Fiorenza

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M. Florimi
1595
incisione
cm. 508x404
Museo "Firenze com'era", Firenze

L'autore di quest'immagine, che può considerarsi derivata da quella del Bonsignori, è Matteo Florimi, stampatore e calcografo operante tra fine Cinquecento e inizio Seicento. Il titolo, Fiorenza, è collocato in alto al centro; a destra lo stemma mediceo e il giglio fiorentino, a sinistra la rosa dei venti; sempre a sinistra, al centro, una legenda con 17 richiami riguardante la Fortezza da Basso, e in basso a destra la legenda dei "luoghi notabili", con 228 voci in 5 colonne, al di sotto della quale una nota, come già nel prototipo, riguardante gli ospedali, non compresi nell'elenco sovrastante; più sotto "Matteo Florimi for. in Siena".
La veduta è molto più approssimativa e meno precisa del prototipo, sia per quanto riguarda la definizione del costruito e della struttura viaria che nel disegno degli spazi a verde; il punto di vista appare leggermente più basso e vengono apportate alcune aggiunte, già comunque presenti nell'edizione del Franceschi. Forti alterazioni sono riscontrabili nel disegno del vecchio nucleo romano, tanto da non renderlo più immediatamente riconoscibile e delimitabile all'interno del tessuto urbano; le più evidenti approssimazioni si trovano nel disegno di strade e lotti nell'area compresa tra il ponte S. Trinità e S. Gaetano, di via Porta Rossa e via delle Terme, di piazza S. Firenze, di Palazzo Vecchio, praticamente irriconoscibile. Spicca, grazie ad un deciso fuori scala, il complesso del Duomo, assunto ad unico elemento rappresentativo ed identificativo della città, visto che tra gli altri edifici monumentali nessun altro, nemmeno il palazzo ducale, viene posto così in evidenza. Nella restante parte di qua d'Arno altre alterazioni si riscontrano nell'area compresa tra piazza S. Maria Novella e i ponti alla Carraia e S. Trinità, in quella dell'antico anfiteatro romano, qui non più riconoscibile, nel disegno di via dell'Oriuolo e di Borgo Albizi e dei lotti loro circostanti. Ancora una volta risultano in evidenza, anche grazie alle piazze antistanti, i centri religiosi di S. Maria Novella, rappresentata in modo approssimativo, S. Lorenzo, completamente modificata, S. Marco e l'Annunziata, la cui piazza risulta priva dei loggiati che la definiscono nella realtà, S. Maria Nuova, S. Ambrogio, curiosamente innalzata, gli Ognissanti; poco spicca invece S. Croce, anche a causa della riduzione della piazza. In Oltrarno, leggermente contratto rispetto al prototipo e alle reali dimensioni, le maggiori approssimazioni si riscontrano nella zona tra il ponte Vecchio e porta S. Niccolò; Palazzo Pitti, ruotato rispetto alla veduta del Bonsignori per permettere una visione meno scorciata, è disegnato in modo frettoloso, così come le altre due maggiori emergenze, S Spirito e il Carmine.
Questa veduta si mostra di qualità certamente inferiore rispetto al prototipo, sia per quanto riguarda la quantità e l'attendibilità delle informazioni trasmesse, che la qualità dell'immagine del suo complesso. La stessa approssimazione riscontrata nella definizione delle architetture la si ritrova anche nel disegno degli orti e dei giardini, e si nota una certa ripetitività in quello delle essenze arboree.

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