2.
Salmone: il grande amore
2.21
STORIE d' ALASKA
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set.93
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Eravamo in Alaska, nella penisola
del Kenai, con alcuni amici e l'avvocato di uno di loro che sembrava
sapere tutto di tutto Gli avvocati sono importanti come gli armamenti
nucleari. Non dovrebbero esistere, ma se qualcuno ne ha, tu devi
averne di migliori. La prima frase mentre passava il filo negli
anelli era stata: - Da due mesi vado ogni domenica al laghetto
"La Pineta", non so se mi spiego... . Ora stava lanciando un enorme
Spin-glo in mezzo alla corrente con un nylon spesso abbastanza
da tirar giù un Jumbo.
Lo Spin-glo consiste di un uovo fluorescente con due alette, grande
come una pallina da ping-pong. Sotto, tra un ciuffone di lana
rossa, penzola un'ancoretta impressionante; sull'ancoretta si
attorcigliano dei blocchi di uova di salmone conservate sotto
sale. Strozzi il tutto con un elastico e quando hai finito non
assomiglia a niente di invitante: rimane sospeso alla fine della
lenza come il mago Houdini in uno di quegli spettacoli dove veniva
messo in una camicia di forza, legato come un salame e poi sospeso
per i piedi. Ma ai Kings del Kenai appare irresistibile come lo
stinco di maiale ai tedeschi.
Lanciava
metodicamente. Lancio, plop, pausa, recupero. Lancio, plop, pausa,
recupero. Ancora niente. Lancio, plop, pausa, recupero. D'improvviso
un colpo gli abbasso' la canna che rimase piegata e l'acqua mando'
un leggero bagliore. Tiro' violentemente: il filo emise una struggente
nota orientale e un'enorme schiena grigia apparve sul pelo dell'acqua.
Il salmone rimase fermo sulla superficie per qualche istante,
come per convincerci che era reale. Poi infischiandosene si giro'
e nuotò fino all'altra sponda del fiume. Non ci fu nessuno
sforzo apparente. Non ci furono spruzzi d'acqua. Niente testate
o fughe rapide.Semplicemente, inesorabilmente, nuoto' dall'altra
parte. Poi torno' indietro. Poi punto' fino all'altra riva ancora.
Poi ritorno'.
Al
settimo attraversamento, venti minuti dopo, quando il pesce era
quasi a pancia all'aria e la canna si stava riabituando alla sua
forma originale il filo si ruppe. Non come uno sparo di pistola
ma semplicemente come quando un elastico teso si rilascia. L'ultima
immagine fu il pesce che affondava nella corrente.
Non feci nessun commento pungente ma nemmeno dissi qualcosa per
sollevargli il morale. Purtroppo indossava un paio di waders blu
e un berretto da sci rosso ed io non volevo aver niente a che
fare con un pescatore così poco serio. Perdippiù
la mattina si era messo subito a pescare dove io avevo visto bollare
una bella trota. Le nostre relazioni si sarebbero deteriorate
definitivamente se la sera stessa non mi avesse accompagnato in
un bar per un trattamento speciale.
I Kings piu' grossi li catturammo in una enorme buca limpida.
Alternavamo gli ondulanti a code ultra-affondanti e mastodontici
streamers Si pescava vicino a una catapecchia, esternamente indescrivibile
e ancor peggio all'interno, che era appartenuta a qualche vagabondo,
dove ogni tanto cercavamo riparo per sostituire il finale annodato
o legare una nuova e differente mosca. Sull'altra sponda, vicino
a un cespuglio di betulle, c'era una vecchia Chevrolet semisommersa
con buchi di proiettili nei vetri e nelle portiere.
Ci
spostavamo in auto nei diversi punti lungo il fiume e dormivamo
a Soldotna. I soli altri clienti al motel erano un gruppetto di
cowboy arrivati con un camioncino, che a colazione mangiavano
come lupi senza neanche togliersi i loro smisurati cappelli. Avevano
giÖ raggiunto il fondo: attaccavano strisce di lardo agli ami
delle mosche per prendere qualche Dolly per la cena.
La versione in carne ed ossa di Jessica Rabbit (che esplorava
spesso i molari con l'unghia del pollice) ci serviva al mattino
caffè bollente mentre preparavamo i piani per la giornata.
Nei quattro giorni trascorsi nel Kenai il più inesperto,
non voglio nominarlo, prese sedici salmoni. Oddio anch'io (il
più esperto) ne presi sedici. Quelli dell'altro erano più
grossi.
Dopo
numerosi esperimenti in molti Paesi e diverse avventure in vari
luoghi dell'Alaska credo che quest'ultima rappresenti veramente,
per il pescatore che cerca emozioni e pesci in abbondanza, la
meta giusta, definitiva, estrema. Ma, ricordiamoci, parliamo sempre
di salmoni, pesci lunatici. Di trote, pesci furbi. Di temoli,
pesci sospettosi. Di salmerini e Dollies, pesci capricciosi.
Lasciate perdere inoltre una buona fetta di quello che vi hanno
fatto credere e tenete presente che Alaska non significa pió solo
corsa all'oro e cacciatori di pellicce. Ci sono strade e autostrade
che ogni anno vengono percorse da migliaia di pescatori.
Sostare
lungo il percorso che va da Anchorage verso Sud a Homer o verso
Nord a Fairbanks può essere il modo di pescare più
semplice e decisamente il meno costoso. Si vedono panorami superbi,
animali selvatici, magnifici laghi e corsi d'acqua eccezionali
ma probabilmente vi troverete a pescare con un sacco di altra
gente a fianco. I fiumi raggiungibili con l'auto, specialmente
quando ci sono "sotto" i salmoni, sono decisamente' affollati
e credo che nessuno di noi, pur catturando, apprezzi un certo
clima da sagra paesana. Non voglio con questo dire che non esistono
posti buoni vicino alle strade, ce ne sono diversi, ma non sono
veramente ottimi, secondo gli standard del luogo.
Se
si vuole assaporare veramente quanto può riservare questa
regione bisogna allontanarsi dalle strade e optare per un lodge.
Per lodge si intende genericamente una "sistemazione" che oltre
all'alloggio fornisce cibo e guide. La scelta _ sempre una
questione molto personale: ce ne sono per tutti i gusti e per
tutte le borse. Confrontandoli tra loro possono essere raggruppati
a seconda di come trasportano i clienti nei diversi luoghi. In
alcuni si vola in idroplano ogni mattina, in altri solo
per un certo numero di giorni, per esempio durante una settimana
si può volare per due giorni e per gli altri ci si sposta
con barche o a piedi nelle vicinanze del lodge. Alcuni utilizzano
lo stesso aereo per diversi gruppi, obbligando i pescatori ad
aspettare il proprio turno, in altri il pilota ed il mezzo rimangono
a disposizione per tutto il giorno. Altri ancora, anche se devi
volare per raggiungerli, non offrono il "fly-out" e a pescare
ci vai a piedi o in barca. Importanti sono le possibilità
di pesca vicino al lodge poichè potrebbe capitare di non
poter volare per un giorno o due a causa del cattivo tempo. Come
decidere tra tutte le varie possibilità? La spesa che siete
disposti ad affrontare e' in genere il fattore principale della
scelta.
Un'altra valutazione da fare e' se il lodge accoglie solo pescatori
a mosca. Se ci sono moschisti e patiti dello spinning, e' meglio
che i gruppi vengano separati. Non c'è niente di male nello
pescare a spinning ma i metodi differenti richiedono spesso acque
diverse. Nessun cultore della coda di topo che ha prenotato una
settimana sarebbe entusiasta di trovarsi in un luogo dove pesca
significa trainare in un lago con altri tre colleghi nella stessa
barca.
Eravamo
in attesa del pilota che ci avrebbe condotti al lodge dove avevamo
prenotato per la settimana seguente. I piloti che lavorano in
remote regioni dell'Alaska sono spesso vittime di stereotipi.
Li immaginiamo sempre vestiti di unti giubbotti, stivaloni e jeans
rabberciati mentre si arrampicano in singhiozzanti e vecchi trabiccoli.
Danno una lunga golata dalla fiaschetta mentre girano scaldando
i motori che tossiscono per venti minuti. In genere hanno nomi
come "Wild Bud" o "Crazy Jack" e, mentre armeggi con la fibbia
arruginita della cintura di sicurezza ti dicono: "Ehi, amico,
non preoccuparti. Questa settimana non ho avuto incidenti!" Il
nostro idroplano invece era nuovo e luccicante e il pilota pareva
appena uscito dall'Accademia.
Fui
l'ultimo a scendere dall'aereo. Appena fuori mi fermai un attimo
per guardare dove eravamo. La pista era una striscia lunga e stretta
di sabbia e roccia con radi alberi ai lati. Nessuna costruzione
in vista. Non riuscivo a vedere il lago. Seguii gli altri
per un sentiero che portava ad alcune baracche attorno ad un molo.
Da una porta uscì un uomo che si presento' e ci strinse
la mano. Il suo giubbotto si era aperto sul davanti, lasciando
intravedere un paio di bretelle rosse. "Sono Chuck", disse, "benvenuti
a Moose River Lodge". "C'è elettricità nelle cabine
?!" chiese subito G.: Sergio ci spiegò che per l'avvocato
vita primitiva significava al massimo televisione in bianco e
nero.
Appena
arrivati eravamo impazienti di pescare. Il giorno era chiaro e
soleggiato, così come ad Anchorage il mattino. Non si sarebbe
volato ma una jet-boat ci doveva portare nel lago a caccia di
Lake Trout. Senza disfare i bagagli prendemmo canne e mulinelli
e una manciata di artificiali. G. preferi' andarsene a dormire.
Dopo quaranta minuti sparati sul lago inizio', d'improvviso, un
forte vento e un diluvio. Eravamo troppo lontani per tornare al
campo, cosi' tirammo la barca su una spiaggia e staccammo il motore;
la capovolgemmo tenendola appoggiata da una parte a un albero
cosi' da poterci infilare sotto.Da li' guardavamo il vento piegare
gli alberi, spruzzando pioggia e sollevando rami spezzati.
Ogni
zanzara dei dintorni prese rifugio sotto la barca e, a turno,
ci spruzzavamo Autan sul viso, schiaffeggiandoci spalle e schiena.
L'aria era abbastanza fredda da far condensare in piccole nuvole
il nostro fiato. Restammo seduti per un po', cercando di ignorare
gli insetti, guardando la pioggia e rimpiangendo di aver lasciato
gli impermeabili al campo. Chuck ci raccontava della pesca e della
vita in quei luoghi. Disse che c'erano degli orsi neri, ma anche
qualche grosso Grizzlie girava nei dintorni. "Sono pericolosi?"
chiesi "Oh, non troppo pericolosi," disse. "Lo diventano solo
se ti prendono". "Ho sentito che se hai un fischietto o batti
le mani non ti disturbano" disse Sergio. "E' vero, rispose Chuck,
ma tutto dipende da quanto veloce corri mentre fischi o batti
le mani". Dopo due ore spiovve e rientrammo.
Poichè
avevamo portato con noi gli impermeabili il giorno seguente si
mise al bello stabile, pressochè perfetto. Soleggiato e
caldo, con i pesci che mordevano, intermittenti, tutto il giorno.
La guida remava ritmicamente ed il leggero dondolio del cimino
mostrava che il cucchiaio (un Dardevle blu/argento da 25 gr.)
stava funzionando bene. Non ci fu niente di eccezionale quel giorno,
ma ognuno di noi catturo' tre/quattro "Laker" da cinque chili
e un'altra dozzina tra uno e due chili.
Tornammo alla pesca nei fiumi. Dal lago dove ci trovavamo occorreva
camminare una mezz'ora abbondante sulla tundra per arrivare ad
un'ansa del fiume. G. non era fatto per sforzi del genere. A meta'
strada (dall'inizio sbuffava come un mantice) si butto' per terra
dicendo che non avrebbe fatto un passo in più. Aggiunse
che il luogo gli sembrava tranquillo e che gli sarebbe piaciuto
aspettarvi la morte. Mi prego' di dare un bacio a sua madre per
lui e di dire ai suoi parenti che li perdonava e che era morto
felice. Lo abbandonammo al suo destino: mentre sceglievo la mosca
vidi che arrivava trotterellando.
Sergio aveva già legato una Silver Ghost su amo 1/0 e fece
il primo lancio. Io guardai l'orologio: dieci alle otto. Un minuto
più tardi, alla fine della passata, un pesce delfino' dietro
la mosca. Niente abboccata, solo un rumoroso splash, del genere
che ti fa scorrere l'adrenalina e bloccare il cuore. "L'hai visto?"
grido', mentre un altro pesce gobbava qualche metro più
in la'. Poi un altro ancora, vicinissimo. Fu il rompersi della
superficie che ci impressiono'. Ci vollero alcuni lunghi secondi,
come in un lento albeggiare mentale poi un'enorme coda chiari'
che eravamo su un branco di Kings. "Fai qualche passo indietro
e riprova!" dissi, ma non era necessario. Cinque lanci dopo uno
strappo tiro' giù il cimino e la canna prese una forma
che il costruttore non avrebbe mai approvato. C'era! Poi una lunga
pausa, Sergio non muoveva un muscolo mentre il pesce iniziava
a strappare backing dal mulinello come in tutte le migliori storie
di pesca. Il salmone inizio' un carosello di brevi fughe intervallate
da testate, come avrebbe fatto un luccio.
Li lasciai al loro duello e camminai verso monte. Il sole brillava
sopra le cime imponenti e vicinissime. Gli elementi creavano un'atmosfera
di cristallo. Oddio, il tempo era meglio di quello che avrebbe
potuto essere in quella stagione, ma era ancora troppo brutto
per pescare bene e al mattino avevamo cosi' freddo da dover cercare
un riparo dall'aria gelida e della legna per accendere un fuoco.
Normalmente pesco per tutto il tempo disponibile, tutto il giorno.
Comunque, a meta' giugno, le giornate sono particolarmente lunghe
e per quanto abbia voglia pescare, per qualche ora si deve pur
dormire. In questo periodo dell'anno, in Alaska, non importa quando
dormi, perchè c'e' sempre luce. Ufficialmente il tempo
tra alba e tramonto e' di circa 20 ore, ma anche nelle restanti
quattro non e' buio perchè un crepuscolo unisce la
sera all'alba.
Avevo
già preso due Kings e ora mi sentivo meno bramoso. Più
appagato curavo meglio il lancio, per quanto una coda 10 e la
mosca di taglia allucinante potesse permettere. Stavo pescando
a bagnomaria nel fiume quando sentii un urto sugli stivali e,
guardando in basso, vidi con sorpresa un salmone enorme, di una
quindicina di chili, che usava le mie gambe come frangiflutti.
Rimasi assolutamente immobile, osservando il pesce, finche' i
piedi non si intorpidirono. Più guardavo quello spettacolo
e più ne rimanevo incantato. Non volevo catturarlo. Volevo
solamente toccarlo. Lentissimamente, restando immobile con tutto
il resto del corpo, abbassai la mano, millimetro per millimetro,
sino a toccare l'acqua. E poi le dita sfiorarono il dorso del
salmone. Il pesce schizzo' via come una monaca alla quale avessero
dato una pacca sul sedere.
Le
abitudini sessuali del salmone sono abbastanza strane. Un maschio
può fecondare cinque o dieci femmine che girano sul fondo
attorno al nido e aspettano, timidamente, che qualcuno "suoni
alla porta". Il problema e' che la maggior parte dei maschi "provvede"
con notevole approssimazione: fa tutto su un banco di sabbia ignorando
le uova che scendono con la corrente. Con l'avvicinarsi della
riproduzione i maschi cambiano colore: perdono l'abito argenteo
e diventano scuri. I Kings da argentei diventano prima color del
piombo e poi rosso-mattone. Il Silver passa a un grigio-violaceo.
I maschi del Sockeye poi si trasformano con testa verde-grigia
e corpo rosso lacca: una livrea nuziale da Arlecchino. Le loro
femmine dicono che gli sta da schifo.
Sono
sicuro di parlare per la maggioranza dei pescatori di mia conoscenza
quando dico che generalmente peschiamo meglio quando siamo sul
fiume da soli. Pescare con qualche familiare o amico dÖ piacere,
farlo con un compagno particolare aggiunge gioia, ma solo quando
si pesca soli si gusta completamente ogni momento, unicamente
soli si può indulgere in pensieri e fantasie... Uscii dall'acqua,
non avevo più molta voglia di pescare. Stendendomi sul
morbido materasso di muschio chiusi gli occhi. Il sole tiepido
e il silenzio invitavano più al dolce far niente e a profonde
meditazioni come, per esempio, al fatto che il gatto di mia suocera
avesse un pelo del colore perfetto Blue Dun. Un leggero vento
portava da lontano il profumo del mare.
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