Le traduzioni


Il lavoro ungarettiano di traduzione comportava un doppio processo osmotico: assorbiva dal testo forme e passioni facendole proprie e permanenti, versava nella traduzione la propria interpretazione del dramma. E' normale che questo accade in minore o maggiore misura a tutti i grandi traduttori, per i quali il lavoro principale rimane sempre quello della vivificazione a livello interno del testo e di reinvenzione della materia; accadde ad Ungaretti attentissimo a rendere non solo i concetti, ma anche le formule espressive dell'autore tradotto. Nè questa ricetta poteva coerentemente mancare nella versione del poeta: infatti egli sempre ha sostenuto che l'arte andava ricercata ben prima che attraverso l'analisi dei contenuti, individuando la tecnica e i suoi esiti in rapporto all'ispirazione (decisamente anticrociano quindi). Così lo studio di soluzioni formali per la resa delle traduzioni e quello per il perfezionamento delle sue raccolte di carmi non rimasero mai distinti:

La solidarietà di elaborazione fra le versioni e le poesie ungarettiane non tocca soltanto la sfera semantica delle scelte lessicali, ma - nelle successive varianti - coinvolge l'assetto formale del verso, il rapporto metrico sintattico: in questo calcolo collaudando artifici poi dispiegati nella poetica dell'ultimo Ungaretti

C. Ossola

L'importanza dallo stesso autore attribuita alle proprie traduzioni come attività creativa è confermata dall'inserimento di tali lavori sotto il titolo Vita d'un uomo.
Il primo libro di traduzioni apparve a Roma nel 1936; riportava scritti generalmente già editi in periodici. Conteneva testi di sei diversi autori, sui quali Ungaretti sarebbe ritornato più ampiamente in seguito; c'era in particolare Gòngora e c'era William Blake.
Dalla seconda guerra mondiale in avanti l'attività di traduttore diviene piuttosto intensa, al punto di superare quantitativamente quella poetica: passa da Shakespeare a Mallarmè, da Racine ai brasiliani, per cimentarsi nel '68 su piccole parti dell'Odissea. Nonostante l'estrema abilità tecnica e interpretativa di Ungaretti in tali lavori, non si può tacere che si tratta di produzione minore, interessante esercizio di affinamento tecnico, fonte di ispirazione, ma opera non paragonabile a quella interamente creativa.