1.Le
Radici
1.02
I temoli del Toce
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lug.90
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Mi stropicciai gli occhi, sbadigliai
e guardai fuori dalla finestra. Mentre mi vestivo un pensiero
insistente e fastidioso prendeva forma nel mio cervello procurandomi,
con sempre maggior forza e prepotenza, un acuto malessere, una
sensazione di dubbio, di indecisione, di scelta difficile ma
nello stesso tempo necessaria, un'ombra cupa di incertezza che
si proiettava, portatrice forse di infausti presagi, sulla difficile
giornata appena agli inizi: che camicia mi metto? Superato il
primo grave dilemma di quel giorno cominciai a chiedermi che
cosa mi aspettava.......Dalla redazione mi chiedevano, ormai
da parecchio tempo, un articolo e così presi in considerazione
di scrivere un pezzo. Poiché oggi tutti dissertano e
scrivono sulla costruzione delle mosche, avrei potuto cimentarmi
in un articolo rivoluzionario: lo "smontaggio" delle mosche.
Avrei descritto a ritroso la realizzazione dei vari modelli
(spider, sedge, streamer ecc.), per poter ...... recuperare
l'amo. Mi immaginavo già il titolo: "Come smontare perfettamente
una Iron Blue Dun". Comunicai il soggetto alla redazione, chiedendo
contemporaneamente dettagli circa l'impostazione dell'articolo
..... mi ritrovai con la cornetta rovente tra le mani. Avrei
potuto riprendere il vecchio progetto della costruzione di un
richiamo sonoro per i pesci (che notoriamente sono muti ma non
sordi). Il mio contributo scientifico avrebbe finalmente colmato
questa grave lacuna nelle attrezzature indispensabili di ogni
pescatore ed avrebbe fatto di me un uomo ricco ed il mio nome
sarebbe comparso insieme a quelli di Isaac Walton e Charles
Ritz. Già tempo prima avevo affrontato il problema ed
ero giunto alla conclusione che sarebbe bastato creare un congegno
in grado di imitare il bisbiglio di camole e larvette tra i
sassi del fiume. Confesso che già una volta ero stato
costretto a desistere, dopo aver rovinato completamente un microfono
che avevo lasciato immerso due notti nel fiume per poter registrare
perfettamente le urla strazianti che mi immaginavo dovesse emettere
una camola all'approssimarsi del pesce. Insomma, la voglia di
lavorare era proprio poca. Il cielo era plumbeo, bassa pressione
e caldo......presi di petto la situazione: classica giornata
da temoli sul Toce. L'abulia di colpo si trasformò in
un'attività frenetica. Gilet, waders.......il guadino?
No, porta male! Canna, quale? Non servono lanci lunghi. I temoli
riescono a sfottermi anche da molto vicino. Andrà bene
la Leonard, sette piedi e mezzo, coda tre. Carico tutto in macchina.
Accidenti! Le mosche. Tiro su le scatole delle secche e parto.
Venti minuti e sono ad Ornavasso, altri cinque e sono addobbato
come l'albero di Natale ed a mollo in sessanta centimetri d'acqua,
a trastullarmi ed a dannarmi al tempo stesso. Ma è meglio
che vi parli seriamente della pesca ai temoli. A Candoglia c'è
Elvio che è un pò la mia fonte di notizie e la
mia vedetta sul fiume.
Conosce
tutti i temoli, dalla foce a Vogogna, per nome; ne conosce età,
misura, abitudini alimentari e preferenze cinematografiche.
Conosce pure tutti gli orari delle schiuse, anche dopo il caos
provocato dall'ora legale nelle abitudini delle effimere. Per
anni si è aggirato, armato di un retino da insetti, in
tutte le anse e lame del fiume. Ora, dopo diverso tempo dedicato
allo studio dell'entomologia ed alla meditazione, costruisce
imitazioni realmente perfette: ogni tanto si librano anche nell'aria.
"Franco" mi dice, "ce n'è uno di 43 centimetri al ceppo,
bolla tra le dieci e le undici su piccole ephemerella ignita"
oppure "......un branco di ventiquattro esemplari si aggira
sotto alla passerella, usa cul de canard, amo 18, tinta del
corpo arancio". Seguo i suoi consigli: quattro volte su dieci
vado e colpisco, le altre sei strappo sulla ferrata oppure aggancio
i cespugli o peggio il guardiapesca, quell'unica volta in dieci
anni che si è fatto vedere da queste parti. Già!
Quella dei guardiapesca è una questione complessa e difficile
quanto quella degli U.F.O..
C'è
chi giurerebbe sulla loro esistenza e chi invece è molto
scettico: la maggior parte afferma che crederà alla loro
esistenza solo quando ne vedrà uno con i propri occhi.Assolutamente
reale e normale invece è vedere al lavoro enormi scavatrici
che, incuranti delle leggi, dell'ambiente e delle necessità
che ha la fauna presente nei fiumi per poter vivere, prelevano
ghiaia e sabbia dal letto del fiume, rovinando irrimediabilmente
gli habitat naturali e le zone di riproduzione. Peccato perché
i temoli, sul Toce, ci sono davvero ma non so per quanto dureranno
ancora visto che vengono pescati con i cagnotti (tassativamente
vietati), con la camolera, che viene usata più o meno
sempre anche se vietata fino al 1 Giugno. Non ho ancora visto
usare corrente elettrica, veleni od esplosivi ma di questo passo
penso non manchi molto. Questa situazione si è creata
per indisciplina ed avidità di parecchi pescatori ma
fondamentalmente per la molteplicità e confusione dei
regolamenti applicati negli anni passati. Infatti, nel tratto
a monte del ponte di Migiandone, il fiume è in concessione
e viene regolamentato dall'AVPMO (Associazione Volontari Pescatori
Ossolani). Questo significa che occorre il libretto delle catture,
la misura del temolo è 30 cm., se ne può catturare
uno solo al giorno e non più di cinque alla settimana
e l'apertura è stata stabilita il 1 Maggio. Il tratto
a valle era, fino ad un paio d'anni fa, soggetto a confusione
di competenze. Non era per nulla chiaro come fossero da considerare
le acque: normali o pregiate della F.I.P.S., soggette alla Convenzione
Italo-Elvetica o ai regolamenti provinciali o nazionali. Oltre
a tutto ciò occorreva tener conto dei diritti di pesca
della famiglia dei Borromeo. Risultato: anarchia totale, mancanza
di regolamenti precisi, di quote e misure; la misura minima
del temolo era 30, 28, 25 o 22 centimetri (vergogna!!), a seconda
di chi la controllasse. La quota di cinque o dieci pesci, l'uso
della camolera concesso sempre ed il "Catch and release" era
considerato una parolaccia. Da quest'anno, tra Gravellona e
Migiandone, il fiume è considerato F.I.P.S. e debitamente
palinato: la misura minima è di 28 cm., si pesca dal
primo giugno alla chiusura della trota e la quota permessa è
di cinque pezzi.
Tutto
ciò purtroppo senza sorveglianza e libretto delle catture
non serve a nulla. Qualcuno al primo giugno aveva già
"levato" dal fiume oltre cento temoli. Il Toce scende attraverso
la Val d'Ossola ed è uno degli immissari principali del
Lago Maggiore ed offre, per me, il vantaggio di trovarsi a due
passi da casa (capisco bene i problemi che avrebbero coloro
che mi leggono a Cagliari). Una volta cominciavano a risalire,
da settembre, le lacustri per portarsi nelle zone di frega (venivano
catturarti comunemente mostri pesanti oltre 5 chili fino sotto
Domodossola) ma ora, a causa della minore portata d'acqua, degli
sbarramenti e degli inquinamenti che per anni hanno sconvolto
il corso del fiume, arrivano solo fino al ponte di Migiandone
ed anche qui a fatica.>Ogni tanto chi pesca a camolera o a spinning
ne aggancia qualcuna e si assiste a scene da "Il vecchio e il
mare"; poi, più o meno regolarmente, si sganciano o rompono
tutto ma forniscono l'argomento principale di conversazione
della settimana nelle osterie.
Ora
alcuni amici hanno intrapreso un'interessante iniziativa, quella
di contrassegnare e rilasciare i temoli che catturano per tentare
di capire qualcosa nel guazzabuglio rappresentato da questi
pesci. Gradirei, se qualche esperto mi legge, un aiuto a chiarire
il problema. Innanzi tutto questa specie è sempre stata
presente, fino da tempi storici, sul Toce nella zona di Verampio
e sul torrente Devero fino a Baceno. Nella parte bassa si trovavano
dallo sbocco nel lago fino a Domodossola. Stranamente, nel tratto
di mezzo, erano assenti quasi completamente. Poi, circa vent'anni
fa, a causa di inquinamenti chimici e di tutti i soliti altri
motivi che rovinano i nostri fiumi, sparirono quasi completamente
nel tratto inferiore. Si sentiva quà e là di qualche
cattura ma, in pratica, come fatto sporadico. Successivamente
qualche fabbrica chiuse i battenti (fortunatamente o sfortunatamente,
dipende dai punti di vista), qualche altra mise dei depuratori,
qualche frega andò particolarmente bene o qualche santo
fece intercessione in Paradiso e, ad un tratto, le catture cominciarono
a moltiplicarsi cosicchè da qualche anno i temoli sono
ritornati in forze, rappresentando la specie più comune
nel tratto tra il ponte di Gravellona e quello di Migiandone
(anche se vengono considerate acque secondarie, quindi aperte
anche agli Unni).Non so quanto durerà perchè l'assenza
di ogni forma di controllo su misure, limiti e periodi sta facendo
precipitare una situazione idilliaca che quindi rappresenterà
probabilmente solo il "canto del cigno" del Toce. Un altro problema
riguarda la varietà di temoli presenti. Scientificamente
esiste un solo Thimallus thimallus e sul Toce si catturava esclusivamente
una varietà particolare, di colore grigio scuro con le
pinne azzurre e completamente priva o con pochissimi punti neri.
La peculiarità di questa specie risiedeva nella pinna
caudale che aveva la parte superiore cortissima rispetto a quella
inferiore, quasi fosse stata mozzata. Ora questi esemplari si
catturano quasi esclusivamente a monte di Domodossola mentre
nel tratto inferiore ne sono presenti diversi tipi: con i due
lobi della pinna caudale uguali, con le pinne grigie oppure
azzurre oppure ancora gialle (come quelli yugoslavi). La livrea
a volte è uniforme oppure fittamente picchiettata ed
il colore varia tra l'argento, l'oro ed il grigio. Queste differenze
si riscontrano confrontando sempre esemplari di 30/35 centimetri
che rappresentano qui la taglia media.
Quello
che è strano e che non si sono mai fatti ripopolamenti
di temoli in questo comprensorio (per quanto ne sappia io) e
anche se la proliferazione della specie può essere spiegata
con un miglioramento dell'habitat o da particolari condizioni
favorevoli questo non spiega certamente le diverse specie presenti.Forse
esiste una motivazione possibile: nelle acque dei fiumi svizzeri
che si gettano nel Lago Maggiore (Ticino e Maggia) sono stati
compiuti, a più riprese, dei ripopolamenti con novellame
acquistato in luoghi diversi. Può essere che branchi
di temoli siano scesi al lago a causa forse di una piena e,
costeggiandone le rive, abbiano risalito successivamente il
Toce: trovando qui un ambiente favorevole sono rimasti. Questa
potrebbe essere una spiegazione possibile, rimane il fatto che
non è mai stato catturato un temolo nel lago (nemmeno
dai pescatori professionisti con le reti).
In
questo tratto sono anche presenti molte trote, alcune di taglia
rilevante, sia lacustri che fario e marmorate oltre a tutte
le possibili forme di ibridazione tra queste ultime. Ci sono
alcuni cavedani di taglia gigante che abboccano sia alla camolera
che alla mosca. Le catture "optional" in queste acque sono rappresentate
da coregoni (a camolera) e da persici reali (a streamer). Visto
che parliamo di stranezze vi dirò che vengono catturati
diversi temoli e coregoni pescando a fondo con il verme (nylon
dello 0.16 e olivetta da 15 grammi). L'attrezzatura da mosca
ideale per tentare i temoli nei diversi tratti è costituita
da una canna da otto piedi che porti una coda DTF 4 o 5, il
finale deve essere almeno tre metri, conico o a nodi, e terminare
con uno O.12; in condizioni di acque piatte e pesci particolarmente
sospettosi a volte occorre allungare di un metro il finale e
scendere di spessore anche allo 0.10. Io uso solitamente delle
Cul de canard alternando vari colori oppure degli spinner oliva
o gialli (ami 16/20). Le uniche vere e proprie schiuse sono
di Baetis Rhodani e di Ephemerella Ignita (non sono un entomologo
ma ho guardato gli insetti al microscopio e consultato tutti
i sacri testi) ma a queste si assiste in pratica solo a settembre.
Durante tutta la stagione si notano però continue bollate
sparse durante tutto l'arco della giornata con un'accentuazione
del fenomeno nelle ore serali. Sono indispensabili, con livelli
normali d'acqua, gli waders. Chi vuole raggiungere queste zone
da Milano o Torino deve prendere l'autostrada fino ad Arona
e poi seguire la statale del Sempione per Gravellona. Da qui
può proseguire sia sulla sponda destra che sinistra del
fiume cercando i raschi o le lame che appaiono più interessanti.
I temoli sono presenti più o meno ovunque ci sia un pò
di corrente anche se ora si sono fatti un tantino più
diffidenti perchè, per fortuna, sta lentamente prendendo
piede l'abitudine di rilasciarli. Nel caso decideste di venirli
a pescare, dimostratevi gentili con loro: come vi dicevo stanno
ancora decidendo l'opportunità o meno di "metter su casa"
definitivamente nel basso Toce.
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