G.A.I.A.
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 Commenti sulla salute

Ormai sono più di 25 anni che mi dedico allo studio della salute umana, degli animali e vegetali. Durante tutto questo tempo, ho passato al setaccio molte teorie e tecniche salutistiche. Ora sono arrivato alla conclusione che effettivamente non esiste la malattia, se non in individui predisposti da una scarsa riserva di energia (chimica). Noi siamo un po' come delle pile ricaricabili che erogano sempre, più o meno, lo stesso wattaggio ma possiamo essere molto carichi o quasi scarichi. Se siamo quasi scarichi anche un piccolo stress emotivo o chimico, ci porta sulla soglia della così detta malattia, se siamo belli carichi, anche una grande performance non ci intacca perchè eventuali squilibri o guasti, vengono facilmente colmati senza consumare sensibilmente le nostre riserve. Per capire che non esistono le malattie, come causa esterna, si devono osservare principalmente due momenti della vita di qualunque essere: 1°)quando un individuo è carico di energia, non si ammala,

2°)lo stesso individuo quando è sotto energia, "prende" sempre le stesse malattie e solo in casi sporadici viene colto da un agente patogeno esterno, che comunque si instaura su un terreno debole e statisticamente non coglie chi è pieno di energie.

Da questo, desumo che: un individuo energetico, sia esso un vegetale, un animale o un umano, non ha malattie nè interne nè esterne mentre lo stesso individuo, se è scarico, soffre di "malattie" interne (discrasie enzimatiche, ormonali, biochimiche) e solo raramente di malattie da agenti patogeni esterni. Normalmente la gente si "scarica" sia perchè c'è troppa frenesia nel mondo esterno, sia perchè c'è troppa frenesia nel proprio mondo interno. Quando si è scarichi, ritornano sempre le stesse "malattie": così per lo psoratico, il dermatitico seborroico o da contatto, o l'epatico, il circolatorio, il renale, il nervino, il ghiandolare e così elencando.

Ciò avviene perchè tutti i tessuti e i relativi organi, sono dettami genetici che si possono esprimere al meglio solo con livelli ottimali biochimici (minerali, vitamine, aminoacidi e i loro derivati), mentre livelli biochimici bassi, portano a stati di pre "malattia" in individui di forte genetica e a stati di "malattia" in individui con genia delicata.

Quindi dal mio studio comparato, ne ho dedotto che la salute si può mantenere, solo nutrendo adeguatamente il nostro "terreno" come ha sempre sostenuto Bechampe, contemporaneo del più famoso Pasteuor, che solo in punto di morte affermò che "il terreno è tutto, il microbo è nulla". Quindi per mantenere in buona salute il nostro "terreno" bisogna attenersi alle seguenti regole:

dieta biologica e/o assunzione abbondante di minerali, vitamine e aminoacidi; buon utilizzo delle emozioni: studio della paranoia (uso ossessivo della paura vai a tribù), dell'isteria (uso eccessivo della gioia) e studio della depressione (uso eccessivo della propria autostima) e con cio si migliora il centramento del Se spirituale: le proprie emozioni nel proprio psicodramma: l'esistenza. Forti elementi di squilibrio della nostra energia sono anche gli elementi esterni come il freddo/caldo, bagnato/asciutto, pesante/leggero e movimento/fermo cioè sole=fuoco, acqua, terra/cielo e vento. Quando siamo "scarichi" , stanchi, sia le emozioni che gli elementi ci squilibrano spesso turbandoci. Ogni elemento interno o esterno, è particolarmente collegato ad un organo o tessuto interno dell'essere animato che verrà eliminato dalla salute, se non è sufficentemente carico di energia biochimica.

carico: alta biochimica alte prestazioni cellulari=tissutali=organiche benessere con energia

scarico: bassa biochimica manifestazioni biogenetiche da carenze enzimatiche/ormonali così detta "malattia" con malessere e poca energia. Per poter utilizzare al meglio il proprio psicodramma, dobbiamo imparare a reagire senza sforzo eccessivo al "dramma" dell'esistenza e trasformarlo in una "commedia". Se viviamo una commedia (la vita), allora quando subiamo gli attacchi della vita, siamo sempre un passo indietro, siamo degli osservatori di noi stessi, non ci identifichiamo nella sofferenza e possiamo essere riflessivi. Pur capendo gli accadimenti, non siamo sopraffatti dagli eventi e troviamo più facilmente la soluzione, perchè ogni problema implica una soluzione:

il fato, (quindi noi stessi, se stiamo attenti) ci da un peso commensurato alle nostre capacità. La vita è una commedia nel vero senso del termine: immaginiamo una sequenza di fatti vissuti con diversi stati d'animo dal protagonista, che poi diversamente possiamo essere noi stessi:

1°)una persona miope ci passa vicino, noi non sappiamo che è miope e ci aspettiamo di essere riconosciuti, il miope non ci nota e passa oltre senza salutarci, noi ci offendiamo e pensiamo mille cose negative su di lui;

2°)una persona è benestante, ha una discreta rendita da un lavoro stabile e normali debiti, perchè si è costruito la casa o altro. Ma aspira a molto di più e si sente povero, stanco e disperato.

3°)il lavoro non ci piace, però abbiamo paura di licenziarci e di "buttarci" in un nuovo mestiere, il paese non è come lo vorremmo, ma cambiare le radici può essere pericoloso, insomma ho paura di cambiare e vado in depressione.

questi tre esempi possono essere vissuti , a parità di condizioni esterne, molto diversamente dall'attore, basta che rammenti sempre che la nostra commedia finisce con un radicale cambiamento: la morte: tutto è vero, tutto è fatuo.

Noi non viviamo la realtà, ma viviamo la realtà più il nostro psicodramma. Come ci apparirebbe il mondo reale se fossimo centrati nel nostro essere senza le false luci delle passioni? Sicuramente ci sembrerebbe tutto uguale a prima, poi piano piano tutto diverrebbe sincronico perchè‚ se non usiamo le passioni, il nostro essere inizia a percepire l'essenza del mondo che è come un'onda che si muove in una foresta antica per formare fiumi principali e rivoli secondari. Senza "psicodramma", noi iniziamo a vivere la "commedia" della vita e allora tutti gli accadimenti sono li per farci capire, per farci centrare. Allora capiamo che la sofferenza è il grande dono, che ciò è dato dalla natura per correggere i nostri errori.

Allora capiamo che l'angoscia ci indica la strada, ci indica se la nostra posizione  sbagliate e solo quando cessa, siamo finalmente nel luogo mentale o fisico giusto per il nostro spirito. Ascoltiamo, subito dopo aver preso una martellata ad un dito, quanto è sublime il tatto e quanto è utile averlo e soffrirne. Riflettiamo sull'enorme utilità dei carnivori nell'economia della vita, anche se è così crudele quando sbranano un piccolo di erbivoro. E le malattie? Quanto sono utili per centrarci nel giusto fare. Perchè siamo depressi? perchè non siamo mai contenti? perchè non siamo dei piccoli soli che sprigionano gioia? è la differenza tra lo psicodramma o fare un passo indietro, per entrare nella commedia dove tutto è vero / tutto è falso, perchè tutto è relativo alla nostra gioia o ai nostri attaccamenti.

FRAMMENTI Se esistiamo in altre vite, esiste la Realizzazione, se esiste la realizzazione, vuol dire che noi non siamo realizzati. Cos'è la realizzazione? Perchè mio figlio non è nato realizzato? Noi ci stiamo realizzando o ci stiamo involvendo? Se ci stiamo realizzando da cosa ce ne accorgiamo? e se ci stiamo involvendo?  

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