APPENDICE

Sommario

Energia autometabolica

Essere e agire

Il cambiamento

La Psicologia Systemica

Systema Aperto

Il gioco evolutivo

Intelligenza artificiale

 

 

 

Energia autometabolica

 

 

I COMBUSTIBILI PER L’ ORGANISMO UMANO .

Gli organismi viventi

necessitano

di un apporto continuo e costante

di ENERGIA

per poter esplicare quei processi

che sono alla base

della vita.

TALE ENERGIA

deve essere rifornita

da dei sub-strati O combustibili ,

e convertita

in una forma chimica

facilmente utilizzabile .

L ‘ ENERGIA

che l’ organismo umano utilizza

è spesa

per compiere

un lavoro ( es. , spostare il corpo nell’ ambiente circostante, sollevare un oggetto )

E

PER MANTENERE

L’ INTEGRITA’ CELLULARE .

Una gran parte dell’ energia chimica, infatti ,

deve essere spesa

per mantenere

l’ omeostasi cellulare,

dato che, dal punto di vista chimico-fisico ,

la cellula

è un insieme ( = systema )

di composti instabili

disciolti

in una soluzione salina insolita e mantenuta ad una temperatura costante, ed in genere superiore a quella ambiente.

L’ energia spesa per il mantenimento dell’ integrità dell’ organismo

può essere grossolanamente identificata con il

METABOLISMO BASALE

e rappresenta

il 50% circa dell’ energia spesa da un individuo che svolge un lavoro pesante

e circa il 75-80% di un individuo che svolge un’ attività sedentaria .

DAL PUNTO DI VISTA

DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA,

GLUCIDI, LIPIDI E PROTEINE

SONO TUTTI COMBUSTIBILI

DALLA CUI OSSIDAZIONE ( = COMBUSTIONE )

SI RICAVA

L’ ENERGIA

PER SINTETIZZARE

L’ ADENOSINTRIFOSFATO

O ATP , CHE RAPPRESENTA LA MONETA COMUNE

PER I VARI TIPI DI TRANSAZIONE DI ENERGIA .

 

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Essere e agire

 

(.....) come forse anche tu sai per aver udito dei bravi medici,

se per esempio ci va uno con male agli occhi,

gli dicono che non si può cominciare a sanare gli occhi soli,

ma che bisognerebbe curare anche la testa se si vuole guarire gli occhi ;

e dicono ancora che è una assurdità

pensare di curare la testa per se stessa senza tenere conto dell’ intero corpo.

Così in base a questo ragionamento

cercano di curare e sanare la parte

applicando un regime all’ intero corpo. (Platone)

 

 

 

Il nostro Zalmosside, che è un dio, vuole che

come non si deve cominciare a sanare gli occhi senza tener conto del capo,

né il capo senza il corpo,

così neppure si deve cominciare a sanare il corpo

senza tener conto dell’ anima,

anzi questa sarebbe proprio la ragione per cui tante malattie la fan franca

ai medici greci,

perché essi trascurano il tutto

di cui invece dovrebbero prendersi cura,

quel tutto che è malato e dunque non può guarire in una parte.

In realtà soggiungeva a ogni cosa :

il male o il bene

non irrompe nel corpo e in tutto l’ uomo

se non dall’ anima, dalla quale tutto proviene,

come dalla testa proviene tutto ciò che corre agli occhi ;

così che si deve cominciare a curare soprattutto quella (i.e. l’ anima),

se si vuole che la testa e le altre parti del corpo stiano bene.

Non si tratta di aderire ad una ideologia o un’ altra

e neppure di crearne una nuova,

è semplicemente una questione di buon senso (=TAO),

buon senso da risvegliare e sintonizzare sull’ istinto di vita, salute, armonia, bellezza,

semplicità e, perché no, felicità.

Felicità non tanto nel raggiungere un risultato

- ancora la dimensione dell’ avere -

quanto nel mettersi all’ opera per raggiungerlo,

- dimensione dell’ essere -

esserci nella vita, tanto da poter dire, alla fine dei propri giorni,

come il noto poeta cileno (P.Neruda) :

" Confesso che ho vissuto".

 

 

 

Non fatevi spaventare dalla confusione, è il carosello delle cellule del bruco

che si trasformano in farfalla

( ciò che il bruco chiama "fine del mondo" gli altri chiamano "farfalla" [Lao Tsé] )

se c'è il temporale ed il mare è agitato vorrà dire che, dopo,

l’ aria sarà finalmente fresca e tersa.

 

 

 

Liberare noi stessi

"Ogni essere umano é parte di un insieme chiamato universo.

Egli sperimenta i suoi pensieri ed i suoi sentimenti come qualche cosa di separato

dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza.

Un'illusione che diventa una prigione.

Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione,

allargando il nostro circolo di conoscenza e comprensione, sino ad includervi tutte le creature

viventi e la natura intera nella sua bellezza" Albert Einstein.

 

 

 

Essere new age, oggi, vuol dire aprire gli occhi sulla realtà per quello che è,

percepirla nel suo insieme, e non guardare più solo "il proprio orticello".

"Pensare globalmente e agire localmente", nel rispetto dell'insieme,

questo può essere uno dei principi guida

nella ricerca di una nuova corrente di pensiero che renda l'uomo degno

di ciò che può diventare e non più schiavo dell'ignoranza

e delle emozioni più elementari.

Finché parliamo della montagna pochi decideranno,

sulla base delle nostre parole, di mettersi in cammino,

ma se ci staremo veramente dirigendo verso la cima,

lasciando che il tragitto ci trasformi e purifichi,

come di fatto inevitabilmente accade,

anche se parleremo di come coltivare i ravanelli,

o di come pulire il radiatore dell'auto, le persone rimarranno affascinate,

senza neppure capire esattamente da cosa,

e saranno loro a chiederci della 'nostra montagna'.

Non si insegna ciò che si sa, si può comunicare solo "ciò che si è".

 

 

IL CENTRO ( ? )

E’ IL PUNTO DI PARTENZA - perché è da lì che nasce l’ attenzione al presente -

E allo stesso tempo

E’ IL PUNTO DI ARRIVO.

VIENE CHIAMATO

" CENTRO DI PURA COSCIENZA ",

dal quale prima osserviamo e poi dirigiamo,

consapevolmente,

ogni nostro pensiero ed azione,

diventando creatori compartecipi della nostra vita,

non più in sola balìa di eventi e volontà altrui.

 

 

 

" La religione del futuro sarà una religione cosmica.

Deve trascendere un Dio personale ed evitare dogmi e teologie.

Includendo insieme il naturale e lo spirituale,

dovrebbe essere fondata su un senso religioso

che nasce

dall’ esperienza di tutte le cose naturali e spirituali

come una significativa unità ". ( Albert Einstein )

 

 

 

Emozioni e sentimenti accumulati

e conflitti irrisolti

formano nubi

che impediscono

alla nostra consapevolezza

di percepire i livelli più alti della PSICHE,

distorcono la percezione della realtà,

colorando di sé l’ informazione.

Nel momento in cui le nubi dei sentimenti

che separavano

l’ individuo consapevole dalle frequenze di luce più elevate

vengono dissolte,

l’ individuo cosciente può diventare

immensamente creativo.

 

 

 

La principale causa dell’ incapacità di amare

È

la mancanza di auto-accettazione, stima e rispetto

 

che così tante persone hanno per sé.

Solo imparando a riconoscere le proprie profonde esigenze e a soddisfarle,

quando e come possibile,

si acquista comprensione e disponibilità nei confronti delle esigenze altrui.

 

 

 

Quando la paura svanisce

 

"Metà delle nostre paure è senza fondamento, l'altra metà è inutile", dice un proverbio danese, facendosi portavoce di una verità profonda, ma forse poco diffusa. La paura è una reazione normale di fronte a tutte quelle situazioni sconosciute che potrebbero potenzialmente minacciare la nostra integrità. E' sintomo di un senso di insicurezza che di solito viene superato con la conoscenza dell'oggetto in questione, l'esperienza e l'età.

(...) Tutti sanno che le paure sono irrazionali, ma questo non vuol dire che siamo inermi nei loro confronti. C'è molto che possiamo fare per capire come agisce in noi uno dei meccanismi più antichi della nostra natura, e possiamo anche decidere consapevolmente di intervenire, quando ci sembra che questo entri in azione nel modo e nel momento sbagliato.

 

 

Il nostro inconscio ricorda tutto. Ogni esperienza, sin dall'infanzia più remota, viene registrata dalla mente insieme alle emozioni corrispondenti. Per un elaboratissimo sistema di associazioni, quando ci troviamo ad affrontare situazioni simili a quelle già vissute, ci viene riproposta immediatamente l'emozione provata la prima volta. E' un'informazione, in un certo senso, che la mente ci dà, ma spesso la confondiamo con un invito ad affrontare nello stesso modo eventi simili anche, magari, vent'anni dopo. Un malinteso, questo, che causa molta infelicità, giacché distorce la percezione del presente con ricordi e impressioni provenienti dal passato, obbligandoci a riviverlo ogni volta.

Sviluppando una maggior attenzione interna, possiamo accompagnare le diverse fasi di questo processo cercando, ogni volta che la paura fa la sua indebita comparsa, di superare il passato, di espandere il nostro senso del presente, riconoscendo che quell'emozione non ci appartiene più, è come una foto ingiallita su un album di famiglia. (...) Rieducare la nostra mente alla libertà vuol dire rivedere, nel "qui e ora", le nostre idee su noi stessi. In questo processo alla conquista di un nuovo e più profondo senso della nostra identità la paura può persino trasformarsi in alleata: essa ci permette di mettere a fuoco vecchie ferite, offrendoci così l'opportunità di guarirle definitivamente. Quando compare, possiamo provare a riconoscerla, ascoltare ciò che ha da dire, ringraziarla per la sua sollecitudine, e poi, finalmente, lasciarla andare.

(tratto da "Lasciar andare la paura, NAMNS n. 22, 1993)

 

 

 

Trasformare l'energia

 

" Una proprietà fondamentale delle energie biologiche e psicologiche è la loro possibilità di trasmutazione. Essa è analoga alle trasmutazioni che avvengono continuamente tra energie fisiche: l'elettricità che trasmuta il calore (stufe) ed il movimento (motori); il calore che si trasforma in elettricità (macchine termo-elettriche), ecc. Vi è poi in chimica il processo della sublimazione, nel quale, per opera del calore, una sostanza solida passa da uno stato gassoso lasciando in fondo al recipiente le scorie, e poi si solidifica in forma cristallina. La vera natura del processo psicologico di trasmutazione e sublimazione non è ben nota, ma lo stesso può dirsi riguardo alle energie fisiche e chimiche. Così ad esempio non possiamo affermare di conoscere esattamente la natura essenziale dell'elettricità, però ne sappiamo abbastanza riguardo al suo modo di agire, alle sue manifestazioni ed alle leggi che lo regolano, da poterla utilizzare in modi numerosi e spesso complicati ed ingegnosi, quali quelli della radio e della televisione.

Lo stesso avviene nel campo psicologico. Non è necessario accertare la natura essenziale delle energie psicologiche e della loro trasmutazione, al fine di utilizzarle mediante una crescente conoscenza delle leggi che le regolano."

(tratto da: Roberto Assagioli, Principi e metodi della psicosintesi terapeutica, Astrolabio, Roma, 1973, p.223) + Sessualità gioiosa.

 

 

 

 

Principio di indeterminazione

 

Il principio di indeterminazione di Heisenberg dimostra, grazie al fenomeno della probabilità d'onda, che è l'atto di voler vedere una determinata cosa che la fa apparire. In altre parole, qualcosa che è potenzialmente presente diventa reale grazie all'attenzione che viene focalizzata. Noi creiamo perché ci concentriamo.

(tratto da Maud N. Pollock, Dal cuore attraverso le mani, Longanesi, 1995).

 

 

 

Il denaro è energia

Nell'età dell'acquario il denaro viene considerato il simbolo dell'energia e della creatività umana, che si attivano per esprimere e soddisfare le esigenze di tutti gli aspetti della propria personalità, da quelli materiali a quelli spirituali. Il denaro circola attraverso il mondo un po' come il sangue circola nel corpo umano; troppo, o troppo poco sangue possono causare gravi squilibri nell'organismo umano, così troppo denaro porta facilmente all'orgoglio, a un senso di superiorità, di pigrizia, di noia... e anche di preoccupazione, e troppo poco denaro porta all'angoscia, alla disonestà, alla dipendenza, alla carenza.

Non si può definire a priori quale sia la quantità giusta, ognuno deve trovare quella che è la misura per se stesso e per il genere di vita che ha scelto di vivere. Questo implica, ed è questo il centro dell'ottica acquariana, avere una chiara visione della propria identità e delle proprie caratteristiche e potenzialità individuali, in modo da poter determinare il genere di attività e di lavoro più adatto a sé, sempre mantenendo viva la consapevolezza delle profonde interconnessioni che ci legano agli altri, all'ambiente circostante, per poter così allo stesso tempo svolgere una propria funzione all'interno di un insieme più vasto di cui tutto e tutti facciamo parte. Il denaro acquista così una duplice funzione, da un lato permette di provvedere ai propri bisogni senza dover dipendere da altri, e dall'altro permette di condurre il tipo di vita che meglio conviene alla propria personalità e... alla propria missione.

Per diventare padroni e non schiavi del denaro è necessario acquisire un nuovo atteggiamento interiore nei suoi confronti riconoscendo che il denaro è uno strumento materiale che rappresenta un "concentrato di energia umana". Questa energia può essere usata in modo costruttivo oppure distruttivo, può portare benessere a molti, oppure no. "Una montagna di carbone che brucia - cita come esempio il Dr. George W. Plummer, un ricercatore della tradizione spirituale - non serve a nessuno, ma, se ben utilizzato e ben distribuito nelle fabbriche, nelle case e nella società, la stessa quantità di carbone può, in questo modo, produrre un gran bene per l'umanità. Il denaro è il simbolo dell'accumulo dell'energia umana, che a nulla vale se non viene usato con amore e saggezza. Il denaro può dunque divenire come quella montagna di carbone che brucia!" . (tratto da " Il denaro nell'età dell'Acquario ", NAMNS n. 4, 1991).

 

 

 

" Non chiedere nulla,

allenta la tensione che è in te

e sii pronto a far sì che il miracolo accada ,

ma non insistere per averlo,

riceverai tutto ciò di cui hai bisogno " .

( Wayne W. Dyer ).

 

 

Coloro che possiedono un arco lo tendono solo quando vogliono servirsene,

e lo distendono quando se ne sono serviti,

perché se rimanesse sempre in tensione si spezzerebbe.

Essi non se ne servono oltre il bisogno.

Allo stesso modo l’ uomo deve avere dei riguardi per le proprie

RISORSE PERSONALI :

se volesse applicarsi al LAVORO senza posa,

senza lasciar alcun posto ai divertimenti,

certamente diverrebbe maniaco o deficiente.

Io questo lo so : pertanto divido il mio tempo fra gli impegni del mio rango

e i piaceri della vita. ( Amasis il Re-Faraone VENUTO DAL POPOLO ) .

 

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Il cambiamento

 

Il cambiamento è quel costante ed essenziale mutamento della vita al quale nessuno, singolo od istituzione che sia, può sfuggire.

Anche le regole del gioco alle quali la Medicina Generale era abituata sono cambiate, non sono più adatte ad affrontare le sfide che ora ci attendono.

Se consideriamo l’ epoca odierna di costante riforma delle riforme, dobbiamo constatare come ciò comporta una attenta riconsiderazione degli aspetti che investono tutto il funzionamento di ogni attività professionale :

- la struttura, tutto ciò che è materiale ed invariabile ( ? ),

- i sistemi, che regolano le relazioni / comunicazioni con l’ esterno,

- la cultura, come vissuto, conoscenze e competenze, ed

- il management professionale .

Il cambiamento

Per innumerevoli motivi storici, sociali, economici e culturali il cambiamento negli ultimi decenni è diventato estremamente rapido. Cresce l’ attenzione e l’ interesse della collettività verso il nuovo senza, peraltro, tradursi in reali modifiche comportamentali.

E’ ancora molto diffusa, e nella Medicina Generale ne troviamo innumerevoli esempi, la mentalità che identifica la sicurezza con la stabilità assoluta. Avviene perciò che ad ogni mutamento annunciato, spesso anche per una semplice variazione di qualche norma, si tende a ristabilire l’ equilibrio del quotidiano attraverso una retroazione negativa per mezzo della quale ( feed-back ) un systema riguadagna e mantiene la propria stabilità interna.

La ricerca di sicurezza nella staticità, anche si illusoria, è molto diffusa e giustifica ampiamente la difffidenza manifestata nei confronti di ogni riforma e la tendenza a non abbandonare modelli consolidati e, per questo, considerati sicuri.

Una conferma di tutto ciò sta nel fatto che tutti i modelli di evoluzione organizzativa apparsi uno dopo l’ altro nella storia sono ancora oggi presenti nel mondo aziendale / professionale.

Utilizzando le metafore di Saloff-Coste possiamo constatare come nell’ operare dell’ azienda e/o del singolo professionista esistano ancora segni profondi dell’

" età della caccia e raccolta " ;

alcuni basano ancora la propria struttura organizzativa sulle regole dell’

" età dell’ allevamento e della coltivazione " ;

molte imprese sono ancora saldamente legate alla

" età dell’ industria e commercio " .

Pochi si sono resi conto che viviamo nella

QUARTA ERA ,

quella della " creazione - comunicazione " .

E’, infatti, facilmente comprensibile come oggi, che la circolazione delle informazioni è rapida e inarrestabile e numerose sono le pressioni esterne al cambiamento  , per lo stesso principio di retroazione, maggiore appare la resistenza allo stesso .

In ciò che scrisse Laing : " Se non so che non-so, credo di sapere, se non so che so , credo di non sapere , sta un po’ la filosofia della Medicina Generale degli ultimi anni.

L’ atteggiamento dei medici generali è di chi crede ciecamente nel

" plus ça change, plus c’ est la même chose ",

perché l’ esperienza insegna come spesso più si cambiano, più le cose restano come sono.

La risposta individuale al cambiamento è tradizionalmente condizionata dall’ agente promotore il cambiamento stesso ( tav. 1 ) .

 

Tavola 1

Risposte al cambiamento di cultura

Cambiamento ® Ansietà ® Reazione ® Paura ® Risentimento  di difesa
( Imposto )
Cambiamento ® Baldanza ® Allegrezza ® Divertimento ® Orgoglio del cambiamento
( spontaneo )

 

Se introdotto nel systema dall’ esterno non appare familiare né al momento comprensibile provocando generalmente tre tipi di reazioni :

 

1 . bisognerebbe agire, ma non si agisce ( si nega che il problema è un problema ) ,

 

2. si agisce quando non si dovrebbe ( si vuole cambiare ciò che è immutabile ) ,

 

3. si agisce a livello sbagliato ( si realizza un cambiamento solo apparente ) .

 

Il dentro dell’ individuo ( la sua identità culturale ) , del medico generale in questo caso, è piuttosto conservatore, il fuori dell’ individuo ( le relazioni professionali con l’ ambiente esterno ), è ridotto o assente in aperta contraddizione con lo status di chi opera professionalmente in un "Systema" (il SSN = Sistema Sanitario Nazionale ) che come tale comporta una permanente integrazione di ruoli. Tale incoerenza appare ancor più evidente oggi dove il concetto di complessità supera quello di systema e si considera il Tutto come Tutto e non come Somma delle singole parti  . Dovendo perciò aderire, in base al suo ruolo, all’ interdipendenza degli organi, delle strutture e delle funzioni di un moderno Systema Sanitario, il Medico Generale è in imperdonabile ritardo nella realizzazione di una visione systemica globale e condivisa.

Nonostante l’ evidenza di quanto sostenne Eraclito che

" il sole non solo è nuovo ogni giorno, ma è nuovo continuamente " 

la capacità di cambiare è legata all’ equilibrio che si instaura tra i condizionamenti

interni/esterni all’ individuo eo all’ impresa, che giustificano il loro "dentro" o EGO solo attraverso il controllo del loro "fuori" o ECO e riescono a dominare il loro "fuori" mobilitando il loro "dentro" . Secondo la formula di Morin (8) ciò costituisce la base di qualsiasi attività organizzativa .

 

Tavola 2

Disponibilità al cambiamento

Dentro o

EGOforte

Energia alta 

II

Campo tribale

"la testa nelle stelle"

IV

Campo Olonico

"Uno per tutti,

Tutti per uno"

Dentro o

EGO debole

Energia bassa

I

Campo meccanicista

"il naso puntato nell’ obiettivo"

III

Campo mercenario

"un piede dentro un piede fuori"

 

Fuori o ECO debole

Energia negativa

Fuori o ECO forte

Energia positiva

 

L’ EGO è la capacità del singolo o dell’ impresa di utilizzare il meglio dalle proprie caratteristiche distintive, dalle proprie risorse professionali, l’ ECO è la capacità di trarre il meglio dalle risorse esterne ( economiche, sociali, strutturali, formative ) uscendo così dall’ immobilità/stabilità tradizionale attraverso un atteggiamento di adattamento creativo che reagisce all’ ambiente anticipandone, ove possibile, le evoluzioni.

Rappresentando schematicamente le quattro possibili combinazioni di ECO / EGO forte e debole unitamente alla maggiore o minore presenza di energia, espressione di voglia di cambiare, possiamo identificare quattro sotto-assiemi che hanno caratteristiche del tutto peculiari ( tav. 2 ) .

Il campo meccanicista ( I ) è caratterizzato da un fuori lontano e da un dentro debole, ha come valori l’ ordine, il rispetto delle procedure, lo statuto, la gerarchia ; chi vi appartiene preferisce compiti a brevissimo termine, con gusto spiccato all’ obbedienza e nessuna tendenza ad assumere iniziative per timore del disordine e dell’ instabilità . Qualunque situazione nuova professionale e sociale provoca inquietudine, per paura di non saperla affrontare e di perdere la propria posizione (nicchia ecologica). E’ tipicamente un professionista che si rifugia nel formalismo procedurale e burocratico, esprime il minimo indispensabile, è vittima delle circostanze e si lamenta di tutti e di tutto.

Il campo tribale ( II ), tipico, ad esempio, del mondo universitario, è caratterizzato da un fuori ridotto e da un dentro ipertrofico, ha come valori :

il passato, la vocazione, un’ idea astratta del mondo ; un forte senso di appartenenza, di consenso, di dedizione ; raggruppa chi nasconde il profondo timore di ridiscutere il proprio systema culturale e di perdere potere ed influenza.

Il campo mercenario ( III ) possiede un dentro irrisorio ed un fuori invadente, è caratterizzato dal gusto del rischio, curiosità, immaginazione, innovazione, da scarsa capacità di integrarsi nel systema, da prevalente individualismo con difficoltà ad accettare e seguire norme, regole o procedure ; siamo in presenza di individui compiacenti con interesse per incarichi personalizzati, retribuiti in base ai risultati, che non si oppongono ai cambiamenti, ma non fanno nulla per assicurarne il successo .

Il campo olonico ( IV ) è caratterizzato da un fuori estremamente costruttivo ed aggressivo ed un dentro forte ; troviamo in questo campo quei personaggi che spiccano per competenza e coerenza, con atteggiamento positivista, grande creatività e capacità di programmazione e sviluppo ; in sintesi grandi potenzialità, anche se per questo unite a fragilità ed equilibrio precario  .

Favorire il cambiamento comporta più che un intervento "direttivo" sulle conoscenze e sulle abilità tecniche ( il sapere ed il saper fare ), un impegno tipicamente "partecipativo" nel condividere le difficoltà che si riscontrano nel modificare i comportamenti, la mentalità e gli atteggiamenti. E’ indispensabile, facendo appello alla "conoscenza tacita", passare dalla dicotomia culturale tradizionale, che considera la persistenza in alternativa al cambiamento, ad un nuovo atteggiamento mentale che attraverso la flessibilità integri in sé persistenza e cambiamento .

 

Tavola 3

Cicli e tempi di cambiamento

CAMBIAMENTO PARTECIPATIVO

Potere personale

¯

Conoscenze ® Atteggiamenti ® Comportamento ® Comportamento individuale di gruppo

 

CAMBIAMENTO DIRETTIVO

Conoscenze ¬ Atteggiamenti ¬ Comportamento ¬ Comportamento individuale di gruppo

­

Potere della posizione

 

 

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Il termine "salto di paradigma fu introdotto da Thomas Kuhn (10), esso richiede l’ adozione di nuovi comportamenti e di nuove disposizioni di animo. Passare dal vecchio al nuovo comporta un’ attenta valutazione di tutti gli aspetti del cambiamento organizzativo in progress e dell’ ambiente nel quale avverrà, considerando in particolare :

la valutazione dello stato corrente,
la presenza di opportunità nel nuovo ambiente,
il costo dello status quo,
il costo del cambiamento.

La conoscenza del costo dello status quo ( anche economica ) è un fattore essenziale della motivazione al cambiamento, così come la conoscenza del costo del cambiamento stesso. Un chiaro e semplice raffronto fra questi due costi lo si ottiene attraverso la change equation .

Essa valuta non solo gli aspetti finanziari, ma soprattutto la perdita di opportunità, i costi dovuti alla rottura delle consuetudini, la provvisoria perdita di produttività dovuta alla riconversione del vecchio, od alla implementazione del nuovo, il rischio d’ impresa.

E’ espressione di una nuova cultura manageriale che consentirà alla Medicina generale di affrontare le problematiche organizzative e gestionali presenti in ogni nuova realtà professionale (tav.4) .

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La psicologia sistemica

 

SOMMARIO

1. teoria generale dei sistemi.

2. la terapia systemica o pragmatico-relazionale .

 

La psicologia Systemica è un indirizzo psicologico sviluppatosi negli anni cinquanta a Palo Alto in California a partire dalla teoria dei tipi logici di B. Russell, dalla teoria dei Sistemi del biologo austriaco L.von Bertalanffy e dalla teoria del doppio legame (vd. dizionario di Psicologia UTET, pg. 309) di G. Bateson.

Muovendo dal concetto di base secondo cui tutto è comunicazione, anche l’ apparente non-comunicazione,
la psicologia sistemica ritiene di poter indagare il mondo psichico a partire dal sistema della comunicazione

regolato dalle LEGGI ( T.R.E. ) della * ( n o t a )

 

TOTALITA’ per cui il mutamento di una parte genera il mutamento del tutto, della

 

RETROAZIONE che prevede l’ abbandono del concetto di causalità lineare per quello di circolarità dove

        ogni punto del  sistema influenza ed è influenzato da ogni altro e della        

     
EQUIFINALITA’
per cui ogni sistema è la migliore spiegazione di se stesso, perché i parametri del

        sistema prevalgono sulle condizioni da cui il sistema stesso ha tratto origine.

       

Detta psicologia ha come suo presupposto teorico la teoria generale dei sistemi e come sua risultanza pratica la terapia sistemica o pragmatico-relazionale.

 

1. teoria generale dei sistemi.

Studio dell’ organizzazione di una totalità detta Sistema .

La tesi che il tutto non è riconducibile alla somma delle parti era già nota nell’ antichità, ma solo con l’avvento della cibernetica si determinarono le regole morfologiche, strutturali e funzionali che consentono lo studio del sistema nella sua articolazione gerarchica e nella sua interazione con altri sistemi con cui avvengono scambi di materiali, energie o informazioni, come nel caso del

" Sistema famiglia " costituito da un insieme di unità

LEGATE DA RELAZIONI SIGNIFICATIVE IN CONTINUO INTERSCAMBIO con

l’ ambiente sociale più vasto ( sistema aperto).

Secondo von Bertalanffy, che tentò di emancipare la Teoria Generale dei Sistemi dalla cibernetica,

" esistono dei modelli, dei principi e delle leggi che si applicano a sistemi generalizzati o a loro sottoclassi, indipendentemente dal loro genere particolare, dalla natura degli elementi che lo compongono e dalle relazioni o

" forze " che si hanno tra essi.

Risulta pertanto lecito il richiedere una teoria non tanto dei sistemi di tipo più o meno speciale, ma dei principi universali che sono applicabili ai sistemi in generale.

In questo senso noi postuliamo una nuova disciplina che chiamiamo teoria generale dei Sistemi.

Il suo oggetto di studio consiste nella formulazione e nella derivazione di quei principi che sono validi per i "sistemi" in generale ".

In psicologia l’ opzione sistemica consente di superare:

a) la concezione atomistica dello studio dei fenomeni psichici che aveva caratterizzato la psicologia sperimentale

    di W.Wundt (elementarismo), l’ associazionismo e il comportamentismo classico;

b) la concezione causale perché i fenomeni non sono più considerati come entità astratte e isolate spiegabili     

    secondo il principio della causalità lineare ,ma come globalità da studiarsi nell’ interazione dinamica delle parti;

c) le forme di dualismo sia di origine cartesiana come la dicotomia anima e corpo,sia di origine freudiana come la

    distinzione tra conscio e inconscio.

 

Scrive in proposito M. Selvini Palazzoli:

" Il cambiamento consiste nell’ abbandonare la visione meccanicistico-causale dei fenomeni che ha dominato le scienze fino a tempi recenti per acquisire una visione sistemica.

Ciò significa che i membri della famiglia sono considerati come gli elementi di un circuito di interazione:
I membri del circuito non hanno alcun potere unidirezionale sull’ insieme.
In altre parole,

il comportamento di un membro della famiglia influenza inevitabilmente il comportamento degli altri.
Tuttavia è epistemologicamente errato considerare il comportamento di questo membro come la causa del comportamento degli altri membri.

E questo per il fatto che ogni membro influenza gli altri ma è anche influenzato dagli altri.

Finalmente tale nuova epistemologia permette di superare quei dualismi cartesiani la cui persistenza è ormai di ostacolo invece che di giovamento al progresso. Infatti se si riflette che in un circuito sistemico ogni elemento è inserito, e interagisce, con la sua totalità , le dicotomie organico-psichico,conscio-inconscio perdono di significato".
Sono considerati precursori della teoria generale dei sistemi :

 

L.S. Vygotskij, per il quale " il risultato più essenziale della psicologia degli ultimi anni è stato il fatto che l’ approccio analitico ai processi psicologici è stato sostituito da un approccio olistico-strutturale. L’ essenza di questo nuovo punto di vista è nel fatto che è passato in primo piano il concetto di " insieme ". L’ insieme ha le proprie caratteristiche, e definisce caratteristiche e funzioni degli oggetti che lo caratterizzano ";

 

J.Piaget, che confuta l’ elementarismo dichiarando che " un’ operazione isolata non è un’ operazione, perché l’ essenza delle operazioni è quella di

 

COSTITUIRE SISTEMI ";

 

e la psicologia della forma che , con M. Wertheimer, afferma che " vi sono relazioni che conducono a uno stato nel quale le cause e la natura dei processi dell’ insieme non possono essere noti a partire dalla conoscenza dei suoi elementi, che esistono dapprima sotto forma di parti separate, successivamente messe insieme e interconnesse. E viceversa qualsiasi comportamento dell’ insieme

 

È GOVERNATO

dalle leggi strutturali interne dell’ insieme stesso ".

Gli esponenti dell’ opzione sistemica, a partire da Bateson, spostano l’ attenzione dal significato dei fenomeni psichici al contesto dei medesimi che li rende più comprensibili di quanto non li renda la loro interpretazione endopsichica.

La nozione di contesto è alla base della

teoria del campo di K. Levin per il quale
" i vettori che determinano la dinamica di un evento non possono essere definiti
che in funzione della

 

TOTALITA’ CONCRETA che comprende, nel contempo, L’ OGGETTO E LA SITUAZIONE " , e dell’

approccio relazionale di P. Watzlawick per il quale

" un fenomeno resta inspiegabile finché il campo di osservazione non è abbastanza ampio da includere

il contesto in cui il fenomeno si verifica ".

                             ¯

                                               soggetto

 

QUESTA ASSUNZIONE METODOLOGICA,

che ritroviamo nella teoria della personalità formulata da G.W. Allport, nella psicolinguistica di N. Chomsky e nella teoria dell’ informazione di U. Neisser,

Conduce
alle conseguenze così descritte da Watzlawick:

" L’ impossibilità di vedere la mente "al lavoro" ha fatto adottare negli ultimi anni un concetto elaborato nel settore delle comunicazioni, cioè quello di "scatola nera" .
L’ hardware elettronico è così complesso che talvolta conviene trascurare la struttura interna di un dispositivo e studiare esclusivamente i suoi rapporti specifici di ingresso-uscita.

Anche se è vero che questi rapporti non escludono interferenze con quanto si verifica "realmente" all’ interno della scatola, le cognizioni che se ne possono trarre non sono indispensabili per studiare la funzione del dispositivo NEL sistema più grande di cui fa parte.

Se applichiamo il concetto a problemi psicologici e psichiatrici
, si vede subito il vantaggio euristico che presenta:

 

NON ABBIAMO ALCUN BISOGNO DI RICORRERE AD ALCUNA IPOTESI INTRAPSICHICA (che è fondamentalmente non-verificabile) E POSSIAMO LIMITARCI A VERIFICARE I RAPPORTI DI INGRESSO E USCITA, CIOE’ LA COMUNICAZIONE ".

 

Gli strumenti utilizzati dall’ approccio relazionale su base sistemica sono stati così riassunti dalla Selvini Palazzoli:

" Il concetto di CONTESTO come MATRICE DI SIGNIFICATI,

la coesistenza nell’ uomo dei due linguaggi, analogico e digitale,

la nozione di punteggiatura nell’ interazione,

il concetto di necessità di definizione della relazione e i vari livelli verbali e non verbali su cui tale definizione può aver luogo,

la nozione di posizione simmetrica o complementare nel rapporto,

le fondamentali nozioni di PARADOSSO SINTOMATICO e

di PARADOSSO TERAPEUTICO (prescrizione paradossale) ".      ritorna return.gif (934 byte)

 

 

2. La terapia systemica o pragmatico-relazionale .

Dalla teoria generale dei Sistemi è stata ricavata una forma di terapia che parte dall’ idea che
TUTTE LE VOLTE CHE UN SISTEMA VIENE PORTATO LONTANO DAL SUO STATO DI EQUILIBRIO, da un input che può provenire dall’ interno o dall’ esterno del sistema stesso, SI APRE UNA FASE CARATTERIZZATA DA UN PERIODO DI RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA INCERTA E APERTA A MOLTI POSSIBILI SVILUPPI.

IN QUESTA FASE SI INSERISCE L’ OPERAZIONE TERAPEUTICA dove
il Terapeuta con le sue Comunicazioni e teorie di riferimento è considerato come un sistema che entra in contatto con un altro sistema che è il paziente, il gruppo, la famiglia o la comunità.

L’ INCONTRO DI DUE SISTEMI

CREA

UN’ INTERFACIE ( o area di contatto)

dove il Terapeuta

introduce

un’ informazione

che modifica il sistema dell’ individuo, della famiglia o del gruppo.
L’ informazione può essere dotata nello stesso tempo di valore positivo e negativo.
La risoluzione di questo paradosso è una parte della risoluzione della crisi,
perché
SE la dissonanza creata dall’ immissione dell’ informazione terapeutica SI COMPONE, diventano disponibili nell’ individuo, nella famiglia, nel gruppo, le nuove strutture per riorganizzare ad un altro livello il sistema entrato in crisi.
IN UN SISTEMA A LIVELLO DI FAMIGLIA, ad esempio, il Terapeuta può cercare di individuare la persona che ha la capacità e il potere di iniziare il mutamento o di consentire ad esso di aver luogo.
Indagherà quali convinzioni possono essere messe a confronto o quali modelli devono essere abbandonati

per rendere possibile il mutamento.

IN UN’ ORGANIZZAZIONE egli cercherà le persone chiave il cui mutamento di

        atteggiamento rende possibile il mutamento nel Sistema organizzativo.

IN UN INDIVIDUO cercherà quali atteggiamenti o concetti

sono aperti al mutamento senza minacciarne l’ identità più profonda.

In una seconda fase , il Terapeuta comunica la sua convinzione sulla

  presenza di dati paradossali e discordanti come problema da risolvere,

                                controllando il livello d’ ansia o di tensione nel sistema.

Un’ ansia eccessiva conduce, infatti, o ad una REGRESSIONE DISORGANIZZANTE o ad UN TENTATIVO DI ESPELLERE IL TERAPEUTA considerato responsabile delle angosce del sistema.


Un livello d’ ansia troppo basso fornisce poca motivazione al mutamento.
La risoluzione positiva dei problemi comporta un NUOVO TIPO DI STABILITA’ DINAMICA, una NUOVA ORGANIZZAZIONE COGNITIVA DEI DATI, una DIMINUZIONE DELL’ ANSIA e SENTIMENTI DI ACCRESCIUTA COMPETENZA E STIMA DI SE’.


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Systema  Aperto

 

 

Open System ( Systema Aperto )

è

un concetto basato

sulla DISPONIBILITÀ

di capacità hardware ( corpo ) e software ( mente )

descritte da una serie di STANDARD .

Tali STANDARD

vengono redatti

da appositi comitati

oppure

sono definiti e sostenuti

dagli utenti stessi,

diventando, così, standard de facto.

Si può definire

SYSTEMA APERTO

un’ architettura elaborativa che,

quando viene implementata ( = fatta funzionare - con )

aderisce

ad una serie di SPECIFICHE ( standard ) INDIPENDENTI

da quanto

è proposto

dai diversi Fornitori di hardware e software

( = architetture " proprietarie " ) .

TALI SPECIFICHE , peraltro soggette a continue evoluzioni ,

RIGUARDANO

LE CARATTERISTICHE DELL’ INTERFACCIA ,

I SERVIZI ,

I PROTOCOLLI DI COMUNICAZIONE ,

ED I FORMATI DELLE INFORMAZIONI .

 

Un systema aperto

è progettato

per consentire agli utenti

DI CONFIGURARE ED UTILIZZARE

l’ intero systema , le sue applicazioni ed i suoi componenti

AVENDO LA POSSIBILITA’ DI SOSTITUIRE ,

IN QUALUNQUE MOMENTO ,

UN QUALSIASI ELEMENTO

CON

UNA QUALSIASI ALTRA IMPLEMENTAZIONE EQUIVALENTE ( compliant )

DISPONIBILE

SUL MERCATO .

 

In prospettiva

questo significa che

si sta gradualmente superando

il concetto di VINCOLARE

le applicazioni e le procedure

alle filosofie costruttive

di questo o quel sistema ( o piattaforma ) .

Finora ci si è comportati COME SE ,

ogni tipo di automobile fosse diverso da tutti gli altri

e

ad ogni automobilista fosse richiesta una speciale qualificazione

per ciascun tipo di macchina intenda usare .

IN REALTA’

ESISTE

UNA SOLA PATENTE

E

TUTTE LE AUTOMOBILI

HANNO

I COMANDI

DISPOSTI ALLO STESSO MODO

E

CON LE STESSE FUNZIONI .

 

Similmente

si vuole arrivare

ad un concetto di SYSTEMA ELABORATIVO

SU CUI

PUO’ ESSERE IMPLEMENTATA ( o portata )

QUALSIASI APPLICAZIONE

SENZA RICORRERE

AD ADATTAMENTI O RI-SCRITTURE DI CODICE

( sia per il software di base che per quello applicativo ) .

QUESTO

DISTURBA

I FORNITORI DI " ARCHITETTURE PROPRIETARIE " ?

FORSE .

Però

le automobili

si vendono ugualmente

anche se

comandi, impianti e servizi ( anche l’ estetica per la verità )

SONO STANDARDIZZATI .        ritorna return.gif (934 byte)

 

 

 

IL  GIOCO  EVOLUTIVO

 

Il gioco evolutivo si può considerare la continuazione del gioco educativo e didattico, inteso, anch'esso, allo sviluppo delle capacità cognitive e di apprendimento dell'essere umano partendo dal bambino. Molte discipline scientifiche e ricerche, in modo particolare le Neuroscienze e la Psicologia hanno messo in evidenza l'importanza delle connessioni sinaptiche, nei primissimi anni di vita, tra le cellule nervose della corteccia cerebrale. Tra un neurone e l'altro passano infinite informazioni che ci permettono, dopo calcoli e analisi, di organizzare meglio la nostra vita. Se, ad esempio, l'informazione è considerata un'insieme di istruzioni, quindi un algoritmo, possiamo intervenire su una o più parti per scopi educativi rendendola più elementare. Se tutti i fenomeni sono riconducibili alle proprie unità fondamentali, essenziali, la differenza tra materia ed energia si risolve, si annulla, nel punto in "comune" più piccolo che intuitivamente si potrebbe definire il bit dell'universo, o, più semplicemente codice d'informazione.

L'informazione assume un peso in più o in meno con scambio continuo di elettroni, con peso atomico (chimico, biochimico, genetico) in più verso la materia o più verso l'energia. L'informazione è ciò che emerge dalle probabilità, dalle possibilità, a qualsiasi livello di grandezza, bilanciando in infiniti modi l'insieme, l'unità, l'equazione, materia ed energia. Si può parlare di modulo, o meglio, di "atomo" o di particella d'informazione: insomma l'informazione diventa modulo, numero, combinazione di numeri con i quali costruire per istruire. Quindi la qualità dell'informazione va preparata in base a ciò che intendiamo costruire di noi stessi. Nel caso del gioco evolutivo lo strumento più appropriato sembra essere la macchina educativa, purché contenga quell'insieme di istruzioni fondamentali, elementari, che stimolino, attraverso il divertimento e il piacere per "nuove" esperienze, le connessioni neuronali nei primi anni di vita.

È importante considerare una macchina educativa un semplice strumento come per esempio una matita, della quale conosciamo tutti le potenzialità di utilizzo, dei sassi, un'insieme di bastoncini, dei coperchietti, ecc..., qualsiasi segnale come portatore di informazioni. L'essenziale è aprire la mente, stimolare le connessioni neuronali in modo esponenziale; l'essenziale è partire sempre dal codice più piccolo per combinare, divertendosi, un'insieme di codici, di pezzettini, fino a farli diventare nuovamente un unico codice, un unico pezzettino: è il gioco dell'universo, dell'infinito. Inoltre se vale il principio Struttura-Funzione-Memoria ancor meglio si potranno sviluppare gli "schemi" del gioco evolutivo. Miliardi di neuroni (struttura) analizzano (funzione) informazioni che si depositano sulla corteccia cerebrale (memoria), ma non basta perché con molta probabilità un'insieme di informazioni si trasformano in un unico codice e così via! Si può affermare, quindi, che l'apprendimento è un "cibo" che va preparato con molta cura per essere "assorbito" e assimilato nel miglior modo e nelle migliori condizioni possibili. Partire dall'elementare per arrivare alla complessità. (In qualsiasi momento della nostra vita si può applicare questo principio).

È importante non pretendere né risultati né attività complesse da parte di chi inevitabilmente è all'inizio delle stesse attività: soprattutto per i bambini. Aumentare le capacità percettivo affettive, accettando ciò che offre l'universo, la natura, non è affatto semplice e tantomeno si può improvvisare!

Anche per questo motivo si possono creare macchine educative semplici sul piano costruttivo (e intuitivo) ma ricche di combinazioni (di chiavi costruttive) di modo che il bambino (e chiunque lo desideri) possa gradualmente costruire una propria esperienza "programmata", atta a sviluppare e stimolare ogni processo neuronale e cognitivo.

Attualmente il gioco finisce, spesso, per agire principalmente sull'interesse del risultato immediato, escludendo così, di fatto, un'apertura mentale verso quell'immenso universo delle probabilità, possibilità combinatorie, "scoperte" dall'esperienza personale del bambino con la struttura del gioco, veicolo portante delle informazioni. Il gioco darà un risultato, una soluzione, quando si applicheranno nel lavoro e nelle azioni quotidiane gli strumenti scoperti nell'azione di crescita e sviluppo del bambino, "messi da parte" nella memoria.

La possibilità di controllare con precisione una sempre maggiore quantità di dati, d'ora in poi, dipenderà dal modo di sviluppare e preparare il nostro cervello. Se è vero che ogni nostro muscolo può essere sviluppato con mezzi ed esercizi specifici, (la funzione fa l'organo), è altrettanto vero e dimostrabile che con macchine educative appropriate noi possiamo sviluppare ogni parte di noi stessi che più ci interessa: per esempio la creatività, l'intuizione, la computazione, la memoria, ecc.. Tutto ciò porterà l'essere umano ad una maggior comprensione di se stesso e a realizzare di sé (memoria) una visione più unitaria, meno spezzettata e frammentata.

Gioco evolutivo inteso, quindi, come combinazione di numeri (di leggi dell'universo), di preparazione e sviluppo del proprio cervello... " sgambettare" come i cuccioli... negli immensi prati della mente e coltivare, collegare, infiniti "fili" neuronali che si uniscono, si connettono, in infiniti calcoli numerici... Attraverso semplici strumenti (macchine educative) osservare, creare, combinare, programmare, giocare con la memoria... dell'universo, crescere nell'amore dell'universo che ognuno scopre dentro di sé!

Gli atomi "giocano" attraverso la nostra coscienza in infiniti movimenti di elettroni, particelle, che si fissano nella memoria Systemica fino a risolvere l'equazione uomo-Dio ( = Unum-Systema ) ! Scoprire che ogni attività umana, nel segno dell'amore, porta all'espansione della coscienza dell'universo! Scoprire che ogni attività umana è gioco Systemico... azione Systemica , calcolo, unione di pensieri per sviluppare la civiltà personale e collettiva... Scoprire che per completarsi si può "giocare", unirsi, separarsi, con il prossimo, con i costituenti dell'universo materia-energia... come gli atomi, fino a trovare la combinazione numerica che più si ama... La perfezione dei numeri primi! Noi saremo degli esseri sempre più completi quando scopriremo la parte "mancante" che è onnipresente in ognuno di noi stessi da sempre! Attraverso il gioco, grazie ad una qualsiasi macchina educativa, si può accedere al numero, al modulo, alla combinazione, cioè all'infinito. Grazie al gioco evolutivo, un bambino di qualsiasi angolo della terra, potrà meglio assorbire "tecnologia" di apprendimento di formazione e sviluppo del cervello.

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INTELLIGENZA  ARTIFICIALE

 

1 . Le nuove frontiere dell' intelligenza artificiale  (   IA  ) .

2 . Le Entità Virtuali.

 

Una delle più interessanti conseguenze pratiche della simulazione dei processi mentali dell' uomo è la creazione di Entità Virtuali.

Il nostre ricerche ipotizzano che in ogni persona convivano contemporaneamente un certo numero di "zone mentali". L' identificazione esatta del numero di zone ha occupato gran parte dei nostri studi durante il passato decennio. Da un paio di anni crediamo di essere riusciti a isolare le variabili principali ed anche un numero significativo di leggi che ne regolano il funzionamento.

La prima conseguenza è che tramite un numero grande, ma non infinito, di variabili crediamo sia possibile rappresentare la mente di ciascuna persona. Ne consegue, per esempio, che è possibile prevedere con una certa affidabilità le sue decisioni o, altro esempio, intervenire per migliorarne sensibilmente le prestazioni.

Inoltre crediamo che il modello di rappresentazione possa essere utilizzato, non solo per riprodurre la mente di una specifica persona, ma anche per simulare "persone che non esistono". Un esempio pratico forse aiuterà a comprendere meglio.

Supponiamo che, tramite un numero N di variabili, sia possibile rappresentare in modo soddisfacente la mente di un uomo. Supponiamo inoltre di essere in grado di misurare, con una certa precisione, i valori di queste variabili e di identificare le leggi che ne regolano il comportamento.

Supponiamo infine che un bravo professionista sia disposto a farsi analizzare la mente dietro adeguato compenso (ma l' amore per la scienza non può avere prezzo...).

Avremo così ottenuto una riproduzione mentale semplificata della nostra coraggiosa "cavia". Supponiamo ora di modificare "a casaccio" i valori delle N variabili. Che cosa otterremo ? Otterremo una riproduzione mentale di una mente che non esiste. Otterremo una Entità Virtuale.

La modifica "a casaccio" dei valori delle variabili può portare a dei comportamenti divertenti (per chi si diverte con queste cose) ma naturalmente di nessuna utilità pratica. Viceversa se le modifiche vengono indirizzate ad uno specifico fine le utilità pratiche si faranno particolarmente interessanti.

Questo, a nostro parere, può essere considerato lo scopo ultimo della Intelligenza Artificiale: la creazione di Entità Virtuali dotate di propria conoscenza, esperienza e personalità. Entità utili all' uomo, non certo sostitutive e, men che meno, antagoniste.

Negli ultimi mesi sono nate, all' interno dei nostri laboratori di ricerca, un discreto numero di entità virtuali. Alcune di queste sono state direttamente messe a disposizione di brokers assicurativi e di trader finanziari.

 

L' INTELLIGENZA ARTIFICIALE A VOSTRA DISPOSIZIONE

 

Quello che stiamo cercando di realizzare è una Entità Virtuale in grado di rispondere a qualsiasi domanda su qualsiasi argomento.

A livello sperimentale abbiamo deciso di mettere a disposizione dei frequentatori del Cyber-I-Spazio i risultati fino ad oggi ottenuti da questa, forse un pò inquietante, entità virtuale.

Provare per credere ... Formulare di seguito la domanda in italiano corrente (max 32 parole).

 

DOMANDA: cosa ne pensi della psyscologia Systemica / systema psyschico ?

risposta : CAMPO VUOTO .

 

LE ENTITÀ VIRTUALI

INTRODUZIONE

L' approccio teorico segue lo schema della "black box" ovvero ci si prefigge la costruzione di una "scatola nera" in grado di rispondere ad una serie pressochè infinita di input.

Input == Black Box == Output

DOMANDA == PROGRAMMA == RISPOSTA

Allo stato attuale delle conoscenze questo approccio ci è sembrato il più robusto sia in termini teorici che applicativi. Infatti ci consente di utilizzare un discreto numero di strumenti software già elaborati e l' impatto psicologico si è dimostrato, in situazioni analoghe, ben accettato.

L' obiettivo operativo sarà quindi quello di configurare la reazione della black box in modo tale da somigliare il più possibile allo stile di reazione della persona da sintetizzare.

In fondo la percezione che noi abbiamo della personalità di un individuo non è altro che l' insieme delle sue reazioni rispetto ai quotidiani stimoli esterni: le sue opinioni, il modo di esprimerle, il suo modo di rapportarsi con noi, con gli estranei, con gli eventi che scorrono.

Naturalmente il grado di sofisticazione necessaria ad elaborare una risposta universale ad un generico stimolo complesso è ancora molto lontana dalle attuali capacità della intelligenza artificiale. Questo però non vuol dire che non sia possibile fissare, anche se fondamentalmente in modo statico, alcuni aspetti della personalità di un individuo.

Ad esempio da una persona oppurtunamente interrogata si può ricavare un discreto numero opinioni fino a capirne i tratti salienti della personalità. Una volta capita la struttura della personalità si può tentare anche di effettuare delle previsioni comportamentali spesso abbastanza coincidenti con i comportamenti osservabili.

L' idea di base che sta alla costruzione della black box è proprio questa: osservare il comportamento di un individuo conseguente a determinati stimoli e fissarlo in modo riproducibile.

L' esempio più semplice (ma anche il più interessante per il nostro scopo) di sequenza "stimolo = reazione" è sicuramente quello legato alla sequenza "domanda = risposta" in ambito verbale.

In fondo sarebbe già un eccellente risultato poter costruire una blackbox che sia in grado di rispondere ad un elevato numero di domande verbali riproducendo fedelmente il modo in cui risponderebbe l' individuo da sintetizzare. Ed allo stato attuale delle tecnologia probabilmente questo è anche l' unico obiettivo raggiungibile nell' arco di qualche anno.

A tutti piacerebbe interagire con i propri antenati o con personaggi del passato, famosi e non.

Gli eventuali scritti (o più in generale le opere) che questi personaggi ci hanno lasciato sono una prima forma di elementare e limitata interazione nel tempo. Quando leggiamo un libro o ascoltiamo un brano musicale in un certo senso l' autore, anche se è morto da molti secoli, comunica direttamente con noi.

L' intelligenza artificiale ci permetterà di ampliare e dilatare significativamente la nostra interazione temporale con le generazioni future. Anche se simulata la comunicazione sarà comunque bi direzionale e appena i progressi teorici lo consentiranno la blackbox sarà in grado di adattarsi anche ad eventi strutturalmente nuovi come l' opinione su un futuro avvenimento di cronaca o la posizione rispetto ad una nuova idea politica o filosofica.

REALIZZAZIONE DEL PROTOTIPO

Il prototipo realizzato rappresenta i primi mattoni di un edificio che naturalmente sarà molto più complesso ed articolato. Esso comunque contiene tutti gli elementi strutturali dell' intero progetto e molte delle future funzionalità.

Da un punto di vista applicativo il programma è perfettamente funzionante anche se è in grado di riconoscere (e quindi rispondere) ad un numero limitato di frasi. Rispetto al progetto finale le principali limitazioni riguardano l' interfaccia verbale ed il riconoscimento visivo. Oggi il colloquio tra entità virtuale e uomo avviene tramite frasi scritte sul video e battute sulla tastiera. Entro pochi mesi è probabile che la tecnologia "text-to-speech" sia utilizzabile per far rispondere in modo vocale all' entità virtuale con la voce della persona sintetizzata. Entro pochi mesi dovrebbe essere possibile anche affidare ad una telecamera un efficiente riconoscimento visivo della persona che intende colloquiare.

Il vero salto qualitativo da un punto di vista dell' interfaccia si avrà comunque solo quando la tecnologia del riconoscimento vocale "speech-to-text" sarà sufficientemente universale ed affidabile.

Schema teorico di riferimento

Dopo la fase dei cosidetti sistemi esperti classici (quelli basati sul concetto di "shell + base di conoscenza") negli ultimi anni le ricerche nel campo della Intelligenza Artificiale si sono fondamentalmente indirizzate verso tre aree principali comunemente conosciute come:

  1. reti neurali
  2. fuzzy logic
  3. algoritmi genetici

Ognuna delle tre diverse metodologie ha conseguito importanti risultati in alcuni settori applicativi specifici come la robotica, il riconoscimento ottico ed acustico, la produzione di software, i processi di simulazione biologica, i modelli previsionali, etc...

Ma, fino ad oggi, nessuna di queste metodologie si è rivelata adeguata alla gestione di una realtà complessa e stratificata come può essere quella di un sistema che ha l' obiettivo di riprodurre in modo soddisfacente la personalità di un individuo.

L' approccio da noi proposto trae origine dalla interazione di un modello di comunicazione verbale (che rappresenta il modo di colloquiare tra l' uomo e la macchina), di un modello di memorizzazione delle informazioni (che rappresenta la metodologia con la quale le informazioni vengono metabolizzate) e di un modello matematico-simbolico (che rappresenta in modo tendenzialmente soddisfacente i processi mentali dell' uomo).

Quest' ultimo modello di rappresentazione dei processi mentali a sua volta è il prodotto di una doppia interazione tra un modello formale-deduttivo (rappresentante la cosidetta dimensione logica dei processi mentali umani) ed un modello operazionale-induttivo (rappresentante la cosiddetta dimensione analogica).

Avremo quindi:

Modello di rappresentazione dei processi mentali
+
Modello di memorizzazione dell' informazione
+
Modello di comunicazione verbale
=
Entità Virtuale

I tre modelli utilizzati sono stati sviluppati all' interno degli < I-Labs>. Vediamo ora le caratteristiche principali dei tre modelli di riferimento utilizzati.

 

MODELLO DI RAPPRESENTAZIONE DEI PROCESSI MENTALI

Alla base del progetto troviamo la convinzione che l' attività mentale umana sia rappresentabile da un modello. Ma cosa significa rappresentabile da un modello ?

Semplificando, ma non troppo, potremmo dire che i nostri pensieri sono descrivibili mediante formule matematiche. Allo stesso modo in cui possiamo calcolare la traiettoria di un pianeta, analizzare la forma delle onde radio o prevedere il punto di fusione di una sostanza.

Che il funzionamento della nostra mente sia riconducibile ad un modello matematico è oramai un concetto accettato da quasi tutta la comunità scientifica internazionale. La disputa filosofica, centrale nella nostra attuale civiltà, verte sui limiti a cui questo concetto è applicabile.

Alcuni sostengono che non esistono limiti di applicabilità: cioè che qualsiasi nostro pensiero o attività mentale è rappresentabile in modo matematico-simbolico. Altri sostengono che esistono alcune attività mentali che non saranno mai rappresentabili in modo formale.

Le caratteristiche del modello

L' accettazione della possibilità che i nostri pensieri siano formalizzabili in un modello matematico è solo il primo passo verso la comprensione dei nostri processi decisionali. Il difficile arriva quando si tentano di definire le caratteristiche proprie del modello.

Naturalmente questo è un "argomento di frontiera" e, come tutti gli argomenti di frontiera, è soggetto a vivaci dispute tra i ricercatori. Dal nostro punto di vista l' importante è che il modello sia utile, cioè che sia utilizzabile con soddisfazione nella pratica. Quando una Entità Virtuale stampa, ad esempio, una relazione sulla situazione assicurativa di un ipotetico cliente, l' importante è che il broker acquisisca il cliente. Quando una Entità Virtuale fornisce degli strumenti di controllo economico, l' importante è che l' utile dell' azienda aumenti. Tutto il resto sono chiacchiere.

Le Entità Virtuali, prodotte dal nostro laboratorio di ricerca, si basano su due idee fondamentali.

La prima consiste nella convinzione che qualsiasi attività mentale umana sia rappresentabile in uno spazio multi dimensionale caratterizzato dalla presenza contemporanea di molteplici fattori, tutti potenzialmente misurabili. Detto in parole più semplici qualsiasi nostra decisione è determinata da un certo numero (grande ma non infinito) di fattori contemporanei. L' interessante è che tutti questi fattori sono misurabili. Questo significa che, mediante opportuni calcoli, è possibile conoscere quanto ogni singolo fattore pesa nelle varie decisioni. Ma molta strada è stata fatta anche nella misurazione delle variabili irrazionali. Il fatto che nel processo decisionale intervengano fattori non propriamente economici (come il tono di voce dell' interlocutore o la temperatura esterna) è un concetto acquisito dalla psicologia motivazionale. Basta accendere la televisione, e guardare molte delle attuali campagne pubblicitarie, per accorgersi di come questi concetti vengano utilizzati con grande successo pratico.

La seconda convinzione, alla base delle Entità Virtuali, risiede nel fatto che all' interno di ognuna delle varie dimensioni (che formano lo spazio multi dimensionale della mente umana) agiscono contemporaneamente tre forze distinte. Queste tre forze sono la risultante della attività svolta dalla parte "logica", dalla parte "analogica" e dalla parte "emotiva" del cervello di ciascuna persona. Detto in altre parole, qualsiasi nostra decisione, a seconda della situazione in cui viene presa, è determinata da tre attività mentali ben distinte: quella gestita dall' emisfero sinistro del cervello (logica), quella gestita dall' emisfero destro (analogica) e quella gestita dal corpo calloso centrale (sintesi istintiva).

 

Pensiero logico e pensiero analogico

Per pensiero logico si intende tutta quella attività mentale umana che, con un pò di semplificazione, potremmo dire essere gestita dall' emisfero sinistro del cervello. Da un punto di vista funzionale stiamo parlando delle capacità deduttive e matematiche. Da un punto di visto statistico potremmo dire che sono qualità più comunemente "maschili". Da un punto di vista storico potremmo dire che hanno trovato la loro realizzazione nella nostra "civiltà occidentale".

Per pensiero analogico si intende tutta quella attività mentale umana che è gestita principalmente dall' emisfero destro del cervello. Da un punto di vista funzionale stiamo parlando delle capacità associative e geometriche. Da un punto di visto statistico potremmo dire che sono qualità più comunemente "femminili". Da un punto di vista storico potremmo dire che hanno trovato la loro realizzazione nelle cosiddette "civiltà orientali".

Naturalmente qualsiasi pensiero, qualsiasi persona e qualsiasi civiltà saranno contemporaneamente sia logiche che analogiche. Quando diciamo che, da un punto di vista statistico, una donna è tendenzialmente "più analogica" dell' uomo intendiamo che nei suoi processi mentali la parte analogica è spesso più sviluppata di quella logica. Quando diciamo che la civiltà occidentale è più "logica" di quella orientale intendiamo che la cultura prodotta (linguaggio, alfabeto, metodi di scoperta, etc..) ha seguito criteri maggiormente deduttivi-consequenziali che associativi-analogici.

Da un punto di vista grafico crediamo che il concetto sia facilmente comprensibile. Se rappresentiamo la mente di una persona in uno spazio cartesiano dove la componente analogica è posizionata sull' asse delle X (dimensione orizzontale) e la componente logica è posizionata sull' asse delle Y (dimensione verticale) otterremo delle figure geometriche ellittiche.



Una persona in cui la parte logica fosse perfettamente bilanciata dalla parte analogica avrebbe come figura di rappresentazione un "cerchio perfetto". A livello di pura curiosità il nostro modello matematico evidenzia che un cerchio perfetto è impossibile e che più i valori di una persona si avvicinano al cerchio e maggiormente la persona è psichicamente instabile.

Ogni persona ha una diversa ellisse di rappresentazione delle attività mentali. L' interessante è che però possiamo raggruppare le varie ellissi in categorie simili. Avremo quindi la persona tendenzialmente "verticale" (logica), la persona tendenzialmente "orizzontale" (analogica) e, perché no, la persona tendenzialmente "circolare".

A parità di forma dell' ellisse quindi più la figura è grande e più la persona è "intelligente" (cioè efficiente rispetto alla realtà che lo circonda).

L' evoluzione cerebrale dell' Uomo, sia in termini individuali che sociali, è un continuo passaggio ad ellissi sempre più grandi. E tale sviluppo viene ottenuto mediante due soli fattori: l' esperienza personale diretta e l' esperienza indiretta sintetizzata nella tecnologia.

 

 

Ne consegue che più una persona è in grado di metabolizzare esperienza e tecnologia, tanto meglio si adatta alla realtà che lo circonda. In termini biologici si potrebbe dire che è più "forte".

 

LO SPAZIO MENTALE

Il modello ha subito naturalmente numerose modifiche ed evoluzioni nel corso degli anni anche se la struttura di base è rimasta fondamentalmente inalterata. La versione utilizzata per la creazione del prototipo presentato in questo lavoro è formato da 12 spazi ad 8 dimensioni ciascuno per un totale di 96 variabili.

Anche in questo caso, per una maggiore completezza di informazione, può forse essere utile elencare sinteticamente i 12 spazi dimensionali e le relative variabili utilizzati dal modello.

Variabili di Sistema (lo spazio descrive quello che potremmo definire l' "hardware mentale" di una persona)
Ampiezza
Contemporaneità
Profondità
Originalità
Creatività
Praticità
Precisione
Velocità
Sommatorie di accumulo Storico (lo spazio sintetizza i risultati delle esperienze della persona nelle varie sfere affettive e professionali)
accettazione Genitori
vittorie Previsionali
vittorie Professionali
accettazione Figli
accettazione Partner
vittorie Sessuali
vittorie Scolastiche
accettazione Adolescenti
Propensioni Mentali (lo spazio descrive quello che potrebbe essere definito come il "carattere" della persona)
Sensibilità
Responsabilità
Autocontrollo
Ironia
Emulazione
Insegnamento
Competizione
Rischio
Percezione del Tempo Psicologico (lo spazio descrive come la persona percepisce i vari momenti temporali e le relative importanze che a ciascun momento attribuisce, detto in altre parole descrive lo spazio temporale in cui la persona vive)
Futuro Remoto
Domani
Futuro
Passato Prossimo
Passato Remoto
Ieri
Passato
Futuro Prossimo
Percezione dello Spazio Psicologico (lo spazio descrive come la persona percepisce i vari livelli nel rapporto con gli altri)
la Natura
il Vicinissimo (genitori, figli)
il Sè
il Complementare (moglie/marito)
il Trascendente
gli Altri (conoscenti)
il Mondo
il Vicino (colleghi, amici)
Zone d' Interesse (lo spazio descrive le propensioni e gli interessi nei confronti delle principali sfere di motivazione)
la Salute
le Esperienze
la Cultura
il Danaro
il Sociale
il Sesso
il Potere (il Comando)
il Cibo
Tipi di Memoria (lo spazio descrive le caratteristiche della persona dal punto di vista delle varie capacità di memorizzazione)
memoria Fotografica
memoria a Breve
memoria Analitica
memoria di Parcheggio
orientamento Logico
memoria a Lungo
orientamento Spaziale
memoria Stack
Classi di Apprendimento (lo spazio descrive le principali modalità di apprendimento)
Esperienza Diretta
Esperienza Indiretta
Conoscenza Diretta
Conoscenza Fantastica
Conoscenza Emotiva
Conoscenza Onirica
Esperienza Astratta
Esperienza Simulata
Mezzi del Comunicare (lo spazio descrive le principali modalità di comunicazione)
Linguaggio Evocativo
Formule
Linguaggio Matematico
Rito
Parabole
Comunicazione Modello Attivo
Linguaggio Simbolico
Comunicazione Non Verbale
Zone Sensoriali (lo spazio descrive i principali parametri sensoriali)
Tatto
Luce
Vista
Genitale
Olfatto
Gusto
Udito
Equilibrio
Zone Fisiologiche (lo spazio descrive i principali parametri fisiologici)
sistema Ormonale
sistema Riproduttivo
sistema Nervoso
sistema Immunitario
sistema Sanguineo
sistema Digestivo
sistema Respiratorio
sistema Osseo
Parametri Vitali (lo spazio descrive i principali parametri vitali)
Efficienza Biologica
Efficienza Onirica
Resistenza Mentale
Resistenza Alimentare
Equilibrio Pressorio
Resistenza Muscolare
Resistenza Respiratoria
Efficienza Cellulare

Questo modello di rappresentazione dello spazio mentale rappresenta quindi il principale schema di riferimento per la sintetizzazione di una persona nell' entità virtuale.

Nel corso degli anni molte delle 96 variabili sono state da noi particolarmente analizzate specialmente dal punto di vista della specifica misurazione e della identificazione dei legami che le relazionano, in primo luogo, con le altre variabili del proprio spazio.

Ci rendiamo però perfettamente conto che passeranno ancora molti anni prima di poter giungere a qualcosa di veramente robusto da un punto di vista teorico, specialmente nelle sue implicazioni fisiologiche.

Ma è altrettanto vero che da un punto di vista funzionale questo modello di rappresentazione si è già rivelato molto utile in numerosi casi applicativi. Questo ci fa almeno ben sperare di essere probabilmente su una strada non completamente sbagliata.

 

MODELLO DI MEMORIZZAZIONE DELL' INFORMAZIONE

L' idea di base consiste nel memorizzare le informazioni non in modo testuale ma in modo simbolico. Qualsiasi frase, qualsiasi archivio, qualsiasi dato prima di essere memorizzato viene "tradotto" in un sistema matematico-simbolico chiuso.

Ad esempio la parola "MELA" non viene memorizzata secondo la classica sequenza di caratteri ASCII chr$(77)+chr$(69)+chr$(76)+chr$(65) ma bensì viene convertita nel "concetto di MELA" a cui corrisponderà un certo valore (dinamico nel tempo e dipendente dalle caratteristiche del sistema chiuso).

Questo consente di attivare una serie di leggi e di legami tra i concetti che altrimenti non sarebbero esprimibili secondo i sistemi di memorizzazione informatici classici. Questa caratteristica è fondamentale per poter utilizzare in modo efficace gli operatori analogici (ad esempio quelli utilizzati nei ragionamenti associativi).

Una delle più interessanti conseguenze operative del nostro sistema di memorizzazione simbolico riguarda la completa assenza di archivi di servizio indicizzati. Questo consente di gestire banche dati di grandi dimensioni senza doverle strutturare a priori. Ne consegue, ad esempio, che la fusione di due banche dati memorizzate in modo simbolico è una operazione semplicissima e praticamente immediata.

Inoltre la base di conoscenza sviluppata per un certo sistema simbolico chiuso è facilmente trasportabile in qualsiasi altro sistema simbolico. Ad esempio gli operatori utilizzati per gestire il modello di comunicazione verbale (quello che consente all' entità virtuale di "capire" le frasi espresse in italiano corrente e di cui parleremo nel prossimo paragrafo) possono essere applicati in qualsiasi circostanza con evidenti benefici economici in termini di progettazione software.

Il sistema di memorizzazione simbolico consente di ottimizzare le prestazioni anche secondo le normali esigenze di ricerca (retrival ipertestuale). Seguendo sempre un approccio funzionale può forse essere interessante evidenziare i tempi di risposta rispetto ad alcune situazioni classiche.

Ad esempio per ricercare una qualsiasi parola situata alla fine di un testo di 32Mb (circa 6 milioni di parole) il nostro sistema impiega meno di 10 secondi su un normale PC486 in ambiente Windows. Considerando sempre lo stesso archivio per estrarre circa duecento frasi in cui appare la parola da ricercare il sistema impiega meno di 20 secondi. Infine per estrarre circa 50,000 frasi in cui compare la parola il sistema impiega meno di due minuti. Il tutto, come già detto, senza utilizzzare nessun tipo di indicizzazione.

Consideriamo che le prestazioni rimangono pressochè inalterate anche effettuando le ricerche per radice (automobil*: automobile, automobilista, automobili, automobilina, etc...) o per sinonimi.(automobile!: automobile, automobili, macchina, automezzo, car, autoveicolo, etc...).

 

MODELLO DI COMUNICAZIONE VERBALE

 

Il modello di comunicazione verbale molto semplicemente consente alla entità virtuale di "capire" la domanda (o la richiesta) formulata dalla persona in italiano corrente, cioè senza ricorrere ad una sintassi specifica.

Questo tipo di tecnologia è già stata da noi applicata con grande soddisfazione in contesti specifici ma non ancora in situazioni generali. In un certo senso il modello di comunicazione verbale deve necessariamente evolvere insieme al sistema a cui si applica e non può, almeno per il momento, essere completato "a priori".

Il sistema di memorizzazione simbolica, come abbiamo visto nel precedente paragrafo, consente di standardizzare buona parte degli operatori (sia logici che analogici) ma poi ogni entità virtuale deve essere istruita sull' argomento e sulle funzionalità specifiche.

Il prototipo di entità virtuale presentato è quindi, al momento attuale, in grado di riconoscere un numero limitato di frasi. E questa sarà la principale attività necessaria per renderla effettivamente utilizzabile da un punto di vista pratico.

L' idea di base del nostro modello di comunicazione verbale risiede nella ipotesi che anche se le varianti di una specifica domanda sono pressochè infinite, infinito non è il numero delle possibili "esigenze di risposta" da soddisfare. Questo concetto è particolarmente evidente se applicato ad una realtà specifica.

Ad esempio dal 1991 noi assistiamo i nostri prodotti software tramite entità virtuali specializzate. L' utente scrive la domanda in italiano corrente e ce la invia per fax. Un normale sistema di riconoscimento caratteri "legge" la domanda e la passa alla entità virtuale. A questo punto l' entità virtuale elabora la risposta e la rimanda nel giro di pochi secondi via fax al cliente.

In pratica se la stessa domanda è già stata effettuata in precedenza il sistema non fa altro che inviare la risposta "meccanicamente". Viceversa se la domanda è completamente nuova chiede aiuto ad un istruttore umano.

Il caso più interessante (ed il più frequente) si ha quando la domanda, pur non essendo identica, è simile. A questo punto l' entità virtuale non fa altro che elaborare autonomamente la risposta che più gli sembra adeguata (magari unendo due risposte elementari). Questo passaggio passa appunto dal modello di comunicazione verbale che è stato elaborato ed applicato al caso specifico.

Non dimenticando mai il taglio funzionale del nostro lavoro può essere interessante evidenziare che oggi oltre il 95% delle assistenze ai nostri prodotti è effettuato in modo completamente automatico dalle entità virtuali. In particolare per assistere il più complesso dei nostri programmi (oltre 250 funzioni diverse applicate ad una realtà fortemente dinamica e sofisticata come quella dei brokers assicurativi) è stato sufficiente classificare nei vari anni circa 6,000 possibili risposte elementari. Questo ci consente di effettuare in modo automatico oltre 200 assistenze giornaliere ai circa 10,000 utenti del nostro programma.

 

LA MENTE UMANA E LA MENTE ARTIFICIALE

 

Alla base dei più avanzati progetti di Intelligenza Artificiale troviamo la convinzione che l' attività mentale umana sia rappresentabile da un Modello. Ma cosa significa rappresentabile da un Modello ?

Semplificando, ma non troppo, potremmo dire che i nostri pensieri sono descrivibili mediante formule matematiche. Allo stesso modo in cui possiamo calcolare la traiettoria di un pianeta, analizzare la forma delle onde radio o prevedere il punto di fusione di una sostanza.

Che il funzionamento della nostra mente sia riconducibile ad un modello matematico è oramai un concetto accettato da quasi tutta la comunità scientifica internazionale. La disputa filosofica, centrale nella nostra attuale civiltà, verte sui limiti a cui questo concetto è applicabile. Alcuni sostengono che non esistono limiti di applicabilità: cioè che qualsiasi nostro pensiero o attività mentale è rappresentabile in modo matematico-simbolico. Altri sostengono che esistono alcune attività mentali che non saranno mai rappresentabili in modo formale.

Le caratteristiche di un Modello.

L' accettazione della possibilità che i nostri pensieri siano formalizzabili in un modello matematico è solo il primo passo verso la comprensione dei nostri processi decisionali. Il difficile arriva quando si tentano di definire le caratteristiche proprie del modello.

Naturalmente questo è un "argomento di frontiera" e, come tutti gli argomenti di frontiera, è soggetto a vivaci dispute tra i ricercatori. Dal nostro punto di vista l' importante è che il modello sia utile, cioè che sia utilizzabile con soddisfazione nella pratica.

Le Macchine Intelligenti, prodotte dal nostro laboratorio di ricerca, si basano su due idee fondamentali. La prima consiste nella convinzione che qualsiasi attività mentale umana sia rappresentabile in uno spazio multidimensionale caratterizzato dalla presenza contemporanea di molteplici fattori, tutti potenzialmente misurabili.

Detto in parole più semplici qualsiasi nostra decisione è determinata da un certo numero (grande ma non infinito) di fattori contemporanei. L' interessante è che tutti questi fattori sono misurabili. Questo significa che, mediante opportuni calcoli, è possibile conoscere quanto ogni singolo fattore pesa nelle varie decisioni.

Ad esempio la scelta di un qualsiasi prodotto, piuttosto che un' altro, è determinata da un certo numero di elementi che agiscono contemporaneamente. Questi elementi possono essere sia di natura razionale (economica) che di natura irrazionale (istintiva).

Che l' aspetto razionale sia misurabile crediamo sia abbastanza intuitivo. Il fatto che nel processo decisionale intervengano fattori non propriamente economici (come il tono di voce dell' interlocutore o, perchè no, la temperatura esterna) è un concetto acquisito dalla psicologia motivazionale. Basta accendere la televisione, e guardare molte delle attuali campagne pubblicitarie, per accorgersi di come questi concetti vengano utilizzati con grande successo pratico.

La seconda convinzione, alla base delle Macchine Intelligenti, risiede nel fatto che all' interno di ognuna delle varie dimensioni (che formano lo spazio multidimensionale della mente umana) agiscono contemporaneamente tre forze distinte. Queste tre forze sono la risultante della attività svolta dalla parte "logica", dalla parte "analogica" e dalla parte "emotiva" del cervello di ciascuna persona.

Detto in altre parole, qualsiasi nostra decisione, a seconda della situazione in cui viene presa, è determinata da tre attività mentali ben distinte: quella gestita dall' emisfero sinistro del cervello (logica), quella gestita dall' emisfero sinistro (analogica) e quella gestita dal corpo calloso centrale (sintesi istintiva).

Poi, come esiste l' energia atomica buona (quella che fa accendere le lampadine) e l' energia atomica cattiva (quella che distrugge le città), il modello matematico può essere usato in modo buono od in modo cattivo.

Secondo noi l' utilizzo cattivo del modello consiste nel creare Macchine che si prefiggono di sostituire l' Uomo attraverso un progressivo processo di livellamento. Viceversa l' utilizzo buono è quello che aiuta le singole persone a potenziare le proprie capacità individuali. Esattamente il contrario del livellamento: la Macchina deve essere un prezioso assistente (e peggio per chi non ce l' ha) non un pericoloso antagonista.

Logica e Analogia

Come abbiamo già detto il nostro modello di mente umana presuppone l' esistenza di due forme di pensiero fondamentali: quello logico e quello analogico. La comprensione e la consapevolezza dell' esistenza di queste due forme di pensiero rappresentano la base per ogni successivo ragionamento sui processi decisionali dell' uomo.

Per pensiero logico si intende tutta quella attività mentale umana che, con un pò di semplificazione, potremmo dire essere gestita dall' emisfero sinistro del cervello. Da un punto di vista funzionale stiamo parlando delle capacità deduttive e matematiche. Da un punto di visto statistico potremmo dire che sono qualità più comunemente "maschili". Da un punto di vista storico potremmo dire che hanno trovato la loro realizzazione nella nostra "civiltà occidentale".

Per pensiero analogico si intende tutta quella attività mentale umana che è gestita principalmente dall' emisfero destro del cervello. Da un punto di vista funzionale stiamo parlando delle capacità associative e geometriche. Da un punto di visto statistico potremmo dire che sono qualità più comunemente "femminili". Da un punto di vista storico potremmo dire che hanno trovato la loro realizzazione nelle cosiddette "civiltà orientali".

Naturalmente qualsiasi pensiero, qualsiasi persona e qualsiasi civiltà saranno contemporaneamente sia logiche che analogiche. Quando diciamo che, da un punto di vista statistico, una donna è tendenzialmente "più analogica" dell' uomo intendiamo che nei suoi processi mentali la parte analogica è spesso più sviluppata di quella logica. Quando diciamo che la civiltà occidentale è più "logica" di quella orientale intendiamo che la cultura prodotta (linguaggio, alfabeto, metodi di scoperta, etc..) ha seguito criteri maggiormente deduttivi-consequenziali che associativi-analogici.

Da un punto di vista grafico crediamo che il concetto sia facilmente comprensibile. Se rappresentiamo la mente di una persona in uno spazio cartesiano dove la componente analogica è posizionata sull' asse delle X (dimensione orizzontale) e la componente logica è posizionata sull' asse delle Y (dimensione verticale) otterremo delle figure geometriche ellittiche.

 

 

Una persona in cui la parte logica fosse perfettamente bilanciata dalla parte analogica avrebbe come figura di rappresentazione un "cerchio perfetto". A livello di pura curiosità il nostro modello matematico evidenzia che un cerchio perfetto è impossibile e che più i valori di una persona si avvicinano al cerchio e maggiormente la persona è psichicamente instabile. Come nostra abitudine, cerchiamo ora di tradurre nella pratica le considerazioni teoriche.

 

I "tipi" di mente ed un caso pratico: l' analisi del comportamenti dei brokers assicurativi

Ogni persona ha una diversa ellisse di rappresentazione delle attività mentali. Questo vuole dire che, a seconda dello specifico problema, ognuno elaboreraà la sua personale soluzione. L' interessante è che però possiamo raggruppare le varie ellissi in categorie simili. Avremo quindi persone tendenzialmente "verticali" (logiche), persone tendenzialmente "orizzontali" (analogici) e, perché no, persone tendenzialmente "circolari".

Un broker assicurativo "logico puro" (rappresentabile graficamente da una ellissi molto schiacciata sull' asse delle Y, quasi una retta verticale) produrrà al cliente una relazione che terrà conto di tutte le clausole esistenti sul mercato, confrontate con quelle presenti nella attuale copertura assicurativa e proiettate in termini di costi in tutte le varie possibili diverse coperture. In fase di "trattativa tassi" con la compagnia si premurerà di allegare disegni, prospetti, tabelle, nonché la storia degli ultimi dieci anni di sinistri. Giudicando l' aspetto estetico di scarsa rilevanza rispetto ai contenuti, presenterà la sua relazione in modo quasi informale, preoccupato semmai di non essersi dimenticato niente. A questa categoria appartengono i consulenti "supertecnici", quelli che conoscono a memoria tutte le clausole, tariffe Ania comprese.

Il broker analogico puro (rappresentabile graficamente da una ellissi molto schiacciata sull' asse delle X, quasi una retta orizzontale) avrà come unico obiettivo quello di acquisire il cliente (non che al broker "logico" non interessi ma l' ottica è radicalmente diversa). Per raggiungere lo scopo cercherà di controllare in modo esasperato tutte le sfumature formali e psicologiche della trattativa. Sottostimando il confronto sui contenuti, tenderà a non produrre una relazione tecnica vera e propria, privilegiando magari una breve lettera riassuntiva scritta su una bella carta intestata. A questa categoria appartengono i consulenti "supercommerciali", quelli che conoscono alla perfezione le abitudini dei loro clienti, clubs e sport compresi.

Il broker circolare puro sarà quello che considererà tutti gli aspetti tecnici e tutti gli aspetti psicologici. Quello che cercherà di presentare una relazione perfetta sia da un punto di vista dei contenuti che da un punto di vista estetico. In altre parole un vero Genio

Assicurativo. Peccato che però nessuna persona possegga contemporaneamente tutte queste caratteristiche. Una tendenza alla circolarità inoltre porta quasi sempre all' immobilismo e ad una eccessiva suscettibilità psichica, insostenibile per un prolungato periodo di tempo (se non a costi personali altissimi).

L' Uomo Tecnologico.

Ma cosa accade quando ad un professionista viene affiancata una macchina ? Come evolve la sua professionalità ? Fino ad ieri esistevano fondamentalmente solo macchine logiche. Di fatto quindi l' uomo poteva essere aiutato esclusivamente nella zona logica. Addirittura spesso molte persone si rifiutavano di avvicinarsi alla macchina perché la percepiva eccessivamente estranea al suo modo di ragionare.

Viceversa l' impatto pratico della nuova generazione di computers è straordinariamente interessante. Seguendo lo schema di ragionamento precedente possiamo dire che una Macchina Intelligente può permettersi di essere tendenzialmente circolare senza essere costretta nei vincoli strutturali del cervello umano. Ne consegue che le Macchine Intelligenti tendono a compiere due funzioni contemporanee. La prima è quella di assistere l' uomo nella sua zona "migliore", facendogli risparmiare tempo e consentendogli di essere sempre più bravo e specializzato. La seconda è quella di integrare il suo aspetto "debole", migliorando la qualità generale della consulenza senza causare reazioni psicologicamente pericolose (o eccessivamene faticose).

Anche in questo caso il concetto può essere facilmente espresso in modo grafico. L' area dell' ellisse è una misura, approssimativa ma affidabile, della "intelligenza" di una persona.

A parità di forma dell' ellisse quindi più la figura è grande e più la persona è "intelligente" (cioè efficiente rispetto alla realtà che lo circonda). L' evoluzione cerebrale dell' Uomo, sia in termini individuali che sociali, è un continuo passaggio ad ellissi sempre più grandi. E tale sviluppo viene ottenuto mediante due soli fattori: l' Esperienza personale diretta e l' esperienza indiretta sintetizzata nella Tecnologia.

Ne consegue che più una persona è in grado di metabolizzare esperienza e tecnologia, tanto meglio si adatta alla realtà che lo circonda. In termini biologici si potrebbe dire che è più "forte". In termini economici si potrebbe dire che è in grado di "produrre maggior reddito".

Un professionista di alto livello, qualsiasi sia il campo in cui opera, dovrà quindi abituarsi ad espandere la propria professionalità, non solo tramite l' esperienza, ma anche tramite la tecnologia. Oggi ancora più che in passato.

 

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