Peppe Gabriele


Vai ai contenuti

Esperienza

“Si nasce senza esperienza, si muore senza assuefazione”,
finisce così la notissima canzone di Jovanotti dal titolo “Buon sangue non mente”
Ricordo che mio nonno quand’ero piccolo mi ripeteva sempre questa frase orrenda (ma che ora mi manca tanto) “Nun si nasci insignati” per meglio dire in italiano: “non si nasce sapendo già tutto”. L’esperienza nella vita è senza dubbio fondamentale, in ogni disciplina l’esperienza fà la differenza. Creare un “database”, un archivio di esperienze simili a cui si è già dovuto reagire è decisamente importante. E così, ogni giorno, chiunque impara qualcosa. Tutto deve essere appreso. Si nasce sapendo solo soddisfare i bisogni primari, ma crescendo diventiamo noi stessi, acquistamo la “nostra identità”. Con il tempo ho imparato a camminare, parlare, ascoltare, gridare, piangere, ridere, far finta di ridere, sorridere, abbozzare, temporeggiare, scusarmi, usare attrezzi e strumenti di ogni genere, lavorare, protestare, richiedere, scrutare, guardare oltre quello che si vede, amare, fingere, pensare, programmare qualcosa ed attivarla al momento giusto, a stare zitto, a far ridere, a raccontare barzellette, a distinguere il bene dal male, a credere, ad andare forte in moto, a non scivolare sulla strada bagnata, a pregare, a giocare a tutti i giochi… ho imparato a riflettere e ad analizzare, ho imparato a dare una possibilità e subito dopo a non darne più, a rompere i coglioni a chi mi vuole male… insomma ho imparato anche a difendermi. Ogni giorno il mondo mi insegna qualcosa, ogni mattina sò fare qualcosa in più.
Ma chi “sa fare” in genere non è ben visto perché fà risaltare le deficienze degli altri ed allora meglio “isolarlo”, renderlo innocuo creandogli il vuoto intorno, ma la verità non si arrende e con il tempo, con fatica, con orgoglio, con rabbia, con determinazione, ho continuato a tracciare il mio cammino, in un mondo di ladri che ti rubano il lavoro, ma soprattutto l’orgoglio, la dignità e forse anche… l’identità.
A tutti coloro che hanno intralciato il mio cammino, che hanno costruito barriere fra me e gli altri, hanno calunniato, deriso, rinfacciato….io offro il perdono, ma come dice Jovanotti “rinunciare all'ambizione è sbagliato, che poi la dea si vendica se c'hai rinunciato”.
Per questo non ho mai abbandonato la mia ambizione di impegnarmi nel sociale anche attraverso la mia attività lavorativa di dipendente del Comune di Mazara del Vallo e come sindacalista, perché ritengo quant'omai indispensabile e necessaria, per una crescita sociale connotata da elementi etici, la rivendicazione di garantire a tutti situazioni lavorative sicure e di benessere, che gratifichino il lavoratore facendolo sentire parte essenziale di un processo economico produttivo che mira alla crescita della nazione ed al bene comune.
Il lavoro è una parte fondamentale della vita dell’uomo ed il posto di lavoro è una di quelle formazioni sociali, tutelate dalla Costituzione, entro cui si esplica la personalità dell’individuo. Orbene, oggi i lavoratori del Comune di Mazara non possono sentirsi inseriti in una organizzazione lavorativa che possa definirsi una formazione sociale di questo tipo, che mira al benessere organizzativo come fattore primario di produttività.
Infatti, il termine “Produttività” indica l’essere produttivo, la capacità o attitudine a produrre con connotazioni spiccatamente economiche. Osservando le dinamiche produttive all’interno del Comune di Mazara, ci si accorge che esiste un sistema economico avvelenato da metodologie che non solo non mirano alla massima produttività, ma che ignorano troppo spesso che dietro all’erogazione di servizi ci sono comunque “valori”: non solo la “diligenza”, ma anche tutta una serie di valori che sono quelli che possono trasformare il “capo” in “leader” ed in genere il lavoratore in soggetto attivo e partecipe di un progetto comune di benessere collettivo, con conseguenti innegabili positivi effetti di incremento di produttività. Una produttività con connotazioni etiche, una produttività “sostenibile” e rispettosa dell’Uomo.
In questi giorni in cui tutti parlano di “bene comune”, si dovrebbe riflettere sulla circostanza che il percorso che conduce al raggiungimento di questo fine ha due tappe fondamentali: il mondo familiare ed il mondo del lavoro. Benessere nella famiglia e benessere sul lavoro sono un binomio inscindibile e necessario perché è proprio tra la famiglia ed il posto di lavoro che ognuno di noi trascorre la maggior parte della propria esistenza. Ecco perché noi tutti dovremmo impegnarci, ognuno per la nostra parte, perché si riesca a vivere con serenità, responsabilità e sicurezza la propria situazione lavorativa, altrimenti il “bene comune” rimarrà solo un’utopia di cui ogni tanto ci riempiamo la bocca.
Peppe Gabriele


Home Page | Chi Sono | Esperienza | I Miei Pensieri | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu