L'autore di quest'immagine, che può considerarsi
derivata da quella del Bonsignori, è Matteo Florimi, stampatore
e calcografo operante tra fine Cinquecento e inizio Seicento. Il titolo,
Fiorenza, è collocato in alto al centro; a destra lo stemma mediceo
e il giglio fiorentino, a sinistra la rosa dei venti; sempre a sinistra,
al centro, una legenda con 17 richiami riguardante la Fortezza da Basso,
e in basso a destra la legenda dei "luoghi notabili", con
228 voci in 5 colonne, al di sotto della quale una nota, come già
nel prototipo, riguardante gli ospedali, non compresi nell'elenco sovrastante;
più sotto "Matteo Florimi for. in Siena".
La veduta è molto più approssimativa e meno precisa del
prototipo, sia per quanto riguarda la definizione del costruito e della
struttura viaria che nel disegno degli spazi a verde; il punto di vista
appare leggermente più basso e vengono apportate alcune aggiunte,
già comunque presenti nell'edizione del Franceschi. Forti alterazioni
sono riscontrabili nel disegno del vecchio nucleo romano, tanto da non
renderlo più immediatamente riconoscibile e delimitabile all'interno
del tessuto urbano; le più evidenti approssimazioni si trovano
nel disegno di strade e lotti nell'area compresa tra il ponte S. Trinità
e S. Gaetano, di via Porta Rossa e via delle Terme, di piazza S. Firenze,
di Palazzo Vecchio, praticamente irriconoscibile. Spicca, grazie ad
un deciso fuori scala, il complesso del Duomo, assunto ad unico elemento
rappresentativo ed identificativo della città, visto che tra
gli altri edifici monumentali nessun altro, nemmeno il palazzo ducale,
viene posto così in evidenza. Nella restante parte di qua d'Arno
altre alterazioni si riscontrano nell'area compresa tra piazza S. Maria
Novella e i ponti alla Carraia e S. Trinità, in quella dell'antico
anfiteatro romano, qui non più riconoscibile, nel disegno di
via dell'Oriuolo e di Borgo Albizi e dei lotti loro circostanti. Ancora
una volta risultano in evidenza, anche grazie alle piazze antistanti,
i centri religiosi di S. Maria Novella, rappresentata in modo approssimativo,
S. Lorenzo, completamente modificata, S. Marco e l'Annunziata, la cui
piazza risulta priva dei loggiati che la definiscono nella realtà,
S. Maria Nuova, S. Ambrogio, curiosamente innalzata, gli Ognissanti;
poco spicca invece S. Croce, anche a causa della riduzione della piazza.
In Oltrarno, leggermente contratto rispetto al prototipo e alle reali
dimensioni, le maggiori approssimazioni si riscontrano nella zona tra
il ponte Vecchio e porta S. Niccolò; Palazzo Pitti, ruotato rispetto
alla veduta del Bonsignori per permettere una visione meno scorciata,
è disegnato in modo frettoloso, così come le altre due
maggiori emergenze, S Spirito e il Carmine.
Questa veduta si mostra di qualità certamente inferiore rispetto
al prototipo, sia per quanto riguarda la quantità e l'attendibilità
delle informazioni trasmesse, che la qualità dell'immagine del
suo complesso. La stessa approssimazione riscontrata nella definizione
delle architetture la si ritrova anche nel disegno degli orti e dei
giardini, e si nota una certa ripetitività in quello delle essenze
arboree.