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Le murrine: la storia - Il vetro - Storia del vetro di Murano

Le murrine: la storia

Le murrine risalgono a lavorazioni della civiltà mediterranea d’epoca romana. Questo tipo di lavorazione è stato adottato e reinventato a Murano nel Rinascimento partendo dalle “canne a rosetta”. La murrina ricompare nell’800 e in questo periodo nasce il suo nome, legato in modo evidente a Murano. Nella seconda metà dell’800 riprendono le lavorazioni muranesi con lo sviluppo di due nuove tecniche, la “romana” e la “rinascimentale”. Per la “romana” si parte da una selezione di canne di vetro poste a contatto, che vanno fuse progressivamente, cercando di ottenere una forma a coppa. L’oggetto passa poi alla molatura e alla lucidatura. La lavorazione “rinascimentale” parte da sezioni di canna di vetro disposte su materiale refrattario (pietra), su cui rotola il vetro fuso colto con una canna. Il lobo così ottenuto viene poi lavorato a soffio. 

 Il vetro

La storia del vetro ha inizio con l’età del bronzo. I più antichi oggetti di vetro conosciuti sono alcune perle opache e colorate ritrovate in Siria, in scavi archeologici, risalenti al V secolo avanti Cristo. L’origine del vetro non è ben definita e l’ipotesi più accreditata è quella che attribuisce la scoperta del vetro ai ceramisti e che questi abbiano fornito la materia prima per ottenerlo. Solo con il Rinascimento, però, si apre un periodo di grande creatività e di innovazioni tecniche/stilistiche che riguardano la produzione del vetro. La scena veneziana diviene l’area di sviluppo più importante di questo materiale, delle sue molteplici lavorazioni e di nuove forme e decorazioni. I maestri muranesi, in particolare, sono i primi a realizzare oggetti in cristallo, a produrre il vetro opaco, molto simile alla ceramica, il lattimo, a rivedere e migliorare le tecniche di lavorazione come il vetro “millefiori” o la filigrana “a retortoli”. Con la diffusione di vetri “à la façon de Venise”, alla moda di Venezia, si apre al vetro veneziano lo scenario europeo, creando così ampie possibilità di sviluppo di tecniche e stili.  

Storia del vetro di Murano

La tradizione del vetro a Venezia, dati i suoi continui scambi con il vicino Oriente, risale già al X secolo. Nel 1292, a seguito dell’ordinanza che vietava la fabbricazione del vetro a Venezia, tutte le vetrerie della città vennero trasferite a Murano, dove già esistevano alcune fornaci nell’XI secolo. Il motivo ufficiale che spinse il trasferimento della sede di lavorazione era il pericolo di incendi a causa dei tanti edifici in legno presenti sulla città lagunare. Più realisticamente i Dogi, i signori di Venezia, tentarono di preservare i segreti della fabbricazione del vetro che portava fama e benessere alla città. Dalla metà del ‘400 arrivano le novità tecniche e stilistiche di questo settore: filigrana “a retortoli”, vetro “millefiori”, vetro lattimo, cristallo. In questo grande sviluppo del vetro entra anche la lavorazione delle “murrine”, riprese dalla tradizione di epoca romana e rielaborata dai maestri di Murano. Fino al ‘700 la produzione muranese aveva il monopolio della produzione vetraria mondiale e in molti paesi si tentava di imitare il modello veneziano. In questo secolo arrivarono dall’America e dall’Europa nuovi tipi di vetro che entrarono in competizione con quello prodotto a Murano oscurandone la produzione per molti anni. Solo con la metà dell’800 si ha una rinascita della produzione vetraria a Murano con la ripresa delle antiche tecniche. Nei primi anni del ‘900, con ritardo sul resto del mondo, a Venezia si presenta lo stile Liberty e dalla collaborazione di due artisti, Vittorio Zecchin e Teodoro Wolf, inizia la rinascita di Murano che si completa negli anni 1920 e ’30. Nascono in quel periodo oggetti che rispecchiano la moda pur essendo realizzati con l’antica tecnica “a murrine”.

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