5.Pesci
strani
5.10
A CACCIA DEL NORTHERN PIKE
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dic.92
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Nessuno
poteva dire con certezza cosa non andava pero' eravamo tutti d'accordo
che, qualsiasi cosa fosse, l'eccesso di lavoro ne era la causa.
Avevamo quindi deciso che era ora della "Grande pescata annuale"
ed iniziammo a pensare ai bagagli.La
lista delle cose che, in un primo momento, avevamo considerato
come indispensabili fu presto scartata; nessuna compagnia aerea
disponeva di aeromobili tali da poter trasportare tutta quella
roba. A proposito, ho sempre infilato nella valigia "destinazione
Nord" il costume da bagno al pensiero di alberghi con piscine
o trasparenti laghetti ma in vent'anni di viaggi l'unico bagno
lo feci una volta quando il nostro gommone urto'un tronco....e
non ebbi nemmeno il tempo di indossare il costume.Una cosa che
non trascuro mai di infilare in una tasca sono i vari cataloghi
di attrezzature da pesca che ricevo durante l'anno. Mi riservo
di dar loro un'occhiata nelle calme serate nei lodges o durante
le interminabili attese negli aeroporti.E'
una forma di risparmio:quanto più sono lontano da un telefono
meno tendo ad ordinare qualcos'altro di "indispensabile" per riempire
borse e cassetti già traboccanti di altre cose "indispensabili",
peraltro raramente usate.D'altra parte mi piace l'emozione di
ordinare, l'attesa, giorno dopo giorno, dell'arrivo e l'ansiosa
curiosità per la prova sul fiume. Qualcosa si rivela utile
e mi serve bene e fedelmente stagione dopo stagione, altre cianfrusaglie
vengono dimenticate dopo la prima uscita. Arrivati a St.John's
(Terranova) il tassista vide i "tubi" delle canne e sadicamente
ci comunico' che la pesca al salmone era vietata in tutta l'isola:
troppi iceberg abbassavano la temperatura dell'acqua lungo le
coste e questo, unito ai livelli troppo bassi dei fiumi, sballava
il micro-computer nel cervello dei salmoni e rendeva la risalita
nei vari fiumi scarsissima. Ci disse che invece più a Nord,
nel Labrador, i problemi erano minori. Gli
rovinammo probabilmente la giornata dicendo che proprio quella
era la nostra destinazione.
Durante
il primo giorno al lodge non ci riuscì di vedere o catturare
un pesce e alla sera, durante la cena, fu mantenuto a fatica un
comportamento rispettoso: già cominciava pero' una lenta
erosione dell'ambiente cameratesco. Wilt, il capo delle guide,
spiego' che la stagione era in ritardo di almeno tre settimane
e si decise, in attesa che "partisse" la risalita, di dedicare
il giorno seguente ai lucci. In Canada, in tutte le acque dove
e' presente il salmone atlantico (Quebec, New Brunswick, Nuova
Scozia, Labrador e Terranova) e' permessa solo la pesca a mosca.
Pertanto anche i nostri lucci avremmo dovuto sudarceli con streamers
e code di topo. Il Northern Pike o luccio artico (il nome e' esotico
ma l'aspetto coincide con il nostro) e' presente ovunque l'acqua
non sia troppo turbolenta. Oltre che nelle anse tranquille del
fiume un ottimo posto dove cercarli e' rappresentato dagli stagni
creati dagli sbarramenti dei castori.
Nei
fiumi da salmoni il luccio costituisce una minaccia per i parr
(salmoni-baby) e viene quindi considerato pericoloso come il bagnino
dove la moglie e' in vacanza; nelle altre acque invece e' rispettato
e protetto. La giornata "a lucci" riporto' il buonumore: in un'ansa
del fiume li trovammo "a strati". Ci fu molta "azione" appena
arrivati con una serie di attacchi e catture emozionanti (una
trentina di lucci tra i 2 e i 5 chili); poi una pausa e quindi
ancora azione nel pomeriggio. Verso sera le zanzare, che durante
il giorno avevano tentato attacchi solamente a livello di plotone,
schierarono tutte le loro divisioni e anche se il momento avrebbe
potuto essere ottimo per la pesca, ci spostammo verso il fiume
aperto. Notammo subito diversi salti di salmoni: erano finalmente
partiti! Fu una settimana memorabile ma questa e' un'altra storia.
Quella giornata trascorsa cacciando lucci con la mosca mi aveva
lasciato un senso di frustrazione e tanta voglia di riprovarci.
Certamente si vive anche senza pescare, ma per me rappresenta
sempre il toccasana per qualsiasi problema, incluso ginocchio
della lavandaia e malocchio. Dovevo solo cercare una destinazione
adatta e la scelta, alla fine, si era ristretta tra Irlanda o
ancora Canada. In media le acque europee danno lucci più
grandi di quelli americani oltre ad alcuni pesci enormi ma eccezionali
(ad esempio quello da 26 chili che fu preso nel Lough Conn nel
1922, la cui testa si può ancora vedere al Museo di Storia
Naturale di Londra). Gli irlandesi, amanti solo di trote e salmoni,
avevano fatto guerra fino al 1957 agli esocidi e, per eliminarli,
era stato istituito perfino un ufficio governativo. Con le reti
furono catturati oltre mezzo milione di lucci nei più importanti
laghi da trote come Corrib, Conn e Sheelin. Queste catture compresero
anche pesci giganteschi, tra cui uno di 23 chili dal Lough Mask.
Questo
pesce era di solo otto anni e avrebbe potuto crescere ancora almeno
per altri cinque. I grossi lucci irlandesi non sono più
numerosi come una volta anche se i laghi Derg e Ree contengono
ancora enormi bestioni, probabilmente i più grandi del
mondo, ma la cattura di questi mostri e' diventato un evento sempre
più raro.
Io
cercavo invece una "grande abbuffata" e optai quindi per il Canada
nelle cui acque i lucci più grandi sono i "muskies" (esox
masquinongy). Questi si trovano soprattutto nei grandi laghi del
Saskatchewan e del Manitoba ma anche qui i "records" sono difficili
e rari poiche' dove si arriva comodamente in auto i pesci si son
fatti furbi. Fortunatamente ci sono ancora migliaia di laghi nello
Yukon e nei Territori del Nord/Ovest (il Canada ha oltre il 30
per cento di tutte le acque dolci sulla superficie terrestre)
raggiungibili solo con idrovolanti che sono rimasti intatti e
ricchi di pesce dai gusti semplici. Finii al Wild Bear Lodge,
mezz'ora di volo da Yellowknife, circondato per centinaia di chilometri
da innumerevoli laghi e da temoli, lucci e lake trout. Tutti gli
"ingredienti" furono nella dose giusta: pesci e pescatori, tempo,
guide, cibo. Qualche orso faceva capolino, ma solo al crepuscolo
e sempre a una certa distanza.
Unico
neo: il lodge un po' vecchiotto, probabilmente costruito ai tempi
di Davy Crockett senza che nessuno da allora ci avesse piu' speso
quattrini per migliorarlo. Era situato in un'ansa farcita di lucci
e questo costituiva la sua maggiore attrattiva. Il fatto che non
vi fossero altri lodges nel raggio di duecento chilometri rappresentavava
il resto dei vantaggi. Le guide erano perfette: educate, gentili,
esperte .... quando "spaccavi" senza aver visto il pesce aggiungevano
sempre qualche chilo al probabile peso. Il Northern Pike (e rari
muskellunge) presenzio' in gran numero alla festa fornendo una
serie infinita di sorprese. Fu la più grande "vendemmia"
di lucci alla quale abbia mai partecipato anche se la "partenza"
fu piuttosto lenta. Nel primo pomeriggio pescai con Brian, mio
compagno di stanza e di barca, in un posto chiamato "Pike Hole",
una vasta lanca a dieci minuti di barca dal lodge. Catturammo
otto pesci, il migliore di cinque chili. Bill, la guida, che se
se andava in giro con una calibro quarantacinque dal manico di
madreperla (forse credeva di essere John Wayne), ci fece provare
altri posti, compreso il suo favorito Moose Corner, che produsse
solo un modesto numero di attacchi. Si disse sorpreso, o meglio
scioccato, dalla mancanza di azione. Dal giorno successivo le
cose migliorarono decisamente e furono cosi' tanti i pesci presi
e rilasciati da perdere il conto. Quattro pescatori ne presero
quasi 500 (per la maggior parte lucci, il resto lake trout) in
tre giorni di pesca: vuol dire una tonnellata di pesce. Io non
contribuii molto al bottino: solitamente dopo una dozzina di pesci
sono sazio e mi metto ad osservare gli altri oppure inizio gli
esperimenti piu' strani. Inoltre tre meccanici dell'Ohio catturarono
dieci pesci soltanto in tutta la settimana ma facevano colazione
a base di gin.
Erano quel genere di persone, comuni nei campi di caccia, che
prendono l'alce il primo giorno e si sbronzano per il resto della
settimana.
Tutti
avevamo le attrezzature da spinning e un'infinita' di tandem e
plughi ma le usammo sporadicamente. Oltre il novanta per cento
dei pesci furono catturati a mosca. Brian catturo' un 11 chili
a streamer che diede uno spettacolo eccezionale saltando fuori
quattro volte durante una fuga. Era eccitato come un bimbo a Natale,
diceva di aver risparmiato per due anni per questo viaggio. Di
tutti i tarantolati da questa mania era uno dei piu' gravi. Tutto
in lui era passione per i pesci, compreso il segno zodiacale.
Alla sera tagliava una "presa" fresca di tabacco e quando se l'era
perfettamente fissata ai denti cominciava a parlare..... mi racconto'
di un luccio catturato con un Rapala che poi morse un polpaccio
ad una ragazza.
Personalmente
preferisco anch'io questa esca al Rapala. Quando crollavamo sulle
brande lui era ancora in un angolo, curvo sul morsetto, sotto
una lampada a costruire mosche, dimenticando il fatto che se ne
era portate almeno un migliaio da casa. La maggior parte dei lucci
pesavano tra i 2 e i 3 chili. Se ti volevi dedicare solo a quelli
grossi la guida ti portava vicino a certi erbai dello Swiller
Lake o del Beaver Lake. Da uno di questi erbai, sotto un pesante
attacco di black flies antropofaghe, catturammo tutti pesci sopra
i 5 chili. Brian oltre a quello di 11 chili, ne prese altri due
attorno agli 8/9 chili. Quel luogo non diede molti lucci ma fu
una scelta: per catture piu' frequenti ma piu' piccole bastava
usare attrezzature più leggere e farsi condurre altrove
dalla guida. Il mio esemplare piu' grande a spinning fu di 6 chili
mentre a mosca ne presi uno di oltre 7. Dicono che il luccio non
sia un pesce molto sportivo, non salta e non fa veloci fughe.
Provate a recuperarne uno del genere: sbatte la testa come un
toro infuriato, poi magari diventa un peso morto che mette a prova
tutta la tua attrezzatura, fino al punto che ti sembra di recuperare
una Volkswagen. Una sera, dopo cena (a queste latitudini c'è
sempre luce), ci portarono in un'altra ansa: feci 14 lanci con
uno stramer, agganciai 12 lucci e ne tirai fuori 10. Per fortuna
c'era stato detto che la stagione era troppo avanti.
Avevano ragione: due lanci erano rimasti a vuoto! Trovammo stranamente
che popper e ranocchie non funzionavano, perlomeno non quanto
ci aspettassimo; venivano presi in considerazione solo se recuperati
lentamente e senza provocare il caratteristico blop-blop sull'acqua.
Scoprimmo anche che gli artificiali dotati di eliche attiravano
i lucci ma solo raramente li inducevano ad attaccare. Queste acque
cosi' ricche furono una specie di laboratorio per noi.
C'erano
almeno una decina di modi con cui quei pesci afferravano un'esca
in superfice. Talvolta apparivano da sotto e afferravano l'esca
ad un metro dalla barca. Occasionalmente il "pike" saltava da
dietro ed abboccava nella ricaduta. E poi c'era il gioco del gatto
e il topo: muovevi lo stramer, il luccio si muoveva, ti fermavi,
si fermava e questo poteva andare avanti per un pezzo fino a che
si avventava rabbiosamente o perdeva interesse e se ne andava.
Questi territori sono ricoperti da neve e ghiaccio per sette mesi
all'anno. Ciò limita la stagione di pesca da giugno a settembre.
Esistono certamente i momenti migliori (inizio e fine stagione)
ma per noi, poco abituati a tale abbondanza, e' sempre e comunque
una festa. Vale la pena di pescare a mosca: a cucchiaio diventa
troppo facile, quasi noioso. Occorrono streamer grossi e vistosi
(giallo, arancio, rosso), meglio con il corpo brillante: vanno
bene i vari Muddler Minnow, ottime sono le imitazioni di topolini
in pelo di cervo. Ho usato anche delle imitazioni in pelo di gatto.
Questo
materiale ha il vantaggio di essere più facilmente reperibile
di quello di cervo: e' sufficiente infatti strappare qualche generoso
ciuffo al micio del vicino. Questo dressing inoltre tiene l'animale
fuori dai piedi per un po' di tempo. Portatevi code galleggianti
ed eventualmente sinking-tip dell'8 e canne da 9 piedi. Si puo'
anche usare una 10 piedi coda 10 ma non dimenticatevi che stiamo
pescando pesci e non bulldozer. Sperimentammo anche una tecnica
nuova. Facevamo lanciare a Bill, la guida, uno Jitter-bug galleggiante
al quale avevamo tolto le ancorette. Con l'attrezzatura da lancio
poteva esplorare rapidamente molte più zone di noi. E'
un modo molto eccitante di pescare. Dove l'acqua e' calma subito
noti un gorgo d'acqua che si trasforma rapidamente in una scia
via via più veloce verso l'artificiale. Lanci all'istante
lo streamer da quelle parti, lo muovi e cerchi di interessare
il pesce. WOW !!! Nove volte su dieci il pesce "elettrizzato"
attacca ferocemente il ciuffo di piume. Brian riuscì perfino
a catturare in quel modo un luccio che rimase imprigionato solamente
dal filo tra le branchie. Per celebrare l'avvenimento tiro' fuori,
non so da dove, una fiaschetta di whisky e la scolo' come fosse
limonata.
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