VINCENT VAN GOGH E LE TAMBOURIN


Vincent Van Gogh nasce nel 1853 nel Brabante olandese.

Abbandonati gli studi giovanili, viene assunto come impiegato dalla compagnia Goupil, che opera nel mercato dell'arte contemporanea. Lavora prima a l'Aja, poi e' trasferito a Londra e successivamente a Parigi, ma nel 1876 viene licenziato.

Fa prima il commesso in una libreria e poi tenta di seguire la carriera paterna del padre come predicatore in Belgio, con esiti disastrosi.

Nel 1880 si reca a Bruxelles e si iscrive all'Accademia di Belle arti e nel 1886 raggiungera' a Parigi il fratelle Theo, che dirige una galleria d'arte a Montmartre. Theo benche' povero fece di tutto per suo fratello Vincent, pagandogli perfino il soggiorno ad Arles, nella Francia meridionale. Vincent sperava un giorno o l'altro di poter ricambiare il fratello che gli era sempre stato vicino e al quale confidava nelle sue lettere tutte le sue idee e le sue speranze. Van Gogh riusci' comunque a vendere uno solo dei suoi dipinti in tutta la sua vita.

A Parigi ha modo di conoscere i pittori impressionisti, che influenzano notevolmente la sua arte. Ha assimilato la lezione dell'impressionismo e del pointillisme di Seurat.

Vincent stringe una forte amicizia con Paul Gauguin che si unisce a lui quando decide di andare a dipingere ad Arles.

Sono due mesi intensi, in cui i due artisti dipingono gran parte dei loro capolavori, ma la diversita' di carattere e' troppo marcata e i rapporti tra i due artisti diventano sempre piu' tesi, fino a sfociare in una lite, in seguito alla quale Van Gogh si mutila il lobo dell'orecchio sinistro.

Questo e' un segnale dei seri disturbi mentali che lo opprimono e che lo fanno piu' volte internare in case di cura per malattie mentali.

Nel 1890 a soli 37 anni l'artista si spara un colpo di pistola al petto: muore due giorni dopo.


Le Tambourin

LE TAMBOURIN


In questo dipinto l'artista ritrae Agostina Segatori all'interno del caffe' "Le Tambourin", uno dei cabaret di Montmartre che egli frequenta abitualmente.
La fanciulla e' sola con lo sguardo perso malinconocamente nel vuoto e le braccia conserte, quasi come se volesse manifestare la sua rassegnata accettazione della vita che il destino le ha riservato.
La sigaretta dimenticata tra le dita e il boccale di birra non fanno pensare alle liete compagnie in festa celebrate da Renoir.
In questo dipinto quello che prevale e' l'aspetto triste e sconsolato dei locali notturni.
Questa armosfera di angosciata solitudine e' sottolineata anche dalla scelta di usare una luce opaca e tinte fredde, ravvivate unicamente dalla fascia rossa del tavolino, le cui gambe quasi si confondono con la gonna della ragazza, e dal suo bizzarro e grottesco copricapo.


Le Tambourin
Olio su tela, cm 55,5x46,5
1887 Amsterdam, Rijkmuseum


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