IL SISTEMA DI ALLENAMENTO KAYUNTAO

Kayuntao significa "Via del Vento e delle Nuvole", riferendosi con ciò ad una pratica corretta e realistica, che spazzi via (come un vento) le illusioni ed i vizi della mente (le nuvole). Cos'è il Kayuntao? E' l'esperienza pratica, viva e approfondita, senza alcuno schema rigido, di una tecnica in chiave marziale- o comunque di un aspetto ad essa connesso. La tecnica, per essere definita tale, deve essere non solo efficace, ma accessibile, ed inoltre il suo allenamento ripetuto deve dimostrarsi utile, incisivo nel forgiare un determinato aspetto del carattere del praticante, che sia in armonia con i principi etici universali. L'aspetto tecnico ricercato in infinite prove, l'accessibilità, il valore etico spirituale dell'allenamento sono inscindibili , e mancando uno di questi aspetti non si può parlare di Kayuntao. I due livelli estremi da cui il Kayuntao si discosta sono quelli ben noti come aspetti negativi delle Arti Marziali: da una parte , la tecnica che subisce tali sofisticazioni da diventare quasi astratta, incapace di superare una reale prova di efficacia; dall'altra, il combattimento aggressivo da strada, che produce ottusi praticanti, privi di consapevolezza ed il cui unico stile di vita è la violenza reiterata ed ossessiva, quella stessa violenza di cui finiscono per essere vittime, prima o poi. Il metodo Kayuntao è il frutto di più di vent'anni di allenamento in diversi stili sotto la guida di illustri Maestri della tradizione orientale e rappresenta il veicolo ideale per trasmettere la loro immensa conoscenza. Nella Scuola Kayuntao la pratica delle Arti Marziali è organizzata in due grandi settori: -KAYUNTAO ( il metodo di allenamento che ha dato nome alla Scuola) -KAYUNTAO NEKONG ( Arti Marziali Interne Cinesi)

Entrambi i settori contengono elementi simili, ma il tipo di approccio metodologico e di allenamento fisico è, soprattutto all'inizio , molto diverso. Pertanto, un principiante che si avvicini per la prima volta allo studio delle Arti Marziali, può scegliere il tipo di pratica che trova più congeniale. Esiste inoltre un altro settore, che comprende la pratica delle tecniche meditative, di coltivazione dell'energia interna e di evoluzione spirituale che provengono dalla tradizione Taoista e Buddhista. Pur non trattandosi di tecniche fisiche "marziali", tutte queste pratiche costituiscono la base su cui poggia tutto l'allenamento, poiché non bisogna dimenticare che, innanzitutto, per "marziale" si intende l'armonia di tre elementi ben precisi: corretto sviluppo del corpo ed ottenimento di un buono stato di salute, corretto apprendimento ed utilizzo della tecnica, corretto atteggiamento della mente, salda e serena anche di fronte alle avversità. Tutte le tecniche menzionate vengono insegnate ,comunque, con la medesima base, ovvero il sistema Kayuntao; pertanto, in realtà, si tratta di un unico sistema, completo in ogni sua parte. Corsi, lezioni individuali, stages, seminari di approfondimento, ritiri ( allenamento nelle Arti Marziali e pratiche di meditazione ) si svolgono durante tutto il corso dell'anno. Dal 1985, la Scuola Kayuntao ha organizzato, per queste pratiche, più di 200 stages. La pratica nella Scuola Kayuntao è non agonistica, non competitiva, non violenta. Nelle pagine successive è possibile trovare una descrizione generale dei settori in cui è suddivisa la pratica delle Arti Marziali, ovvero KAYUNTAO e KAYUNTAO NEKONG.

 

KAYUNTAO: ARTE MARZIALE SENZA CONFINI

Per dare un'idea del sistema Kayuntao, vediamo di che cosa consiste in pratica, e quindi quali sono le tematiche fondamentali che ne costituiscono l'impalcatura. Tecnicamente, l'allenamento di Kayuntao comprende questi elementi: -Allenamento del corpo : preparazione fisica, se necessario (ovvero se un determinato individuo ne ha bisogno, se manifesta particolari necessità o carenze) sostenuta da un preciso programma di preparazione atletica individualizzato; esercizi per la flessibilità e l'agilità appositamente elaborati per la pratica delle Arti Marziali. -Allenamento nella tecnica delle Arti Marziali : tecniche di combattimento a mani nude e con armi quali bastoni, spade, sciabole, coltelli e simili. Le tecniche vengono apprese per essere allenate sia a solo ( una alla volta o in concatenazioni più o meno lunghe ) che a due. L'allenamento prevede una continuità completa, cioè ci si allena per tutte le situazioni o distanze ( lunga distanza, corta distanza, corpo a corpo e lotta in piedi, lanci e atterramenti/proiezioni, lotta/combattimento a terra, immobilizzazioni o sottomissioni con leve o soffocamenti ; quando si lavora con le armi, si apprendono anche disarmi e neutralizzazioni di un avversario armato).Mano a mano che si apprendono le tecniche, esse vengono ordinate in sequenze logiche, cioè come reali combinazioni da eseguire a due; queste sequenze sono numerate da 1 a 13, e ciò consente di ricordare con precisione l'insieme delle tecniche apprese ed allenarle secondo un programma chiaro e non disordinato. D'altra parte, l'esperienza del praticante ( si intende il suo allenamento a due) gli consente di demolire e ricomporre queste sequenze liberamente, creando nuove varianti e combinazioni: nel Kayuntao, il programma "oggettivo" di riferimento per tutti coloro che si allenano in gruppo DEVE essere bilanciato da una concreta e libera esperienza personale, che consenta di esprimere al massimo la propria potenzialità. Per fare un esempio, diciamo che tutti i praticanti del gruppo Kayuntao abbiano studiato l'uso di svariate armi; nel momento in cui si pratica il combattimento libero, comunque, ognuno può partecipare con l'arma che desidera e preferisce, pertanto può succedere che dieci persone si allenino insieme utilizzando dieci armi diverse, adattandosi alle varie situazioni che si verificano. In sostanza abbiamo l'equilibrio di questi due aspetti: lo studio della tecnica, ampio e uguale per tutti in un dato momento, e l'applicazione libera della tecnica, diversa ed individualizzata. Ricordiamo infine che qualora esista per un praticante un programma di preparazione fisica personalizzato, allora anche il suo allenamento tecnico viene compreso nel programma, creando così una pianificazione completa della pratica , seguendo la quale si sviluppa autodisciplina, metodicità, sicurezza. -Allenamento mente/spirito. Si praticano tecniche provenienti dalla tradizione orientale del Buddhismo e del Taoismo, che hanno sempre costituito la parte più importante, ovvero la preparazione "interiore" dell'individuo che si allena nelle Arti Marziali. In questo senso, la complementarietà che esiste tra l'allenamento marziale e le tecniche di introspezione crea un tutt'uno completo ed affascinante, che consente all'individuo di cambiare realmente la propria esistenza, attraverso l'osservazione di fatti e dati concreti poiché vengono dall'allenamento strenuo del corpo e dal confronto sperimentato in combattimento. Una classica sessione di allenamento/studio tecnico di Kayuntao inizia con una parte dedicata alla preparazione fisica; quindi si passa ad un ripasso tecnico più o meno lungo, per poi arrivare alla parte centrale in cui si studiano nuovi esercizi . Si allenano quindi differenti combinazioni a ritmi più o meno intensi. Nella parte finale ci si dedica ancora ( secondo il tempo disponibile) alla preparazione fisica e, con ritmo via via decrescente, ad esercizi rilassati per la flessibilità ed il controllo del respiro. In sessioni dedicate alla pratica del combattimento libero o in qualche modo alla pratica di tecniche con maggiore contatto, la fase iniziale è dedicata alle pratiche di concentrazione, quindi dopo una fase di riscaldamento ci si allena a due secondo rituali ben precisi ; comportamenti eccessivi, privi di controllo, atteggiamenti provocatori o competitività non sono ammessi. L'ultima parte della sessione è dedicata alle tecniche di introspezione/meditazione ; può anche essere che le pratiche interiori ed il combattimento si alternino per tempi molto lunghi. E' importante ricordare che i praticanti non sono portati a praticare tecniche meditative da subito, cioè nei primi mesi di allenamento : non farebbero altro che pensare alle proprie illusioni astratte. Quando invece ci si è allenati per qualche tempo, già numerose indicazioni sono state ricevute "sul campo", riguardanti il controllo della mente, dei pensieri aggressivi, dell'emotività e della paura : tutto ciò si ricollega ad esperienze PRATICHE, non ad attività puramente intellettuali. A questo punto, iniziare ad apprezzare il valore del silenzio, della calma, del rispetto, del senso di unità con gli altri esseri, vedere gli aspetti negativi della rabbia e della confusione mentale, ecco che risulta più semplice. I CONTENUTI, LE IDEE ED IL SIGNIFICATO DEL KAYUNTAO Dopo aver visto con una panoramica generale gli aspetti tecnici del Kayuntao, soffermiamoci sulla sua essenza attraverso una rassegna di alcuni punti essenziali. -Il Kayuntao è una Via all'interno della quale esistono molti mezzi e differenti approcci alla pratica ; perciò è possibile scegliere per diverse persone differenti percorsi. Esistono esercizi diversi, anche nello stesso ambito, per dare la possibilità a tutti di iniziare. Ciò che è importante al di sopra di tutto è il Senso della Via che si percorre : ovvero, le tecniche sono solo strumenti, più che altro è necessario tenere a mente lo scopo ultimo della pratica, uno stato di intensa presenza, consapevolezza. -Il Kayuntao è soprattutto un metodo di lavoro, ed in sostanza il suo significato va ricercato nella libertà di scelta dei mezzi e nella pratica orientata verso un atteggiamento tranquillo, verso la pace interiore.La libertà di scelta dei mezzi è un superamento dei metodi sclerotizzati negli anni e ripetuti sempre uguali. Nelle Arti Marziali è ormai evidente che lo stesso approccio non è il migliore per tutti; perciò nel Kayuntao l'individuo e privilegiato rispetto alla tecnica. Questa base "ideologica" non ha radici in qualche teoria che si cerca di applicare : nasce invece dall'esperienza pratica e dall'osservazione delle reazioni delle persone che si avvicinano allo studio delle Arti Marziali. Il dato di fatto che si ricava da questa osservazione è: se un insegnante non è libero di spaziare nell'ambito dei mezzi tecnici da utilizzare di volta in volta e renderli efficaci mano a mano che si trova di fronte a diversi soggetti, la sua capacità di trasmettere un messaggio qualsiasi è enormemente limitata. Molte Arti Marziali sono strutturate in complessi sistemi con rigide gerarchie e forte competitività. Un fattore fondamentale per la calma della mente e la serenità interna è il "non attaccamento", lo spirito non competitivo: non è tutto questo contraddittorio? E' importante che i praticanti di tecniche "psicofisiche" si interroghino sul senso della struttura del sistema che seguono. Non si vuole negare il valore di pianificazioni e programmi; cerchiamo però di utilizzarli, e non farci utilizzare da essi. Il metodo Kayuntao è indicato per chiunque, non richiede caratteristiche definite . Semplicemente, se per praticare in un certo settore è necessario sviluppare una determinata qualità, utilizzeremo i mezzi adatti per farlo. Lavorando con un solo individuo è possibile variare correttamente i mezzi ; quando si ha a che fare con gruppi di più persone è meglio utilizzare mezzi generali come verifica iniziale e per dare comunque una base di riferimento, ed in seguito utilizzare tecniche specifiche con i diversi soggetti. Per quanto si debba riconoscere che esistono tecniche importanti e fondamentali che possono essere di riferimento per tutti, dobbiamo anche ammettere che questa affermazione è pur sempre relativa. In effetti, se consideriamo non tanto le tecniche in quanto "movimento" ma piuttosto come mezzi per sviluppare certe qualità, allora può essere che determinate qualità, e non altre, siano già presenti in certi individui. Tutto ciò sembra forse molto difficile, ma in realtà si tratta soltanto di cambiare mentalità. Mentre nelle solite Arti Marziali, ritmate dai gradi, dalle "cinture" abbiamo uno sviluppo "finito" (cioè che corrisponde ad un certo grado previsto) della persona, il Kayuntao utilizza un metodo in cui lo sviluppo della persona è infinito, senza alcun limite o confine.

KAYUNTAO NEKONG:

LE ARTI MARZIALI INTERNE CINESI

Le Arti Marziali Interne Cinesi (Nei Jia Quan) sono tre: Tai Ji Quan ( Arte Marziale del Principio Supremo) Xing Yi Quan (Arte Marziale della Forma e della Mente) Ba Gua Zhang ( Il Palmo degli Otto Trigrammi). In Cina, esse costituiscono il cuore della tradizione Wudang (nome del monte sacro ai taoisti) in antitesi a quella del monastero di Shao Lin, di scuola buddhista e considerata comunque "importata" dall'India. Il significato della parola cinese "nei" (interno, interiore) è molto complesso e profondo, e si può semplificare in pochi punti essenziali: -"interno" in quanto mira ad utilizzare la tecnica, la strategia, la mente e la forza interna dell'individuo, piuttosto che la forza muscolare e l'atletismo; -"interno" in quanto considera essenziale lo sviluppo dell'energia vitale ed il mantenimento della salute; -"interno" in quanto originario della Cina e non contaminato da culture di altri paesi. E' molto difficile stabilire con certezza l'origine storica di queste arti. Ricerche condotte da Maestri cinesi hanno potuto in qualche modo risalire agli ipotetici creatori di queste discipline, vissuti tra il diciassettesimo ed il diciannovesimo secolo, ma in realtà anch'essi hanno rielaborato conoscenze sviluppatesi in epoche veramente molto remote. Non dobbiamo dimenticare che la civiltà cinese era già nel pieno dello sviluppo scientifico e tecnologico quando in Occidente ancora questo sviluppo non c'era ( mentre noi credevamo la Terra piatta e misuravamo il tempo con la clessidra, i cinesi avevano già mappe celesti complete e conoscevano la rotondità del pianeta, oltre ad avere orologi meccanici montati su campanili). Vediamo ora una descrizione generale di questi tre stili. TAI JI QUAN ( o anche T'AI CHI CHUAN), l'Arte Marziale del Principio Supremo. Questa è senz'altro, attualmente, la disciplina cinese più conosciuta e praticata al mondo. In realtà lo è soprattutto come ginnastica dolce e metodo di mantenimento della salute, avendo quasi completamente perso il suo valore come arte di combattimento. Consiste, nella sua forma più diffusa ( infatti ne esistono almeno cinque scuole diverse, riconosciute ufficialmente ) in sequenze di movimenti di chiara ispirazione marziale che però vengono praticati molto lentamente, in continuità, con grande morbidezza, unitamente ad una respirazione profonda. Le sequenze vengono praticate a mani nude, con la spada, con la sciabola. Esistono anche esercizi a due per apprendere i rudimenti della applicazione del Tai Ji Quan in combattimento, ma nella maggior parte dei casi non hanno grande valore, dal punto di vista della praticabilità "marziale". In realtà il Tai Ji Quan è una completa arte marziale, che comprende uno studio sistematico di tecniche fondamentali, uno studio approfondito della tecnica di respirazione della scuola taoista, esercizi da eseguire in velocità e con forza, applicazione a due dei movimenti base, studio della strategia tipica dello stile e sua applicazione in combattimenti liberi. Per quanto attualmente ben pochi siano interessati allo studio del Tai Ji Quan come Arte Marziale, nella scuola Kayuntao è così che viene praticato. XING YI QUAN ( o anche Hsing I Chuan ) , l'Arte Marziale della Forma e della Mente. E' lo stile interno che, ad un primo sguardo, manifesta più degli altri il carattere "marziale" : movimenti rapidi, brevi, segmentati, in linea retta e molto penetranti. Nonostante l'evidente essenzialità del movimento, lo Xing Yi rappresenta un raro esempio di armonia tra eleganza e potenza del gesto. La pratica è strutturata in cinque tecniche base, ognuna ispirata ad uno degli elementi che compongono il cosmo, la nostra realtà materiale, cioè metallo, acqua, legno, fuoco, terra ( è a questi elementi materiali che si riferisce il termine "Xing" , " forma" ). In seguito si studiano tecniche di combattimento ispirate a dodici animali; naturalmente si pratica a mani nude e con le quattro armi fondamentali: bastone e lancia, sciabola e spada. Gli esercizi a due, basati sulle entrate dirette con potenti tecniche di mano , richiedono grande determinazione e chiarezza nella mente ( "Yi") . In Occidente questo stile viene praticato soprattutto come esercizio formale, gli esercizi a due si basano quasi esclusivamente sulla applicazione accademica dei gesti tecnici. In effetti però lo Xing Yi possiede almeno un altro ottanta per cento di strutture, informazioni e strategie che non hanno nulla a che vedere con gli esercizi formali da ripetere noiosamente a memoria; nella Scuola Kayuntao è possibile entrare in contatto con la pratica più autentica, per un reale percorso di conoscenza. BA GUA ZHANG ( o anche Pa Kua Chang), Il Palmo degli Otto Trigrammi. Caratteristica di questa straordinaria arte è il camminare in cerchio, tecnica che la rende subito riconoscibile. Percorrendo una circonferenza, ispirandosi alla teoria del mutamento rappresentata nel trasformarsi dei trigrammi ( combinazioni di tre linee, spezzate o intere) , si esprimono in forma marziale numerosi cambiamenti : di guardia, di direzione, di altezza esprimendo così l'aspetto del mutamento continuo della realtà. Complesso nella struttura, nella tecnica e nella applicazione, affascinante a vedersi ed entusiasmante come allenamento, il Ba Gua racchiude un raffinato studio della strategia e delle situazioni, in grado di soddisfare il combattente più duro e l'intellettuale più raffinato Per quanto negli ultimi anni la tecnica Ba Gua sia diventata una sorta di esercizio estetico, in realtà la comprensione e l'applicazione delle tecniche richiedono uno studio molto attento e scrupoloso, tutt'altro che accademico, ricco di implicazioni psicologiche e di spunti per l'introspezione. COME SI STUDIANO LE ARTI MARZIALI INTERNE NELLA SCUOLA KAYUNTAO La pratica dei tre sistemi che abbiamo appena descritto, nella scuola Kayuntao, si ricollega alla tradizione classica Wudang, che li vede come un tutt'uno e non come stili separati uno dall'altro. Pertanto il programma di studio è appositamente costruito per un apprendimento corretto, graduale, ma che dai primi istanti mette subito il praticante in contatto con la vera natura di queste arti. Inizialmente la pratica è basata sull'apprendimento di posizioni base ed esercizi formali dei tre stili, in sequenze brevi e chiare. Mano a mano che si è in grado di esprimere una buona postura ed un movimento armonioso, si inizia ad entrare in contatto con altri elementi : tecniche di concentrazione e visualizzazione per migliorare la qualità degli esercizi, pratica della respirazione profonda e delle tecniche di meditazione della scuola taoista, esercizi a due e studio delle strategie tipiche di ogni stile. Ognuno dei tre stili ha un carattere definito, come se fosse una persona. Questo carattere va compreso e praticato, e utilizzato come griglia per un percorso di autoconoscenza. Per quanto si possano praticare le arti interne come esercizi morbidi per la salute, è impossibile entrare in contatto con i loro insegnamenti più profondi senza praticarli come arti marziali, in combattimento e sviluppando una mentalità basata sull'autodisciplina e sulla pratica costante. L'organizzazione della pratica, nella scuola Kayuntao, è pertanto studiata appositamente perché ognuno, indipendentemente da sesso o età, possa cogliere questa occasione di entrare in contatto con insegnamenti autentici, concreti, basati sulla pratica continua e trasmessi da Maestri ortodossi della tradizione.