Torna all'inizio pagina
Torna all'inizio pagina

STORIA DEL GELATO

dal libro "Il mio gelato" di Enzo Vannozzi edizioni ETABETA

"Le origini del gelato non sono chiare, varie sono le tendenze interpretative:
c'è chi le fa risalire agli arabi, chi ai cinesi.Sicuro è che gli arabi lo
diffusero in Europa e quindi in Italia, ma non è dato sapere se lo appresero,
come asserì Marco Polo, dagli scambi commerciali fra oriente ed occidente, i
quali avvenivano sempre attraverso i loro territori.
Anticamente esso si chiamava con il nome arabo sherbeth (dolce neve),
che ha originato l'attuale denominazione di sorbetto,e non era altro
che una bibita fredda simile alle granite,composta miscelando la neve
con il miele e succhi di frutta.
Per trovare la parola "gelato" bisogna arrivare al XVI secolo - era il
1565 - alla corte dei Medici in Firenze sotto Cosimo I,per opera
dell'architetto e gastronomo Bernardo Buontalenti che, con un procedimento
di sua invenzione, perfezionò il metodo di miscelazione degli ingredienti
delle bibite ghiacciate, ottenendo dei dolci gelati. quando Caterina de'
Medici andò sposa ad Enrico, duca d'Orléans, il futuro re di Francia
Carlo V, portò al seguito i suoi cuochi guidati dal Rinaldi (si dice per
paura di essere avvelenata) e con essi anche l'arte di fare dolci gelati;
inizialmente riservati alla mensa della corte francese, si diffusero in
Inghilterra ai tempi di Carlo I e in molte altre corti europee.
Circa cento anni dopo, il giovane palermitano Procopio de' Coltelli nel
suo locale in rue de Fosses a Parigi, il celeberrimo "café Procope", con
una macchina di sua invenzione perfezionò il procedimento per rendere più
omogeneo l'insieme di frutta, miele e ghiaccio, entusiasmando i parigini.
Da Parigi il "gelato"si propagò nel resto della Francia e poi un po'
dovunque, sempre ad opera di intraprendenti italiani.
Nel XVIII secolo il veneziano Sartelli conquista Londra, il napoletano
Tortoni a Parigi inventa il gelato fra due biscotti, il genovese
Giovanni Bosio apre la prima gelateria a New York.
Nel frattempo il gelato andava modificandosi: non si impiegavano più
solamente succhi di frutta e miele, ma latte, uova, panna, e i nostri
emigrati, che nella produzione del gelato avevano trovato la loro
professionalità, lo diffusero in tutto il mondo.
Nella storia del gelato, negli ultimi quattrocento anni, dall'invenzione
del Buontalenti alle creazioni di Procopio de' Coltelli, si hanno molti
riferimenti sul prodotto, ma non viene rivelato chi ebbe l'intuizione
che unendo ghiaccio e sale in un recipiente si sarebbe potuta ottenere
una produzione di freddo sotto zero in grado di addensare una miscela
di latte, uova, panna e zucchero e trasformarla in gelato.
Siccome l'invenzione è fondamentale e non essendo descritta in nessuna
storia - anche se le cronache dell'epoca indicano nell'americana Nancy
Johonson l'ideatrice della gelatiera - mi sorge il dubbio che
l'attribuzione della nascita del gelato a Firenze ad opera dell'architetto
Bernardo Buontalenti non sia attendibile, anche in virtù del fatto che
in quel tempo si ricorda il modo di ghiacciare sostanze dolci e cremose
e si parla di dolce gelato. Pertanto è più facile che a Firenze e poi
in Francia sia stato inventato qualcosa di simile a cio che oggi si chiama
semifreddo: una montata di uova con miele e aromi che, aggiunta alla panna
montata, poteva essere indurita con stufe a ghiaccio naturale. Senza
niente togliere all'estro di Bernardo Buontalenti come a quello di
Procopio de' Coltelli, che, forse ha inventato con la sua macchina i
frappés, bibite fredde e spumose, le granite e i semifreddi, ma per
rendere giustizia a quell'oscuro e ignoto inventore della prima produzione
di freddo sotto zero che, miscelando latte, uova, panna e zucchero, dava
il via alla moderna produzione del gelato."