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Epistemologia
della complessità
Sommario I malintesi Parlare della scienza Approcci della complessità Lo sviluppo della scienza Rumore e informazione Informazione e conoscenza Paradigma e ideologia Scienza e filosofia Scienza e società Scienza e psicologia Competenze e limiti Un autore non nascosto La migrazione dei concetti La ragione
Durante l intervallo, prima di questa discussione, avevo due problemi di complessità da risolvere. Uno l ho risolto, l altro no. Il primo problema era circoscritto. Mi trovavo a dover tentare di rivedere tutti gli appunti che avevo preso sui densi interventi di questa mattina, riuscendo nel frattempo a mangiare, perché contemporaneamente avevo fame. Per risolvere questo problema mi è bastato recarmi non lontano di qui, in una sala al piano di sotto. Ho preso gamberi alla griglia e ho bevuto vino verde. Purtroppo non sono riuscito in quel frattempo a risolvere il secondo esercizio di complessità : sulla base di tutti gli appunti che avevo preso, volevo tentare di articolare senza omogeneizzare, e di rispettare la diversità senza fare un puro e semplice catalogo.
Mi sono trovato di fronte questo DRAMMATICO PROBLEMA, tra il disordine e l ordine, il disordine che è la dispersione generalizzata e l ordine che è una costrizione arbitraria imposta a quella diversità.
Ancora una volta il problema dell UNO e del MOLTEPLICE. Non ce l ho fatta. Presento a mia discolpa il fatto di non aver avuto molto tempo, ma forse la questione è molto più grave.
INNANZITUTTO CREDO CHE PROPRIO
LA NECESSITA
DEL TIPO DI PENSIERO COMPLESSO
CHE IO SUGGERISCO
RICHIEDA
LA REINTEGRAZIONE
DELL OSSERVATORE
NELLA
SUA OSSERVAZIONE.IO STESSO
MI TROVAVO
QUI,
TOTALMENTE SOGGETTO
E
TOTALMENTE OGGETTO, tra le vostre mani.
DI QUESTA DOPPIA POSIZIONE
HO AVUTO
UN IMPRESSIONE MOLTO STIMOLANTE
E
UN PO SCORAGGIANTE. Molto stimolante perché tutti i vostri interventi mi hanno colpito per la loro intelligenza.
Ho pertecipato a molti convegni, a molti dibattiti, ma qui tutto quello che dicevate mi
riguardava, mi interessava.
Inoltre avevo l impressione che, dal mio punto di vista, mi potesse essere utile non solo
per riflettere ma forse per esprimermi meglio. Devo dire anche che ne traggo l auspicio
che simili esperienze si verifichino ancora, non solo per me ma anche per altri che vivono
un avventura che, de facto, se non de jure, li porta ad attraversare le discipline, a fare i
viaggi nel sapere. Io credo che sia molto importante che chiunque compia questo tipo di
percorso possa ESSERE MESSO A CONFRONTO con persone che possiamo chiamare
specialisti, dotati di una competenza precisa in un campo, e che sia pronto ad affrontare le
loro critiche. E importante anche considerare quelli che possiamo chiamare malintesi.
TOP
&
I malintesiINNANZI TUTTO
PRIMO TIPO DI MALINTESO.
A varie riprese mi sono accorto che l idea che ci si faceva di me eraquella di una mente che aspiri alla sintesi, alla sistematicità, alla
globalità, che punti all integrazione, all unificazione, all affermazione
e alla sufficienza.
La gente ha l impressione che io sia uno che ha elaborato un paradigma
e lo estrae dalla tasca dicendo : " Ecco cosa bisogna adorare, e bruciate
la vecchie tavole della legge ". Così, a più riprese, mi è stata attribuita la
formulazione di un concetto di complessità perfetta che io opporrei alla
semplificazione assoluta.
ORA,
L IDEA STESSA DI COMPLESSITA
COMPORTA
UN INTRINSECA IMPOSSIBILITA DI UNIFICARE,
UN IMPOSSIBILITA DI COMPIUTEZZA,
UNA QUOTA DI INCERTEZZA,
UNA QUOTA DI INDECIDIBILITA
E
IL RICONOSCIMENTO
DI UN CONFRONTO FINALE
CON L INDICIBILE. Con ciò non significa che la complessità di cui io parlo si confonda con il relativismo assoluto,
lo scetticismo stile Feyerabend.
SE COMINCIO CON UN AUTO-ANALISI,
VEDO
IN ME
UNA TENSIONE vuoi patetica, vuoi ridicola
TRA DUE PULSIONI INTELLETTUALI CONTRARIE.
DA UNA PARTE lo sforzo instancabile per articolare i saperi diversi, lo sforzo verso la ricomposizione,
DALL ALTRA, contemporaneamente, il contromovimento che distrugge il precedente.
A PIU RIPRESE, e da molto tempo,
HO CITATO
QUESTA FRASE DI ADORNO, che ricito nella prefazione a Science avec conscience, *,
" LA TOTALITA E LA NON-VERITA ", parola meravigliosa proveniente da uno che si è evidentemente formato
nel pensiero hegeliano, mosso cioè dall aspirazione alla totalità.
IO CREDO CHE
L ASPIRAZIONE ALLA TOTALITA
SIA
UN ASPIRAZIONE ALLA VERITA e che il riconoscimento dell
impossibilità della totalità sia una VERITÀmolto importante.
PROPRIO PER QUESTO
LA TOTALITA
E CONTEMPORANEAMENTE
LA VERITA E LA NON-VERITA.
(
PARADOSSO SISTEMICO : la nota è mia)HO LETTO
IN UN SAGGIO CHE
NELLE MIE CONCEZIONI
SI CELEREBBE
UN HEGELISMO SUBDOLO.
LA MIA POSIZIONE AL RIGUARDO
E contemporaneamente
COMPLESSA E CHIARA. Ciò che mi affascina di Hegel è come affronta le contraddizioni che si presentano
continuamente alla mente, ed
è il riconoscimento del ruolo della negatività. Non è lasintesi, lo Stato assoluto, lo Spirito assoluto.
Certo, mi piace molto integrare pensieri diversi e avversi. E voi direte una volta di più :
" Ecco di nuovo questo morboso desiderio di totalità, di abbracciare tutto ". Sì, ma anche
se riprendo quello che ho detto pocanzi sulla totalità, sulla frase di Adorno,
HO RINUNCIATO
A OGNI SPERANZA
DI UNA DOTTRINA E DI UN PENSIERO
DAVVERO INTEGRATI.
Mentre alcuni vedono in me un mercante di sintesi integrative, altri vedono in me una
sorta di apologeta del disordine, uno che, in questo senso, si lascia sommergere dal
disordine e che alla fine dissolve ogni obiettività nella soggettività.
Effettivamente L INSIEME sarebbe vero a patto di marginalizzare e di associare, se
possibile, il mio gusto della sintesi e il mio gusto del disordine, insomma se si concepisse
ciò che
in me è una TENSIONE TRAGICA.Dico tragica non per pormi come un personaggio tragico, ma per porre la tragedia del
pensiero condannato ad affrontare delle contraddizioni senza MAI poterle liquidare.
Inoltre, per me, questo stesso sentimento tragico va di pari passo con LA RICERCA DI
UN META-LIVELLO in cui si possa "superare" la contraddizione senza negarla . Ma il
meta-livello NON E quello della sintesi compiuta ;
il meta-livello comporta anch esso la propria breccia, le sue incertezze ed i suoi problemi.
NOI
SIAMO TRASCINATI
NELL AVVENTURA INDEFINITA O INFINITA
DELLA CONOSCENZA.
UN ALTRA FONTE DI MALINTESI riguarda UNA PAROLA che è stata pronunciata, LA
PAROLA "
VELOCITA ". Questa volta, penso che non siaforse solo la velocità della mia scrittura - una piccola
confidenza : forse io dò l impressione di scrivere molto
velocemente, ma scrivere mi procura una sofferenza enorme e
ogni testo mi richiede più di una stesura. Quello che mi
dispiace è che la gente abbia l impressione che io schiacci il
bottone e via !, vomiti trecento pagine.
Voglio dire che le cose non vanno così. La velocità, forse, non
è solo la velocità della mia scrittura, è la velocità di lettura dei
miei lettori, che è la
causa di certi malintesi .
PER QUANTO RIGUARDA I MALINTESI, forse
NON SI TRATTA SOLO
DI CONSTATARLI,
DI VOLERLI RIDIMENSIONARE O RIDURRE,
MA ANCHE
DI PORSI DELLE DOMANDE. E io mi chiedo : perché i malintesi sono così duraturi e così numerosi ?
Non penso affatto di essere una vittima particolare dei malintesi. Penso che molti altri,
RICERCATORI, PENSATORI, siano stati vittima di malintesi ancor più gravi.
Detto questo, la fonte più profonda di malintesi che mi riguardano E NEL MODO
di classificare e di strutturare, di ripartire i miei stessi pensieri, vale a dire, insomma,
NELLA
ORGANIZZAZIONE DEGLI ELEMENTI DI CONOSCENZA.QUESTO
PONE
IL PROBLEMA DEL PARADIGMA sul quale ritornerò. Vi faccio l esempio delle idee politiche. Io ero ( e mi
considero tuttora ) contemporaneamente
di sinistra e di destra.Dico " di destra " nel senso che sono molto sensibile ai problemi delle libertà,
dei diritti dell uomo, delle transizioni senza brutalità, e " di sinistra " nel senso
che penso che i rapporti umani e sociali potrebbero e dovrebbero cambiare in
profondità.
Allora venivo additato come " confusionista ", perché era evidente che, nello
spirito di chi mi ascoltava, si può essere solo una cosa
o l altra.Volerle associare entrambe sembrava stupido losco e perverso.
Così ho sempre l impressione di apparire come un confusionista. Mi dicono : "
Ma lei che cos è ? Non è uno scienziato vero e proprio, dunque è un
filosofo ". E i filosofi mi dicono : " Lei non è iscritto nei nostri elenchi ".
Effettivamente io devo farmi carico di questa specie di interfaccia, TRA
SCIENZA E FILOSOFIA, che NON SI TROVA né nell una né nell altra, MA
VÀ dall una all altra , nel tentativo di stabilire forse, per me, in me, attraverso
me, una certa comunicazione. Io vengo classificato in una categoria mentre mi
colloco fuori categoria. Questo mi dà tanto più fastidio in quanto io non classifico
quelli che mi classificano, se non come dei classificatori.
DOPO QUESTA INTRODUZIONE UN PO LUNGA,
PASSIAMO A VEDERE
I PROBLEMI - CHIAVE . E molto difficile selezionarli, gerarchizzare i temi e forse i temi sottesi ai temi che stavano
dietro a questa giornata. E quanto tenterò di fare, con un disordine sempre maggiore.
CERCHERO DI COLLOCARMI
NELLA MIA POSTAZIONE,
NELLA MIA VOLONTA,
DI RI-COLLOCARE
CIO CHE INTENDO PER
COMPLESSITA,POI , MOLTO RAPIDAMENTE,
CIO CHE INTENDO PER
PARADIGMA,E POI
COME CONCEPISCO IL
PROBLEMA SOGGETTO - OGGETTO.
AFFRONTERO
QUESTI NODI GORDIANI
MA
VI DICO ANCHE CHE, di passata,
INDICHERO
I PUNTI
IN CUI CREDO DI DOVER RICONOSCERE in quanto ho scritto e prodotto fin qui,
DELLE MANCANZE O
DELLE CARENZE DI SVILUPPO.
A QUESTO LUOGO
IN CUI
MI PONGO,
ALLA MIA POSTAZIONE ,
TROVEREI GRANDE DIFFICOLTA
A DARE UN NOME,
VISTO CHE NAVIGO
TRA SCIENZA E NON-SCIENZA.
SU CHE COSA
MI FONDO ?
SULL ASSENZA DI FONDAMENTI, ovvero
SULLA COSCIENZA DELLA
DISTRUZIONE DEI FONDAMENTI
DELLA CERTEZZA. Questa distruzione dei fondamenti, propria del nostro secolo, raggiunge la stessa conoscenza
scientifica.
IN CHE COSA
CREDO ?
CREDO
NEL TENTATIVO
DI UN PENSIERO CHE
SIA
IL MENO MUTILANTE POSSIBILE
E
IL PIU RAZIONALE POSSIBILE.
CIO CHE
MI INTERESSA
E
RISPETTARE
LE ESIGENZE DI INDAGINE E DI VERIFICA PROPRIE DELLA CONOSCENZA SCIENTIFICA
E
LE ESIGENZE DI RIFLESSIONE PROPOSTE ALLA CONOSCENZA FILOSOFICA.
&
Parlare della scienzaQUANDO
JOSE MARIANO GAGO
HA PARLATO
DELLA CONTRAPPOSIZIONE
TRA
PRODUTTORI DEI SAPERI
E
I NON-PRODUTTORI, i volgarizzatori,
HO PENSATO CHE
DI FATTO
ESISTONO
PIU ZONE INTERMEDIE
E CHE
LA CONTRAPPOSIZIONE
NON E
COSI RIGIDA. C è lo scienziato che riflette sulla propria scienza e che così facendo, ipso facto, fa della filosofia -
Jacques Monod ha scritto un libro sulla filosofia naturale della biologia - e ci sono gli storici della
scienza, gli epistemologi e i volgarizzatori.
Non mi piace sentirmi dire : " Lei è un volgarizzatore ". Perché ? Per due ragioni.
Innanzitutto perché ho tentato di discutere delle idee nella misura in cui credo di averle capite,
ma soprattutto perché ho tentato, nella misura in cui credevo di averle assimilate, di riorganizzarle a
modo mio.
Prendiamo, per esempio, nel primo volume di La Méthode, * la questione del secondo principio della
termodinamica. Devo dire che, per me, i problemi delle scienze fisiche sono gli ultimi in cui sono
penetrato e che, in questo campo, ho delle conoscenze non solo superficiali, ma estremamente
lacunose. Una volta concluso quel volume, mi sono reso conto, che cera un libro di Tonnelat che
rimetteva in discussione quello che io pensavo che fosse il consenso dei termodinamici.
MA QUELLO CHE MI INTERESSAVA
ERA
INTERROGARMI
SUL SORPRENDENTE PROBLEMA CHE
IL XIX SECOLO
CI LASCIAVA IN EREDITA.
DA UN LATO i fisici insegnavano al mondo un principio di disordine (il secondo principio era diventato con Boltzman
un principio di disordine) che tendeva a condurre a rovina ogni cosa organizzata ;
DA UN ALTRO LATO , nello stesso momento, gli storici e i biologi (Darwin) insegnavano al mondo che esisteva un
principio di progressione delle cose organizzate.
INSOMMA
IL MONDO FISICO
TENDE apparentemente
ALLA DECADENZA
E
IL MONDO BIOLOGICO
TENDE
AL PROGRESSO. Mi sono chiesto in che modo questi due principî possano essere le due facce di una stessa realtà.
Mi sono chiesto come associare tra loro i due principi, il che ha posto dei problemi di logica e di
paradigma. Questo mi interessava, molto più che non una volgarizzazione della termodinamica che
sono incapace di compiere.
VORREI ANCHE TENTARE DI GIUSTIFICARE LA
MISSIONE IMPOSSIBILE
CHE SEMBRO ESSERMI PREFISSATO. So che è impossibile sul piano della completezza e della compiutezza, ma
io, personalmente, non posso accettare le degradazioni e le devastazioni
provocate dalla suddivisione per compartimenti e dalla specializzazione
della conoscenza.
LA SECONDA COSA CHE
MI GIUSTIFICA ai miei occhi
SI COLLOCA
SUL PIANO
DELLE IDEE GENERALI.
E CERTO CHE
LE IDEE GENERALI
SONO
IDEE VUOTE,
MA NON E MENO CERTO CHE
IL RIFIUTO
DELLE IDEE GENERALI
E
IN SE STESSO
UN IDEA GENERALE ANCOR PIU VUOTA,
PERCHE
E
UN IDEA IPERGENERALE
CHE RIGUARDA
LE IDEE GENERALI. Di fatto, le idee generali non possono essere eliminate e finiscono per regnare alla cieca nel
mondo delle specializzazioni. L aspetto interessante nell idea di themata di Holton o in
quella dei postulati occulti di Popper è che i themata e i postulati occulti sono nascosti .
Si tratta di idee generali sull ordine del mondo, sulla razionalità sul determinismo ecc. In altre
parole, ci sono delle IDEE GENERALI OCCULTE nella stessa conoscenza scientifica. Questo
non è né un male né un vizio dal momento che hanno un ruolo motore e produttore .
Aggiungerò che anche lo scienziato più specializzato ha delle idee sulla verità. Ha delle idee sul
rapporto tra il razionale e il reale. Ha delle idee ontologiche su quella che è la natura del mondo,
sulla realtà.
Una volta coscienti di questo, BISOGNA GUARDARE le proprie idee generali
E TENTARE DI FAR COMUNICARE i propri saperi specifici e le proprie idee generali.
NON PRETENDO DI RIUSCIRE NELLA
MISSIONE IMPOSSIBILE.
CERCO DI DISSODARE
UN CAMMINO
NEL QUALE SIA POSSIBILE CHE SI REALIZZI
UNA RIORGANIZZAZIONE
E
UNO SVILUPPO
DELLA CONOSCENZA. Viene un momento in cui qualcosa cambia e quello che era impossibile si rivela possibile.
Anche la stazione eretta pare impossibile ai quadrupedi. E la storia di Icaro.
Evidentemente, in La caduta di Icaro di Bruegel, il contadino aveva ragione di arare
senza badare al povero Icaro che credeva di alzarsi in volo e cadeva miserevolmente. Poi,
dopo un numero di Icari, sempre più evoluti,cè stato il primo aereo e oggi il Boeing 747
che prendiamo tutti, compreso eventualmente Icaro.
NON PRENDETEVI TROPPO GIOCO
DEGLI ICARI
DELLA MENTE.
LIMITATEVI
A IGNORARLI,
COME IL CONTADINO DI BRUEGEL.
GLI ICARI
VORREBBERO FARCI USCIRE
DALLA PREISTORIA
DELLA MENTE UMANA.
LA MIA IDEA SECONDO CUI
SIAMO
NELLA PREISTORIA
DELLA MENTE UMANA
E
UN IDEA MOLTO OTTIMISTICA.
CI APRE
IL FUTURO,
A CONDIZIONE PERO CHE
L UMANITA
ABBIA
UN FUTURO
DAVANTI A SE.
ORA, per inquadrare quello che voglio fare,
VOGLIO RIPRENDERE
QUELL OSSO DURO
CHE E
L IDEA DELLA COMPLESSITA.
DIRO INNANZITUTTO CHE
LA COMPLESSITA, per me,
E LA SFIDA.
NON E LA RISPOSTA.
IO
SONO ALLA RICERCA
DI UNA POSSIBILITA DI
PENSARE
ATTRAVERSO LA COMPLICAZIONE
( VALE A DIRE LE INNUMEREVOLI INTERRELAZIONI ) ,
ATTRAVERSO LE INCERTEZZE
E
ATTRAVERSO LE CONTRADDIZIONI .
NON MI RICONOSCO PER NIENTE
QUANDO DICONO CHE
PONGO
L ANTINOMIA
TRA LA SEMPLICITA ASSOLUTA
E
LA COMPLESSITA PERFETTA.
PERCHE per me,
INNANZITUTTO,
L IDEA DI COMPLESSITA
COMPORTA
L IMPERFEZIONE
POICHE COMPORTA
L INCERTEZZA
E
IL RICONOSCIMENTO DELL IRRIDUCIBILE.
IN SECONDO LUOGO,
LA SEMPLIFICAZIONE
E NECESSARIA,
MA
DEVE ESSERE RELATIVIZZATA . Questo dignifica che accetto la riduzione cosciente di essere una riduzione,
e non la riduzione arrogante che crede di possedere la verità semplice, dietro
l apparente molteplicità e complessità delle cose.
DEL RESTO, NEL SECONDO VOLUME DE LA MÉTHODE, *
HO DETTO CHE
LA COMPLESSITÀ
E
L UNIONE
DELLA SEMPLICITA E DELLA COMPLESSITA ;
E
L UNIONE
DEI PROCESSI DI SEMPLIFICAZIONE che sono selezione, gerarchizzazione, separazione, riduzione,
CON GLI ALTRI CONTROPROCESSI che sono la comunicazione, larticolazione di ciò che è dissociato e distinto ;
INFINE, CONSISTE
NEL SOTTRARSI
ALL ALTERNATIVA
TRA IL PENSIERO RIDUTTIVO che vede solo gli elementi
E IL PENSIERO GLOBALISTA che vede solo il tutto.
COME DICEVA PASCAL : " Ritengo impossibile conoscere le parti in quanto parti senza conoscere il tutto, ma
ritengo altrettanto impossibile conoscere il tutto senza conoscere singolarmente le parti ".
QUESTA FRASE DI PASCAL
CI RIMANDA
ALLA NECESSITA
DEGLI ANDIRIVIENI che rischiano di formare un circolo vizioso ma che possono costituire un circuito
produttivo come in un movimento di spola che tesse lo sviluppo del pensiero.
QUESTO
L HO DETTO E RIPETUTO
NEL CORSO DI UNA POLEMICA CON J.-P. DUPUY, che mi vedeva anch egli come uno alla ricerca
dell ideale di un pensiero sovrano che inglobi tutto.
AL CONTRARIO,
IO
MI PONGO
DAL PUNTO DI VISTA DELL INFERMITA CONGENITA DELLA CONOSCENZA
DAL MOMENTO CHE
ACCETTO
LA CONTRADDIZIONE E L INCERTEZZA ;
MA, CONTEMPORANEAMENTE,
LA COSCIENZA DI TALE INFERMITA
MI CHIAMA
A LOTTARE ATTIVAMENTE
CONTRO LA MUTILAZIONE. E effettivamente un combattere con l angelo.
OGGI
AGGIUNGERO
QUESTO :
LA COMPLESSITA
NON E SOLO
L UNIONE DELLA COMPLESSITA E DELLA NON-COMPLESSITA ( la semplificazione ) ;
LA COMPLESSITA
E AL CUORE DELLA RELAZIONE
TRA IL SEMPLICE E IL COMPLESSO
PERCHE
UNA SIMILE RELAZIONE
E CONTEMPORANEAMENTE
DI ANTAGONISMO
E
DI COMPLEMENTARITA.
IO CREDO PROFONDAMENTE CHE
IL MITO DELLA SEMPLICITA
SIA STATO STRAORDINARIAMENTE FECONDO
PER UNA CONOSCENZA SCIENTIFICA
CHE VUOLE ESSERE
UNA CONOSCENZA NON GROSSOLANA, che non indaga al livello della schiuma dei fenomeni ma che cerca
l invisibile dietro il fenomeno.
Bachelard diceva : " Non vi è scienza che di ciò che è nascosto ".
ORA,
CERCANDO L INVISIBILE,
SI TROVA
DIETRO IL MONDO DELLE APPARENZE E DEI FENOMENI,
IL MONDO SOTTESO DELLE LEGGI
CHE, INSIEME, COSTITUISCONO
L ORDINE
DEL MONDO
SEGUENDO
QUESTO PROCESSO,
SI ARRIVA
ALL IDEA DI
UN MONDO SOTTESO
PIU REALE DEL MONDO REALE
DAL MOMENTO CHE
E FONDATO
SULL ORDINE,
E
IL NOSTRO MONDO REALE, come nella filosofia induista,
TENDE A DIVENTARE un po
IL MONDO DELLE APPARENZE, della maya, delle illusioni, degli epifenomeni.
IL VERO PROBLEMA, ci ritornerò,
E CHE
QUEL MONDO DELLE APPARENZE, DEGLI EPIFENOMENI,
DEL DISORDINE , DELLE INTERAZIONI,
E contemporaneamente
IL NOSTRO MONDO,
E CHE
NEL MONDO SOTTESO
NON ESISTE
L ORDINE SOVRANO,
MA QUALCOS ALTRO.
QUESTO QUALCOS ALTRO
CI VIENE INDICATO
DALLA STRANA COESISTENZA
DELLA FISICA QUANTISTICA
E
DELLA FISICA EINSTEINIANA ;
CI VIENE RIVELATO
DALL ESPERIMENTO DI ASPECT compiuto a verifica del paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen.
Quell esperimento dimostra che ciò che Einstein considerava assurdo, cioè falso, è vero.
Mi piacerebbe interpellare il vostro amico fisico sul significato di quell esperimento . Io
conosco tre tipi di interpretazione :
quella di Bohm seguita da J.-P. Vigier,
quella di Espanat e
quella di Costa de Beurgegard.
IL NOSTRO UNIVERSO,
IN CUI
TUTTE LE COSE SONO SEPARATE NELLO SPAZIO E NEL TEMPO,
E CONTEMPORANEAMENTE
UN UNIVERSO
IN CUI
NON ESISTE SEPARAZIONE.
QUESTO
CI MOSTRA CHE,
NEL NOSTRO UNIVERSO DELLA DISTINZIONE,
C E
QUALCOS ALTRO ( dietro ? )
DOVE
NON C E
DISTINZIONE.
SUL PIANO DELLA COMPLESSITA,
QUESTO
SIGNIFICA CHE
NEL MONDO SOTTESO
NON C E
NE COMPLESSITA , NE SEMPLICITA ,
NE ORDINE, NE DISORDINE,
NE ORGANIZZAZIONE.
ALLORA QUALCUNO
POTRA RICONSIDERARE
SOTTO QUESTA LUCE
LE IDEE TAOISTE
SUL VUOTO INSONDABILE
CONSIDERATO
COME UNICA E FONDAMENTALE REALTA.
PER ME
L IDEA FONDAMENTALE
DELLA COMPLESSITA
NON E CHE
L ESSENZA DEL MONDO E COMPLESSA E NON-SEMPLICE,
E CHE
TALE ESSENZA
E INCONCEPIBILE .
LA COMPLESSITA
E
LA DIALOGICA
ORDINE / DISORDINE / ORGANIZZAZIONE.
MA,
DIETRO LA COMPLESSITA,
L ORDINE E IL DISORDINE
SI DISSOLVONO,
LE DISTINZIONI
SVANISCONO.
IL MERITO DELLA COMPLESSITA
CONSISTE
NEL DENUNCIARE
LA METAFISICA DELL ORDINE.
COME DICEVA MOLTO GIUSTAMENTE WHITEHEAD,
DIETRO L IDEA DELL ORDINE
C ERANO DUE COSE :
L IDEA MAGICA DI PITAGORA, secondo la quale I NUMERI SAREBBERO LA REALTÀ ULTIMA,
E
L IDEA RELIGIOSA ancora presente, in Cartesio come in Newton,
CHE L INTELLETTO DIVINO SIA IL FONDAMENTO DELL ORDINE DEL MONDO.
ALLORA,
UNA VOLTA SOTTRATTI
L INTELLETTO DIVINO E LA MAGIA DEI NUMERI,
CHE COSA RIMANE ? delle leggi ? una meccanica cosmica auto-sufficiente ?
E QUESTA
LA VERA REALTA ?
E QUESTA
LA VERA NATURA ?
A QUESTA VISIONE INCONSISTENTE,
IO OPPONGO
L IDEA DELLA COMPLESSITA .
IN QUESTO QUADRO,
DIRO CHE
ACCETTO PIENAMENTE DI RELATIVIZZARE
LA COMPLESSITA .
DA UNA PARTE
LA COMPLESSITA
INCLUDE
LA SEMPLICITA E,
DALL ALTRA,
SI APRE
SULL INCONCEPIBILE.
SONO PERFETTAMENTE DISPOSTO, in queste condizioni,
AD ACCETTARE
LA COMPLESSITA
COME PRINCIPIO del pensiero che considera il mondo,
E NON
COME IL PRINCIPIO rivelatore dell essenza del mondo.
E IN QUESTO SENSO NORMATIVO CHE
HO VOLUTO FORMULARE
ALCUNE REGOLE.
QUESTE REGOLE
SI TROVANO
NELLE PAGINE
CHE IO CHIAMO
" I COMANDAMENTI DELLA COMPLESSITA " *
NON LE ELENCHERO QUI,
MA
CONTENGONO
DIECI PRINCIPI : l imprescindibilità del tempo, della relazione dell osservatore con l osservazione,
della relazione tra l oggetto e il suo ambiente, ecc.
VI RIMANDO
A QUESTE PAGINE..
ECCO CHE COS E PER ME
LA COMPLICITA,
EFFETTIVAMENTE,
LA COMPLESSITA . Come mai mi è sfuggita la parola complicità ?
Perché io mi sento legato da una profonda complicità con il mio critico Antonio Marques.
Credo, a questo livello, di incontrarlo.
LA COMPLESSITA
NON E
UN FONDAMENTO,
E
IL PRINCIPIO NORMATIVO
CHE
NON PERDE DI VISTA
LA REALTA
DEL TESSUTO FENOMENICO
NEL QUALE
SIAMO INSERITI
E CHE COSTITUISCE
IL NOSTRO MONDO.
QUALCUNO
AVEVA PARLATO
ANCHE DI MOSTRI :
BENE,
IO EFFETTIVAMENTE CREDO CHE
IL REALE
SIA
MOSTRUOSO.
E
ENORME,
E
FUORI NORMA,
NEL SUO NOCCIOLO ESTREMO
SFUGGE
AI NOSTRI CONCETTI NORMATIVI,
MA
SU QUESTA NORMATIVITA
NOI
POSSIAMO TENTARE DI LAVORARE
FIN DOVE E POSSIBILE.
&
Lo sviluppo della scienzaPER PASSARE A UN ALTRO PUNTO,
VORREI DIRE CHE,
PARLANDO DELLA SCIENZA CLASSICA,
HO FATTO A PEZZI, come a loro modo hanno fatto Prigogine e Stengers,
UN TIPO IDEALE,
UN TIPO ASTRATTO.
SENZ ALTRO
NON HO ESPLICITATO ABBASTANZA
CHE SI TRATTAVA
DI UN " TIPO IDEALE " ,
DI UN " RAZIONALISMO UTOPICO " come diceva Max Weber.
IN QUANTO HO PUBBLICATO FINORA
C E
UNA CARENZA
CHE NON TROVERETE
NEL MIO PROSSIMO LIBRO. Ho trascurato di dimostrare come la scienza sia progredita, a dispetto del suo ideale
di semplificazione, PERCHE ERA, di fatto, COMPLESSA .
E complessa perché sul piano della sua stessa sociologia cè una lotta, un
antagonismo complementare tra il suo principio di rivalità, di conflittualità tra idee o
teorie, e il suo principio UNANIMISTICO , di accettazione della regola della
verifica e dell argomentazione.
LA SCIENZA
SI FONDA contemporaneamente
SUL CONSENSO
E
SUL CONFLITTO.
CONTEMPORANEAMENTE,
CAMMINA
CON QUATTRO ZAMPE indipendenti e interdipendenti :
LA RAZIONALITA,
L EMPIRISMO,
L IMMAGINAZIONE,
LA VERIFICA .
C E
UNA CONFLITTUALITA PERMANENTE
TRA RAZIONALISMO ED EMPIRISMO : l empirico distrugge le costruzioni razionali che si ricostituiscono sulla
base delle nuove scoperte empiriche.
C E
UNA COMPLEMENTARITA CONFLITTUALE
TRA LA VERIFICA E L IMMAGINAZIONE.
INSOMMA,
LA COMPLESSITA SCIENTIFICA
E
LA PRESENZA
DEL NON - SCIENTIFICO
NELLO SCIENTIFICO,
CHE
NON ANNULLA
LO SCIENTIFICO
MA AL CONTRARIO
GLI CONSENTE
DI ESPRIMERSI. Io credo che effettivamente tutta la scienza moderna, a dispetto delle teorie semplificanti, sia
un impresa molto complessa.
Gli esempi che illustravano come la scienza, nel suo sviluppo, non abbia sempre ossessivamente
cercato la semplificazione, sono giunti molto a proposito.
Bisognerebbe poi parlare, se vogliamo fare una storia della scienza, di quel periodo che, sebbene sia
considerato fallimentare, e estremamente ricco, il periodo che va sotto il nome di scienza romantica .
Ho trascurato dei problemi molto interessanti e ho peccato di semplificazione e non di
complessificazione.
A proposito della riduzione, effettivamente, il gioco è molto più sottile di quanto non sembrasse.
OGNI CONQUISTA
DELLA RIDUZIONE
E STATA PAGATA
IN REALTA
CON UNA NUOVA COMPLESSIFICAZIONE. Prendiamo l esempio abbastanza recente della biologia molecolare,
che apparentemente sanciva la vittoria dei riduzionisti contro i
vitalisti,
dal momento che si dimostrava che non esisteuna materia vivente, bensì dei sistemi viventi .
Ora Popper ci ha indicato che il riduzionismo fisico-chimico ha
comportato il prezzo della reintroduzione di tutta la storia del
cosmo, cioè di almeno quindici miliardi di anni di avvenimenti.
Per poter ridurre il biologico al chimico, bisogna infatti ridurre tutta
la storia della materia vivente, la costituzione delle particelle, la
costituzione degli astri, gli atomi, l atomo di carbonio.
Così quella riduzione si paga con una complessificazione storica.
Atlan, dal canto suo, ci mostra che
RIDURRE IL BIOLOGICO AL FISICO-CHIMICO
COSTRINGE A COMPLESSIFICARE IL FISICO-CHIMICO.
HO AGGIUNTO CHE
IL RIDUZIONISMO BIOLOGICO
SI SCONTA
CON L INTRODUZIONE
DI NOZIONI
CHE NON ERANO PREVISTE
NEL PROGRAMMA RIDUZIONISTA : l idea di macchina, l idea di informazione, l idea di programma.
LO SVILUPPO DELLA SCIENZA
SEGUE allora
QUESTO SORPRENDENTE PRINCIPIO :
NON SI TROVA MAI QUELLO CHE SI CERCA.
ADDIRITTURA,
SI TROVA
IL CONTRARIO
DI QUELLO CHE SI CERCA
.
SI CREDE DI TROVARE
LA CHIAVE,
SI CREDE DI TROVARE
L ELEMENTO SEMPLICE
E
SI TROVA
QUALCOSA CHE
RILANCIA O ROVESCIA
IL PROBLEMA. Aggiungerò, sempre per quanto riguarda quell idea di riduzione, che, come è stato detto, ridurre la
chimica alla microfisica non impedisce che la chimica rimanga.
Ci sono, infatti, vari livelli, varie scale ;
o meglio, non è solo una questione di scale,
ci sono anche vari angoli visuali, il punto di vista dell osservatore ;
ci sono vari livelli di organizzazione.
A LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DIVERSI
EMERGONO
DETERMINATE QUALITA E PROPRIETA
CARATTERISTICHE DI QUEI LIVELLI.
A OGNI LIVELLO
DEVONO dunque INTERVENIRE
CONSIDERAZIONI NUOVE. Anche qui, si tratta di limiti al riduzionismo.
TUTTO QUESTO
PER DIRE CHE
IL CUORE DELLA COMPLESSITA
E
L IMPOSSIBILITA
TANTO DI OMOGENEIZZARE
QUANTO DI RIDURRE,
E
LA QUESTIONE DELL UNITAS MULTIPLEX.
TOP
&
Rumore e informazioneAVEVO IN PROGRAMMA
DI RISPONDERE E ARGOMENTARE
PER SINGOLI PUNTI,
MA QUESTA OPERAZIONE
NON MI RIESCE
CON IL DISCORSO DI MANUEL ARAUJO JORGE. Senza voler giungere a un faccia a faccia, né peraltro a un
corpo a corpo, voglio seguire i punti in cui si articola la sua
discussione critica.
INNANZITUTTO
ALCUNE DELLE MIE FORMULAZIONI
HANNO FORSE POTUTO LASCIAR INTENDERE
CHE IO VEDA
NEL RUMORE
L UNICA SORGENTE
DA CUI
SCATURISCE
IL NUOVO. Eppure io non ho tardato a reagire alle tesi canoniche della biologia molecolare e al ricorso al caso per la
spiegazione di qualsiasi novità evolutiva.
Io ho scritto che il caso, SEMPRE INDISPENSABILE, non è mai solo e non spiega tutto.
E NECESSARIO
CHE SI VERIFICHI
L INCONTRO
TRA L ALEA E UNA POTENZIALITA ORGANIZZATRICE.
DUNQUE
IO
NON RIDUCO
IL NUOVO
AL " RUMORE ".
CI VUOLE QUALCHE COSA,
PER ESEMPIO
UNA POTENZIALITA RIORGANIZZATRICE
INSITA
NELL AUTO - ORGANIZZAZIONE
CHE RICEVE
L EVENTO ALEATORIO. (
Kore Kosmou = anima mundi ; la nota è mia )
IN SECONDO LUOGO ,
LEI HA ACCENNATO
ALLA CRITICA DI ATLAN
SULL ALTA E SULLA BASSA COMPLESSITA. Nel secondo volume de La Méthode ho tenuto conto di quella
critica. Ho apportato delle correzioni. Ho fatto la mia
autocritica. Se lei mi ha psicanalizzato, senz altro molto
accuratamente, forse non ha psicanalizzato abbastanza le mie
attitudini all auto-correzione.
Certo, io CONTINUO A TROVARE molto ricca L IDEA che
più una cosa è complessa , più è varia, più ci sono
interazioni, più ci sono alee, cioè L IDEA che l altissima
complessità sfoci al limite nella disintegrazione .
CONTINUO A PENSARE
CHE
I SISTEMI AD ALTA COMPLESSITÀ
CHE TENDONO A DISINTEGRARSI
NON POSSANO LOTTARE
CONTRO LA DISGREGAZIONE
SE NON
ATTRAVERSO
LA LORO CAPACITA DI
CREARE
SOLUZIONI AI PROBLEMI.
MA HO SENZ ALTRO SOTTOVALUTATO
LA NECESSITA
DI COSTRIZIONI,
VALE A DIRE
DI UN ORDINE IMPOSTO . Devo dire anche che nella mia lotta contro la metafisica dell ordine, che regnava agli
inizi degli anni Settanta ( oggi non regna più ), è potuto sembrare che l ossessione di
detronizzare l ordine privilegiasse il disordine.
Ciononostante credo di aver formulato, fin dal primo volume di La Méthode, qualcosa
che è completamente diverso dal principio di ATLAN di un ordine che si costituisce
muovendo dal rumore, pur essendo partito da quell idea, a sua volta nata dall idea di
FOERSTER : " order from noise ".
NON SOLO VI HO INTRODOTTO
L IDEA DI ORGANIZZAZIONE che è assente da entrambi le concezioni,
MA HO POSTO
IL TETRAGRAMMA
ORDINE / DISORDINE / INTERAZIONE / ORGANIZZAZIONE .
QUESTO TETRAGRAMMA
E
INCOMPRIMIBILE. Non si può ricondurre la spiegazione di un fenomeno
né a un principio di ordine puro,
né a un principio di disordine puro,
né a un principio di organizzazione ultimo.
È necessario mescolare e combinare questi princìpi.
L ORDINE, IL DISORDINE, E L ORGANIZZAZIONE
SONO INTERDIPENDENTI
E
NESSUNO DI ESSI E PRIORITARIO. Se qualcuno ha detto che il disordine è originario, è stato Serres, ma non io,
né Atlan, né Prigogine.
La mia idea del TETRAGRAMMA non è affatto analoga alla formula del
TETRAGRAMMA DEL MONTE SINAI che dà le tavole della Legge.
E, al contrario, un TETRAGRAMMA CHE DICE :
ecco le condizioni e i limiti della spiegazione.
HO AGGIUNTO CHE,
NELLO SVILUPPO DELLA SFERA BIOLOGICA,
SI DA
NON SOLTANTO CAPACITA DI INCORPORARE DEI DISORDINI O DI TOLLERARLI,
MA ANCHE UN INCREMENTO DELL ORDINE.
L ORDINE BIOLOGICO
E
UN ORDINE NUOVO,
DAL MOMENTO CHE
E
UN ORDINE NORMATIVO, OMEOSTATICO, DI PROGRAMMAZIONE, ecc.
QUINDI OGGI
IO DICO CHE
LA COMPLESSITA
CONSISTE
NELLA PROGRESSIONE IN PARALLELO
DELL ORDINE, DEL DISORDINE E DELL ORGANIZZAZIONE.
DICO ANCHE CHE
LA COMPLESSITA
CONSISTE
NEL MUTAMENTO DELLE QUALITA DELL ORDINE
E
NEL MUTAMENTO DELLE QUALITA DEL DISORDINE.
NELL ALTISSIMA COMPLESSITA,
IL DISORDINE DIVENTA LIBERTA
E
L ORDINE SI CONFIGURA COME NORMATIVITA PIU CHE COME COSTRIZIONE.
SU QUESTI PUNTI, dunque,
HO MODIFICATO
IL MIO PUNTO DI VISTA,
E
ANCORA UNA VOLTA
HO MODIFICATO
COMPLESSIFICANDO.
PER QUANTO RIGUARDA LA TEORIA DELL INFORMAZIONE,
ANCHE QUI
C E STATA
UN EVOLUZIONE
NELLE MIE FORMULAZIONI. Rimpiango un poco di aver introdotto l informazione nel primo volume di
La Méthode. Ad affascinarmi era stata la scoperta, sulle orme di Brillouin, della
possibilità di definire l informazione in termini fisici.
In realtà, si tratta di una verità parziale.
L INFORMAZIONE
DEVE ESSERE DEFINITA
IN MODO FISICO - BIO - ANTROPOLOGICO .
L INFORMAZIONE
HA incontestabilmente
QUALCOSA DI FISICO,
MA COMPARE SOLO
CON L ESSERE VIVENTE.
E STATA SCOPERTA
MOLTO TARDI nel XX secolo.
AGGIUNGERO CHE
IL RUOLO
DELLA NOZIONE DI INFORMAZIONE, così come quello dell entropia e dell entropia negativa,
SI E RIDIMENSIONATO
AI MIEI OCCHI.
SONO SEMPRE PIU PORTATO A VEDERE
NELLA TEORIA DELL INFORMAZIONE
UNO STRUMENTO TEORICO EURISTICO
E NON PIU
LA CHIAVE FONDAMENTALE DELL INTELLIGIBILITA .
NON RIESCO
A COLLOCARMI ALL INTERNO
DI QUELLA TEORIA.
POSSO SOLO UTILIZZARNE
I CONTRIBUTI, o meglio
GLI SVILUPPI ULTERIORI stile Brillouin o Atlan.
DEL RESTO
IL TERMINE ENTROPIA NEGATIVA
SPARISCE QUASI SUBITO
DAI MIEI SCRITTI,
DAL MOMENTO CHE
NON LO RITENGO
PARTICOLARMENTE UTILE.
DETTO QUESTO,
VENIAMO
AL PROBLEMA-CHIAVE
DELLA DIFFERENZA TRA INFORMAZIONE E CONOSCENZA.
PROBLEMA-CHIAVE,
CREDO. Mi torna a proposito qui una frase di ELLIOT : " Qual è la conoscenza che perdiamo nell informazione e
qual è la saggezza che perdiamo nella conoscenza ? ".
( Nota mia : informazione=bit-computazione ;
conoscenza=organizzazione ;
saggezza=riflessione ).
SI TRATTA DI
LIVELLI DI REALTA
COMPLETAMENTE DIVERSI.
DIRO che
LA SAGGEZZA E RIFLESSIVA, che
LA CONOSCENZA E ORGANIZZATRICE e che
L INFORMAZIONE SI PRESENTA sotto forma di unita che possono essere indicate, a rigore, sotto forma di bit.
PER ME la nozione di informazione deve essere senz altro posta
su un piano secondario
rispetto all idea di computazione.
Il passaggio dal primo al secondo volume di La Méthode
coincide con il passaggio in direzione della dimensione computazionistica.
QUAL E LA COSA IMPORTANTE ?
NON E L INFORMAZIONE,
E LA COMPUTAZIONE
CHE TRATTA,
E DIREI ESTRAE
DELLE INFORMAZIONI
DALL UNIVERSO. Sono d accordo con von Foerster nell affermare che le informazioni non esistono in natura .
Siamo noi che le estraiamo dalla natura ;
noi trasformiamo gli elementi e gli eventi in segni,
strappiamo l informazione al rumore muovendo dalle ridondanze.
Naturalmente le informazioni esistono dal momento in cui ci sono degli esseri viventi che
comunicano tra loro e interpretano i loro segni.
Ma prima della vita, l informazione non esiste.
L INFORMAZIONE
PRESUPPONE
LA COMPUTAZIONE VIVENTE.
INOLTRE
DEVO FARE
UNA PRECISAZIONE : la computazione non si riduce al trattamento delle informazioni. La computazione vivente è ai
miei occhi una dimensione non-digitale. La vita è un organizzazione computazionistica che,
per ciò stesso, comporta una dimensione cognitiva indifferenziata al suo interno.
Tale conoscenza non conosce se stessa. Il batterio non sa che cosa conosce, e non sa che cosa
sa. L apparato cerebrale degli animali costituisce un apparato differenziato dalla conoscenza.
Non computa gli stimoli smistati e codificati dai ricettori sensoriali ; computa le computazioni
compiute dai suoi neuroni.
ECCO CHE ALLORA
EMERGE
LA DIFFERENZA
TRA INFORMAZIONE E CONOSCENZA ,
POICHE
LA CONOSCENZA
E
ORGANIZZATRICE. La conoscenza presuppone un rapporto di apertura e di chiusura tra il conoscente ed il
conosciuto.
IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA , come dell organizzazione vivente,
E QUELLO DI
ESSERE CONTEMPORANEAMENTE
APERTA E CHIUSA.
E IL PROBLEMA DEL
COMPUTO-AUTO-ESO-REFERENTE .
E IL PROBLEMA DELLA FRONTIERA CHE
ISOLA
LA CELLULA
E CHE CONTEMPORANEAMENTE
LA FA COMUNICARE
CON L ESTERNO.
IL PROBLEMA
E
CONCEPIRE L APERTURA
CHE CONDIZIONA
LA CHIUSURA
E VICEVERSA.
L APPARATO CEREBRALE
E SEPARATO DAL MONDO ESTERNO
DAI SUOI MEDIATORI
CHE LO LEGANO A QUEL MONDO .
EMERGE QUI
UN IDEA
ALLA QUALE
CREDO MOLTO :
LA CONOSCENZA
PRESUPPONE NON SOLO
UNA SEPARAZIONE CERTA E UNA CERTA SEPARAZIONE DAL MONDO ESTERNO,
MA PRESUPPONE ANCHE
UNA SEPARAZIONE DA SE STESSI . La mia mente, per quanto furba sia, ignora tutto del cervello da cui dipende.
Non può indovinare da sola che funziona attraverso delle interazioni
intersinaptiche tra miriadi di neuroni.
CHE COSA
CONOSCE
LA MIA MENTE
DEL MIO CORPO ?
NIENTE !
CIO CHE
LA MIA MENTE
CONOSCE
DEL MIO CORPO,
LO HA POTUTO CONOSCERE
SOLO ATTRAVERSO MEZZI ESTERNI, i mezzi dell indagine scientifica . Ho portato l esempio di Antonio e
Cleopatra. Nel momento in cui Antonio grida il suo amore per Cleopatra,
non sa di essere composto da alcuni miliardi di cellule, e queste, a loro
volta, ignorano chi sia Cleopatra, e ignorano di costituire un uomo che si
chiama Antonio che è innamorato di Cleopatra.
E INCREDIBILE CHE
LA CONOSCENZA
SI LEVI
DA UN PRODIGIOSO ICEBERG DI NON-CONOSCENZA
NEL NOSTRO RAPPORTO
CON NOI STESSI .
L IGNOTO
NON E SOLTANTO
IL MONDO ESTERNO,
SIAMO SOPRATTUTTO
NOI STESSI.
COSI VEDIAMO COME
LA CONOSCENZA
PRESUPPONGA
LA SEPARAZIONE
TRA IL CONOSCENTE E IL CONOSCIBILE
E PRESUPPONGA
LA SEPARAZIONE INTERIORE
DA NOI STESSI . (nota mia : è necessario prendere le distanze da se stessi ).
CONOSCERE
SIGNIFICA
PRODURRE UNA TRADUZIONE
DELLE REALTA
DEL MONDO ESTERNO .
DAL MIO PUNTO DI VISTA
NOI SIAMO
COPRODUTTORI
DELL OGGETTO
CHE CONOSCIAMO,
COOPERIAMO
COL MONDO ESTERNO,
ED E
QUESTA COPRODUZIONE
CHE CI FORNISCE
L OGGETTIVITA
DELL OGGETTO.
NOI SIAMO DEI COPRODUTTORI DI OGGETTIVITA.
QUESTO
E
IL MOTIVO PER CUI
IO HO FATTO
DELL OGGETTIVITA SCIENTIFICA
NON SOLO UN DATO
MA ANCHE UN PRODOTTO. L oggettività riguarda anche la soggettività .
Io credo che si possa fare una teoria oggettiva del soggetto muovendo dall auto-
organizzazione propria dell essere cellulare.
Tale teoria oggettiva del soggetto ci consente di concepire i diversi sviluppi della
soggettività fino all uomo soggetto-cosciente, ma è una teoria oggettiva che non
annulla il carattere soggettivo del soggetto.
VOGLIO rapidamente ACCENNARE
ALL IDEA DI PARADIGMA,
DAL MOMENTO CHE
NE PROPONGO
UNA DEFINIZIONE DIVERSA
DA QUELLA, esitante e incerta, DI KUNN.
LA MIA DEFINIZIONE
SI PONE apparentemente
COME INTERMEDIA
TRA LA DEFINIZIONE DELLA LINGUISTICA STRUTTURALE
E LA DEFINIZIONE VULGATA, alla Kunn.
UN PARADIGMA
E
UN TIPO DI RELAZIONE LOGICA (inclusione, congiunzione, disgiunzione, esclusione)
TRA UN CERTO NUMERO DI NOZIONI PRÌNCIPI.
UN PARADIGMA
PRIVILEGIA
DETERMINATE RELAZIONI LOGICHE
A SCAPITO DI ALTRE,
ED E PER QUESTO CHE
UN PARADIGMA
CONTROLLA
LA LOGICA
DEL DISCORSO.
IL PARADIGMA
E UN MODO DI
CONTROLLARE contemporaneamente
IL LOGICO E IL SEMANTICO.
DUE PAROLE ANCHE SULLA QUESTIONE DELL IDEOLOGIA.
PER ME,
LA PAROLA IDEOLOGIA
HA UN SENSO COMPLETAMENTE NEUTRO :
UN IDEOLOGIA
E
UN SISTEMA DI IDEE.
QUANDO PARLO DI
IDEOLOGIA,
NON INDICO
NE SEGNO A DITO
LE IDEE DEGLI ALTRI.
RIPORTO
UNA TEORIA, UNA DOTTRINA, UNA FILOSOFIA
AL SUO GRADO ZERO :
UN SISTEMA DI IDEE .
ECCO ORA UNA PRECISAZIONE
, che mi sembra anch essa indispensabile,SUL PROBLEMA
SCIENZA - FILOSOFIA.
IL MIO LIBRO
SCIENCE AVEC CONSCIENCE
INIZIA
CON UN ARTICOLO
CHE SI INTITOLA PER LA SCIENZA .
QUESTO SIGNIFICA CHE
PER ME
LA SCIENZA
E
L AVVENTURA
DELL INTELLIGENZA UMANA
CHE HA PORTATO
A SCOPERTE E CONQUISTE INAUDITE,
ALLE QUALI
LA RIFLESSIONE DA SOLA
ERA INCAPACE DI ACCEDERE. Shakespeare : " Ci sono più cose nel cielo e sulla terra che in tutta la
vostra filosofia ".
QUESTO
NON MI INDUCE minimamente A DISPREZZARE
LA FILOSOFIA,
DAL MOMENTO CHE
OGGI, IN QUESTO MONDO GELIDO,
E
IL RIFUGIO
DELLA RIFLESSIVITA.
IO PENSO CHE
L UNIONE
DELL UNA E DELL ALTRA , per difficile che sia,
SIA AUSPICABILE ,
E
NON MI RASSEGNO
ALLO STATO DI DISGIUNZIONE O DI DIVORZIO
CHE SI E SALDAMENTE IMPOSTO
E CHE VIENE GENERALMENTE SUBÍTO O ACCETTATO.
SECONDO PUNTO DI VISTA SULLA SCIENZA : sono del tutto esterno ai laboratori delle scienze specializzate,
ma mi interesso alle idee incluse o implicite nelle teorie
scientifiche. Mi interesso soprattutto al ri-pensamento cui ci
invitano i progressi delle scienze fisiche e biologiche.
Così, per riprendere l esempio della particella, si è passati
dalla particella concetto-fondamento alla particella concetto-
frontiera ; ormai la particella non rimanda più per nulla
all idea di sostanza elementare semplice, ci conduce alla
frontiera dell inconcepibile e dell indicibile.
Io scommetto, quuindi, che siamo entrati nella vera età di una
rivoluzione paradigmatica profonda, diciamo forse più
radicale di quella del XVI-XVII secolo.
Credo che noi partecipiamo a una trasformazione secolare
che è difficilmente visibile perché non disponiamo del futuro
che ci consentirebbe lo sguardo sulla metamorfosi compiuta.
Per fare un confronto, richiamerò la situazione nell Oceano
Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale, quando le
flotte americane e giapponesi si fronteggiavano.
Navi, torpediniere, corazzate, sottomarini, aerei si
combattevano a vicenda per centinaia di chilometri.
Erano migliaia di combattimenti singoli,
CIASCUNO ALEATORIO E IGNARO DEGLI ALTRI .
Alla fine, una flotta batte in ritirata, e tutti dicono : gli
americani hanno vinto.
Allora, finalmente, ognuno dei singoli combattimenti acquista
il suo senso...
OGGI
ESISTE
UN NODO GORDIANO E UN RIVOLUZIONE
IN CORSO,
DEI COMBATTIMENTI MOLTO DIFFICILI.
NON C E COINCIDENZA
TRA LA COSCIENZA DELLO SCIENZIATO
E QUELLO CHE DAVVERO FA.
ALLORA, mi direte voi,
HA RAGIONE
LO SCIENZIATO.
MA LO SCIENZIATO
SA
QUELLO CHE FA ?
LA SCIENZA HA COSCIENZA DELLA PROPRIA TRASFORMAZIONE ?
NON E DEL TUTTO CERTO.
LA COSCIENZA DI SÉ
NON E
UN IPOTECA DI IPER-LUCIDITA. Lo verifichiamo continuamente nella vita quotidiana.
A MIO PARERE,
LE PRESE DI COSCIENZA
RICHIEDONO
UN AUTO-CRITICA,
MA
QUEST ULTIMA
HA BISOGNO
DI ESSERE STIMOLATA
DALLA CRITICA.
DISGRAZIATAMENTE
NELL UNIVERSO DEGLI SCIENZIATI
ESISTE
UN CONFORMISMO,
UNA SODDISFAZIONE
TANTO MAGGIORE
IN QUANTO MASCHERA
AI LORO OCCHI
LA DOMANDA PIU TERRIFICANTE : DOVE VA LA SCIENZA ?
Dopo Hiroshima è sorta una domanda, dapprima all esterno,
poi all interno della coscienza dello scienziato nucleare ;
la tecno-burocratizzazione della scienza pone al cittadino, come allo
scienziato, il problema della
SCIENZA COME FENOMENO SOCIALE.
LA RELAZIONE
SCIENZA - SOCIETA
E
MOLTO COMPLESSA
PERCHE
LA SCIENZA, partita dalla periferia della società, grazie ad alcuni spiriti indipendenti
E DIVENTATA
UN ISTITUZIONE
ATTRAVERSO
LE SOCIETA SCIENTIFICHE E LE ACCADEMIE.
OGGI
SI E ATTESTATA
AL CUORE DELLA SOCIETA.
DIFFONDENDO
LA SUA INFLUENZA
SULLA SOCIETA,
SUBISCE
A SUA VOLTA
LA DETERMINAZIONE TECNICO-BUROCRATICA
DELL ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE DEL LAVORO.
E MOLTO DIFFICILE PERCEPIRE
LE INTER-RETROAZIONI
TRA SCIENZA E SOCIETA.
SARA quindi
UNA SOCIOLOGIA COMPLESSA,
UNA CONOSCENZA COMPLESSA
A CONSENTIRE DI CAPIRE
QUESTI RAPPORTI.
&
Scienza e psicologiaJORGE CORREIA JESUINO
HA MESSO
IL DITO
SULL INSUFFICIENZA
DELLE MIE CONSIDERAZIONI
SU PIAGET.
LO AMMETTO. Sono state ragioni contemporaneamente aleatorie e contingenti a indurmi a dare così poco spazio a
Piaget. Innanzitutto gli autori frequentemente citati nel mio lavoro sono quelli che ho scoperto dopo
gli anni del 68 e sui quali prendevo appunti in funzione di La Méthode.
Conoscevo Piaget in precedenza e l ho riletto poco . Ho riletto l opera collettiva piagetiana della
Pléiade sull epistemologia che contiene dei testi molto importanti.
*
Quindi Piaget sembra sottovalutato nei miei libri mentre è un autore di importanza cruciale.Si trova all incrocio tra le scienze umane, la biologia, la psicolgia e l epistemologia.
In La connaissance de la connaissance, credo che non sottovaluterò l epistemologia genetica.
Inoltre mi sono reso conto, rileggendo il volume della Pléiade, che Piaget aveva avuto quell idea di un
" anello delle scienze ", di un circuito delle scienze, idea che io ho espresso in modo un po diverso in
quello che io chiamo il mio ANELLO EPISTEMOLOGICO e che insiste molto sugli squarci e sulle
difficoltà. Inoltre Piaget propone l idea, che io trovo feconda,
del soggetto epistemico .Io sono un sostenitore del costruttivismo piagetiano, ma con una riserva :
MANCA IL COSTRUTTORE DEL COSTRUTTIVISMO .
PIAGET
IGNORAVA CHE
OCCORRONO
DELLE FORZE COMPLESSE ORGANIZZATRICI INNATE
PERCHE VI SIANO
DELLE ATTITUDINI PRONUNCIATE
A CONOSCERE ED APPRENDERE.
DEV ESSERCI
MOLTO DI INNATO,
NON NEL SENSO
DI UN PROGRAMMA INNATO DI COMPORTAMENTI,MA NEL SENSO
DI STRUTTURE INNATE IN GRADO DI ACQUISIRE.IL DIALOGO PIAGET-CHOMSKY
E UN PO
UN DIALOGO TRA SORDI, l aspetto barbaro di una discussione tra due menti civilizzate.
PIAGET
AVEVA UNA GRANDE DIFFICOLTA AD AMMETTERE
IL RUOLO INCISIVO
DI CIO CHE POSSIAMO CHIAMARE
STRUTTURE INNATE DI PERCEZIONE , DI COSTRUZIONE .
COMSKY
RIMANEVA ARROCCATO
SU QUESTO INNATISMO
SENZA PORSI
LA DOMANDA
CHE SI PONE PIAGET :
MA DA DOVE VIENE LA COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE INNATE ?QUESTA COSTRUZIONE
NON PUO ESSERE
IL FRUTTO
DI UN RAPPORTO DIALOGICO CON L AMBIENTE ESTERNO, ma lo stato attuale delle conoscenze non
consente alcuna spiegazione.
PER QUESTO PIAGET
SI INGEGNAVA A TROVARE
UNA CHIAVE
CON LA SUA TEORIA DELLA FENOCOPIA .
INSOMMA,
SONO
CON PIAGET
PER
L ORIGINE BIOLOGICA
DELLA CONOSCENZA.
MA
RIMANEVO COLPITO, nelle mie scoperte successive,
DAL FATTO CHE
PIAGET
SI FERMAVA
AL LIVELLO DELL IDEA DI ORGANIZZAZIONE E DI NORMATIVITA
SENZA ACCEDERE
ALLA PROBLEMATICA COMPLESSA DELL AUTO-ORGANIZZAZIONE.
SENZA VOLERMI GIUSTIFICARE,
QUESTO E DETTO
PER SPIEGARMI
E ANCHE
PER FARE AMMENDA
PER UN SILENZIO INGIUSTO.
E MOTIVATO ANCHE
IL RILIEVO
SULLA DIMENSIONE PSICOLOGICA
CHE SEMBRA ASSENTE
DALLE MIE PREOCCUPAZIONI,
SEBBENE IO CONTI DI INCLUDERLA
NEL LIBRO CHE STO SCRIVENDO. Vi ricordo che nei miei studi su
L homme et la mort e su L homme imaginaire
*questa dimensione era pienamente presente.
TOP
&
Competenze e limitiVENGO ORA
AL PROBLEMA - CHIAVE
DEI LIMITI ;
COME PENSARE, malgrado i limiti, AIUTANDOSI CON LE CONTRADDIZIONI ?
IN CHE MODO
LE APORIE che ci impediscono di pensare
POSSONO, per altra via, STIMOLARCI
A PENSARE ?
RICHIAMIAMO
DELLE APORIE MOLTO NOTE.
COME POSSIAMO APPRENDERE
SE
NON SAPPIAMO GIA ?
SE
SAPPIAMO GIA,
ALLORA
NON IMPARIAMO
NIENTE. E però impariamo a nuotare, impariamo a guidare, impariamo ad apprendere.
NON BISOGNA dunque LASCIARSI BLOCCARE
DALLE CONTRADDIZIONI LOGICHE,
MA ovviamente NON BISOGNA CADERE
NEL DISCORSO INCOERENTE.
DEVO RISPONDERVI
SULLE DOMANDE CHE MI RIGUARDANO ?
SENTITE,
NON VI RISPONDERO
SULLE COSE PIU SOGGETTIVE ,
SEBBENE LA MIA SOGGETTIVITA
ABBIA VOGLIA DI RISPONDERVI.
MA,
NONOSTANTE TUTTO,
FORSE BISOGNA CHE IO ESPRIMA
LA COSCIENZA DI ESISTERE PERSONALMENTE
NELLA MIA OPERA.
SONO UN AUTORE NON NASCOSTO
,VOGLIO DIRE
CON QUESTO CHE
MI DIFFERENZIO
DA QUELLI CHE SI CELANO
DIETRO L APPARENTE OGGETTIVITA DELLE LORO IDEE,
COME SE
LA VERITA ANONIMA
PARLASSE
DALLA LORO BOCCA.
ESSERE AUTORI
SIGNIFICA
ASSUMERE
LE PROPRIE IDEE
NEL BENE E NEL MALE.
IO SONO
UN AUTORE CHE, in più ,
SI AUTO-ADDITA.
VOGLIO DIRE CHE
QUESTA ESIBIZIONE
COMPORTA ANCHE
UNA CERTA UMILTA.
IO DO
LA MIA DIMENSIONE SOGGETTIVA,
LA METTO
SUL TAPPETO,
DANDO
AL LETTORE
LA POSSIBILITA
DI INDIVIDUARE E DI CONTROLLARE
LA MIA SOGGETTIVITA.
IO CERCO DI
ESSERE DENOTATIVO
DANDO
DELLE DEFINIZIONI
E
CREDO
DI DEFINIRE
TUTTI I CONCETTI CHE PROPONGO.
MA,
UNA VOLTA POSTA
LA DEFINIZIONE,
MI LASCIO ANDARE
AL LINGUAGGIO,
CON TUTTI I PORTATI
DELLA CONNOTAZIONE
IN TERMINI DI RISONANZA E DI EVOCAZIONE.
SONO SENSIBILE
ALLE FACOLTA, ALLE GRAZIE
DELLA CONNOTAZIONE.
DI FRONTE A LORO
CEDO,
MA
LE SFRUTTO ANCHE.
PER QUANTO RIGUARDA L ANALOGIA,
MI VENGONO RIMPROVERATE
LE MIE METAFORE.
PRIMA DI TUTTO,
IO MI ESPRIMO PER METAFORE
SAPENDO CHE SONO METAFORE, il che è molto meno grave che usare metafore senza saperlo.
INOLTRE
E NOTO CHE
LA STORIA DELLE SCIENZE
E FATTA
DI UNA MIGRAZIONE DI CONCETTI,
VALE A DIRE LETTERALMENTE
DI METAFORE.
IL CONCETTO DI LAVORO, di origine antropo-sociologica,
E DIVENTATO
UN CONCETTO FISICO.
IL CONCETTO SCIENTIFICO DI INFORMAZIONE, partito dal telefono,
E DIVENTATO
UN CONCETTO FISICO,
POI
E MIGRATO
IN BIOLOGIA
DOVE
I GENI
SONO DIVENTATI
PORTATORI DI INFORMAZIONE.
TOP
&
La migrazione dei concettiI CONCETTI
VIAGGIANO
ED E MEGLIO CHE VIAGGINO
SAPENDO DI VIAGGIARE.
E MEGLIO CHE
NON VIAGGINO CLANDESTINAMENTE.
E BUONA COSA ANCHE CHE
VIAGGINO
SENZA ESSERE INDIVIDUATI
DAI DOGANIERI !
DI FATTO,
LA CIRCOLAZIONE CLANDESTINA DEI CONCETTI
HA TUTTAVIA CONSENTITO
ALLE DISCIPLINE
DI SOTTRARSI
ALL ASFISSIA E ALLE TRAPPOLE.
LA SCIENZA
SAREBBE COMPLETAMENTE INTRAPPOLATA
SE
I CONCETTI
NON MIGRASSERO CLANDESTINAMENTE. Mandelbrot ha detto che le grandi scoperte son frutto di errori
nel trasferimento dei concetti da un ambito all altro,
errori, aggiungeva, commessi dal ricercatore di talento .
Ci vuole talento perché l errore diventi fecondo.
Questo mette in luce anche la relatività dei ruoli
dell errore e della verità.
SI E ACCENNATO
ALLA MIA TENDENZA
AI GIOCHI DI PAROLE COME
" I LIMITI DELLA COSCIENZA E LA COSCIENZA DEI LIMITI ".
HEGEL, MARX, HEIDEGGER
ERANO INCLINI
AI GIOCHI DI PAROLE.
E
UNA COSA CHE
MI DIVERTE.
MOLTI AMICI,
LEGGENDO I MIEI MANOSCRITTI,
MI HANNO DETTO :
" TOGLI QUEI calembour(= gioco di parole) , GLI SCIENZIATI NON TI PRENDERANNO SUL SERIO ! " .
ERO TENTATO DI SEGUIRE
IL CONSIGLIO
DI QUEGLI AMICI.
POI
MI SONO DETTO :
" NO, FAREI TORTO A ME STESSO " .
MI SONO VOLUTO CONCEDERE
UN PICCOLO PIACERE SOGGETTIVO COMPLEMENTARE.
E GRAVE ?
IO CREDO CHE
NON SIA SOLTANTO L AUTORE
A GIOCARE
CON LE PAROLE,
MA CHE
ANCHE LE PAROLE
GIOCHINO
CON SE STESSE.
COME DICEVA IL POETA, LE PAROLE FANNO L AMORE .
NELLA FORMULA CITATA
SUI LIMITI DELLA COSCIENZA,
I PUNTI INTERESSANTI
SONO
L ALTALENA E IL RITORNO :
BASTA INVERTIRE, PERMUTARE I TERMINI,
E IL PREDICATO SI RITROVA SOGGETTO, IL SOGGETTO PREDICATO.
NEL COMPIERE
QUESTA OPERAZIONE,
SI COMPIE EVENTUALMENTE
UN MOVIMENTO AD ANELLO
E
IL PENSIERO
RI - PARTE ,
IN MODO RICORSIVO.
E L EFFETTO CHE
RETRO - AGISCE
SULLA CAUSA
E
IL PRODOTTO CHE
RITORNA
SUL PRODUTTORE.
QUESTA STESSA IDEA DI
ANELLO RICORSIVO
PUO ESSERE ESPRESSA
IN TERMINI POETICI. Gérard de Nerval ha detto : " La tredicesima [ora] ritorna, è sempre la prima " .
NON VERRETE AD OBIETTARE :
" PERCHE PARLA COSI, SIGNORE ? SI PUO SEMPLICEMENTE DIRE CHE QUANDO SONO LE TREDICI E L UNA, PUNTO E BASTA ".
MA COSI L ANELLO
SI PERDE.
O, COME DICE ELLIOT :
" LA FINE E LA DA DOVE NOI PARTIAMO ".
SI CAPISCE
MOLTO BENE
COSA
VUOLE DIRE.
BISOGNA CAPIRE CHE
LE METAFORE
FANNO PARTE
DELLA CONVIVIALITA DEL LINGUAGGIO
E
DELLA CONVIVIALITA DELLE IDEE.
LA RAGIONE ?
IO
MI CONSIDERO
RAZIONALE,
MA
PARTO
DALL IDEA CHE
LA RAGIONE E EVOLUTIVA
E CHE
PORTA
IN SE
IL SUO PEGGIOR NEMICO !
SI TRATTA
DELLA RAZIONALIZZAZIONE,
CHE RISCHIA DI SOFFOCARLA.
TUTTO CIO CHE
E STATO SCRITTO
SULLA RAGIONE
DA HORKHEIMER, ADORNO O MARCUSE,
BISOGNA TENERLO BEN PRESENTE.
LA RAGIONE
NON E DATA,
LA RAGIONE
NON PROCEDE
LUNGO BINARI,
LA RAGIONE
PUO AUTODISTRUGGERSI,
TRAMITE
DEI PROCESSI INTERNI
CHE COSTITUISCONO
LA RAZIONALIZZAZIONE.
QUEST ULTIMA
E
IL DELIRIO LOGICO, IL DELIRIO DI COERENZA
CHE
SI SOTTRAE
AL CONTROLLO
DELLA REALTA EMPIRICA.
A MIO PARERE,
LA RAGIONE
SI DEFINISCE
IN BASE
AL TIPO DI DIALOGO
CHE INTRATTIENE
CON IL MONDO ESTERNO
CHE
LE RESISTE ;
INSOMMA,
LA VERA RAZIONALITA
RICONOSCE L IRRAZIONALITA
E
DIALOGA CON L IRRAZIONALIZZABILE. Occorre ripetere che spesso, nella storia del pensiero, alcuni pensatori
irrazionalisti hanno portato il correttivo razionale a delle
razionalizzazioni dementi. Kierkegaard ha detto di Hegel :
" Il Signor professore sa tutto sull universo, ha semplicemente
dimenticato chi è lui " .
Ci voleva quel credente mistico per fare questa constatazione razionale.
NIELS BOHR, molto razionalmente,
CI FA ACCETTARE
L APORIA
DELL ONDA E DEL CORPUSCOLO,
ALMENO TANTO DA NON POTER ANDARE OLTRE.
RIPARLIAMO DI PIAGET.
LA RAGIONE E EVOLUTIVA ED EVOLVERA ANCORA.
IO CREDO CHE
LA VERA RAZIONALITA
SIA PROFONDAMENTE TOLLERANTE
NEI CONFRONTI DEI MISTERI.
LA FALSA RAZIONALITA
HA SEMPRE DEFINITO
" PRIMITIVE " , " INFANTILI ", " PRE-LOGICHE "
DELLE POPOLAZIONI
DOTATE
DI UNA COMPLESSITA DI PENSIERO, non solo nella tecnica, nella conoscenza della natura, ma nei miti.
PER TUTTE QUESTE RAGIONI,
CREDO CHE
CI TROVIAMO
AGLI INIZI
DI UNA GRANDE AVVENTURA. In Le paradigme perdu,
* io sostengo che l umanità ha più di un inizio.L umanità non è nata una volta per tutte, è nata diverse volte e io sono tra quelli
che sperano in una nuova nascita.
VOGLIO SPIEGARMI ORA
SUL TERMINE DI
ETA DEL FERRO PLANETARIA.
L ETA DEL FERRO PLANETARIA
INDICA CHE
SIAMO ENTRATI
NELL ERA PLANETARIA
IN CUI
TUTTE LE CULTURE,
TUTTE LE CIVILTA
SONO ORMAI IN INTERCONNESSIONE PERMANENTE.
INDICA contemporaneamente CHE , malgrado le intercomunicazioni,
LE RELAZIONI
TRA RAZZE, TRA CULTURE, TRA ETNIE, TRA POTENZE, TRA NAZIONI, TRA SUPERPOTENZE
SI SVOLGONO
IN UN CONTESTO DI
TOTALE BARBARIE.
SIAMO
NELL ETA DEL FERRO PLANETARIA
E
NESSUNO SA
SE NE USCIREMO.
LA COINCIDENZA
TRA L IDEA DI ETA DEL FERRO PLANETARIA
E L IDEA CHE CI TROVIAMO NELLA PREISTORIA DELLA MENTE UMANA,
NELL ERA DELLA BARBARIE DELLE IDEE,
NON E FORTUITA .
*PRE - ISTORIA
DELLA MENTE UMANA
VUOL DIRE CHE,
SUL PIANO DEL PENSIERO COSCIENTE,
SIAMO SOLO AGLI INIZI.
SIAMO ANCORA
SOGGETTI
CHE PENSANO
SECONDO MODALITA MUTILANTI E DISGIUNTIVE,
ED E ANCORA MOLTO DIFFICILE
PENSARE
IN MODO COMPLESSO.
LA COMPLESSITA
NON E
LA RICETTA CHE IO FORNISCO
MA
L APPELLO ALLA CIVILIZZAZIONE DELLE IDEE.
BARBARIE DELLE IDEE
SIGNIFICA ANCHE CHE
I SISTEMI DI IDEE
SONO
BARBARI
GLI UNI NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI.
LE TEORIE
NON HANNO
NESSUNA CONVIVIALITA
NEI LORO RECIPROCI RAPPORTI.
NOI
NON SIAMO CAPACI, sul piano delle idee,
DI ESSERE DAVVERO CONVIVIALI.
IL SIGNIFICATO
DELLA PAROLA BARBARIE ?
LA PAROLA BARBARIE
SIGNIFICA
L INCONTROLLATO
PER ESEMPIO L IDEA CHE
IL PROGRESSO DELLA CIVILTA
SI ACCOMPAGNI
A UN PROGRESSO DI BARBARIE
E
UN IDEA DEL TUTTO ACCETTABILE
SE
SI CAPISCE
UN PO
LA COMPLESSITA
DEL MONDO STORICO - SOCIALE.
E CERTO, per esempio, CHE
UNA CIVILTA URBANA
CHE PRODUCE REALMENTE
BENESSERE, SVILUPPI TECNICI E D ALTRO TIPO,
L ATOMIZZAZIONE
DEI RAPPORTI UMANI
PROVOCA
DELLE AGGRESSIONI, DELLE BARBARIE, DELLE INSENSIBILITA INCREDIBILI.
NOI
DOBBIAMO CAPIRE
QUESTI FENOMENI
E
NON ESSERNE SPAVENTATI.
CREDO CHE
SI TRATTI DI
UNA PRESA DI COSCIENZA
TANTO PIU IMPORTANTE
IN QUANTO, fino a un epoca molto recente,
ABBIAMO CON-VISSUTO
CON L IDEA
CHE NOI
AVREMMO PORTATO LA STORIA A COMPIMENTO,CHE LA NOSTRA SCIENZA
AVESSE ACQUISITO L ESSENZIALE DEI SUOI PRINCIPI E DEI SUOI RISULTATI,CHE LA NOSTRA RAGIONE
FOSSE FINALMENTE A PUNTO ,CHE LA SOCIETA INDUSTRIALE
STABILIZZASSE LA SUA ROTTA ,CHE I SOTTOSVILUPPATI
SI SAREBBERO SVILUPPATI,CHE GLI SVILUPPATI
NON FOSSERO SOTTOSVILUPPATI.OGGI
NON SI TRATTA
DI SPROFONDARE
NELL APOCALISSI E NEL MILLENARISMO,
SI TRATTA
DI VEDERE CHE
SIAMO FORSE
ALLA FINE DI UNA CERTA EPOCA,
E, SPERIAMO,
AGLI ESORDI DI TEMPI NUOVI.
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