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Quaderni di Quartucciu
Anno IV - Numero 15 - Febbraio 2000
 

 

SACRALITÀ E TRADIZIONE
SANTI DEL FUOCO
di Francesca Loi

Le nostre nonne ci raccontano con molta nostalgia delle grandi feste popolari del passato che, a livello sociale e religioso, avevano un'enorme importanza e tutti attendevano con trepidazione tali eventi. Oggi, in molti luoghi della Sardegna, le feste popolari si ritrovano solo nella memoria delle persone più anziane e in pochi centri i santi vengono ancora festeggiati. Tuttavia in alcuni centri dell'hinterland tali usanze sono state mantenute anche quest'anno.


La festa per sant'Antonio abate a Selargius.

Il santo è il protettore degli animali e dei pastori e nell'iconografia tradizionale viene raffigurato come un vecchio con una lunga barba bianca, poggiato su un bastone a forma di "tau" e accompagnato da un porcellino.
Viene tutt'oggi festeggiato il 17 gennaio in molti paesi della Sardegna ed è inoltre collegato al mito di Prometeo. Una leggenda gli attribuisce il furto del fuoco dall'inferno con un bastone di ferula, per donarlo ai sardi che non lo conoscevano. Per questo egli viene anche chiamato Sant'Antoni de su fogu e si dice che il 17 gennaio splenda sempre il sole.
Il culmine dell'evento religioso consiste nell'accensione di un falò che viene benedetto, la sera del giorno della vigilia della festa, alla fine di una messa di celebrazione.
In passato a Selargius molte persone partecipavano al rituale portando nella piazza della chiesa il legname necessario per il falò e alla fine della cerimonia venivano presi i tizzoni per curare gli animali malati.
Quest'anno, invece, il falò è stato organizzato il 17 Gennaio. La pertica del santo comunque è stata adornata d'arance e, durante la messa, sono stati benedetti arance, limoni e mandarini, portati dalla gente con l'intento di usarli poi a scopo terapeutico.
In caso di malattia gli oggetti benedetti vengono messi a contatto col corpo della persona o dell'animale malato.
La tradizione attribuisce a Sant'Antonio anche la facoltà di guarire il "fuoco di Sant'Antonio", ufficialmente noto come "herpes zoster".


La festa per San Biagio a Quartucciu.

Nel folclore isolano la festa di San Biagio è molto importante e i festeggiamenti si svolgono tuttora in numerosi centri il 3 febbraio, un giorno dopo la candelora.
Secondo una leggenda, Biagio salvò la vita di un bambino che stava soffocando per una lisca di pesce: da allora al Santo vengono conferiti poteri taumaturgici di guarigione per i mali della gola. È inoltre il santo patrono dei cardatori di lana perché fu scuoiato con un pettine ad uncino per la cardatura della lana e decapitato.
Il santo viene tuttora celebrato in maniera solenne in molti centri della Sardegna.
A Quartucciu la festa è documentata già dal XVII secolo e tutt'oggi il 2 febbraio, giorno della vigilia della festa, il falò si prepara vicino alla chiesa, all'incrocio tra le vie Raffaele Piras, San Biagio e Michele Valle. Prima dell'accensione, il falò viene benedetto dal sacerdote.
Quest'anno, il giorno della vigilia, è stata celebrata una messa alle ore 18.00 nella antica chiesa di San Biagio, la chiesa era gremita di gente, tanto da costringere numerose persone a rimanere per la strada. Il celebrante si è poi recato di fronte al legname pronto per il falò e lo ha benedetto; alla conclusione del rituale le persone presenti si sono recate nella vicina Casa Angioni per una degustazione di fave.
Il giorno dopo è stata celebrata la messa in onore del santo, durante la quale il celebrante ha posto due candele incrociate sulla gola dei fedeli, mentre il coro intonava in versi: "Abogau prodigiosu de su gutturu spezziali, liberai nosus de mali, Brai martiri gloriosu (avvocato prodigioso della gola sei speciale guaritore, liberaci dal male tu Biagio martire glorioso)."
Il comitato organizzatore ha anche predisposto la preparazione de is pirikitteddhus de Santu Brai (dolcetti benedetti) che sono stati poi offerti a tutti i partecipanti.
Oltre ai pirikitteddhus vengono benedetti a scopo terapeutico anche olio, zucchero e candele.

Loi Francesca
loifrancesca@hotmail.com


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