VENEZIA
PALAZZO VENIER DE' LEONI
... sono le misteriose iscrizioni appuntate da Brauner sul retro della sua tela dal titolo "il Surrealista" della Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
Dalle scene di fiabe collezionate, come per gioco, nelle scatole di J. Cornell, al segno inquieto dell'action painting di J. Pollock, al mondo visionario di M. Ernst, la galleria del Palazzo Venier dei Leoni racchiude un arco di pensiero dell'arte moderna orientato all'esplorazione di ambiti della conoscenza sospinta, spesso, ai limiti dell'esoterismo, della psicologia del sogno e delle sperimentazioni tese al recupero della radice più arcaica del linguaggio visivo.
Quali risonanze sono, oggi, in grado di suscitare nella nostra sensibilità, le immagini create da questa generazione innovatrice rappresentata alla P. Guggenheim Collection?
Il soggetto da noi proposto porta il titolo, UNA SIREA DI NOME PEGEEN.
Il tema del viaggio teso alla conquista delle antiche memorie, testimonianze mute ma sempre eloquenti, rinvenibili nei luoghi, è il leitmotiv dellopera e licona che sottende a questo lavoro teso ad incoraggiare le due diverse azioni del recupero e della rivisitazione attraverso il "racconto vissuto" delle più varie performances dei due giovani protagonisti, Rodha e Claudio, nella viva cornice degli ambienti dell collezione darte moderna ospitata dal Palazzo Venier de Leoni.
Il tema, a mio avviso, ben si presta ad una trasposizione multimediale, per la forma di scrittura volta a dipingere sotto i nostri occhi, a mò di sceneggiatura, i luoghi, gli accadimenti, i personaggi, sullo sfondo delle tele di Max Ernst o di Pollock, ulteriormente ritagliate nella cornice del paesaggio irreale della città lagunare, come in un incastro di scatole cinesi. Il racconto si squaderna al nostro sguardo come unantica pergamena da leggere in filigrana nel gioco dei suoi livelli multipli, dei suoi rimandi, del continuo scambio tra le icone dei quadri e le vive presenze dei protagonisti. Un carosello di specchi in cui è dato orientarsi si direbbe quasi, la riedizione della più contemporanea favola di Alice nel meraviglioso paese della multimedialità passando magicamente da una "finestra" allaltra della scena, come accade, ad esempio, sullo schermo cinematografico nelle "paint box" di certi film di Greenaway o, più semplicemente, navigando in un programma, al monitor del nostro computer.
Non fa meraviglia quindi, che si possa suggerire di tradurre lopera cartacea in un Cd-rom, che fornisca non solo unulteriore strumento iper-testuale più funzionale e di immediata consultazione, ma anche unoriginale versione iper-mediale, arricchendola di scenografiche ambientazioni, di commenti musicali e di sequenze tratte dalle performance recitative e del montaggio dimmagini impreziosite allelaborazione computer-grafica.
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