I ritrovamenti archeologici dimostrano con certezza che Olbia fu fondata dai Cartaginesi verso il 350 a.c. Esiste anche una leggenda secondo la quale la città sarebbe stata fondata da genti greche, lo stesso nome antico Olbìa è un nome greco che significa "città felice", riferito alla bellezza del luogo. Tuttavia nel territorio non sono mai stati ritrovati oggetti di uso greco.

Cartagine scelse il golfo di Olbia, ben riparato e ben difendibile, come luogo ideale per fondarvi una città. Sul posto dovevano esserci tracce di un insediamento preistorico, cancellato dai lavori di costruzione della città. Era circondata da mura di difesa, in grossi blocchi di granito ben squadrati; vi erano torri per la difesa da attacchi, sia dal mare che dell'entroterra.

Numerose erano le strade, le case di abitazione, le botteghe di lavorazione del ferro. Nella parte più alta della città (sotto la chiesa di San Paolo) vi era probabilmente un tempio dove si offrivano ad una divinità vari oggetti e sacrifici di animali. Numerosi erano i pozzi e le cisterne per la raccolta delle acque.

La necropoli punica

La necropoli punica si estendeva oltre il lato occidentale delle mura, al di là di via Brigata Sassari, nel punto più lontano, su piccoli rilievi di granito ormai spianati e doveva essere attraversata da piccoli sentieri tra le tombe. Queste erano di due tipi: semplici fosse nel terreno o piccole camere scavate nella roccia, che denotano la presenza in città di diversi strati sociali.

Il territorio

Gli indizi permettono di ritenere che le campagne che circondano la città ospitassero numerosi insediamenti umani di carattere agricolo. E' probabile che si praticasse anche l'apicultura, visto che il miele era uno degli ingredienti necessari per le preparazione di alcuni piatti tipici. Nel territorio sono state ritrovate alcune testimonianze della religiosità degli antichi abitatori di Olbia: due blocchi di pietra portano scolpito in rilievo il segno di Tanit.