Florencia

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Michael Wolgemut e Winhelm W. Pleydenwurff
1493
xilografia
Contenuta in H. Schedel, Liber Chronicarum, Norimberga, 1493

Il Liber Cronicarum o Cronica di Norimberga dell'umanista Hartmann Schedel, stampato da Antonio Koberger e pubblicato a Norimberga nel 1493, può essere considerato il primo vero "Libro di città". Vengono presentate 68 vedute, alcune sostanzialmente inedite, altre riprese da precedenti pubblicazioni; una parte di esse è abbastanza realistica, mentre le altre sono completamente fantasiose o prodotto di una sorta di bricolage di parti di diverse città: in alcuni casi l'autore ha addirittura usato lo stesso legno per città diverse, come ad esempio quella di Firenze per Roma e Bologna.
La veduta di Firenze deriva integralmente da quella "della Catena", anche se risulta evidente una maggiore approssimazione nella rappresentazione della città e una minore raffinatezza nel disegno. Il tessuto urbano appare serrato intorno ai monumenti maggiori e disposto in maniera caotica, senza dunque tener conto dell'andamento della viabilità come invece accadeva nel prototipo; il paesaggio fuori le mura risulta modificato, essendone stati ridotti ampiezza e dettagli, e avendo in parte abbassato il punto di vista in modo da escludere l'apparato collinare a monte della città. L'Oltrarno viene particolarmente sacrificato, riducendone ulteriormente l'ampiezza e determinando in questo modo la perdita di centralità della cupola di S. Maria del Fiore. Gli edifici principali non sono raffigurati molto realisticamente, sia per quanto riguarda la collocazione che la definizione architettonica; si notano facilmente alcune modifiche rispetto alla "Catena", come la rotazione del campanile di Giotto, che così viene messo maggiormente in evidenza, lo spostamento del Battistero, anche ridotto dimensionalmente e così diventato una presenza marginale, l'assenza dell'Ospedale degli Innocenti, il forte ridimensionamento di S. Croce, che appare appena identificabile nel tessuto, la contrazione di Palazzo Pitti, tale da renderlo paragonabile alla chiesa di S. Felicita, la presenza della cupola di S. Spirito, posta in opera nel 1482.
L'immagine appare meno curata rispetto alla "Catena", sia nella definizione dei particolari architettonici, spesso semplificati o addirittura modificati rispetto alla realtà (si pensi alle arcate a pian terreno di Palazzo Pitti diventate finestre), sia nella realizzazione delle ombreggiature, attraverso tratti obliqui, e nella descrizione delle aree verdi e delle essenze arboree.

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