Questa veduta è attribuita Hendrick van
Cleef, già autore del grande panorama di Roma dal Gianicolo datato
1583; come quest'ultima, anche quest'immagine è stata da lui
redatta dopo il ritorno in patria avvenuto nel 1551, e forse, insieme,
tra le altre, ad una veduta di Gerusalemme, doveva far parte di una
serie da utilizzare come illustrazione di un atlante geografico.
Il punto di vista è ancora una volta collocato sulle colline
di Bellosguardo, ma più a sud di quello utilizzato nella "Catena"
e nelle vedute da essa derivate. La città risulta molto schiacciata
ad est, dove praticamente scompaiono piazza S. Croce e le aree inedificate
ancora comprese all'interno delle mura; gli edifici principali vengono
volutamente enfatizzati nelle proporzioni, particolarmente per quanto
riguarda le altezze di torri e campanili, così come le piazze
periferiche. All'interno del tessuto urbano sulla riva destra del fiume,
disegnato in modo praticamente rettilineo, possono essere identificati,
da sinistra verso destra: S. Maria Novella, con la piazza omonima troppo
ampia rispetto alla realtà e uno smisurato campanile; gli Ognissanti;
S. Lorenzo; S. Marco, con un enorme spiazzale innanzi; la SS. Annunziata,
rappresentata con la cupola piuttosto deformata; i palazzi Gianfigliazzi
e Spini; il Battistero, il campanile di Giotto e S. Maria del Fiore
che, insieme a Palazzo Vecchio, assumono una particolare rilevanza dimensionale,
sia come ampiezza alla base che in altezza; l'Orsanmichele; gli Uffizi
con il corridoio vasariano; i tiratoi dell'Arte della Lana; S. Croce.
Oltrarno si notano il Carmine; S. Spirito, anch'essa con il campanile
notevolmente allungato; Palazzo Pitti, ancora nella forma quattrocentesca,collocato
in posizione periferica e non posto particolarmente in evidenza; in
primo piano, oltre la cerchia trecentesca, viene disegnata la linea
di mura e bastioni voluta da Cosimo I durante la guerra contro Siena,
e costruita tra l'area dove sorgerà il giardino di Boboli e S.
Salvatore di Camaldoli. La zona collinare alle spalle della città
e quella fuori le mura in primo piano vengono disegnate attraverso la
suddivisione degli orti coltivati le alberature e le case rurali.Come
ha notato la Blasio nel catalogo di Chiarini e Mararabottini del 1996,
"l'impressione complessiva è quella di una visione nominalistica
e inventariale, mirante a stupire l'osservatore per mezzo dell'ostentazione
del prestigio monumentale di Firenze e dell'ordinato territorio che
la circonda".