La Veduta della Catena e le immagini da essa derivate

 

Il secondo gruppo di immagini non poteva che essere il più ampio, visto che comprende la Veduta della Catena del 1472e le vedute da essa derivate, realizzate dalla fine del XV secolo alla metà del XIX. Attraverso di esse si possono comprendere molti aspetti della storia dell'iconografia fiorentina, e ritrovare quelle rappresentazioni che, contenute nei più famosi "Libri di città", hanno diffuso l'immagine di Firenze in Europa.
Prodotto della bottega di Francesco Rosselli, la "Catena" è il primo esempio di rappresentazione completa della città controllata prospetticamente e topograficamente. Il punto di vista adottato, collocato in corrispondenza del campanile della chiesa di Monte Oliveto, continuerà ad essere utilizzato per secoli, mentre il ruolo di S. Maria del Fiore, simbolo religioso e civile della città, trova sua piena espressione come fulcro visivo e prospettico.
Ricca e attenta da un punto di vista grafico, mezzo di propaganda per la classe al potere, la "Catena" stabilisce il modo di rappresentare la città, ripreso in alcuni dipinti, come la Veduta di Firenze dello stesso Rosselli, realizzata negli anni dal 1489 al 1495, e la Firenze del 1550 del Palazzo delle Logge a Bagnaia, e subito adottato nei primi "Libri di città", il Liber Chronicarum dello Schedel del 1493 e la Cosmografia di Münster del 1550, con due immagini, rispettivamente Florencia e Florenz, che comunque illustrano la città in termini molto più approssimativi e non privi di qualche ingenuità.
Durante il corso del '500 si delineano due modi diversi di guardare al prototipo. Il primo è quello definito dalla Fiorenza dello Zenoi, contenuta nel De' disegni delle più illustri città… di M. G. Ballino del 1569: in particolare, oltre a diverse approssimazioni nel posizionamento degli edifici principali e alla generale riduzione del costruito, in questo caso è l'assetto viario a presentarsi molto alterato, (si pensi ai due grandi assi disegnati tra Porta S. Frediano e Palazzo Pitti e tra Ponte Vecchio e S. Maria del Fiore) a causa degli ampliamenti e alle modifiche operate. Tali caratteristiche si ritrovano sempre maggiormente evidenziate nelle vedute successive - vedi la Fiorenza del Duchet del 1580 e la Fiorenza del Maggi del 1597 -, fino ad arrivare ad immagini sempre più semplicistiche che non sono state considerate in questo studio dato il loro scarso valore, ma che continuano ad essere riproposte fino al '700.
Il secondo modo viene definito da una veduta, di cui ancora oggi purtroppo è possibile sapere molto poco: si tratta della Florentia olim fluentia…del 1570 di autore anonimo, che ha il merito di essersi posta in modo decisamente originale rispetto al prototipo, abbassando l'altezza del punto di vista - creando così una visione della città molto più vicina alle reali condizioni di osservazione - ,rendendo più realistica la rappresentazione dell'oltrarno, e creando un nuovo ordine di rapporti nella raffigurazione delle emergenze. A questa veduta guarda la Florentia del 1572 contenuta nelle Civitates Orbis Terrarum, che determina la definitiva affermazione di questa nuova versione.
Questo gruppo si conclude con due vedute che segnano il perdurare dell'influenza della "Catena" nei secoli successivi, al di là dell'affermazione del prototipo del Bonsignori e dell'affermazione della veduta icnografica: la prima è la Florentia del Merian, contenuta nell'Itinerarium Italiae del 1640, la seconda è la Fiorenza del Werner del 1735.

elenco cronologico delle vedute considerate | le immagini suddivisione in gruppi |