Lotto e Numeri Sacri "Pitagora e i Pitagorici". (*)


Siamo ancora alla ricerca dei "numeri sacri" per vincere al lotto, la grande speranza di riscatto del fine millennio per noi obesi e per milioni di persone; eccone ancora qualcuno che proviene dalla notte dei tempi, dal favoloso Pitagora:"lo ha detto lui" (ipse dixit).

L'uno (1) per i Pitagorici non è nè pari nè dispari: è un parimpari tanto è vero che da esso procedono tutti i numeri sia pari sia dispari; aggiunto a un pari genera un dispari e aggiunto a un dispari genera un pari. Lo zero rimase invece sconosciuto ai Pitagorici e alla matematica antica. Il numero perfetto fu identificato con il dieci (10), che visivamente era raffigurato come un triangolo perfetto, formato dai primi quattro numeri, ed avente il numero 4 per ogni lato (la tetraktys).

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(tetraktys)

La raffigurazione mostra che il 10 è uguale a 1+2+3+4. Ma c'è di più. Nella decade "sono contenuti egualmente il pari (quattro pari: 2, 4, 6, 8) e il dispari (quattro dispari 3, 5, 7, 9), senza che predomini una parte". Inoltre risultano uguali i numeri primi e non composti (2, 3, 5, 7) e i numeri secondi e composti (4, 6, 8, 9). Ancora "possiede uguali i multipli e sottomultipli: infatti ha tre sottomultipli fino al cinque (2, 3, 5) e tre multipli di questi, da sei a dieci (6, 8, 9)". Inoltre "nel dieci ci sono tutti i rapporti numerici, quello dell'uguale, del meno-più, e di tutti i tipi di numero, i numeri lineari, i quadrati, i cubici. Infatti l'uno equivale al punto, il due alla linea, il tre al triangolo, il quattro alla piramide: e tutti questi numeri sono principi ed elementi primi delle realtà ad essi omogenee". Così è nata la tavola pitagorica con la teorizzazione del sistema decimale e la concezione della perfezione del dieci che resterà operante per secoli. "Il numero dieci è perfetto, ed è giusto secondo natura che tutti, sia noi Greci sia gli altri uomini, ci imbattiamo in esso nel nostro numerare, anche senza volerlo". I Pitagorici scoprirono tra l'altro i rapporti armonici di ottava, di quinta e di quarta e le leggi numeriche che li governano (1:2, 2:3, 3:4). Se il numero è ordine "accordo di elementi illimitati e limitanti" e se tutto è determinato dal numero, tutto è ordine, epoichè in greco "ordine" si dice Kòsmos i Pitagorici chiamarono l'universo "cosmo" ossia "ordine", dice Filolao:"Tutte le cose che si conoscono hanno numero; senza questo, nulla sarebbe possibile pensare nè conoscere".


Vittorio Imbriani. (1883)

In "Lotto e numeri magici" ci sembra possa stare anche questo delizioso breve racconto ottocentesco di Vittorio Imbriani 

Un pomeriggio d'estate, mentre egli faceva, come suol dirsi , la contr'ora, russando da porco, dopo aver iscuffiato da lupo, gli apparve, in sogno, una mirabil visione. Gli parea, che il Crocifisso dell'altare, ove solea celebrar la messa, strabuzzasse gli occhi e schiudesse le labbra e sprigionasse, dalla chiostra dei denti, queste parole: " Stephane, Stephane, quid feci tibi? Cur semper blasphemas me?". E gli pareva di risponder, così in sonno: "O bella! sai tutto e mel domandi? O non ho io ragione? E che ti costerebbe, di lasciarmi vincere, una volta? Come ho da credere, che spargesti il sangue per noi, se manco un ambo mi dài! Vuoi, ch'io t'ami e lodi? e tu fa, ch'io ne abbia motivo! Ma finchè alla Taverna delle Carcioffole mi negan, persino, un bicchier d'asprigno; finchè la Caprarella nega aprirmi l'uscio; e tutto per maledettissima colpa tua, che mi fai stare senza la croce di un quattrino: con qual fronte pretenderesti, ch'io ti dicessi: amor mio e caro bene?". Ed il Crocifisso, sorridendo, a replicargli: "Fili mi, t'hai ragione! Giusto è, che io ti faccia riacquistare il credito alla Taverna delle Carcioffole e riaprire l'uscio della Caprarella. A che vi servirebbe un Dio, se non a provvedere a cotal vostre voglie? Sta, dunque, di buon animo, e domani, nel cavare il calice dal Tabernacolo, guarda bene, vi troverai sotto un polizzino. Piglialo. Vi leggerai cinque numeri. Giuocali! Usciranno, senza fallo. Buon pro ti facciano. E non dimenticarti del tuo benefattore, del tuo Cristo". Frate Stefano fu desto dalla campana di vespro. Disse fra sè: "Non bisogna dar fede à sogni". Ma, ecco, la notte, sognò, da capo del Crocifisso animato e parlante; che, stavolta, lo sgridava: "Bada! Cògli l'occasione! Il danno sarà tuo, a trasandarla! Chi è causa del suo mal pianga se stesso! E non istar, più, ad infracidarmi, che potrei e che non voglio! Sta in te il riscuoter quanto t'occorre! Sia la posta in proporzione del tuo bisogno". E l'Agropolitano, qui, si svegliò in sussulto; e durò fatica a riappiccar sonno, assai, assai. Pure gli riuscì di richiuder gli occhi [...]. Andò a celebrare. Che messe fosser quelle ch'un tal sacerdote diceva, vel lascio pensare; e quanto giovassero alle anime del purgatorio! Tolse il calice dal tabernacolo; e v'era, difatti, sotto, un polizzino, ch'egli ghermì e si trafugò in tasca. Mai, non si lesse la più breve e la più bisbetica messa, pospose, premise, confuse; soppresse; e l'ebbe sbrigata, in men di cinque minuti. Ed invece di fare il ringraziamento, corse a spiegare il polizzino. Sul quale, come gli era stato detto in sogno, eran numeri, scarabocchiati col lapis, in quest'ordine

6 16 22 28 67

67 6 28 16 22

22 67 16 6 28

28 22 6 67 16

16 28 67 22 6

Per la prima volta, in vita sua, forse, frate Stefano, alzando le mani al cielo, sclamò, dal profondo del cuore: "Te Deum laudamus! Gloria in excelsis Deo!" Per la prima volta, caduto in ginocchioni, pregò, con fervore e compunzione.


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Quali numeri giocare per il sistema del lotto, oltre quelli suggeriti da Imbriani?

Noi suggeriamo di giocare su tutte le ruote le seguenti serie di numeri elaborati secondo un sistema a garanzia di terno:

1

5

8

81

85

1

15

18

41

85

1

15

40

51

81

5

15

48

51

85

41

51

58

81

85


(*) Liberamente tratto da G. Reale, D. Antiseri, "La Filosofia nel suo sviluppo storico" Libro 1, Ed. la Scuola, 1988, Brescia.

 


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