni Federici, Patti Scialfa, Migthy Max Weimberg, Soozie Tyrell,
Little Steven, Nils Lofgren, Clarence 'Big Man' Clemons: in una parola sola:
La E-Street Band. Bruce arriva sulla scena vestito di nero e si avvicina al
microfono in mezzo alle ovazioni. Lo stadio è in tripudio. This Land is Your
land, 18 Years of Real Emotions, Now You Know Our Love Is Real, Milano City
Serenade, Grazie Adele (che è la mamma del Boss) e anche un tenero The
Streets of Rovetta are with you : Burce riesce giusto ad avere il tempo per
il colpo d'occhio degli striscioni. Dieci secondi e partono le danze.
The promised land, poi The Rising, Lonesome Day, My Love Will Not Let You
Down. La folla risponde con bordate di applausi, canti, grida. Springsteen è
tornato a S.Siro. Chi ha aspettato per tanti anni di vederlo nello stesso
posto della sua giovinezza ha gli occhi lucidi. Chi lo vede per la prima
volta si sente frastornato in mezzo al caos gioioso. "Ciao Milano, siamo
tornati" dice Lui. E attacca uno dei suoi brani più profondi: Darkness on
the Edge of Town. Luci a S.Siro: piccoli lumicini elettrici distribuiti ai
60.000 fuori dallo stadio si trasformano in un corpo unico. Lo spettacolo
rasenta il sogno. Prima di intonare l'acustica e struggente Empty Sky ,
Bruce esprime la sua felicità e ricorda il giorno che suonò per la prima
volta nel nostro Paese e dice "spero che abbiate passato bene questi anni".
Durante il brano la pioggia comincia a battere lenta. Poi, impietosa, si
trasforma in un vero e proprio diluvio. Nel giro di pochi minuti sono tutti
fradici. E la pioggia non smette, e non sembra che duri poco. E allora la
gente scandisce il nome-rito della canzone dei Creedence Clearwater Revival
che vuole assolutamente ascoltare sotto l'acqua: "Who'll Stop The rain"! -
Who'll stop the Rain! Bruce e la band sentono alla perfezione, ma hanno già
pronta "The River" e, francamente, nulla può sostituire "The River". A
scacciare via la maledizione del bagnato ci prova comunque "Waitin' on a
Sunny Day". Il Boss ha già deciso vedendo i suoi fan quasi affogati: si
bagnerà anche lui e corre infradiciandosi lunghe le passerelle. Non si
risparmia. E proprio quando un po' di scoramento e di paura per il freddo e
la pioggia trascina via alcune ragazze verso i lati, il rocker tira fuori le
sue energie per tenere tutti in pugno fino alla fine. Ha capito che nemmeno
il 'Diluvio Universale' potrà rovinare "S.Siro 18 anni dopo".
Fuori scaletta Who'll stop the Rain, poi dal primo disco Growin' Up: "siamo
cresciuti insieme" dice. E' il turno di "Worlds Apart", poi del trittico
Badlands, Out in the Street (impreziosita da 'chiamate e risposte' fra la
band e il pubbico) e Mary's Place . Ma c'è lo spazio anche per una 'prima'
di lusso: la rarissima ballata-simbolo "Follow That Dream", brano che
scatena le fantasie dei "pasionari": da qualcuno che dice: "L'ho sentita
solo una volta a Stoccolma nel 1981", ai numerosi ragazzi della mailing list
italiana Bruce_it. Ma Non è finita qui è la volta di "Thunder Road" e "il
vestito di Mary" svolazza ancora.
Una superba "Into the Fire" e un' acclamata "No Surrender" chiudono lo show.
E' già il tempo dei bis, e l'acqua per fortuna ha smesso di tormentare le
ossa stanche: "Bobby Jean", il rock and roll scatentato di "Ramrod" con la
E-Street e Bruce mattacchioni più che mai e "Born to Run" (basta la parola).
Il gran finale è affidato a "My City of Ruins", "Land of Hope and Dreams" e
"Dancing in the Dark". Chiude la serata indimenticabile "Rosalita", datata
anno 1973. Tutti esultano increduli (è la seconda volta che la esegue in
tutto il tour di "The Rising") Tanti ricordi affollano la mente dei fan di
questo incredibile ragazzo del New Jersey. "Ci rivedremo" assicura a più
riprese Springsteen. "Speriamo, speriamo davvero" dice una ragazza bagnata a
luci accese.
Di Lorenzo Barbieri