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Salmone: il grande amore
2.14
ASTURIE: TROTE E SALMONI
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giu.92
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Itinerario per una serena "vacanza con famiglia".
Sappiamo quanto la pesca sia un morbo che
fa dimenticare moglie, figli e lavoro. Un mio amico psichiatra
ha psicanalizzato venti pescatori per due anni curandoli da questa
"malattia". Ha rivelato loro che il masochistico ed irrazionale
comportamento e' essenzialmente uno sforzo inconscio per risolvere
tensioni interiori ed e' dovuto pù a tare infantili che
a vera e propria voglia di pescare. Tutti i pazienti, dopo la
terapia, hanno smesso con la pesca e sono stati ricondotti ordinatamente
al lavoro e alle famiglie. Il medico, con quello che ha guadagnato
su questi pazienti, puo' permettersi tre/quattro viaggi all'anno
nei pù lussuosi lodge di pesca dell'Alaska e dei Caraibi.
Anche i miei affetti tendono a dissolversi quanto pù sono
in prossimità di acqua che scorre e quindi ogni volta devo
riflettere bene sulla meta di una vacanza se sono con la famiglia.
Negli ultimi tempi troppo spesso avevo detto: "Aspettami qui,
tesoro, sarò di ritorno tra cinque o sei ore, a meno che,
verso sera, non comincino a bollare ...." .
Era mio preciso dovere accompagnare la moglie, per una volta,
in una vacanza tutta sua. La soluzione mi apparve in sogno e svegliato
buttai gù quattro nomi, un itinerario di massima.... e
tornai a dormire. Saremmo andati in Spagna risalendo, al ritorno,
la costa Atlantica della Francia: sono luoghi dove si mangia ovunque
dell'ottimo pesce e i vini sono buoni come i nostri, quando sono
buoni. Avrei accompagnato moglie e figlia a vedere musei, spiagge
e vecchie cattedrali: potevo cosi' anche dare un'occhiata a qualche
fiume (li si trovano i pù meridionali risaliti da salmoni).
Tra i bagagli avrei inserito qualcosina.....ma giusto nel caso
che fosse avanzato un pomeriggio: un paio o due di stivali, una
borsata di nylon, mosche, pinze, code, cucchiai ed una mezza dozzina
di canne. Ad Astorga, mentre mia moglie guardava una vecchia chiesa
famosa per dei "vetri colorati", andai a dare un'occhiata al Rio
Orbigo.
Questo
fiume, mi raccontarono alcuni locali, e' adesso solo l'ombra di
quello che era stato trent'anni prima. Ormai era stato trasformato
completamente da una successione di sbarramenti ed inoltre mezza
Spagna si riforniva delle sue acque. Vidi comunque qualche fario
da mezzo chilo ed un pescatore che lanciava su rade bollate ma,
dagli scarsi risultati che otteneva, sembrava che quei pesci avessero
conseguito il Master alla Hardy. Attraversando l'alta Castiglia
incontrai diversi corsi d'acqua splendidi con acque limpide e
grasse fario. Mentre la famiglia guardava statue a Leon, cominciai
ad aggirarmi tra negozi e uffici alla ricerca di un permesso per
pescare. Riuscii ad ottenere una giornata sull'Esla ed una sul
Rio Porma, a valle di Ambasaguas. Sufficienti per non perdere
la mano ed agganciare una ventina di trote.
La
taglia non era eccelsa ma quei pesci salivano facilmente sulle
mie imitazioni. Le trote sono molto intelligenti: solo un animale
molto intelligente infatti può avere sufficiente immaginazione
per comprendere come una Late March Brown possa assomigliare a
una Ecdyonurus Venosus viva. Quelle, ad esempio, mordevano il
mio ciuffetto di piume solo per saggiarne il gusto. Prima di lasciare
la zona diedi solo una rapida occhiata ai tratti piu' interessanti
del Rio Luna e del Rio Torio. Le trote bollarono per tutto il
pomeriggio e fino notte fatta; cercammo quindi un ristorante.
A Pamplona non era il momento della "Feria de San Firmin" e quindi
portai tutti sulle sponde del Rio Irati, dove Hemingway si ritemprava
lo spirito tra un romanzo e l'altro. La Spagna ha circa dieci
corsi d'acqua risaliti regolarmente dai salmoni. Vent'anni fa
venivano catturati nel paese tra i 10.000 e i 12.OOO salmoni a
stagione e circa 1400 pesci provenivano dai fiumi piu' produttivi.
Di questi i piu' famosi sono nelle Asturie mentre altri si trovano
in Galizia (Mino e Ulla) e Cantabria (Ason). Ci sono inoltre diversi
"spate river" dove si hanno catture occasionali: in pratica ogni
rivo che si getta nel Mar Cantabrico e nel Golfo di Biscaglia
puo', nelle condizioni giuste, ospitare salmoni. Il declino generale
si e' fatto sentire anche qui, come si puo' vedere nello specchietto
relativo alle Asturie.
Quando perlustri la costa tra Santander e La Coruna nei bar ti
senti dire: "Amigo, hanno preso un sacco di salmoni a ...." Solo
che da quelle parti un sacco di salmoni significa piu' o meno
quattro. Solo il Generalissimo Franco ne catturava realmente tanti:
il corso d'acqua prescelto veniva sbarrato per diverso tempo e
i salmoni si ammassavano man mano nelle pools a valle dove il
Caudillo mio omonimo poteva maramaldeggiare. Questo dimostra che
la dittatura non e' poi cosi' male, naturalmente se il dittatore
sei tu.I
fiumi delle Asturie sono tra i pù belli che abbia mai visto;
sono circondati da foreste di pini e maestosi eucalipti e da prati
cosi' verdi che rivaleggiano con quelli irlandesi.
Hanno
una portata d'acqua insospettabile (noi immaginiamo sempre una
Spagna arsa ed assolata) e le loro correnti cristalline sono un
invito a pescare. Oscar Wilde disse "Riesco a resistere a tutto,
fuorche' alle tentazioni" e qui l'istigazione a trasgredire era
irresistibile. Per una "fortunata" combinazione (naturalmente
non misi al corrente mia moglie di quanto avevo sborsato) il proprietario
dell'albergo aveva un giorno disponibile (il suo) in un coto sul
Narcea. Nell'attesa della data fatidica visitammo la città
di Gijon oltre al Rio Eo e al Rio Esva, dove mi fermai a chiaccherare
con i pescatori e con i responsabili governativi dei fiumi che
hanno l'ufficio nei casotti (nel senso di baracche) prefabbricati
lungo il fiume.Nel
tratto libero dell'Esva pescai per qualche ora, con risultati
nulli; poi feci una perlustrazione lungo un "Coto" piu' a valle
e scorsi un paio di salmoni nuotare indisturbati in mezzo alla
corrente oltre ad alcune trote da 30/40 centimetri.
Mentre la famiglia osservava la cattedrale di Oviedo fissavo il
cielo nuvoloso: quella chiesa asimmetrica, un'imponente struttura
gotica, con i muri di pietra segnati dal tempo e dalle intemperie,
si stagliava contro nuvole sempre pù scure. Un giorno di
sole e' sempre una cattiva notizia per un pescatore di salmoni
ed io segretamente pregustavo la giornata successiva. Verso sera
inizio' a piovere a dirotto e continuo' quasi fino al mattino.
Il tratto riservatomi aveva alcune promettenti pools da esplorare
con la mosca. Il fiume avrebbe richiesto una "due mani" che purtroppo
non avevo con me e usavo quindi una nove piedi e mezzo per la
9. In fondo alla sinking tip avevo piazzato una Rusty Rat dell'8.
Sopra e dietro di me era fitto di rami. I miei lanci erano opere
d'arte, quando riuscivo a completarli. Quando invece non vi riuscivo
uscivo dal fiume, lasciavo giu' la canna e mi arrampicavo su un
albero per sganciare la mosca.Circa
la meta' del tempo salivo o scendevo da rami. Se avessi dovuto
pescare per una stagione intera su quella pool mi sarei probabilmente
trasformato in una specie arborea. Ogni dieci metri di avanzata
nel fiume corrispondevano ad almeno altri cento in verticale.
Stufo di salire e scendere con la frequenza di un ascensore al
Grand Hotel decisi di passare ad un'altra pool od a un'altra tecnica.
Mi maledicevo per non aver portato anche un "cannone a due mani"
e decisi inoltre di perfezionare a casa lo Spey Cast semplice
e doppio. Mentre mi spostavo pù a monte vidi alcuni bambini
che osservavano da un ponte il fiume sottostante. Scesi a guardare:
tre salmoni pinneggiavano immobili nella forte corrente, a un
paio di metri dalla superfice. Quel tratto faceva parte del mio
"Coto" e mi sentii come il signorotto che sta per fruire dello
"Jus primae noctis". Erano praticamente dietro ad un pilone: neanche
a parlarne di arrivarci con la mosca, nemmeno con una affondante
extra fast. Preparai la canna prestatami dal proprietario dell'albergo,
piazzai una olivetta da 30 grammi e tirai fuori la scatola di
vermi che mi aveva dato. Non avevo rifiutato il prestito degli
arnesi solo per educazione anche se ero convinto che avrei pescato
solo a mosca.
Mi
sembrava di essere tornato bambino quando mi arrampicavo sui torrenti
di montagna con la canna di bambù. Questa, pù o meno, era
la pesca che avevo fatto per vent'anni! Cercavo di far passare
il ciuffo di vermi attaccato alla mosca (erano gli unici ami che
avevo) sul muso del primo salmone mentre dal ponte moglie e figlia
mi davano le coordinate (troppo alto, pù di qua, l'hai
sorpassato..). Intanto si era formato un discreto pubblico. Non
avevo nemmeno udito l'urlo: "Eccolo!" quando sentii il cimino
piegarsi e, automaticamente, ferrai. Il pesce diede diverse testate
e fece qualche piccola fuga ma la canna sovradimensionata e l'argano
che fungeva da mulinello non gli diedero molte chances. In una
decina di minuti era a riva. L'amo si era piantato dove si uniscono
le mascelle e lo sganciai facilmente.
Sono
un maledetto istrione e volevo far qualcos'altro per la platea.
Sentii un "Ohhh" sopra la testa mentre lo rimettevo in acqua.
Pian piano riprese vita mentre lo cullavo tenendolo per la coda.
Le branchie dell'incredulo pesce ripresero a muoversi finche',
con un guizzo, riguadagno' la corrente. Il guardiapesca lo stimo'
cinque chili e nella scheda alla casella "Cebo" (esca) scrisse
"Mosca y Gusano". Era stato un colpo basso all'etica o si poteva
considerare tra le nuove frontiere della pesca a mosca!?La
mattina seguente, mentre camminavamo per la strada notai diversi
locali che mi guardavano confabulando tra loro; qualcuno occasionalmente
si puntava l'indice alla tempia e lo girava significativamente,
un altro teneva le mani protese in avanti come se dovesse sostenere
un cocomero solo con pollici ed indici. Le tappe del viaggio di
ritorno furono scelte in rapporto ai fiumi da salmoni francesi:
la Gave d'Oloron e quella di Pau, la Garonna e poi su fino a Nantes
e Rennes. Trascorremmo un paio di inutili giornate a Mont S.Michel,
un'isola con una chiesa circondata da acque troppo basse per poter
pescare bene. Nei dintorni pero' scoprii un discreto Calvados
e dell'ottimo formaggio Pont l'Eveque. Dopo aver visto altre vecchie
case nella fredda pioggia estiva della Bretagna sfidai il penetrante
vento di Nord-Est che soffiava dalla Manica per "dare due cannate"
sullo Scorff. Finalmente puntammo verso l'Italia fermandoci naturalmente
ad osservare la Loira alla confluenza con l'Allier. L'acqua non
mi sembro' a livelli ottimali per effettuare un test.Mia
moglie, durante il ritorno, espresse il suo apprezzamento per
la mia completa dedizione in questo viaggio. In tutta onesta'
devo pero' ammettere che avevo uno scopo. Ora sarei stato libero
di trascorrere la prossima vacanza facendo veramente ciò
che volevo io. INFORMAZIONI GENERALI In Spagna c'è una
tradizione di pesca antica come quella inglese; nel Leon, ad esempio,
si allevano da secoli i galli per le loro piume.
I
fiumi generalmente sono meglio gestiti (sorveglianza, scale di
risalita ecc.) e con regolamenti migliori dei nostri. Esistono
acque dove e' sufficiente la licenza richiesta alle ICONA presenti
in ogni città'.Si
trovano inoltre tratti riservati alla mosca ed altri completamente
no-kill. Una realtà tipica locale sono i "Cotos Trucheros
o Salmoneros". Queste riserve (oltre 400 in tutto il paese) hanno
regolamenti diversi e per potervi accedere occorre presentare
la domanda, in ottobre per la stagione successiva, alle ICONA.Vengono
assegnate per sorteggio: quelle da trote sono per gruppi al massimo
di sei persone, quelle da salmone per gruppi di tre. I fiumi interessanti
per le trote sono parecchi tra quelli che scendono dai Pirenei,
dai monti Cantabrici e dai "Picos de Europa", sia verso l'Atlantico
che sul versante meridionale.
Sono
famosi il Rio Tormes, Segre, Mandeo e tutti quelli nella regione
di Leon (i permessi a Leon vanno chiesti in Avenida Ramon y Cayal
17 tel. 987/226300). La stagione generalmente va dal 1/3 al 31/8
mentre nelle acque considerate di montagna ed in quelle che ospitano
anche salmoni inizia il 31/5. Da luglio in avanti nei fiumi lungo
la costa salgono le trote di mare che vengono qui chiamate "reos".
Chi cerca salmoni puo' fare richiesta per un "Coto Salmonero"
oppure pescare nei diversi tratti liberi. Ci sono inoltre delle
ottime beat, forse le migliori, riservate agli stranieri.
Programmandosi da un anno con l'altro si puo' chiedere uno di
questi "Lotes de turismo" sul fiume Narcea scrivendo alla Direccion
Regional de Medio Ambiente - Plaza General Ordonez N. 1/6 Oviedo
Tel.5242811 Nelle Asturie la stagione per il salmone parte dalla
terza domenica di marzo fino a fine luglio; altrove va dal 1/3
fino al 15/7 o dal 15/3 al 31/7 secondo i fiumi. I mesi migliori
sono Maggio e Giugno. I fiumi piu' pescosi delle Asturie sono
il Rio Sella sotto Cano fino allo sbocco a Ribadesella, il Rio
Narcea a monte di Cornellana ed il Rio Cares-Deva attorno a Panes.
Nella zona di Santander un eccellente fiume e' il Rio Ason, specialmente
da Ramales ad Ampuero mentre poi si trasforma in un ottimo fiume
da trote. Le richieste per quest'ultimo si fanno in Via Rodriguez
5 a Santander tel. 942/212500. Per la pesca del salmone e' permesso
l'uso di vermi e gamberi oltre a cucchiai e mosca artificiale
ma in parecchi "Cotos" del Rio Narcea dopo il 15/6 e' permessa
solo quest'ultima.
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