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LA
CAPPELLA AL "POZZO"
CASTELLO
di CASTELVECCANA
La
cappella al pozzo, dalla sua origine e per molti secoli
fu il centro obbligato per gli incontri quotidiani della
piccola comunita' di Castello. Il pozzo era l'occasione
per raccogliere, con l'acqua, i saluti e le novita' di ciascuno.
La cappella era un invito alle pratiche semplici e spontanee
della devozione di ogni giorno. E' una originale costruzione
a quattro lati, ciascuno con una nicchia affrescata, posta
all'incrocio della strada che attraversa il borgo di Castello
con la sua diramazione, una volta importante, per Calde',
ora interrotta dal passaggio ferroviario. Dalla memoria
degli abitanti sappiamo che la cappella era ricoperta da
una larga tettoia, che la riparava dalla pioggia, assieme
al vecchio pozzo. La costruzione di cappelle nelle vicinanze
dei pozzi, una volta luogo di incontro quotidiano, era una
pratica diffusa. La demolizione della tettoia porto' alla
costruzione di un piccolo tetto sopra la cupolotta originale,
ancora oggi visibile.
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Gli
affreschi rappresentano:
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sul lato verso la vecchia strada per Calde' una Madonna
in trono con Bambino. Un lungo cartiglio reca una scritta,
poco leggibile, e si ritiene dica:
Nel
grembo della Madre risiede la sapienza del Padre (in gremio
matris sedet sapientia patris).
Siamo dunque davanti a Maria Sedes Sapientiae.
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sul lato sinistro della stessa nicchia vi e' la figura di
S. Ambrogio
riconoscibile dagli abiti arcivescovili e dai tre anelli
alle dita. (Sul lato destro una statua di S. Antonio
di Padova) .
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sul lato opposto si intravede ancora
una
bella " pieta' "
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sul fronte verso la strada un affresco con
S.
Antonio abate (del porcello).
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sul lato opposto
un S. Sebastiano.
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Giovanni
Andrea Binda, che fu parroco di Castello negli anni tra il
1829 e 1l 1874, apprezzato e documentato studioso di cose
locali, dice nelle sue note: "Giacche' siamo a Castello
accennero' la cappella al pozzo di Castello, dipinta da quattro
lati nel 1482 e forse eretta per voto in occasione di peste
o altra epidemia, come del fuoco sacro (il cosiddetto "fuoco
di S. Antonio"), poiche' ha le imagini di S. Antonio nella
faccia principale (quella verso la strada) e, in altra, di
S. Sebastiano. V'e' iscritto un "magister Johaninus" ma non
si puo' rilevare se sia il pittore o veramente il benefattore".
(gli Antoniani costituivano un ordine religioso che, specie
nel Milanese, aveva assunto compiti di assistenza ospedaliera
per le vittime delle malattie epidemiche). |
In
un altra nota il Binda dice ancora: "La cappella del Pozzo
di Castello e' assai antica e supera tutti i nostri monumenti
scritti" (cancellato e sostituito da: vedi S. Veronica).
Sopra la figura di S. Ambrogio, la quale merita di essere
osservata per i tre anelli e per la configurazione degli abiti
episcopali e' scritto: ..magister Johaninus". "Sotto i
piedi della Madonna col bambino in grembo, parmi con sicurezza
di legger MCCCCLXXXII die XXX (1482, giorno 30 ....)" (nota:
il testo di G.A. Binda e' ripreso da P. Frigerio - Loci -
Travaliae 1992 e 1996) Il liber Cronicon della parrocchia
ricorda che nella sua visita del 1930 il Card. Ildefonso Schuster,
scendendo da S. Veronica, si soffermo', con la processione,
alla cappella del pozzo: " osservando le vecchie pittura
deteriorate e deturpate da qualche pittore incosciente".
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La
cappella restaurata e' stata riaffidata al culto dei fedeli
nel gennaio 2001.
Il
restauro e'stato promosso dalla amministrazione comunale
di Castelveccana con il contributo della Provincia di Varese.
Uno
speciale ringraziamento al Prof. Nando Geronimi che ha realizzato
le foto e i testi presenti in questa pagina.
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