Quest'immagine, che segna il passaggio tra le
più antiche vedute a volo d'uccello e le piante icnografiche,
è opera di Gabriel Bodenehr, già autore di una veduta
prospettica di Firenze derivata da quella del Merian. Il titolo, Fiorenza
oder Florenz, è posto in alto nel mezzo sotto la cornice dell'incisione;
alla sua destra la stemma mediceo incoronato da due genietti; ai lati,
nei margini, è inserita una nota esplicativa in tedesco e una
legenda di 50 voci, di cui 35 riguardanti gli edifici notevoli e 15
la Fortezza da Basso; in basso a destra G. Bodenehr fecit et excudit.
La rappresentazione della città appare derivata dalla veduta
del Bonsignori, ma la trama urbana è rappresentata secondo una
proiezione ortografica e solo gli edifici monumentali acquistano volumetria.
La veduta può quindi considerarsi da un lato come un segno dell'ormai
avvenuta affermazione della topografia e dall'altro della difficoltà
a rinunciare alle possibilità espressive della veduta; ben presto,
di fronte all'impossibilità di reggere il confronto con una scienza
sempre più sofisticata, si abbandonerà l'idea di riprendere
in un'unica immagine la città e ci si dedicherà ad un
genere destinato a grande fortuna, quello del ritratto paesistico per
parti dello spazio urbano.
Piccole alterazioni rispetto al rilievo topografico del prototipo riguardano
la zona di via S. Gallo, quella di Borgo Pinti, l'area del vecchio anfiteatro
romano, quella tra il ponte alla Carraia e il vecchio centro romano
e, Oltrarno, la parte centrale di via dei Serragli e il tratto di via
Romana a cavallo dei bastioni. Gli edifici illustrati tridimensionalmente
sono definiti con discreta cura; tra di essi spicca il Duomo, grazie
all'accrescimento delle sue dimensioni. La zona fuori le mura viene
disegnata prospetticamente, rinunciando alla possibilità di una
restituzione in pianta per rendere meglio percepibili le variazioni
altimetriche; si può riconoscere una notevole cura nella suddivisione
dei campi coltivati e nella definizione delle essenze arboree.
Derivata da questo tipo di raffigurazione della città è
la Fiorenza di M. Seutter, edita ad Augusta nel 1750, diversa però
per l'impaginazione e per l'avere in basso, ma sempre nello stesso riquadro,
una veduta prospettica della città derivata da quella del Werner.