2.
Salmone: il grande amore
2.01
ALASKAN KINGS-Wilderness
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set.87
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WILDERNESS:cercando
sul vocabolario a questa voce si trova landa, deserto, selvaticità,
però deve avere altri significati reconditi poichè
gli americani, popolo con un animo ancora da pionieri e amanti
di un certo tipo di vita, letteralmente impazziscono per tutto
ciò che si riferisce a questo termine. Quando abbiamo
saputo da un'amico inglese che in Alaska c'era un posto dove
poter pescare i Kings a mosca, ci siamo decisi, carichi di entusiasmo,
per questa avventura. Parlando di questo luogo, l'inglese aveva
sottolineato che la pesca era eccellente e l'ambiente "very
wilderness". Dunque, la nostra dose di selvaticità l'abbiamo
avuta tutta; per una settimana freddo polare, pioggia in continuazione,
dormire pochissimo in tende disagevoli, i sacchi a pelo sempre
bagnati e gelati, cibo su cui è meglio non approfondire,
lavarsi mai, insomma quel tipo di avventura dopo la quale necessitano
almeno quindici giorni di riposo in qualche posto tranquillo,
assolato e soprattutto caldo.
Ma
ecco il resoconto di questo viaggio. Partenza a fine giugno
da Milano per Londra-Anchorage e pernottamento; il mattino successivo
volo per Dillingham, piccolo villaggio eschimese e poi di lì
volo per Quinhagak, centro ancor più piccolo, dove troviamo
ad attenderci con i gommoni le guide che con un viaggio di circa
un'ora, risalendo le correnti ed i cento meandri del Kanektot
River ci portano al campo situato in un'ansa del fiume. Arriviamo
quasi ibernati ma per fortuna ci attende un caffè caldo e lì
facciamo conoscenza con i nostri compagni di avventura, tutti
simpatici americani; le presentazioni sono suggellate da vigorose
pacche sulle spalle. Il campo è molto, molto spartano
e le condizioni atmosferiche terribili.
(risalita
di pink e silver)
La
pesca, per fortuna, già dall'inizio si prospetta ottima:la
prima sera, dopo cena, facendo un giretto vicino al campo, senza
allontanarmi troppo per il pericolo reale qui rappresentato dagli
orsi, catturo una decina di belle Rainbows, di cui una di ottanta
centimetri, pescando nei sottoriva con un'imitazione di topolino.
è molto eccitante vederle venir su come a mosca secca su
questo batuffolo di peli. Il giorno seguente iniziamo con i salmoni.
Scendendo il fiume con i canotti vediamo parecchi salti fuor d'acqua
di Kings e di Chums. Per questi ultimi basta l'attrezzatura solita
e cioè una canna potente, coda del nove affondante o sinking tip,
finale del quaranta: meglio non scendere sotto questo diametro
perchè qui anche i Chums sono grossini (ne abbiamo presi parecchi
sulle 1O/12 libbre) e poi comunque si può sempre attaccare
un King.Come mosche le solite: Alaskan Smolt, Blue Smolt, Polar
Chub ed altre simili che, come abbiamo sperimentato altre volte,
vanno sempre bene. Occorre però fare molta attenzione alla
profondità dove lavora l'esca, infatti, nonostante il fiume
sia letteralmente zeppo di pesci, la mosca deve passare proprio
davanti al muso per poterli catturare. In una lanca io ne ho presi
diciotto e gli atri che erano con me nemmeno uno, poi abbiamo
visto che cambiando coda e agendo sulla lunghezza del finale,
pur usando mosche diverse, i risultati si uguagliavano.
(Ecco
un risultato)
Per il King il discorso è simile, solo che questo pesce
staziona nelle pools piu' profonde e quindi con la mosca diventa
oltremodo difficoltoso scendere a tre/quattro metri. Abbiamo risolto
il problema pescando con code Teeny Nimph da 400 gr.oppure mettendo
degli spezzoni di un paio di metri di coda piombata sulla fast
sinking. Certo che così la poesia della pesca a mosca va
un pò a farsi benedire, è come lanciare un macigno
in acqua, peggio ancora tirar fuori la coda, ma per avere dei
buoni risultati è l'unico sistema. Solo così abbiamo
potuto prendere i nostri Kings, bei pesci brillanti e freschi
di risalita ma non eccessivamente grandi, forse i più'
grossi sulle 25 libbre, che, con la canna da mosca, è comunque
un bel prendere.Non sono i salmoni giganti del Kenai ma questa
pesca è decisamente più divertente. Due
americani del nostro gruppo, che avevamo soprannominato i banditi,
pescando con plughi e con i famigerati Spin-glo, ne catturavano
35/40 al giorno, senza contare i Chums ed i Reds (Sockeye Salmon)
che avevano iniziato a risalire negli ultimi due giorni e che
ci avevano dato le ultime soddisfazioni prima della partenza.
Hanno infatti una taglia intermedia, ma una difesa, quando sono
appena risaliti, al fulmicotone. Concludevo la giornata con il
mio giretto, dopo cena, alla ricerca delle Rainbows.L'altra grande
soddisfazione l'abbiamo avuta quando, rientrati ad Anchorage,
abbiamo potuto fare una doccia calda, un pranzo decente (la cucina
americana è quello che è) e finalmente dormire in
un comodo letto in attesa dell'indomani quando avremmo iniziato
un giro in camper nella penisola del Kenay. Ma questa, come diceva
Hemingway, è un'altra storia.
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