Franz Pagliani

 

Nasce a Concordia di Modena il 5 settembre 1904. Nel 1919, studente quindicenne, partecipa alla prima riunione  del Fascio bolognese fondato da Leandro Arpinati, al quale rimase vicino anche quando Arpinati si distaccò da Mussolini.

 Insieme a Gian Luigi Mercuri costituisce il primo gruppo di Avanguardia Giovanile a Bologna. Da subito le sue doti di politico accorto e intransigente saranno apprezzate ed egli diverrà in breve un personaggio di primo piano del Fascismo Bolognese: Componente del direttorio, Ispettore di zona, segretario del GUF, Presidente dell’Istituto Fascista di Cultura, Vice Federale.

 Ma intanto porta avanti i suoi studi brillantemente, si laurea in medicina e, a soli 28 anni, dopo essere stato assistente del patologo Gherardo Forni, sarà nominato, per meriti accademici, Ordinario di Patologia Chirurgica all’Università di Bologna. Successivamente sarà nominato direttore dello stesso istituto e manterrà tale incarico fino al 25 luglio 1943.

 Nel 1934 sarà eletto deputato e, poi, consigliere nazionale nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni in rappresentanza dell’Ordine dei Medici. Sarà anche Federale di Modena e vice segretario nazionale dei G.U.F.

 Partecipa alla campagna d’Africa arruolandosi volontario. Viene destinato in Somalia con le truppe di Graziani.

 Dopo il 25 luglio 1943 viene arrestato e condannato a tre anni per tentata ricostituzione del Partito Fascista. Lo libereranno i tedeschi dopo l’8 settembre 1943.

 Subito dopo organizza il Fascio Repubblicano in Bologna ed è nominato da Pavolini Ispettore Regionale per l’Emilia. In tale veste organizzerà magistralmente l’ordinato sfollamento dei profughi dall’Italia centro meridionale, facendo funzionare in modo ottimale il grande centro di smistamento di Bologna. Alla costituzione del Tribunale Sraordinario che doveva giudicare i traditori del Gran Consiglio, il Duce lo nominò membro del Consiglio giudicante per le sue doti morali e di equità. Quando furono costituite le Brigate Nere, egli fu comandante della Brigata Mobile “Attilio Pappalardo” e contribuì validamente ad assicurare la transitabilità delle strade dell’Emilia, divenute, ormai, retrovie del fronte.

 Al termine del conflitto fu catturato dai partigiani e condannato a morte. La condanna verrà poi commutata in carcere duro dalla Corte d’Appello, e Pagliani resterà in carcere a Perugia fino al 1950.

 Già nel carcere di Perugia riprenderà la sua attività di chirurgo, chiamato a consulto dal medico del carcere che conosce il suo valore scientifico e professionale.

 La sua attività gli procurerà larga fama e la riconoscenza di quanti furono da lui curati e guariti.

 Appena libero dal carcere, aderì al Movimento Sociale Italiano e ne fu uno degli uomini più rappresentativi. Nel 1985 dette il suo contributo alla costituzione dell’Istituto Storico della R.S.I.

 Cessò di vivere nel maggio 1986 e, per sua volontà, la notizia della morte fu data soltanto dopo i funerali.

 

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