Veduta generale di Firenze da Bellosguardo

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H. van Cleef
1560
disegno a penna su carta
cm. 26,5x42,8
Istituto Nazionale per la Grafica, Roma

Questa veduta è attribuita Hendrick van Cleef, già autore del grande panorama di Roma dal Gianicolo datato 1583; come quest'ultima, anche quest'immagine è stata da lui redatta dopo il ritorno in patria avvenuto nel 1551, e forse, insieme, tra le altre, ad una veduta di Gerusalemme, doveva far parte di una serie da utilizzare come illustrazione di un atlante geografico.
Il punto di vista è ancora una volta collocato sulle colline di Bellosguardo, ma più a sud di quello utilizzato nella "Catena" e nelle vedute da essa derivate. La città risulta molto schiacciata ad est, dove praticamente scompaiono piazza S. Croce e le aree inedificate ancora comprese all'interno delle mura; gli edifici principali vengono volutamente enfatizzati nelle proporzioni, particolarmente per quanto riguarda le altezze di torri e campanili, così come le piazze periferiche. All'interno del tessuto urbano sulla riva destra del fiume, disegnato in modo praticamente rettilineo, possono essere identificati, da sinistra verso destra: S. Maria Novella, con la piazza omonima troppo ampia rispetto alla realtà e uno smisurato campanile; gli Ognissanti; S. Lorenzo; S. Marco, con un enorme spiazzale innanzi; la SS. Annunziata, rappresentata con la cupola piuttosto deformata; i palazzi Gianfigliazzi e Spini; il Battistero, il campanile di Giotto e S. Maria del Fiore che, insieme a Palazzo Vecchio, assumono una particolare rilevanza dimensionale, sia come ampiezza alla base che in altezza; l'Orsanmichele; gli Uffizi con il corridoio vasariano; i tiratoi dell'Arte della Lana; S. Croce. Oltrarno si notano il Carmine; S. Spirito, anch'essa con il campanile notevolmente allungato; Palazzo Pitti, ancora nella forma quattrocentesca,collocato in posizione periferica e non posto particolarmente in evidenza; in primo piano, oltre la cerchia trecentesca, viene disegnata la linea di mura e bastioni voluta da Cosimo I durante la guerra contro Siena, e costruita tra l'area dove sorgerà il giardino di Boboli e S. Salvatore di Camaldoli. La zona collinare alle spalle della città e quella fuori le mura in primo piano vengono disegnate attraverso la suddivisione degli orti coltivati le alberature e le case rurali.Come ha notato la Blasio nel catalogo di Chiarini e Mararabottini del 1996, "l'impressione complessiva è quella di una visione nominalistica e inventariale, mirante a stupire l'osservatore per mezzo dell'ostentazione del prestigio monumentale di Firenze e dell'ordinato territorio che la circonda".

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