Questo gruppo comprende quelle vedute che non
possono essere considerate derivate né dal prototipo della "Catena"
né da quello del Bonsignori. Ovviamente si tratta dunque di lavori
molto eterogenei, realizzati peraltro in momenti diversi della storia
della cartografia fiorentina; questo studio ha voluto considerare le
immagini che si sono distinte per qualità e per originalità.
La prima immagine di un certo spessore che viene realizzata è
la Veduta generale di Firenze da Bellosguardo del 1560, realizzata dal
van Cleef: il punto di vista viene collocato più a sud rispetto
alla "Catena", determinando una contrazione della città
nel settore orientale; l'autore inoltre, interessato a celebrare il
prestigio monumentale di Firenze, esalta, attraverso l'uso del fuori
scala e forzando le altezze, le emergenze cittadine e i luoghi significativi
della città, come le piazze periferiche.
Molto più incisiva è la Veduta generale di Firenze da
sud al tempo dell'assedio del Vasari, realizzata nel 1561 e nel 1562
nella sala di Clemente VII a Palazzo Vecchio. Alla base di quest'immagine
c'è, come illustrato dall'autore, una accurato rilievo della
città, e la precisa intenzione di illustrare puntigliosamente
la città del 1530; questo però non impedisce al Vasari
di costruire un'immagine complessa, controllata attraverso il mezzo
prospettico, ma liberamente definita per ottenere una rappresentazione
di forte impatto visivo, attraverso la quale esprimere l'eccezionalità
della struttura urbana e indirettamente la grandezza della casa regnante.
Molto originale, per quanto comunque approssimativa per molti aspetti,
è la Florenz dell'Hisler, prodotto di scuola tedesca realizzato
intorno al 1600: l'autore colloca il punto di vista a nord della città,
creando così una raffigurazione del tessuto del tutto nuova che
sottolinea parti trascurate fino ad allora, ma che non riesce a rappresentare
adeguatamente l'area oltrarno. Oltre alla confusione riguardante il
Mugnone, scambiato con l'Arno, altre imperfezioni si riconoscono circa
il disegno delle emergenze, peraltro deformate in modo da acquisire
connotazioni dichiaratamente nordiche.
Una delle poche vedute davvero interessanti del '600, la Veduta della
città di Firenze dal muricciolo del Prato dei Padri di San Francesco
al Monte, realizzata dallo Spada nel 1650, è un esempio, notevole
per ricchezza ed espressività, del tipico gusto scenografico
seicentesco, come risulta evidente dal disegno della città e
degli elementi naturali; il punto di vista, poco sollevato sulla verticale,
è posto a sud est della città, quindi anche in questo
caso viene resa possibile una migliore rappresentazione di aree fino
ad allora trascurate.
Questo gruppo si conclude con la bella Veduta di Firenze dal convento
dei PP. Cappuccini di Montughi del 1744, unica veduta globale della
città presente nella raccolta, di immagini parziali, Scelta di
XXIV vedute delle principali
dello Zocchi, da un lato uno degli
ultimi esempi della tradizione cartografica iniziata nel '400, dall'altro,
nel suo essere caratterizzata come panorama da lontano peraltro non
rispondente alla realtà topografica, già un'immagine legata
intimamente al fortunato genere del ritratto paesistico.