2. Salmone: il grande amore
2.23 PACIFIC SALMON
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mag.94

Vorrei parlare un po' della pesca, naturalmente a mosca, al salmone del Pacifico. Innanzi tutto questo pesce, o meglio, questi pesci della stessa specie, sono presenti, è lapalissiano, nell'Oceano Pacifico e, più precisamente, nella zona piu' a Nord dello stesso, diciamo circa oltre il trentesimo parallelo. Quando i salmoni raggiungono la maturità sessuale si avvicinano alle coste e cominciano a risalire, a milioni di esemplari, i fiumi ed i ruscelli che vanno dalla California su fino all'Alaska, passando per gli stati nord-occidentali degli U.S.A. e per la British Columbia; dalla parte asiatica sono presenti nella Siberia orientale, nella penisola di Kamchatka e le isole Curili e nell'isola di Hokkaido nel Nord del Giappone. Quasi tutte le specie sono presenti, con le stesse caratteristiche ed abitudini, sia nella parte asiatica sia in quell'americana pero' la specie Masou si trova solo nella prima mentre il King e presente solo nei corsi d'acqua americani. Ora non voglio tediare nessun lettore con nomi latini, con le differenze tra la varie specie e tra i maschi e le femmine; dal punto di vista del pescatore e sufficiente sapere che il piu' piccolo è il Pink (taglia media di 2 kg. e massima 4.5 kg.) poi si sale con il Chum ed il Red (med. 3/4 kg. e max. 6 kg.), poi il Silver (med. 5 kg. max. 7 kg.) ed infine il King (media 15/20 kg. e massima 50 kg). Per quanto concerne poi il periodo di risalita, inizia grosso modo a Maggio e termina a fine Agosto ed in questo caso l'ordine di partenza per le località di frega è il seguente: partono prima i Kings seguiti poi da Chums, Reds e Silvers. I Pinks risalgono solo negli anni pari, stranezze della natura. Naturalmente quanto ho detto è molto generico poiché' ci sono un'infinita' di eccezioni con partenze e freghe in anticipo o ritardo. Tutte queste specie si possono pescare "sportivamente" con la mosca. Qui occorrerebbe fare una piccola digressione su cosa si vuole propriamente intendere con il termine "sportivamente"; di fatto alcuni dei canoni classici della pesca a coda di topo vengono qua completamente stravolti, infatti, problemi come raffinatezza di posa, imitazione degli insetti presenti sul posto e ricerca del pesce in caccia non hanno qui nessun senso. Acquista invece, per esempio, un importante valore il poter lanciare qualche metro in piu' per raggiungere i pesci anche se la nostra mosca arriva in acqua come una sassata. Innanzi tutto il pesce non è minimamente interessato a qualsiasi esca che noi gli proponiamo vista sotto l'aspetto di nutrimento; infatti da quando entra in acqua dolce gli si atrofizza lo stomaco e perde ogni appetito o stimolazione dovuta al cibo, quindi non è certo in caccia di un pasto rappresentato da insetti o pesciolini vari.
Per quanto riguarda il lancio e la posa, la delicatezza è una qualità poco importante poiché il salmone non è smaliziato al pari della trota e non è abituato a doversi difendere o guardare dall'uomo. Capita molto spesso di pescare, e catturare parecchio, su branchi dove un attimo prima si è passati con potenti barche a motore oppure, addirittura, si è atterrati sopra con un idrovolante. Qualità molto piu' importante, pescando a mosca, è quella di saper localizzare perfettamente il posto dove sostano, riposando, i salmoni: le famose "pools" (letteralmente pozze). Mentre è difficilissimo ed improbabile catturare un salmone mentre sta risalendo, l'impresa diventa invece possibile mentre quest'ultimo è fermo in corrente a riposare.
Le migliori pools normalmente si trovano subito a monte od a valle di ostacoli sia naturali sia artificiali oppure, nel caso dei Chums e Reds, nelle zone di acqua morta situate ai lati del fiume (vedi disegno A .) I Kings prediligono invece le buche più profonde del fiume e sostano quasi adagiati sul fondo; naturalmente si pesca con code pesantissime sia per lanciare lontano sia per arrivare sul fondo. La delicatezza per ora è meglio dimenticarla. Una componente fondamentale è, dopo aver localizzato i pesci, trovare l'esatto "fondo" cioè l'altezza dove deve lavorare la mosca: questo è forse il fattore che determina i risultati poiché il pesce attacca e morde la mosca solo se questa gli passa davanti al muso, e quando dico davanti intendo proprio a dieci centimetri. Ora vediamo un po' le attrezzature adeguate per questa pesca partendo dalle canne che devono essere molto potenti, per code del nove o del 10 e di una lunghezza di 9 o 10 piedi ed anche leggermente oltre. Io preferisco normalmente le versioni più lunghe perché, dopo diverse esperienze tragicomiche, preferisco che quei grossi streamers che uso mi stiano il piu' lontano possibile dalle orecchie e dal collo durante le loro evoluzioni e volteggi per aria. Ormai la tradizione americana vuole che si peschi con canne ad una mano perché, in definitiva, piu' pratiche e quindi il materiale deve essere necessariamente il carbonio per la sua leggerezza unita alla potenza necessaria a combattere questi pesci. E' molto utile il calciolo supplementare da applicare al manico della canna; in fase di pesca, in generale, quest'accessorio rimane in qualche tasca del giubbetto, infatti sarebbe di intralcio nei lanci mentre diventa utilissimo quando si deve giostrare il salmone perché permette di appoggiare la canna allo stomaco quando si è nella fase di "pompaggio". Il mulinello deve essere robusto ed affidabile e contenere molto comoda la coda ed almeno 150 metri di backing da 30 lbs. (200 metri da 40 lbs. nel caso si peschi Kings). Ora passiamo alle code; ne occorrerebbero di diversi tipi appunto per quel problema del "fondo" al quale accennavo prima. Sempre del tipo WF sarebbero utili due Sinking Tip (con ultimi tre o sei metri affondanti), una Sinking normale, una Ultra Fast Sinking e le due Teeny Ninph da 3OO e 400 grani che sono vere e proprie zavorre per ancorare la mosca sul fondo. Anche una Shooting Taper del nove si può rendere necessaria. Poi, naturalmente, per non andare sul fiume bardati come somari o per non dover affittare uno sherpa tibetano occorre trovare una soluzione più semplice anche per non perdere ore su ore continuando a trafficare con code e bobine di ricambio diverse.
Io, normalmente, sul fiume cerco di essere il piu' libero possibile e quindi ho sempre solo waders, giubbetto e canna e perciò ho risolto in parte il problema usando una Extra Fast Sinking numero nove, che da sola risolve il sessanta per cento delle situazioni e per il resto gioco in parte sulla lunghezza del finale (piu' è corto e più sta a fondo mentre se è molto lungo tende a salire).Mi porto inoltre due spezzoni di Ultra Deep Water di uno e due metri che inserisco tra coda e finale per pescare nei punti più profondi. Come finale uso un pezzo unico di nylon del 0.40 o 0.45 da un metro a due metri e mezzo a seconda delle eventualità cui accennavo prima; alcuni amici usano un rudimentale finale a nodi di tre pezzi (0.60/0.50/0.40) ma, personalmente ritengo che sia una soluzione dove gli svantaggi sono superiori ai vantaggi.
Lottando con un King come quello della foto (33 Kg.) quei nodi sono una perenne spada di Damocle sul capo. Le mosche che sono usate sono, in definitiva, dei grossi streamers montati su ami semplici a gambo lungo che vanno dal numero 1 al 3/0. E' relativamente inutile dare qualche dressing: qualsiasi grosso ciuffo di peli di cervo o di coda di vitello rosso va bene; anche il giallo, il nero ed il bianco sono dei colori accettati bene. Poi, piu' per piacere nostro che del salmone, possiamo dotarli di occhietti, ciuffetti fluorescenti, corpi in argento, code più o meno lunghe ecc., ma qualsiasi mosca può funzionare se fatta lavorare nel posto giusto. Una cosa molto importante è che gli ami siano sempre affilatissimi: molte volte mentre non ce ne accorgiamo, il salmone ha preso in bocca la nostra mosca e poi la lascia andare via trascinata dalla coda tirata dalla corrente: un amo molto appuntito probabilmente si sarebbe infilato da qualche parte nell'apparato boccale. E' frequente che le mosche, spostate da una scatola all'altra, usate e sbatacchiate contro sassi ed alberi, presentino gli ami spuntati. Io, ad esempio, quando tento i lanci più lunghi e difficoltosi, riesco sempre a posare la mosca lontanissima, con una delicatezza estrema, nel bosco alle mie spalle. E' comunque una norma da seguire sempre quella di fare la punta all'amo quando si lega la mosca al finale ed ogni tanto controllarne il filo : molto spesso una cattura importante dipende da questo particolare. Abbiamo già visto che è necessario trovare e localizzare i salmoni e questo è possibile, in parte, vedendo i salti e le gobbate che questi fanno fuor d'acqua; anche se non si notano questi segnali inequivocabili, una buona guida deve sempre conoscere questi posti, giacché sono sempre gli stessi tutti gli anni.
Poi si inizia a pescare con il solito metodo sondando tutta la pool. Si pesca "downstream", due o tre lanci a 45 gradi rispetto alla corrente e poi si scende di un passo, ancora qualche lancio e così via. Occorre tentare prima con la mosca il piu' a fondo possibile e poi, a mano a mano, farla lavorare più in alto cercando l'altezza dove sostano i pesci; per rendere piu' adescante l'esca si fa un leggero "stripping", no! Non dobbiamo metterci in mutande, solo dobbiamo tirare a leggeri strappetti la coda. L'abboccata del salmone del pacifico è inconfondibile: si sente di colpo la coda bloccarsi e farsi pesante, qui si ferra decisamente con un colpo della canna verso l'alto e poi si inizia la lotta, diversa secondo il tipo di salmone e secondo la stazza:
il più sportivo è il Silver con la sua sarabanda di fughe e salti mentre il piu' emozionante è senz'altro il king, per la sua potenza. Un accessorio indispensabile è una buona pinza in acciaio a becco lungo (di quelle da elettricista, tanto per intenderci) per slamare i pesci e schiacciare gli ardiglioni degli ami. Questo è tutto, mi sembra, e se siete in partenza per una battuta a questi pesci, non portate il guadino, uno dei nostri abituali farebbe morire dal ridere indigeni e pesci per le sue dimensioni e poi un pescatore di salmoni che si rispetti, il proprio salmone lo tira fuori dall'acqua con la mano, prendendolo per la coda.


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