Introduzione storico/metodologica.
Aglar Ras (ovvero latinizzazione del nanico Ahghl'kr R'has) nacque nel 551 Seconda Era Nanica a Kkhgnzul.
Le notizie che riguardano la sua vita, e la sua vita fra quelle dei guerrieri antichi e' una di quelle piu' documentate, sono facilmente rintracciabili nel XXVII libro dei Documenti Storici di Kxygor Krak, Grande Storico di Corte.
Da tale fonte apprendiamo che Egli fu mandato neonato alla grande scuola guerriera dei Devastatori Reali che ne curò la crescita e la mirabile preparazione militare.
Pochi e poco importanti sono i cinquanta anni che il giovane Aglar Ras trascorse in quella ben nota scuola guerriera tranne che li incontrò quelli che poi furono gli amici di Sangue e di Ascia: Atek KraagZorkzx e Argh Grimm con i quali egli trascorse tutta la sua vita fino alla loro morte.
E sono proprio quegli anni di sanguinose battaglie che resero i Tre degni di essere ricordati in eterno. Fra tutte ricorderemo la missione che il Re Sotto la Montagna Zkharak impose a loro tre soli e che si concluse epicamente con lo sterminio di tutta la stirpe degli elfi, e la successiva trasformazione di tutte le foreste in quelle paludi di catrame che ancora oggi tutto il mondo può osservare a perenne monito.
Necessario, al fine di comprendere al meglio questo testo di pura saggezza nanica, è conoscere l' episodio che vide questaamicizia, che sembrava eterna, terminare. Non certo perche' questi discordassero in qualche cosa o perche' ciascuno di loro avrebbe potuto, come sarebbe logico pensare, provare invidia per la potenza o la saggezza dellaltro (queste cose sono sconosciute in un Trio Guerriero dei Devastatori Reali) ma con la morte di due dei suoi membri.
La leggenda narra che i Tre nobili Devastatori Reali, dopo tre giorni di festeggiamenti memorabili (uno per ciascuno), decisero di condurre alcuni giovani guerrieri in una gita nei Territori Oscuri al fine di uccidere quanti piu' goblin gli fossero possibili. Dopo un lungo cammino il temibile gruppetto si avvicino' di soppiatto ad una valletta nota per essere frequentata da quei disgustosi esseri in ordicelle appetitose. I tre decisero che, aiutati dal favore delle tenebre, sarebbe stato piu' gustoso apparire a quelle miserabili creature allimprovviso, ululando e ricoperti delle viscere di alcuni animali che avevano ucciso durante il cammino.
E cosi' fecero; ma invece del solito migliaio ne trovarono circa un milione, tutti fervidamente intenti a celebrare un certo rito sciamanico con il quale lo stregone incatenava tutti i presenti in un giuramento di morte, teso a dedicare la vita dei presenti allo scopo di annientare alcuni dei loro più feroci nemici. Non e' difficile immaginare di chi cercassero la fine.
Il nostro gruppetto d' eroi calo' nella valletta ululando e roteando le asce e, superato l' ultimo ostacolo che li separava da quello oceano verde e puzzolente, quasi non credette ai propri occhi: finalmente era giunta lora di dare un duro colpo alla numerosa nazione goblin eliminandone quasi per intero la casta guerriera. Un attimo desitazione balenò negli occhi dei soli giovani che poi si unirono in ogni modo al massacro.
I giovani guerrieri perirono poco dopo l'impatto (non erano ancora addestrati per un compito simile) e i nostri Tre ancora più furiosi sventrarono, calpestarono e morsero a piu' non posso fino a che perirono essi stessi. Almeno di questo furono certi i goblin scioccati dall' enorme numero di perdite.
La battaglia venne rappresentata dal filosofo Kxz''homm con la seguente affermazione in unaula di giovani apprendisti Devastatori Reali: "Immaginate leffetto d'una palla da Gromnir (sport molto simile al nostro bowling solo che al posto dei birilli i Nani usano incollare a terra i goblin) su di un tappeto duova".
La leggenda aggiunge che lo stesso Dio Grimnir apparve sui corpi dei nostri eroi salvaguardandoli da sicuro scempio. Vero o no, una missione inviata dal Re, ormai convinto della loro fine, ne trovo' i corpi composti sopra una pila di goblin che raggiungeva le cime degli alberi.
In realta' come oggi sappiamo uno sopravvisse alla morte, e di costui ora vi racconteremo.
Aglar Ras fu trasportato esanime alla presenza del Re che impose di curarlo con ogni mezzo.
Quando Aglar Ras si riebbe, e solo dopo molto tempo, saputo della fine pur gloriosa degli altri, decise di ritirarsi nella piu' profonda delle caverne della rocca e che nulla piu' lo avrebbe convinto ad uscirne fuori.
Cosi' fu per tutta la sua vita. In molti e soprattutto quei giovani che egli amava tanto, spesso si recavano in quelle profondita' cercando di rubare una perla di quella saggezza per cui Aglar Ras era divenuto famoso in tutto il Regno Nanico.
Di questa saggezza vogliamo proporre alcuni mirabili esempi fra quelli che furono recuperati.
Giunto davanti al maestro, egli disse:. " Da quando so che al mondo, per mano vostra e dei vostri compagni ormai morti, il piede di nessun elfo calca questa terra nella mia vita persa ho ogni sana ambizione di distruzione".
Il maestro, pur soffrendo un poco al ricordo dei suoi amici, per tutta risposta peto'. Il giovane un po perche' soddisfatto un po per la gran puzza ando' via.
Spero, come storico, di aver fornito, in questa breve introduzione, quei strumenti storico filosofici che sono necessari alla comprensione di quanto seguirà e di coloro che ne furono gli inconsapevoli ispiratori.
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