Veduta della città di Firenze dal muricciolo del Prato dei Padri di San Francesco al Monte

(clicca sull'immagine per ingrandire)

V. Spada
1650
incisione su rame
cm. 45x122
Particolare della città
Museo "Firenze com'era", Firenze

Questo lavoro, primo esempio di un nuovo tipo di veduta più vicino al gusto scenografico seicentesco, viene realizzato da Valerio di Cosimo Spada, scrittore e piombatore dei Privilegi e Lettere Granducali oltre che incisore. Il titolo, Veduta della città di Firenze dal muricciolo del Prato dei Padri di San Francesco al Monte, è inserito entro un nastro svolazzante che circonda, sui lati e in basso, una dedica in 7 righe posta in una ricca cornice arabescata e sormontata da una corona: Al Ser.mo Principe Leopoldo di Toscana. Seren. Principe. Avendo io per proprio diletto intrapreso a delineare la presente veduta della città di Firenze nella quale più che in ogni altra a mio credere, si scuoprono minutamente non meno i più riguardevoli edifizzi della stessa Città che un grandissimo numero delle Ville che le stanno sparse dintorno, mi son risoluto a stamparla sotto l'eccelso nome di V. A. Di qui mi fo animo a sperare che questa mia debol fatica esposta ai raggi della sua generosa beneficenza sia per ricevere il suo vero lume, il quale rompendo le troppo spesse ombre che v'appariscono della mia ignoranza, sia per renderla men difettosa agli occhi di chiunque è per riguardarla. Supplico pertanto l'A. V. ad aggradire quest'atto del mio umilissimo ossequio e a farmi godere gli effetti della sua gran protezione, sotto la quale resto: Di V. A. Serenissima umilissimo servitore Valerio Spada. In basso una legenda di 44 voci in 10 file, divisa in due elenchi, uno dalla A alla Z e un altro da 1 a 21.
Lo Spada assume il punto di vista a sud est della città, in una posizione simmetrica rispetto a quello tradizionale a sud ovest dei prototipi della "Catena" e del Bonsignori, decidendo inoltre di non innalzarlo come quest'ultimo sulla verticale per caratterizzare l'immagine come panorama visto da lontano. Il gusto del tempo risulta ancora evidente nel disegno, fedele alla realtà topografica da un lato, e dall'altro molto attento nella definizione dell'elemento naturale e alla resa scenografica dell'immagine. La città, inquadrata idealmente tra la cornice, l'ambientazione agreste in primo piano e due alberi che fungono da quinte laterali, appare ancora città medioevale con i resti delle torri, capitale del Granducato che ha ridisegnato gli spazi di rappresentanza, spazio urbano solo episodicamente barocco, ma anche la città dell'aristocrazia del potere politico ed economico, che da un lato rafferma la sua presenza all'interno delle mura attraverso la ristrutturazione e la costruzione dei suoi palazzi e dall'altro realizza numerose ville extraurbane, sempre dotate di ampi giardini, che punteggiano l'area fuori le mura.
La veduta della città è molto simile a quella oggi possibile da Piazzale Michelangelo. L'inusuale vista permette di riprendere in maniera adeguata alcune costruzioni sacrificate nelle precedenti vedute, come il ponte Rubaconte, nascondendo però alcune aree della città, come quella settentrionale; oltre alle emergenze principali della città l'autore pone all'attenzione, inserendoli anche in legenda, anche alcuni conventi e edifici più ordinari, come lo sfogatoio delle fonti, la Zecca vecchia e il tiratoio dell'Arte della Lana. Ancora una volta S. Maria del Fiore viene collocata in posizione centrale e i due estremi della città, il torrino della Zecca e il forte Belvedere, risultano essere sostanzialmente equidistanti dall'asse dell'incisione. Nella parte di sinistra, l'immagine illustra l'Oltrarno, però solo in parte a causa dell'orografia del suolo; sono riconoscibili la Fortezza del Belvedere e il campanile di S. Spirito, mentre non è visibile Palazzo Pitti. Proseguendo verso destra, viene disegnato l'Arno con i quattro ponti, di cui però solo il Ponte Vecchio e il Rubaconte sono chiaramente visibili; quindi la zona di qua d'Arno, con Palazzo Vecchio, l'Orsanmichele, il Duomo, S. Croce. Sullo sfondo sono rappresentate le colline alle spalle della città, dove sono visibili molte delle ville suddette; in primo piano è raffigurata una scena agreste, animata da una varietà di animali, vegetazione e figure umane, intente nel lavoro o nella conversazione, e, a sinistra, l'artista al lavoro presso il muricciolo citato nel titolo.
Notevole è il valore artistico dell'immagine, come può vedersi nel raffinato disegno delle colline e della scena in primo piano, nella descrizione delle architetture, in particolare delle emergenze principali, definite con notevole cura fin nei dettagli, nel sapiente uso delle ombreggiature e più in generale nella ricchezza e nell'espressività di tutta l'immagine.

torna indietro

elenco cronologico delle vedute considerate | le immagini suddivisione in gruppi |