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Sfinge
di Marte: fine di un mito
(di
Massimiliano Teso, pubblicato su Scienza &
Paranormale numero 20)
Deve essere stato un
duro colpo per alcuni ufologi quando il 6 aprile la NASA
ha pubblicato sul suo sito [1] la foto della così detta
"faccia" o "sfinge" di Marte ripresa
dal Mars Global Surveyor (MGS). Dalla foto (in alto a
sinistra) si evince infatti che la formazione (lunga 1,5
Km) altro non è che una bassa collina erosa dagli agenti
atmosferici e dall'acqua (la regione si trova in
prossimità dell'Oceanus Borealis).
Tutto ebbe inizio nel luglio del 1976, quando la sonda
Viking-1 iniziò a fotografare la superficie di Marte.
Richard Hoagland, giornalista scientifico, notò che tra
le centinaia di foto giunte sulla terra alcune erano
particolarmente interessanti. Ritraevano una formazione
somigliante a un viso umano [2] e delle grandi strutture
piramidali in prossimità di una regione denominata
Cydonia Mensae (posta alle medie latitudini dell'emisfero
nord del pianeta). Le immagini vennero rielaborate
digitalmente per aumentarne la resa grafica e da allora
la "sfinge" di Marte fece il giro del mondo.
Hoagland si convinse che quelle strane
formazioni, e soprattutto quell'inquietante viso (a
destra), fossero la prova di possibili insediamenti
alieni: antiche civiltà marziane avrebbero così voluto
inviare un messaggio ai futuri abitanti della Terra.
Preso dall'entusiasmo fondò un gruppo, il "Mars
Mission", e iniziò a vendere, con molto
successo, libri e gadgets sull'argomento. La NASA smentì
fin dall'inizio che la formazione potesse avere una
qualche origine artificiale. Secondo gli esperti,
infatti, solo la bassa risoluzione della strumentazione
del Viking-1 e le particolari condizioni di illuminazione
avevano creato una figura così affascinante. Se si
analizza a fondo l'immagine, poi, si scopre che la
"narice", che contribuisce a dare un aspetto
umano alla formazione, è in realtà un punto nero dovuto
alla perdita di alcuni dati durante la trasmissione.
Anche per le piramidi si ipotizzò una probabile origine
naturale. Formazioni di questo tipo infatti sono presenti
anche sulla Terra. Specialmente in Antartide l'erosione
eolica, dovuta all'urto di particelle fini trasportate da
forti venti che soffiano in direzioni pressoché
costanti, trasforma cumuli di ghiacci irregolari in
piccole piramidi dette dreikanter. Se consideriamo che i
venti di Marte sono molto più forti di quelli terrestri,
ecco una probabile spiegazione delle piramidi marziane.
Malgrado tutto i fautori dell'ipotesi extraterrestre
rimasero convinti dell'origine artificiale delle
formazioni.
L'interesse della NASA per l'area di Cydonia era di altro
tipo. Essa si trova infatti fra due tipi di terreni di
Marte: quelli craterizzati e quelli lisci. Per questo
motivo decise di includerla tra le riprese in alta
risoluzione che avrebbe fatto il Mars Observer. Quando
però, nell'agosto del 1993, la sonda subì un'avaria a
breve distanza da Marte, i fans della "sfinge"
gridarono al complotto. Si accusava infatti la NASA di
aver simulato il sinistro per studiare l'area in assoluta
segretezza, senza dover diffondere alcun immagine. La
cosa, in ogni caso, sarebbe molto difficile da realizzare
visto il gran numero di persone che lavorano a missioni e
ricerche di questo tipo. Si decise quindi di riprovare e,
il 4 aprile 1998, la Mars Orbiter Camera (MOC), montata
sul MGS ha ripreso con un dettaglio impressionante (4,32
m/pixel) la "sfinge" di Marte. «Somiglia a
certe parti del Sud Dakota», ha commentato Arden Albee,
curatore della missione al Jet Propulsion Lab. «Nella
nuova fotografia vediamo chiaramente i rilievi che hanno
contribuito a creare quel gioco di luci e ombre che
spiega l'illusione ottica». Caso chiuso? Neanche per
idea. Per i fedelissimi della "sfinge" le nuove
foto non risolvono l'enigma. «Il motivo è semplice»,
ha detto Stephen Basset, presidente del Paradigm Research
Group, «se vuoi capire cosa rappresenta un'immagine che
da almeno due milioni di anni subisce il logorio
climatico e che ha un diametro di quasi due chilometri
non puoi fotografarla da vicino. Perché in questo modo
il volto invece di comparire, scompare nel dettaglio».
Altri invece, nel miglior stile di cover-up ufologico,
sono convinti che la NASA abbia falsificato le immagini.
«Ci saranno sempre gli irriducibili convinti che si
tratti di un volto umano», ha dichiarato Arden Albee e
di questo siamo convinti anche noi. Aspettatevi quindi,
sulle solite riviste, ipotesi di complotti e altre
amenità.
In conclusione, mi piacerebbe chiedere a costoro se sono
mai andati a visitare una grotta. La natura e la nostra
mente sono in grado di generare volti, oggetti e animali
con una tale precisione e definizione dei particolari da
far impallidire la povera "sfinge" di Marte.
[1]
http://www.nasa.gov/newsinfo/cydonia.html
[2]
http://nssdc.gsfc.nasa.gov/image/planetary/mars/face.jpg
Si ringrazia Albino Carbognani (fisico
all'Università di Parma).
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