2. Salmone: il grande amore
2.09 Canada: i salmoni dell'Eagle-Labrador
Nota: cliccare sulle foto per ingrandirle.
Vai all'Album foto
ott.99

Il Labrador fa parte della provincia canadese di Terranova (Newfoundland), si trova a nord del Quebec ed e' uno degli ultimi paradisi rimasti per la pesca del Salmone e della Brook Trout. Per quanto concerne il salmone anche qui i tempi sono purtroppo cambiati e fiumi come il Pinware, il Serpentine od il Big River, che erano veri e propri Eden, negli ultimi trent'anni hanno visto calare in quantità e qualità le risalite. Reti in prossimità delle foci e pesca intensiva in mare hanno ridotto enormemente i branchi di salmoni facendo diminuire cosi' le risalite nei corsi d'acqua. Cinquant'anni fa inoltre, nei fiumi del Canada Atlantico, si catturava un Grilse (salmone che ha passato un solo anno in mare) ogni dieci/quindici salmoni mentre ora il rapporto e' di un salmone ogni otto/dieci Grilse. Oh! Intendiamoci non e' che un Grilse in canna faccia schifo!
Sono sempre due chili concentrati di dinamite . Alex Parsons, che fece i primi viaggi esplorativi di pesca in Labrador nel 1949, raccontava di una media di oltre otto salmoni al giorno dai cinque ai quindici chili oltre ad altrettanti attaccati e persi. Per dare un'idea del cambiamento avvenuto bisogna tener presente che oggi i dieci fiumi migliori e più famosi del mondo per il salmone atlantico danno una media di tre salmoni al giorno per canna/pescatore e questo, naturalmente, solo nel periodo della risalita. Tali fiumi sono irraggiungibili per i comuni mortali. Oltre ai prezzi da capogiro esistono liste di attesa di anni. Ciò va detto per dovere di cronaca anche se, ogni tanto, si trova l'imbecille di turno che racconta di aver pescato in Finlandia o Svezia o Scozia salmoni a decine al giorno.

Da due o tre anni, per fortuna, pare che si sia arrestato questo calo continuo e sembra, tra l'altro, che i fiumi abbiano iniziato a dare delle rese leggermente migliori. Questo per merito di una regolamentazione più consona ai tempi: vengono infatti tolte alle foci le reti durante il mese di maggior risalita, nei fiumi e' permessa solo la pesca sportiva ed il pescatore puo' trattenere due pesci al giorno con l'obbligo di tenere i Grilses e gli esemplari oltre i 63 centimetri; nei fiumi da salmone e' permesso solo l'uso della mosca e coda di topo. In conseguenza di ciò si sta assistendo, in queste zone, ad una aumento dei salmoni sia come numero che come taglia media. Da tre anni in qua ad esempio l'Eagle River ed il Conne danno una media di circa duemila salmoni all'anno con un solo Grilse ogni nove salmoni.
Preghiamo e speriamo che continui questo trend. Per quanto concerne invece la Brook Trout il paradiso e' rimasto tale e quale in quanto questa specie e' stanziale ed in questi posti selvaggi non esiste ne' inquinamento ne' pressione di pesca che ne possano diminuire la quantità presente. Nei lodges inoltre, le guide stesse permettono o comunque incoraggiano il "catch and release". Tali condizioni unitamente alle odierne attrezzature, più moderne e raffinate, permettono una pesca ancora più entusiasmante di un tempo, se questo fosse realmente possibile: non e' possibile infatti avere più di un pesce attaccato contemporaneamente sulla stessa mosca. La Brook Trout (salmerinus fontinalis) e' un salmerino dai bellissimi colori che può raggiungere, in queste zone, anche i quattro chili. Il peso medio delle catture comunque varia tra uno e due chili e si pesca sulla bollata al mattino ed alla sera mentre durante il giorno si pesca a streamer. Altre specie presenti in queste acque sono il Northern Pike ( luccio artico ) e l'Arctic Char ( salmerinus alpinus): la cattura di questi pesci non e' un fatto raro, solo che per prenderne parecchi occorre andarli a cercare nei luoghi specifici dove vivono. L'anno scorso un amico ha preso 17 Char nei primi 21 lanci fatti!
Diversi pescatori, pescando a spinning, hanno superato i cento in un giorno ed un party di sei persone ne ha catturati 2000 in una settimana! Se non fosse tutto registrato e con testimoni il tutto farebbe pensare a dei sogni. O forse incubi?! Nel Labrador la tecnica di pesca da usare, per il Salmone Atlantico, e' quella classica con coda galleggiante e mosca sommersa. Io lancio attraverso la corrente, con un angolo di 40/50 gradi rispetto alla riva, lascio derivare la mosca controllando che la coda non faccia pance (mending the line e' il termine inglese che descrive l'operazione da To mend = correggere, aggiustare). Questo si ottiene facendo descrivere continuamente un ipotetico cerchio, di circa un metro di diametro, al cimino della canna. Quando la lenza alla fine e' tesa e parallela alla riva normalmente eseguo un leggero stripping, tanto più lento quanto più e' forte la corrente. Dopo aver recuperato un paio di spire di coda, inizio il lancio indietro allungandolo leggermente e ripeto il processo dall'inizio. Quando sono arrivato al mio limite di lancio, scendo di un passo "downstream" e ricomincio da capo.

La chiave del successo e' quella di coprire meticolosamente e metodicamente tutta la Pool alla ricerca del posto dove staziona il salmone. Inoltre, quando si nota qualche strano movimento del salmone, come ad esempio uno scarto improvviso, una risalita in superfice o si sente un leggero fremito sulla coda, occorre registrare mentalmente il punto esatto dove questo e' avvenuto (magari facendo un'asola sulla coda) e poi rifare la passata cambiando continuamente mosca cercandone una la cui taglia, forma e colore infastidisca nel modo giusto il salmone, per indurlo a mordere. Facile a dirsi, nella pratica il successo non e' sempre garantito.
Quando si ha finalmente l'abboccata del salmone (a volte un leggero sfilare della coda tra le dita, a volte uno strattone deciso e violento) non si deve ferrare subito perche' spesso si ottiene il risultato di togliere la mosca dalla bocca che rimane aperta; bisogna attendere che il pesce ridiscenda verso il fondo e magari lasciar fare un po' di pancia alla coda per poi ferrare decisamente di lato e piantare l'amo nella "forbice" tra le due mascelle. Anche ora che ho preso parecchi salmoni e molti di più ne ho persi (come ogni pescatore che si rispetti) mi e' difficile mantenere il sangue freddo necessario tra la prima tirata, che capita immancabilmente quando si e' distratti, e l'attimo della ferrata. Sono solo tre o quattro secondi che diventano pero' eterni per la moltitudine di pensieri che frullano nella testa: forse mi sono sbagliato e sto diventando rimbambito, forse sente l'amo e sputa la mosca. Come e' stato descritto da famosi pescatori, come ad esempio Lee Wulff e dal Col. J. Bates, nei fiumi del Labrador, forse unico posto al mondo, si riesce a prendere i salmoni pescando a secca sia usando classiche mosche da salmone piuttosto leggere (Silver Doctor, Munro Killer, Orange Teeny Nimph) su ami 4/6/8 con il Portland Creek Hitch o Rifle Hitch sia usando delle vere e proprie secche come la Gray Wulff o come la Brown o la Yellow Bomber (vero e proprio Bug in pelo di cervo).
In questo caso la pesca e' forse piu' lontana dai canoni tradizionali del pescatore di salmoni ma senz'altro e' molto più eccitante perche' in pratica si pesca a vista sul pesce con lanci molto brevi. In questo caso occorre sempre stare all'erta, pronti a ferrare al volo il salmone che si alza dal fondo per prendere la mosca e poi la risputa subito. Quando si vede il salmone salire in superficie verso la nostra mosca vi si ferma letteralmente il cuore e non c'è emozione più grande. Si dimenticano fatiche, freddo e disagi. Naturalmente si vedono anche moltissime salite a vuoto che sembrano "rifiuti"; in questo caso, inizia la snervante e maniacale sequela di cambi. Dopo aver provato tutte le cinquecento mosche diverse che normalmente ci si porta al seguito e rifatto cento volte il finale che sempre si accorcia si viene colti da un indicibile senso di frustrazione. Si pensa dapprima al suicidio e poi iniziano visioni omicide e catastrofiche dense di immagini ricche di fiocine, reti e bombe. Questa lunga premessa per introdurre la mia ultima avventura. E' l'undici agosto.

Emozione ed entusiasmo sono alle stelle per motivi diversi: la prospettiva e' appunto di pescare il Salmone Atlantico nel mitico Labrador e di lottare contro salmerini "taglia/tonno" catturati a mosca secca. L'idea di sfuggire alla calca, alla confusione ed al caldo afoso di Ferragosto contribuisce inoltre ad aumentare il piacere. L'aeroporto della Malpensa e' affollato come per un concerto dei Pink Floyd. Ci ritroviamo tutti e quattro puntualmente all'appuntamento. Puntualmente, per noi, quando si tratta di un viaggio di pesca, significa normalmente che siamo tutti nel luogo prefissato tre/quattro ore prima dell'ora decisa, con sguardo fremente ed eccitato. Le pupille sono dilatate tipo sindrome d'astinenza. Facciamo finta di niente agli sguardi curiosi degli altri passeggeri in attesa del volo: la tenuta artica ed i megatubi contenenti le canne ci fanno apparire, nell'afa estiva, simili ad astronauti fantozziani. Eppure abbiamo rinunciato, a fatica, a partire direttamente indossando waders e giubbetto da 37 tasche. Sono sempre preoccupato perche' non ho abbastanza attrezzatura per riempirle tutte (vi viene da ridere!). Il viaggio Milano/Toronto,con un Boeing 767 della Canadian Pacific si rivela perfetto poi le cose vanno un po' meno bene: un ritardo nello scarico dei bagagli ci fa perdere la coincidenza con Montreal; riusciamo a prendere il volo successivo ma alcuni bagagli li ritroviamo in aeroporto solo il giorno dopo.
La mattina successiva un'aeroplanino ci porta fino a Goose Bay/Happy Valley (due ore circa di volo) e da li' un altro "coso" dotato di ali, ancora più piccolo (qui e' meglio sorvolare sulle caratteristiche di funzionalità e sicurezza del velivolo), ci conduce al nostro lodge sull'Eagle River, senz'altro uno tra i quindici migliori fiumi del mondo per il Salmone Atlantico. Il nostro programma prevede tre giorni a salmoni ed altri tre nella zona dell'Igloo Lake per Speckled Trout o Brook Trout. Tutte due le zone sono rigorosamente "Only fly permitted"ed e' concesso di trattenere due salmoni al giorno nel primo luogo e una trota trofeo nel secondo. Appena arrivati si presenta ai nostri occhi uno scenario magnifico. Siamo circondati da ogni parte da larici ed abeti in un'atmosfera da romanzo alla Jack London. Ci fanno compagnia gli scoiattoli e davanti a noi, sul fiume, c'è un'operosa famiglia di castori. Il lodge e' situato a circa 15 miglia dal mare, proprio di fronte a sei/sette pools. Queste dovrebbero normalmente rappresentare il primo punto di sosta dei salmoni durante la loro risalita di oltre 300 chilometri per arrivare alle zone di frega. Dico dovrebbero perche' le due settimane precedenti alla nostra ha piovuto continuamente: questo inconveniente ha contribuito ad alzare talmente il livello del fiume da farlo apparire come un gigantesco canale e quindi i salmoni, trovando molta acqua, hanno iniziato a risalire in grande quantità ma non incontrando ostacoli nel loro percorso passavano letteralmente a centinaia davanti a noi senza pero' fermarsi. La prima giornata con la canna in mano e' totalmente negativa (a parte qualche Brook Trout medio/piccola). A tal proposito voglio far notare che raramente un buon fiume da salmoni e' un buon fiume da trote e viceversa sia per la concorrenza alimentare vera e propria, sia perchè la presenza di trote adulte falcidia enormemente le schiere di Parr ( piccoli salmoni) che sono, nell'attesa di ridiscendere al mare, totalmente indifesi. Questo spiega perche' alcuni ottimi fiumi da salmoni sono quasi privi di trote e perche' i responsabili governativi della gestione acque evitino di seminarle.
Ciò contribuisce a far rimanere il corso d'acqua ad un ottimo livello di pescosità di una specie pregiata anche se per buona parte dell'anno rimane pressoche' vuoto. Quante cose avrebbero da imparare certi nostri amministratori! Visto il risultato negativo del primo giorno e le vane speranze di un abbassamento rapido del livello del fiume decidiamo, d'accordo con le nostre due guide canadesi, di risalire, per i due giorni successivi, fino alle Gorges, gole enormi ed impressionanti: un susseguirsi di rapide, cascate e strapiombi. Questo ostacolo naturale e' un punto di stazionamento e riposo obbligato per i branchi di salmoni. Il trasferimento non e' agevole, ma se vogliamo avere qualche chance dobbiamo adeguarci. Dobbiamo percorrere un tratto di circa mezz'ora in barca in un ambiente da cercatori d'oro o cacciatori di pellicce e poi una camminata di un'ora e mezza tra tundra e boschi. Si devono usare scarponi in quanto il tratto da percorrere e' abbastanza lungo ed anche perche' pescheremo dalle rive rocciose della gola e quindi gli stivali sarebbero inutili. Vediamo tracce d'orsi, di alci, di caribou. Un'aquila ci controlla dall'alto. La prima mattinata, arrivati alle Gorges, e' tranquilla, leggermente nuvolosa ed abbastanza calda. Immense nubi di moscerini "antropofagi" fanno tesoro di un'opportunità cosi' deliziosa. Le loro picchiate sembrano quelle degli Stukas. Tento di scacciarli con una mano mentre con l'altra tengo la canna e cerco di pescare. Muskol (antizanzare) e schiaffi mi aiutano a vincere l'incontro. Una vittoria di Pirro poiche' resisto e sopravvivo ma per dieci giorni continuerò a grattarmi furiosamente. Uso una dieci piedi in grafite, coda WF9F, finale di due metri e mezzo con terminale 0.25. Mosche ne provo tante e ne consumo da far la felicita' di un negoziante avido. Anna prende due salmoni nella prima mezz'ora di pesca, poi ne perde altri due e cattura qualche trota. Giovanni, alla sua prima esperienza sui salmoni ne prende due e ne perde uno ed Italo ha la sua grande giornata con quattro salmoni presi, tre persi ed una decina di trote, con pesi che variano da una alle quattro libbre mentre i salmoni sono nella classe tra le otto e le dieci con un esemplare, fresco ed argenteo, preso naturalmente dal superfortunato del giorno, di quindici libbre. Io prendo, in tutta la giornata, due esemplari di Speckled Trout. In mezzo a tanto Bengodi catturo solo due trote ed anche nane. Alla sera mi sento un po' deficiente e tanto solo: se avessi morso qualcuno l'avrei senz'altro avvelenato. In queste circostanze e' dura trovare argomenti validi per dire che in fondo in fondo ci si diverte lo stesso. Certe situazioni sono difficili da spiegare: rimane il fatto che essere in giro a pescare implica uno stato d'animo nel quale, per me, e' impossibile non divertirsi. A proposito di ciò ho letto una volta una frase sulla fiancata di un Pick Up americano
"MEGLIO UNA BRUTTA GIORNATA DI PESCA CHE UN BUON GIORNO DI LAVORO".
Sintetico ma profondo. Il secondo giorno alle Gorges per fortuna livello le sorti. Esperienza e volonta' devono dare alla fine i propri frutti. Seleziono dalla scatola una Black Bear & Green, controllo il finale ed attacco subito a pescare: parto deciso a macinare lanci su lanci, a sondare e dragare pools su pools. Trascorrono venti minuti quando "qualcosa", subdolamente, mi sfila venti/trenta centimetri di coda dalle dita. Mi ricompongo, tutti i sensi sono all'erta in un centesimo di secondo; mentalmente conto fino a cinque, il mio pesce prende un altro mezzo metro di lenza, stringo con la sinistra la coda e ferro una, due volte. L'amo si pianta e la coda si tende. La canna si piega all'ingiù. Il mulinello comincia a gemere, poi l'acqua si apre ed un missile d'argento s'innalza alto nell'aria, si rigira, si contorce e ricade. Il salmone viene fuori ancora, e poi una terza volta, intraprende un "tailwalking" di tre metri e rientra in acqua. Ora mi viene incontro ed ho i miei problemi per riavvolgere lenza e tenerlo in tiro. Si ferma, inizio a pomparlo ma fa un'altra fuga più veloce e lunga, non si ferma più. Il mulinello sembra che fumi. Avrò in bobina ancora si e no venti metri di backing e comincio a correre in giù per il fiume, canna alta, riavvolgendo affannosamente. Si ferma: tutta questa ginnastica spero almeno che abbia contribuito a stancarlo un po'. Riprendo a pompare e guadagno lenza, lo tiro vicino per ben quattro volte ed ogni volta, quando e' quasi a riva, si riporta in giù ed al largo nel fiume.
Fa ancora due salti, spruzzando mille gocce che sembrano diamanti attraversati dai raggi del sole che ora fa capolino tra le nubi. Sembra proprio sia in mio onore. Questo salmone sta dimostrando tutte quelle doti di forza, resistenza e combattività che gli hanno fatto meritare il nome di Re d'acqua dolce. Infine, stanco di saltare, tirare e correre se ne viene docile, docile verso riva. Lo prendo per la coda, lo poso delicatamente sulla riva e gli tolgo la mosca dalle mascelle. E' un esemplare di maschio, lo stimo tra le dieci e le dodici libbre. Lo rilascio, dopo averlo cullato un po' nell'acqua per farlo ossigenare affinche' si riprenda. Un guizzo e ritorna nel centro del fiume per continuare il viaggio imposto dalla natura e dal suo istinto della riproduzione. Lo osservo e mentalmente gli auguro buona fortuna. Spero abbia una numerosa prole che tra qualche anno mi faccia ancora riavere delle emozioni come quelle che lui mi ha dato. Ritorno soddisfatto vicino ai compagni. Giovanni mi dice di aver attaccato un "Tram" (uso parole sue), di averlo tenuto per un po' senza nemmeno vederlo e poi di averlo perso. Gli altri, per il momento, sono a zero assoluto. Ora inizio a pescare a secca e riesco a far salire sulla mia mosca, uno dietro l'altro, diversi pesci. Ho finalmente anch'io la mia grande giornata. Alla sera, quando chiudiamo il conto, ci ritroviamo con un bottino di 18 salmoni (di cui 8 presi dalle due guide). Sono esemplari dalle otto alle quattordici libbre ed al conto ne vanno aggiunti altri undici persi, inoltre sono state catturate in totale una ventina di trote. Personalmente ne ho presi cinque e ne ho persi altri quattro di cui due combattuti fino a riva. Per chiunque conosca onori e miserie della pesca al Salmo Salar sa che razza di giornata storica possa essere. Tutti i nostri pesci sono stati fotografati, pesati, misurati e soprattutto rilasciati rendendoci cosi' una doppia gioia: quella della cattura e quella di permettere a questi meravigliosi pesci di riprodursi.
Le due guide hanno tenuto i due regolamentari a testa: loro pescano per mangiarli. Trascorriamo poi tre giorni all'Igloo Lake. Anche qui le condizioni non sono ideali in quanto fa piuttosto freddo e l'acqua e' molto alta: condizioni piuttosto difficili per pescare a secca. Si vedono comunque diverse bollate, pricipalmente verso sera. E' veramente una pesca eccitante lanciare su pesci da 5O/6O centimetri che bollano maestosamente sugli insetti che galleggiano. La bollata della Brook Trout e' talvolta un risucchio od un gorgo sulla superficie ma, più spesso, il pesce salta interamente fuori dall'acqua e prende la mosca vera o finta mentre ricade. Questo fatto all'inizio ne fa spadellare diverse perche' si tende a ferrare troppo in anticipo. Infatti appena si vede rompere la superficie si ferra decisamente col risultato di togliere la mosca sotto al muso della trota. La pesca si svolge sia su laghi, pescando dalla barca, nelle insenature od all'imbocco degli immissari ed emissari, sia in piccoli Creek (ruscelli) dove si pesca in wading. Alterno quindi mosche secche (Sedges, Mayflies e qualche grosso Bug) con lo streamer (Muddler Minnow). Uso una nove piedi con coda DT5F per la secca e WF7F per lo streamer, finale 0.20 e 0.25. Preferisco sempre una canna piuttosto potente quando devo maneggiare grosse mosche in condizioni ventose. Pesco a streamer con una coda galleggiante perche' e' sufficiente che l'artificiale lavori a venti centimetri sotto il pelo dell'acqua e perche' mi piace vedere la scia tipo siluro del pesce in arrivo. Totalizzo una media di circa quaranta Brook Trout al giorno (sette ore di pesca), taglia due/cinque libbre. Prendo in oltre tre trote considerate trofeo, ben oltre le sei libbre.
Le prime due non posso fotografarle perche', la prima sera, nella frenesia di partire in fretta a pescare, non mi ricordo di mettere nello zainetto la macchina fotografica. L'altro stupendo esemplare e' dell'ultimo giorno, dell'ultima mezz'ora, quando ho ormai finito il rullino e l'altro di scorta, era già in valigia. In compenso sparo, tra questi due sfortunati episodi', decine di foto su vari altri salmerini da favola, ora ancor più splendidi nella loro livrea nuziale. Il risultato della pesca e' ottimo comunque anche se in condizioni normali di acque si dovrebbe catturare di più. Nel lago sono presenti anche parecchi lucci ma, con i livelli cosi' alti, risulta molto difficile localizzarli e per prenderli occorre proprio la fortuna che lo streamer passi ad una spanna dal loro muso. Anna ne vede uno lungo un metro inseguire svogliatamente il proprio Mylar Minnow ma poi il bestione cambia idea e si allontana. Si pesca al mattino, al pomeriggio e dopo cena; purtroppo dopo tre giorni di questa pacchia e' ora di partire e rientriamo a Goose Bay in elicottero; da li' andiamo nel pomeriggio a Montreal. Durante la successiva mezza giornata visitiamo lo splendido acquario cittadino, saccheggiamo poi un negozio di articoli di pesca e subito dopo un ristorante con cucina francese (quella tipo eschimo/canadese dei vari Lodges serviva giusto giusto a nutrirci per poter sopravvivere). Durante il viaggio di ritorno e' prevista una sosta a Monaco di Baviera di qualche ora. Da pescatori assatanati quali siamo ne approfittiamo per andare a visitare il famoso JAGMUSEUM (nella centralissima Kaufingerstrasse, vicino a Marienplatz): e' un museo dedicato totalmente alla caccia ed alla pesca. Sono presenti, in varie taglie, tutte le specie di pesci che vivono nelle acque europee e nordamericane, alcuni esemplari sono di stazza enorme; peccato che i colori abbiano perso molto del loro primitivo splendore. Ci sono inoltre alcune sale ricche di cimeli storici che rappresentano tutta l'evoluzione delle attrezzature di pesca: dagli ami intagliati in osso alle canne piu' recenti di Hardy o Brunner oltre a decine di libri antichi sulla pesca. Mulinelli recenti ed argani antichi. Mosche di tutte le fogge e colori. Vale senz'altro cento volte i quattro marchi dell'entrata; e' un vero peccato che all'interno sia vietato fotografare od usare la cinepresa.


INDICE
|
Home | Prefazione |E-mail |
RadiciSalmone | Trotemoli | Saltwater | Pesci_strani | Varie |