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La complessità e l impresa
SOMMARIO Tre tipi di causalità Dall' auto-organizzazione all' auto-eco-organizzazione Vivere è venire a patti con il disordine Strategia , programma , organizzazione Dei rapporti complementari e antagonisti C' è bisogno di solidarietà vissute
PRENDIAMO UNA TAPPEZZERIA CONTEMPORANEA.
IL TESSUTO
CONTIENE
DEI FILI DI LINO, DI SETA, DI COTONE, DI LANA, DI VARI COLORI.
PER CONOSCERE
QUESTA TAPPEZZERIA,
SAREBBE INTERESSANTE CONOSCERE
LE LEGGI ED I PRINCIPI
CHE RIGUARDANO
CIASCUNO DI QUESTI TIPI DI FILO.
EPPURE, LA SOMMA DELLE CONOSCENZE
SU OGNUNO DI QUESTI TIPI DI FILO che entrano nella tappezzeria
NON SOLO E INSUFFICIENTE
PER CONOSCERE QUELLA REALTA NUOVA CHE E LA STOFFA, vale a dire le qualità e le proprietà proprie di quel tessuto,
MA, inoltre,
E INCAPACE DI AIUTARCI A CONOSCERNE
LA FORMA E LA CONFIGURAZIONE.
PRIMA TAPPA DELLA COMPLESSITÀ :
abbiamo delle conoscenze semplici chenon aiutano a conoscere le proprietà dell insieme. Una constatazione
banale che ha conseguenze non-banali : la tappezzeria è qualcosa di più
della somma dei fili che la costituiscono.
UN TUTTO E PIU DELLA SOMMA DELLE PARTI CHE LO COSTITUISCONO.
SECONDA TAPPA DELLA COMPLESSITÀ :
il fatto che ci sia una tappezzeria( = il tutto ) fa sì che le singole qualità di questo o quel tipo di filo non
possano manifestarsi pienamente. Sono inibite o virtualizzate.
IL TUTTO allora E MENO DELLA SOMMA DELLE SUE PARTI.
TERZA TAPPA : questo presenta delle difficoltà per il nostro intelletto e la nostra struttura
mentale.
IL TUTTO E contemporaneamente PIU E MENO DELLA SOMMA DELLE PARTI.
IN QUESTA TAPPEZZERIA,
COME NELL ORGANIZZAZIONE,
I FILI
NON SONO DISPOSTI A CASO.
SONO ORGANIZZATI
IN FUNZIONE
DI UN CANOVACCIO,
DI UN UNITA SINTETICA
IN CUI
OGNI PARTE
CONCORRE
ALL INSIEME.
E
LA TAPPEZZERIA STESSA
E
UN FENOMENO PERCEPIBILE E CONOSCIBILE,
CHE NON PUO ESSERE SPIEGATO
SECONDO ALCUNA LEGGE SEMPLICE.
&
Tre tipi di causalitàUN ORGANIZZAZIONE QUALE L IMPRESA
SI COLLOCA
IN UN MERCATO.
PRODUCE
OGGETTI O SERVIZI, cose che le diventano esterne ed entrano nell universo del consumo.
LIMITARSI
A UN IMMAGINE DELL IMPRESA
COME ENTITA ETERO-PRODUTTRICE
SAREBBE INSUFFICIENTE.
PERCHE
PRODUCENDO
COSE E SERVIZI,
L IMPRESA, contemporaneamente,
SI AUTO-PRODUCE. Questo significa che produce tutti gli elementi necessari alla propria sopravvivenza e alla propria
organizzazione. Organizzando la produzione di oggetti e di servizi, l impresa si auto-organizza,
si auto-alimenta, se necessario si auto-ripara, e se le cose vanno bene si auto-sviluppa
sviluppando la sua produzione.
COSI,
PRODUCENDO
DEI PRODOTTI INDIPENDENTI DAL PRODUTTORE,
SI SVILUPPA
UN PROCESSO
IN CUI
IL PRODUTTORE
PRODUCE
SE STESSO. Da un lato la sua auto-produzione è necessaria alla produzione di oggetti, dall altro la produzione di
oggetti è necessaria alla sua stessa auto-produzione.
LA COMPLESSITA
COMPARE
NEL SEGUENTE ENUNCIATO :
SI PRODUCONO COSE E CONTEMPORANEAMENTE CI SI AUTO-PRODUCE ;
IL PRODUTTORE STESSO E IL PROPRIO PRODOTTO.
QUESTO ENUNCIATO
PONE
UN PROBLEMA DI CAUSALITA. Un primo aspetto è costituito dalla causalità lineare. Se con una certa materia
prima, applicando un certo processo di trasformazione, si produce un certo
oggetto di consumo, ci si inserisce in una linea di causalità lineare : una certa
causa produce certi effetti.
Secondo aspetto : causalità circolare retroattiva. Un impresa ha bisogno di
normatività. Deve realizzare la sua produzione in funzione dei bisogni esterni,
della sua forza-lavoro e delle sue capacità di energia interne.
Ora, come sappiamo - da circa quarant anni, grazie alla cibernetica -, l effetto
(incremento o diminuzione di vendite) può retroagire per stimolare o far calare la
produzione di oggetti e di servizi nell impresa.
Terzo aspetto : causalità ricorsiva. Nel processo ricorsivo, gli effetti e i
prodotti sono necessari al processo che li genera. Il prodotto è il produttore di
ciò che lo produce.
QUESTE TRE CAUSALITA
SI RITROVANO
A TUTTI I LIVELLI
IN ORGANIZZAZIONI COMPLESSE. La società, per esempio è prodotta dalle interazioni tra gli individui che la
costituiscono.
La stessa Società, come un tutto organizzato e organizzatore,
retroagisce per produrre gli individui attraverso l educazione, il linguaggio, la
scuola. Così gli individui, nelle loro interazioni, producono la Società, la quale
produce gli individui che la producono. Questo avviene in un circuito a spirale
attraverso l evoluzione storica.
QUESTA COMPRENSIONE
DELLA COMPLESSITA
NECESSITA
DI UN MUTAMENTO abbastanza profondo DELLE NOSTRE STRUTTURE MENTALI.
IL RISCHIO,
SE QUESTO MUTAMENTO DI STRUTTURE MENTALI NON SI VERIFICASSE,
SAREBBE QUELLO DI
ANDARE
VERSO LA PURA CONFUSIONE O IL RIFIUTO DEI PROBLEMI.
NON ESISTONO
DA UNA PARTE L INDIVIDUO, DALL ALTRA LA SOCIETA,
DA UNA PARTE LA SPECIE, DALL ALTRA GLI INDIVIDUI,
DA UNA PARTE L IMPRESA con il suo diagramma, il suo programma di produzione, le sue indagini di mercato,
DALL ALTRA I SUOI PROBLEMI di relazioni umane, di personale, di relazioni pubbliche.
I DUE PROCESSI
SONO
INSEPARABILI ED INTER-DIPENDENTI.
& Dall auto-organizzazione all auto-eco-organizzazione
L IMPRESA, ORGANISMO VIVENTE,
SI AUTO-ORGANIZZA,
E
REALIZZA
LA PROPRIA AUTO-PRODUZIONE.
CONTEMPORANEAMENTE,
REALIZZA
UN AUTO-ECO-ORGANIZZAZIONE
E
UN AUTO-ECO-PRODUZIONE.
QUESTO CONCETTO COMPLESSO
MERITA
DI ESSERE CHIARITO. L impresa è posta in un ambiente esterno
che si trova a sua volta inserito in un SISTEMA ECO-ORGANIZZATO
o ECO-SISTEMA.
Prendiamo l esempio delle piante o degli animali : i loro processi conobiologici conoscono
lalternanza del giorno e della notte, come quella delle stagioni.
L ORDINE COSMICO si trova in qualche modo
INCORPORATO all interno dell organizzazione delle specie viventi.
Guardiamo oltre, partendo da un esperimento condotto nel 1951 al planetario di Brema su un
uccello migratore, la bigiarella.
Il planetario ha fatto scorrere la volta celeste e le costellazioni che vanno dal cielo di
Germania a quello d Egitto davanti agli occhi di questo uccello, che d inverno emigra verso
la valle del Nilo. Nel planetario, la capinera ha seguito la carta del cielo senza la minima
incertezza e si è posata sul cielo di Luxor. Insomma ha "computato" il suo itinerario in
funzione di riferimenti celesti.
Questo esperimento prova che la bigiarella aveva, in quel modo, il cielo in testa.
NOI ESSERI UMANI
CONOSCIAMO
IL MONDO
TRAMITE I MESSAGGI TRASMESSI
DAI NOSTRI SENSI AL NOSTRO CERVELLO.
IL MONDO
E PRESENTE
ALL INTERNO DELLA NOSTRA MENTE,
LA QUALE
E
ALL INTERNO DEL NOSTRO MONDO.
IL PRINCIPIO DELL AUTO-ECO-ORGANIZZAZIONE
HA UN VALORE OLOGRAMMATICO :
così come la qualità dell immagine ologrammatica è legata al fatto
che ogni punto possiede la quasi-totalità dellinformazione del tutto,
così, in qualche modo, il tutto in quanto tutto di cui noi facciamo
parte è presente nella nostra mente.
IN UN OTTICA SEMPLIFICANTE
DIREMMO :
LA PARTE E NEL TUTTO.
IN UN OTTICA COMPLESSA
DICIAMO :
NON SOLO LA PARTE E NEL TUTTO ;
IL TUTTO E ALL INTERNO DELLA PARTE CHE E ALL INTERNO DEL TUTTO !
QUESTA COMPLESSITA
E
ALTRA COSA
RISPETTO ALLA CONFUSIONE DEL " TUTTO E IN TUTTO " E VICEVERSA.
QUESTO
VALE
PER OGNI CELLULA DEL NOSTRO ORGANISMO che contiene la totalità del codice genetico
presente nel nostro corpo.
QUESTO
VALE
PER LA SOCIETA : fin dall infanzia si imprime in quanto tutto nella nostra mente,attraverso
l educazione familiare, leducazione scolastica, l educazione universitaria.
CI TROVIAMO DI FRONTE A
SISTEMI ESTREMAMENTE COMPLESSI
IN CUI
LA PARTE E NEL TUTTO
E
IL TUTTO E NELLA PARTE. Questo vale per l impresa,
che ha le sue regole di funzionamento e
all interno della quale agiscono le leggi della Società Intera.
&
Vivere È venire a patti con il disordineUN IMPRESA
SI AUTO-ECO-ORGANIZZA
SUL MERCATO, mercato che è un fenomeno contemporaneamente ordinato, organizzato e aleatorio.
Aleatorio perché non cè certezza assoluta sulle opportunità e le possibilità di vendere i prodotti e i
servizi, anche se ci sono delle possibilità, delle probabilità, delle plausibilità.
IL MERCATO
E
UNA MISCELA DI ORDINE E DI DISORDINE. Purtroppo - o per fortuna - l universo intero è un cocktail
di ordine, di disordine e di organizzazione.
Ci troviamo in un universo da cui non siamo in grado di
allontanare l alea, l incerto, il disordine.
DOBBIAMO VIVERE
E
VENIRE A PATTI
CON
IL DISORDINE.L ORDINE ? E tutto ciò che è ripetizione, costanza, invarianza, tutto ciò che può essere posto sotto l egida di una
relazione altamente probabile, inquadrato sotto la dipendenza da una legge.
IL DISORDINE ? E tutto ciò che è irregolarità, deviazione rispetto ad una struttura data, alea, imprevedibilità.
IN UN UNIVERSO DI
ORDINE PURO,NON SI DAREBBE INNOVAZIONE, CREAZIONE, EVOLUZIONE ;
NON SI DAREBBE NE ESISTENZA VIVENTE NE ESISTENZA UMANA.
ALLO STESSO MODO,
NESSUNA ESISTENZA
SAREBBE POSSIBILE
NEL
PURO DISORDINE, poiché non ci sarebbe alcun elemento di stabilità sul quale fondare una organizzazione.LE ORGANIZZAZIONI
HANNO BISOGNO DI ORDINE E BISOGNO DI DISORDINE.
In un universo in cui i sistemi subiscono lincremento del disordine e tendono a disintegrarsi,
la loro organizzazione permette di respingere, captare ed utilizzare il disordine.
OGNI ORGANIZZAZIONE, come ogni fenomeno fisico, organizzativo e, naturalmente, vivente ,
TENDE
A DEGRADARSI
E
A DEGENERARE. Il fenomeno della disintegrazione e della decadenza è un fenomeno normale.
In latre parole, la normalità
non è che le cose perdurino così come sono, questo sarebbe anziinquietante.
NON C E
ALCUNA RICETTA DI EQUILIBRIO.
IL SOLO MODO
DI LOTTARE
CONTRO LA DEGENERAZIONE
E
NELLA RIGENERAZIONE PERMANENTE, in altri termini
NELL ATTITUDINE DELL INSIEME DELL ORGANIZZAZIONE
A RIGENERARSI
E
A RIORGANIZZARSI
FACENDO FRONTE A TUTTI I PROCESSI DI DISINTEGRAZIONE.
&
Strategia, programma, organizzazione
ORDINE, DISORDINE, PROGRAMMA, STRATEGIA !
LA NOZIONE DI " STRATEGIA "
SI CONTRAPPONE
A QUELLA DI " PROGRAMMA ".
UN PROGRAMMA
E
UNA SEQUENZA DI AZIONI PREDETERMINATE che deve funzionare in
circostanze che ne consentano larealizzazione.
Se le circostanze esterne non sonofavorevoli, il programma si ferma o fallisce.
LA STRATEGIA , invece - come abbiamo visto -,
ELABORA
UNO O PIU SCENARI.
Fin dal principio si prepara, se cè qualcosa di nuovo o di imprevisto,
a incorporarlo per modificare o arricchire la propria azione.
IL PROGRAMMA ovviamente
CONSENTE
UN NOTEVOLE RISPARMIO : non si è costretti a riflettere, tutto avviene per automatismo.
UNA STRATEGIA, invece,
SI DETERMINA
TENENDO CONTO
DI UNA SITUAZIONE ALEATORIA, di elementi avversi, addirittura di avversari,
ED E PORTATA A MODIFICARSI
IN FUNZIONE
DELLE INFORMAZIONI
FORNITE
LUNGO IL PERCORSO,
PUO AVERE
UNA GRANDISSIMA ELASTICITA.
MA UNA STRATEGIA
PER ESSERE CONDOTTA
DA UN ORGANIZZAZIONE,
RICHIEDE allora che
L ORGANIZZAZIONE
NON SIA CONCEPITA
PER OBBEDIRE AD UNA PROGRAMMAZIONE,
MA
POSSA OPERARE
CON DEGLI ELEMENTI
CAPACI DI CONTRIBUIRE
ALL ELABORAZIONE E ALLO SVILUPPO
DELLA STRATEGIA.
IO CREDO, allora, CHE
IL NOSTRO MODELLO IDEALE DI FUNZIONALITA E DI RAZIONALITA
NON SIA SOLO UN MODELLO ASTRATTO,
MA ANCHE UN MODELLO NOCIVO. Nocivo per coloro che si trovano nelle amministrazioni, insomma per
l insieme della vita sociale.
UN SIMILE MODELLO
E evidentemente
RIGIDO,
E
TUTTO CIO CHE E PROGRAMMATO
SOFFRE DI RIGIDITA
RISPETTO ALLA STRATEGIA. Naturalmente in una amministrazione non si può dire che ciascuno possa diventare
stratega, a quel punto sarebbe il disordine più totale. Ma, in generale, si evita di
porre il problema della rigidità e delle possibilità di elasticità e di "adattatività",
cosa che favorisce le sclerosi nel fenomeno burocratico.
LA BUROCRAZIA
E
AMBIVALENTE. La burocrazia è razionale perché applica delle regole impersonali valide per tutti e perché
garantisce la coesione e la funzionalità di una organizzazione. Ma, d altro canto, questa stessa
burocrazia può essere criticata come puro strumento di decisioni che non sono
necessariamente razionali. La burocrazia può essere considerata come un insieme
parassitario in cui si sviluppano tutta una serie di blocchi, di ingorghi che diventano un fenomeno
parassitario in seno alla società.
POSSIAMO allora CONSIDERARE
IL PROBLEMA DELLA BUROCRAZIA
SOTTO QUESTO DUPLICE VOLTO,
PARASSITARIO
E
RAZIONALE, ed è un peccato che il pensiero sociologico non abbia superato l ostacolo di questa alternativa.
Sicuramente non poteva superarla perché il problema della burocrazia o dell amministrazione deve
essere posto innanzitutto, nelle linee di fondo, sul piano della complessità.
Nell impresa, il vizio della concezione tayloristica del lavoro fu quello di considerare l uomo unicamente
come una macchina fisica. In un secondo tempo ci si rese conto che esiste anche un uomo biologico ;
luomo biologico venne adattato al suo lavoro e le condizioni di lavoro a quell uomo. Poi, quando ci si è
resi conto che esiste anche un uomo psicologico, frustrato dalla parcellizazione dei compiti, si è pensato
di integrarli con compiti complementari. Levoluzione del lavoro illustra il passaggio dalla unidimensio-
nalità alla multidimensionabilità. In questo processo siamo solo all inizio.
IL FATTORE " GIOCO "
E
UN FATTORE DI DISORDINE
MA ANCHE DI ELASTICITA : la volontà di imporre all interno di un impresa un ordine implacabile è inefficiente.
Tutte le istruzioni che, in caso di guasto, di incidenti, di eventi imprevisti, esigeranno
il blocco immediato del settore o della macchina sono anti-efficienti.
BISOGNA LASCIARE
UNA PARTE DI INIZIATIVA
A OGNI LIVELLO
E
A OGNI INDIVIDUO.
& Dei rapporti complementari e antagonisti
I RAPPORTI
ALL INTERNO DI UN ORGANIZZAZIONE, DI UNA SOCIETA, DI UNA IMPRESA
SONO
COMPLEMENTARI E ANTAGONISTI CONTEMPORANEAMENTE.
QUESTA COMPLEMENTARITA ANTAGONISTICA
E FONDATA
SU DI UNA STRAORDINARIA AMBIGUITA. Daniel Mothé, ex-operaio specializzato alla Renault, descrive come
ci fosse nel suo stabilimento un associazione informale, segreta,
clandestina, che manifestava la resistenza dei lavoratori contro
l organizzazione rigida del lavoro, consentendo loro di conquistare
un po di autonomia personale e di libertà. Con questo, quell
organizzazione segreta CREAVA un organizzazione elastica del
lavoro.
LA RESISTENZA
ERA
COLLABORANTE,
DAL MOMENTO CHE
LE COSE
FUNZIONAVANO
PROPRIO GRAZIE AD ESSA.
QUESTO ESEMPIO
PUO ESSERE ESTESO
A MOLTEPLICI AMBITI. Per esempio, alla situazione del campo di concentramento di Buchenwald, creato nel 1933
per i detenuti politici e comuni tedeschi. All inizio, i "comuni" avevano i posti di Kapo
e modeste responsabilità nella contabilità o in cucina. I "politici" fecero capire che
avrebbero potuto far funzionare meglio le cose, evitando prevaricazioni e dispersioni. Le
SS affidarono allora ai politici comunisti la cura dell organizzazione. Quindi una
organizzazione comunista ha collaborato con le SS mentre lottava contro di loro. La
vittoria alleata e la liberazione del lager hanno chiaramente conferito a tale collaborazione il
senso di una resistenza.
Prendiamo il caso dell economia sovietica fino al 1990. In linea di principio era retta da una
pianificazione centrale, iper-rigida, iper-puntigliosa, ecc. Il carattere estremamente rigoroso,
programmato e impositivo di quella pianificazione la rende inapplicabile.
Eppure funziona, attraverso una grande incuria, ma solo perché si bara e ci si
arrangia a tutti i livelli. Per esempio i direttori delle imprese si telefonano tra loro per
scambiarsi dei prodotti.
QUESTO SIGNIFICA CHE
AL VERTICE
CI SONO
DEGLI ORDINI RIGIDI,
MA
ALLA BASE
C E
UNA ANARCHIA ORGANIZZATIVA SPONTANEA. I frequentissimi casi di assenteismo sono
contemporaneamente necessari, perché le condizioni di lavoro sono tali che la
gente ha bisogno di fare assenze per trovare altri lavoretti di fortuna che le
consentiranno di integrare il salario.
QUESTA ANARCHIA SPONTANEA
ESPRIME COSI
LA RESISTENZA E LA COLLABORAZIONE
DELLA POPOLAZIONE
AL SISTEMA
CHE LA
OPPRIME. In altre parole, l URSS ha funzionato grazie a questa risposta dell ANARCHIA SPONTANEA di ciascuno
agli ordini anonimi provenienti dall alto. Naturalmente perché la cosa funzioni, ci vogliono degli elementi di
coercizione, ma non funziona solo perché cè la polizia ecc. Funziona anche perché cè una tolleranza di
fatto di ciò che succede alla base, e tale tolleranza di fatto garantisce il funzionamento di una macchina
assurda che, altrimenti, non potrebbe funzionare. Il sistema, infatti, non è crollato. Quella di abbandonarlo è
stata una decisione politica, motivata dall enorme spreco, dalla debolezza delle realizzazioni, dalla carenza
di inventiva di tale sistema. Finché è durato, è stata l ANARCHIA SPONTANEA a far funzionare la
pianificazione programmata.
E
LA RESISTENZA
ALL INTERNO DELLA MACCHINA
A FAR ANDARE
LA MACCHINA.
IL DISORDINE
COSTITUISCE
LA RISPOSTA INEVITABILE, NECESSARIA E SPESSO ANCHE FECONDA
AL CARATTERE SCLEROTIZZATO, SCHEMATICO, ASTRATTO E SEMPLIFICANTE
DELL ORDINE.
SI PONE ALLORA
UN PROBLEMA STORICO GLOBALE :
COME INTRODURRE
NELLE IMPRESE
LE LIBERTA E I DISORDINI
CHE POSSONO ESSERE
PORTATORI
DI ADATTATIVITA E DI INVENTIVA,
MA ANCHE
DI DISGREGAZIONE E DI MORTE ?
& C è bisogno di solidarietà vissute
C E, dunque,
UNA AMBIGUITA
DI LOTTA, DI RESISTENZA, DI COLLABORAZIONE, DI ANTAGONISMO E DI COMPLEMENTARITA
NECESSARIA
ALLA COMPLESSITA
DI ORGANIZZAZIONE.
SI PONE ALLORA
IL PROBLEMA
DI UN ECCESSO DI COMPLESSITA
CHE, alla fine,
E
DESTRUTTURANTE. Si può dire in linea di massima che più un organizzazione è complessa, più
disordine tollera. Questo le conferisce vitalità, perché gli individui sono in grado di
prendere iniziative per risolvere questo o quel problema senza dover passare attraverso la
gerarchia centrale.
E
UN MODO PIU INTELLIGENTE
DI RISPONDERE
A CERTE SFIDE
DEL MONDO ESTERNO.
MA
UN ECCESSO DI COMPLESSITA alla fine
E
DESTRUTTURANTE. Al limite, un organizzazione che avesse solo delle libertà e pochissimo ordine si
disintegrerebbe, a meno che a compensare quella libertà ci fosse una solidarietà
profonda tra i suoi membri.
LA SOLIDARIETA VISSUTA
E
L UNICA COSA
CHE PERMETTE
LA CRESCITA DI COMPLESSITA . Alla fine, le reti informali, le resistenze collaboranti, le autonomie, i disordini
SONO INGREDIENTI NECESSARI alla vitalità delle imprese.
Questo può aprirci un mondo di riflessioni.
L atomizzazione della nostra società richiede, dunque, nuove solidarietà
spontaneamente vissute e non soltanto imposte dalla legge, come la
Previdenza sociale.