Il Club del Corno

The Italian Horn Website


Il Club del Corno promuove un sondaggio d'opinione tra i cornisti professionisti, basato su una lista di domande. Le risposte saranno pubblicate sul sito, in inglese e in italiano.
 

Risposte di Roberto Riccio*


1) Quali sono stati i punti salienti del Suo sviluppo come cornista? Quali scuole ha frequentato, quali sono stati gli insegnanti più importanti e gli eventi cruciali?

Ho ricevuto unicamente la formazione cornistica dal Mo Pasqualino Rossi. Credo di essere stato un attento osservatore di svariate tecniche proprie di colleghi provenienti da altre scuole sia italiane che d'oltralpe, e di aver fatto tesoro - assimilandolo  - di quanto mi si confaceva. Non credo che la cieca imitazione sia vincente. Credo piuttosto che ognuno debba valorizzare le proprie risorse, prendere coscienza dei propri limiti e cercare sempre di migliorarsi. Questo concetto è comunque - secondo me  - una valida regola di vita: valorizzare ciò che si ha piuttosto che rammaricarsi di ciò che non si ha.


2) Pensa che la Sua storia professionale avrebbe potuto essere molto diversa (migliore o peggiore) se avesse avuto insegnanti differenti?

Non credo, comunque nessuno può affermarlo con certezza. Chi ha trovato giovamento nel cambiare insegnante non deve essere convinto che se fin dall'inizio avesse studiato con il nuovo le cose sarebbero andate meglio: molti insegnanti danno il meglio di sé stessi con studenti di corso avanzato ma si spazientiscono con i principianti.


3) Fino a che punto la possibilità di diventare un cornista competente dipende da a) Struttura fisica, b) Talento innato, c) Studio e dedizione?

Credo che con lo studio e la perseveranza si riesca a tutto. Certamente se vi sono gravi limiti fisici (labbra sproporzionate, dentatura molto irregolare) o incapacità sulla percezione del ritmo o del suono non c'è rimedio. Diverso è il concetto di struttura fisica come "mole": secondo me è irrilevante.


4) Uno studente che abbia seri problemi nei fondamentali dovrebbe abbandonare del tutto l'idea di diventare un professionista, o potrebbe sempre essere aiutato con metodi d'insegnamento opportuni (cioè cambiando insegnante)?

Il buon giorno si vede dal mattino: meglio una drastica decisione all'inizio che un calvario poi. Mi è difficile credere che se un insegnante arriva al punto di  consigliare l'alunno ad abbandonare lo studio un altro - che pur di gran lunga migliore possa essere - sia felice di prenderlo per mano e portarlo all'apice del successo!!


5) Quale importanza e funzione assegna a a) Buzz con il bocchino, b) Buzz con un rim (anello), c) Buzz con le labbra libere?

L'anello lo faccio usare agli studenti nei primi mesi di studio per far prendere coscienza di come avviene l'appoggio labiale e il movimento della lingua nello staccato accentato. Il buzz col bocchino è utile per la padronanza sull'omogeneità del transito dell'aria. Inutile il buzz a labbra libere (io la chiamo "pernacchia").


6) Conosce gli ausili per la respirazione, come l'"inspiron", e che cosa ne pensa?

Possono essere utili per coloro che anche dopo anni di studio continuano a respirare in modo innaturale, quindi per correggere vizi di respirazione che limitano il rendimento. Per chi ha il giusto controllo della colonna d'aria non ne ravvedo l'utilità, a meno che si voglia ulteriormente potenziare la "spinta" per ottenere una maggiore sonorità e non sono del tutto convinto che i risultati in questa direzione - se ottenuti - siano da attribuirsi unicamente a questi apparecchi.


7) Ritiene che i progressi, nello studio del corno, avvengano poco alla volta, o che vi possano essere dei balzi in avanti?

Se l'applicazione è modesta i progressi sono lenti, se è assidua sono più veloci. Comunque è tutto graduale.


8) Un insegnante dovrebbe dare indicazioni precise riguardo all'imboccatura? E quanto precise?

Secondo me si deve intervenire con determinazione nella modifica dell'impostazione iniziale che si è creata spontaneamente all'inizio SOLO se si riscontrano serie difficoltà o limitazioni (per esempio assenza o rachitismo sonoro nel registro acuto, scioltezza nel legato ecc.) altrimenti è meglio lasciare le cose come stanno e neanche parlare del problema in quanto si potrebbe innescare nello studente una sorta di complesso che nuoce alla  serenità verso lo studio.


9) È possibile dare consigli o indicazioni particolari per i registri grave e acuto?

Spesso capita che lo studente - pur avendo buono il registro grave e medio - incontri difficoltà nel registro acuto anche se non sussistono difetti di impostazione labiale e di respirazione: si irrigidisce nel timore della nota "alta" e ciò provoca un effetto di contenimento inconscio della spinta dell'aria: tant'è che il suono risulta meno ampio. In questo caso il problema è dovuto al subconscio che "tira indietro". Ho visto ottimi risultati facendo eseguire un esercizio a squillo scritto in Do magg. (risultante Fa magg. nell'esecuzione ordinaria) che non superi il sol scritto (do) immediatamente sopra il pentagramma, anzi che questo esercizio insista molto su questa nota. Farlo eseguire con una sonorità consistente e raccomandando l'attenzione sull'omogeneità dell'ampiezza dei suoni, correggendo se si verifica che il suono più alto risulti essere meno sonoro degli altri. Lo stesso esercizio dopo alcuni giorni farlo eseguire in V posizione Si b (Sol b) sempre facendo attenzione alla omogeneità dell'ampiezza, poi - sempre senza fretta, dopo qualche giorno  - si passi alla tonalità di Sol naturale e piano piano fino alla tonalità di Si b in prima posizione. Il segreto è quello di non far  pensare alle note reali che si stanno emettendo cosicché il cervello vede  Sol come nota massima acuta e dà un segnale "verde" al subconscio che non interviene. Quando lo studio nella tonalità di Si b è perfetto allora lo si faccia trascrivere nella notazione corrente dallo studente stesso e farlo eseguire alternativamente nella versione originale in trasporto Si b e nella versione trascritta.


10) Quali sono state le Sue esperienze di audizioni, e quali consigli può dare in proposito a un giovane che aspiri alla professione?

Ho sostenuto le prove di concorsi per il posto in Enti solo se mi sentivo di non fare figuracce, e siccome sono sempre stato severo con me stesso ai concorsi mi sono presentato solo 3 volte.
Consigli? Cercate di vincere l'emozione pensando al fatto che la maggioranza dei commissari sono stati in passato anch'essi al posto dove vi trovate voi. Raggiungete la città sede del concorso il giorno prima e alloggiate in un albergo vicino alla sede dell'orchestra, se è possibile il giorno prima andate a dare un'occhiata alla sala del concorso "per ambientarvi". Il giorno dell'audizione fate tutti i vostri soliti esercizi di riscaldamento in Hotel (chiedete preventivamente una stanzetta di servizio cosicché non disturberete nessuno) con tutta calma e recatevi alla convocazione all'ultimo momento. Possibilmente, aspettando il vostro turno, evitate di stare nella sala dove tutti gli altri concorrenti stanno suonando freneticamente ma concentratevi a stare tranquilli e rilassate la mente. Presentatevi con portamento fiero e sicuro ma senza dare l'impressione di essere un "montato". Dopo i saluti e le formalità di rito cercate un pretesto per scambiare velocemente qualche parola con uno o più commissari di carattere generale, magari sulla recente attività artistica dell'orchestra. Questo oltre a mettervi un po' più a vostro agio darà l'impressione a chi vi ascolta di trovarsi di fronte una persona che ha a cuore l'istituzione della quale loro fanno parte.
Quando state per iniziare l'esecuzione pensate ad omaggiare l'autore e dedicate la vostra musica alla persona che amate. IN BOCCA AL LUPO.


* Roberto Riccio, docente di corno al Conservatorio di Firenze e presidente di Organizzazione EUR - impresa lirica..