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l' angolo del Jeet Kune Do -
Articolo 9 06.04.01
"NON
SOLO TRAPPING "
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By Maurizio Ciolli
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A volte capita di identificare il JKD con
il trapping o che è questa la distanza che lo caratterizza. In parte questo è vero, ma
non totalmente.
Il trapping (letteralmente "intrappolare") è solo un "momento" del
JKD o uno degli strumenti che in esso vengono utilizzati. Studiare il trapping non vuol
dire cristallizzarsi nello studio dello intrappolamento degli arti dell'avversario quanto
piuttosto applicare i concetti del trapping (energia di penetrazione, sensibilità,
pressione costante ecc.) a tutte le distanze finanche al grappling in cui le sensazioni
appunto giocano un ruolo essenziale. |
E' sbagliato cercare di risolvere un
combattimento in "chiave" di trapping se questo significa fossilizzarsi in una
determinata modalità di approccio al combattimento. Altro è parlare di trapping
nell'ambito della totalità delle possibilità in cui andiamo incontro e degli strumenti
che possiamo utilizzare. Ci sarà un momento per i pugni (Boxe), un altro per i calci e un
altro ancora per la lotta e gli strangolamenti e, quindi, uno per il trapping. Ma questo
è la situazione a deciderlo, non certo noi che siamo, semmai, chiamati ad adattarci
alla distanza, allo stile e all'opponente
che abbiamo di fronte. Il trapping è uno strumento molto valido e troppo spesso
sottovalutato, ma va considerato nella totalità del combattimento e non preso
singolarmente come sistema o metodo o via, bensì come parte integrante del nostro
bagaglio tecnico, grazie al quale raggiungeremo una maggiore consapevolezza di quel che
nella terminologia del JKD viene chiamato "in-fighting". |
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Maurizio Ciolli
JKDItaly Foundation
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