2. Salmone: il grande amore

2.32 Russia - Penisola di Kola
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nov.00


Era un chiaro mattino senza nubi; la luna si stava appena nascondendo dietro la linea degli alberi. C'era abbastanza luce per vedere, ma la nebbia sul fiume era così spessa che a malapena vedevi a dieci passi. Feci un altro lancio e la mosca girò sotto di me, immergendosi leggermente nella corrente, poi successivamente incrociò, agganciandola, una fogliolina galleggiante. Mugugnando disgustato diedi alla canna un colpetto, la mosca tornò libera e scese mezzo metro più in là. Ci fu una grossa onda quando salì un salmone, che la rifiutò. "Hai visto!?!" urlò Carlo "Dai! Prova a fargli passare ancora la mosca sul muso! Forse sale di nuovo". Non aveva ancora finito la frase che la mia mosca stava già facendo la passata. Ma il salmone non salì. Lanciai ancora e ancora ma non successe nulla. Provai come avevo fatto prima, con il saltino di mezzo metro dopo la foglia, ma non servì a niente. Cambiai mosche: più grosse e più piccole, più chiare e più scure, ma non ci fu risposta. Cambiare mosca non funziona sempre, ma funziona abbastanza spesso che il tentativo ne vale la pena. Non c'è nessun motivo scientifico perchè un Salmone Atlantico morda una mosca, ma tra la gente che lo pesca c'è sempre qualche insondabile ragione che fa apparire una mosca meglio di un'altra. Hugh Falkus nel suo tomo spesso sette centimetri e che pesa quasi un chilo e mezzo "Salmon Fishing, a practical Guide" dice: "... non è tanto sorprendente che il salmone sia difficile da prendere, quanto che si riesca ogni tanto a prenderne qualcuno".
Ogni libro sui salmoni che mi è capitato per le mani dice qualcosa del genere, e generalmente te lo dice subito nelle prime pagine, tanto perchè non ti faccia un'idea sbagliata. La pool successiva non era altro che una zona di acqua bassa dopo una rapida e contro una roccia. Gianni si piazzò in "testa" e mi disse di provare in un giro d'acqua in fondo. Per completare il tutto guardò nella mia scatola piena di Jock Scott, Blue Charm, Green Highlander e disse "No! Prova questa" e tirò fuori da una tasca uno sgorbio informe e nero.
Lui non lancia male, ma non è mai soddisfatto della distanza, e forza continuamente la doppia trazione fino a che ogni tanto la coda gli scappa e lo avvolge come un serpente sulla mangusta.

E naturalmente centuplica le probabilità di agganciarsi a qualche albero. Una volta gli dissi che doveva accontentarsi della distanza che raggiungeva. Meglio pescare dove si arriva piuttosto che intraprendere logoranti sfide ..... "Franco " rispose "lo so che hai ragione, ma questo è sempre stato il mio problema: affari, sport, sesso, tutto". Al terzo lancio agganciò un Kelt che tirò fuori, e rilasciò, in meno di cinque minuti. Il Kelt è un salmone cha ha già deposto, ed è circa due terzi del peso di un pesce fresco della medesima lunghezza. Molti Kelts muoiono per la fatica, ma qualcuno ce la fà a tornare al mare e in poco tempo riacquista peso e vigore. Dopo circa tre quarti d'ora ne prese due: uno da 8 libbre e un altro da 10.
Anch'io ne agganciai uno subito ed un altro discreto dopo un pò, appena prima di lasciare il fiume. Poi ci sdraiammo al sole, bevendoci un cicchetto e godendo di quella bellissima vista, in attesa del rumore dei rotori dell'elicottero che doveva venire a riprenderci. L'indomani avrei pescato relativamente vicino al campo, da solo. Non mi annoio quando lancio per ore su di un salmone, o una trota, mentre tendo a perdere la pazienza piuttosto in fretta con gli umani. Non sono un misantropo ma devo confessare che in genere preferisco pescare da solo. Ogni pescatore che si rispetti ama pescare da solo. La nostra è una "caccia" essenzialmente solitaria. La pesca, in definitiva, è qualcosa di asociale, al di fuori degli schemi tradizionali, lontana dalle istituzioni. Ti colloca in una strana posizione. Nessuno ti considera pericoloso, ma si aspettano comunque poco da te. Gianni è un viaggiatore navigato, ben equipaggiato, esperto pescatore che legge l'acqua come in un libro; sembra smettere di pescare solo quanto basta per far un pò di caccia a starne e beccaccini. Naturalmente qualche volta lavora ed è un brav'uomo, se non altro è uno che spende il proprio denaro nel modo giusto. Nel corso dei suoi viaggi ha accumulato un enorme archivio di storie comiche e aneddoti. Sul fiume si nota subito per le dimensioni della sua Fly-box appesa al collo, appena più piccola di una Samsonite. E' equipaggiato con ogni mosca immaginabile (e alcune inimmaginabili), due paia di occhiali, una torcia da taschino e attrezzi sufficienti da poter riparare un'auto in panne. Mi aveva chiesto di accompagnarlo e fargli da interprete o complice in un incontro di lavoro. Eravamo arrivati a S.Pietroburgo dove i gendarmi all'aeroporto controllarono il mio passaporto, confrontando la foto con quelle del manifesto dei ricercati, e me lo restituirono in sospettoso silenzio.

La città si presentava appena depurata da quella tragica manifestazione gabbata e venduta con etichette differenti (socialismo reale, tirannia, dittatura del proletariato, democrazia popolare) che, alla fine della fiera, si sono rivelate solo sinonimi di stomaco vuoto, appiattimento di vita, divieto di andare dove ti pare. Avevamo perso un giorno chiaccherando con un tizio in blusa di tela, intonata colla faccia che si ritrovava, e un altro con un colbacco. Poi, concluso niente, via diretti a Murmansk e poi al fiume. Per chi vuol solo pescare ed evitare incontri "ad alto livello" c'e un volo diretto da Helsinki a Murmansk. Il comandante del campo era un mugiko e aveva lunghi peli che gli crescevano in entrambe le orecchie.
Per qualche ragione, forse religiosa, che rispetto, non se li era mai tagliati, e avevano raggiunto ora una lunghezza, se non invidiabile, certamente eccezionale. Crescevano non soltanto all'interno delle orecchie ma anche sui lobi: costituivano certamente il suo più importante segno caratteristico. Appena arrivati cominciammo a studiare il luogo e i costumi, partendo da un'esame della vodka prodotta dagli indigeni. La cosa necessitò complesse e prolungate ricerche che ci tennero occupati fino a tarda notte. La pesca nella penisola di Kola fu aperta agli stranieri circa 7/8 anni fa. Dalle prime notizie che cominciarono a filtrare fu subito chiaro che queste acque, particolarmente il Ponoi, l'Umba, il Varzuga erano ai primissimi posti tra i migliori fiumi del mondo. Nelle passate quattro stagioni le catture sono state tra 4 e 15 al giorno, con un peso medio attorno ai cinque chili e un sacco di salmoni vicini ai dieci. Il fiume Umba è uno dei pochi, forse l'unico della penisola di Kola, che ha acque cristalline e livelli consistenti durante tutta la stagione. La maggioranza delle pools vanno pescate in wading, ma ci sono barche per attraversare il fiume. I diritti esclusivi di pesca vanno dalla prima pool vicina al mare fino al lago Kanozero, incluse le famose beats Krivets. Sono circa 45 chilometri di acque da mosca. Non va confuso il basso Umba, tra le migliori acque da salmoni del mondo, con quello al di sopra del lago. Il lodge è stato costruito con manodopera locale, utilizzando esclusivamente legno del posto. La sala da pranzo ha un grande camino, un angolo attrezzato per costruirsi le mosche, un bar e altre amenità. Si mangia bene, un misto di specialità scandinave e russe. Solo verso la fine della settimana la cena, allietata saltuariamente da un po' di vodka, si trasformò in vodka serale allietata saltuariamente da un po' di cena. Ci sono quattro stanze per un totale di 12 pescatori. L'hanno dotato di ogni comfort compreso il bagno privato per ogni stanza (con sistema idraulico inglese, ma non esiste nulla di perfetto). Esso si affaccia su una delle migliori pool del fiume, dove si fa la fila per pescarci nel dopocena. Si tira a sorte la rotazione, gli altri fanno da spettatori, consiglieri, rompiballe. Quando capitò la sera del mio turno una piccola Green Butt fece salire quattro pesci oltre ai due salmoni catturati di 7 e 10 pound. Questo in meno di due ore di pesca e relax. La maggior parte dei pescatori americani usa canne 7 e 9 a una mano, gli europei utilizzano principalmente "due mani" del 9. I risultati sono uguali. Sono necessari a volta lanci lunghi, ma niente di impossibile nemmeno per uno scarso come me. Si pesca con le mosche classiche dell' 8 e 10 e a volte anche con qualche secca tipo Green Machine o Rusty Rat. La pesca al Salmone è il piacere al sommo grado, o al livello più maniacale.
Purtroppo perseguire il Re dei pesci è un pò come comprare uno yacht o una Rolls Royce: se devi chiedere il prezzo, probabilmente non puoi permettertela. Si è calcolato, in alcuni circoli, che un Salmone Atlantico preso a mosca costa circa un paio di milioni al chilo, senza calcolare il costo per portarselo a casa. Con i moderni sistemi di allevamento lo stesso pesce, nato e cresciuto in vasca, puoi comprarlo al mercato, fresco e pulito, per meno di trentamila lire. In Europa il 98% del salmone che finisce in tavola proviene da allevamenti. La gente con piu' materia grigia della mia naturalmente se ne sta lontana dai fiumi da salmoni. Per me, però, è la cosa migliore che ho fatto nella vita, alla pari con ghiotte cene o bevute e altre cose egualmente deliziose non menzionabili: diciamo che si trova nei primi cinque posti della mia Hit Parade.
La cosa particolare di questo pesce è che, una volta lasciato l'oceano per i fiumi natali, non mangia. Come sempre c'è una ragione a ciò: se questi grossi salmoni arrivassero affamati nei fiumi mangerebbero tutti i parr della frega precedente e pulirebbero l'intera futura generazione di pesci. Perfettamente logico, se ci pensi. Delle le migliaia di uova deposte solo qualcuna sopravvive ai funghi mortali e al fango soffocante. Da quelle che schiudono crescono avannotti che riescono a uscire dalla ghiaia per entrare nel fiume aperto. Solo pochi riusciranno a sfuggire predatori efficenti come gabbiani, falchi, trote e lontre affamate. Di quelli che scappano solo pochi sopravvivono nella competizione alimentare con altri della loro stessa specie. Altri verranno imprigionati in pozzanghere quando il fiume secca o verranno sbattuti contro rocce durante le piene. Quelli che supereranno tutte queste prove e ostacoli arriveranno alla taglia per scendere al mare. E il processo non è finito. I giovani smolts nel mare saranno esposti a numerosi altri predatori: foche, orche, leoni marini, cormorani e un numero incredibile di altri pesci che li cacceranno lungo tutta la loro permanenza fino alla via del ritorno. Pochi sopravvivono a questa lunga Anabasi e per ogni migliaio di uova schiuse solo uno, se va bene, tornerà salvo da adulto al fiume dove è nato. Un pescatore dovrebbe conoscere il più possibile i pesci che ricerca, la storia della loro vita, il comportamento e le preferenze, l'habitat e le migrazioni, Tale conoscenza è importante anche perchè aiuta ad essere un pescatore più capace e accresce enormemente il piacere della pesca stessa. Ci sono tre principali risalite sull'Umba: la prima comincia a metà maggio e continua fino a fine giugno. Questi pesci sono potenti e aggressivi verso la mosca. Poi c'è la massiccia risalita estiva, costituita principalmente da grilse di due/quattro chili, che comincia a metà luglio e continua fino alla metà di agosto. C'è poi la risalita autunnale che va dalla fine di agosto e continua fino ad ottobre e al gelo, Sono tutti salmoni di due/tre anni che vanno dagli otto ai qindici chili. Questi pesci, a differenza di altre risalite autunnali, generalmente stanno nel fiume, prima di fregare, fino al settembre successivo. Tutti i pesci vanno rilasciati, al pescatore è permesso trattenere solo due di loro per settimana, uno per la cena al campo e uno da portare a casa. Si usano sia ami doppi che singoli, ma senza ardiglione. Quando la giornata è particolarmente generosa le guide insistono affinchè venga usato solo l'amo singolo. Ora ero indecorosamente sdraiato su una roccia alla Brad's Pool, scrutando l'acqua palmo a palmo con i polaroid. Facevo lanci di tre metri, strisciando la mosca sull'acqua, sopra quattro pesci. I salmoni sono, in certe condizioni, abbastanza visibili. Ovviamente quando saltano ma, spesso, anche quando stanno in una "lie". Individui dall'alto le schiene e le pinne ondeggiare quando il loro colore appare nell'acqua chiara come un'ombra pallida di verde/grigio che contrasta contro il fondale di ghiaia, roccia o alghe. Vidi una poderosa coda uscire dall'acqua e poi la mosca scomparve in una bollata che pareva il gorgo di una toilette. Non è certo una delle analogie più poetiche in un racconto di pesca ma, mi spiace, è esattamente così che sembrava. Mi alzai in piedi mentre il salmone esplodeva in verticale dall'acqua come un missile Polaris. "Abbassa la canna quando il salmone salta..." mi dissi. Naturalmente la canna deve poi essere alzata appena il salmone è di nuovo in immersione, e che sollievo quando senti la coda tendersi di nuovo. Poi cominciò a sparare in giù per oltre cento metri fino alla fine della Rat Pool e io cercavo di seguirlo. Correvo e saltavo sopra ciottoli-palla-da-bowling, tratti di ghiaia e sabbia, spuntoni di roccia, meravigliandomi ogni tre passi di essere ancora in piedi e incolume. Aveva raggiunto un tratto disseminato di rocce affioranti e per due volte mi incastrò la coda ma riusci ogni volta a spingermi nel fiume e liberarla. Poi il pesce, come per incanto, si arrese e se ne venne docile docile. Per tutto il resto del giorno i salmoni collaborarono: ne catturai altri quattro e ne feci "salire" almeno il doppio. Sulla strada del ritorno stavo trotterellando (per quanto uno se ne può trotterellare inguainato negli waders) verso il lodge per la cena. Non avevo fretta ma andavo di buon passo per evitare di trovarmi nel bosco con il buio. Se questo genere di cose ti è mai capitato, sai che questo è il momento cruciale. La differenza tra essersi perso e "girare attorno" alla ricerca della strada è semplicemente una questione di stato d'animo. Se affronti la cosa come una nuova interessante situazione, sei momentaneamente disorientato. Se ti vengono le palpitazioni, sei perso irrimediabilmente. Ad un tratto vidi qualcosa di scuro muoversi ad una cinquantina di metri. Mi fermai e mi appoggiai ad un albero quando vidi un grosso orso venire nella mia direzione. Subito dietro il primo orso ne comparvero altri tre, due cuccioli e un grosso maschio. Stavano dirigendosi lungo il sentiero, verso di me. Quando furono ad una trentina di passi deviarono e mi sorpassarono in fila indiana, tutti e quattro, tranquillamente. Non si accorsero mai della mia presenza e se solo avessi avuto una cinepresa con me immaginate che splendido documento ne sarebbe venuto fuori.


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