CONSERVAZIONE E RESTAURO DI OPERE LIGNEE

di Paolo Sgreva

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Venezia chiesa di S. Giovanni in Bragora

Restauro conservativo dei dossali seicenteschi della cappella

di S. Giovanni Elemosinario

RELAZIONE TECNICA

dei lavori eseguiti da Paolo Sgreva nell’anno 1998 per Maximilian Leuthenmayr snc

 

 

MATERIALI, STRUTTURA E COSTRUZIONE

Si tratta di dossali e cassapanca del XVII secolo in legno di noce.

Tutti gli elementi sono in legno massello salvo le specchiature centrali dei pannelli superiori costituite da tavole di abete lastronate con radica di noce dello spessore variabile da tre a sei millimetri.

I dossali hanno un’altezza di m. 2.15, rivestono le pareti laterali della cappella per una lunghezza di m. 3.80 per lato e di un metro circa sulla parete di fondo sagomandosi sulle modanature e sullo zoccolo dell’altare in marmo.

La parte alta è costituita da un rivestimento fisso mentre la cassapanca ha delle sedute apribili che consentono di utilizzare il vano sottostante; nessuna di esse conserva  la serratura originale.

La struttura portante di ogni dossale è costituita da un pesante telaio di tavole di larice dello spessore variabile di cm. 4, collegate tra loro con incastri a mezzolegno e chiodi di ferro. Il telaio della parete destra era fissato alla muratura con i grossi chiodi originali lunghi circa cm. 20. Quello di sinistra, già in precedenza rimosso, era fissato con chiodi di produzione industriale.

Su questi telai, mediante chiodi in ferro e colla animale erano fissati, prima, le tavole in abete che costituiscono l’interno della cassapanca; poi, di seguito, tavole, listelli, modanature, cornici, lesene ed elementi scolpiti.

 

STATO DI CONSERVAZIONE

L’arredo presenta un’evidente manomissione; mancano interamente la cassapanca ed il fondale del lato sinistro, demoliti per fare spazio al vecchio impianto di riscaldamento.Il grave stato in cui si trovava il complesso è dovuto principalmente alle naturali cause di degrado quali l’umidità e usura, ma anche all’incuria ed alla mancanza di una manutenzione adeguata.Oltre la parete destra della cappella si trova un campo con tetti e grondaie che scaricano sul selciato ad una quota superiore al livello di pavimento della cassapanca. In questa zona, infatti, il telaio di supporto presenta vaste zone marcescenti.Le tarlature sono diffuse, a macchie, principalmente nelle zone di legno d’alburno, ma anche sul durame nelle parti più esposte a variazioni di umidità.Le chiodature sono fortemente arrugginite. A volte, così tanto da compromettere l’assemblaggio delle parti e da creare situazioni di fuori squadra e grosse fessurazioni per la sconnessione degli elementi.Diversi elementi si sono staccati e sono andati perduti. Si tratta soprattutto di parti della gola diritta, del gocciolatoio e dei dentelli del cornicione.Le superfici a vista e la verniciatura originale sono, tutto sommato, in buono stato. Sono però fortemente scurite dalle cerature, stratificatesi nel corso del tempo, che hanno inglobato il nerofumo delle candele ed altre impurità dell’aria.Le superfici lignee non presentano tracce di levigature o lucidature con macchine e materiali sintetici che ne abbiano alterato la patina.

 

INTERVENTO

Questo intervento si proponeva i seguenti obbiettivi:

restauro conservativo dell’insieme dei dossali

consolidamento del materiale ligneo

disinfestazione antitarlo

pulizia e risanamento delle strutture

parziale isolamento dall’umidità delle pareti

ricostruzione delle parti mancanti.

 

DESCRIZIONE DELLA METODOLOGIA E DEI MATERIALI  DELL’INTERVENTO

I lavori si sono articolati nelle seguenti fasi:

  1.   documentazione fotografica della situazione prima del restauro                                                           
  2.   rilievo grafico
  3.   smontaggio delle parti pericolanti
  4.   consolidamenti a Paraloid per impregnazione a pennello
  5.   distacco della parete dei telai di supporto
  6.   consolidamento e disinfestazione degli stessi
  7.   posa in opera di un’intercapedine ventilata mediante  la stesura di un foglio di carta catramata dello spessore di mm. 0.6 su listelli di larice ad una distanza di cm. 2.5 dalla parete in mattone, per tutta l’ampiezza del dossale destro
  8. riposizionamento dei telai alla quota originale e riaggancio alla parete mediante viti a pressione in acciaio inox
  9. rimontaggio dei pezzi consolidati utilizzando chiodi e perni in legno di noce
  10. ricostruzione in laboratorio dei pezzi mancanti utilizzando legno di noce nazionale stagionato,   assemblaggio e montaggio in cantiere della nuova cassapanca e del fondale mancanti - seguendo la tecnica di costruzione originale – mediante l’utilizzo di colla vinilica, perni e chiodi in legno
  11. integrazione delle modanature e dei dentelli perduti con profili e nuovi dentelli scolpiti utilizzando materiale di noce di prima scelta
  12. reincollaggio con colla vinilica delle lastronature sollevate
  13. integrazione delle piccole lacune con Araldite a pasta di legno
  14.  coloritura delle parti ricostruite con acquarello e mordente all’acqua
  15. lucidatura delle stesse con vernice gommalacca
  16. disinfestazione antitarlo a pennello di tutto il complesso con Killer N F Ecolkem a base di Permetrina in distillati di petrolio.  ritocco e ceratura finali con cera microcristallina in essenza di petrolio
  17. documentazione fotografica di fine lavori.