2. Salmone: il grande amore
2.13 SALMONE ATLANTICO: TECNICHE, MOSCHE E ...RIFLESSIONI
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gen.92

Mark Twain raccontava che le bugie sono, in ordine di gravita', di tre tipi: quelle normali, le bugie spudorate e le statistiche. Penso che i pescatori utilizzino sia bugie normali sia spudorate.
La teoria del "20 per cento" stabilisce pero' il confine tra pescatori sinceri e furfanti: un pescatore sarà, infatti, considerato bugiardo solo se aumenterà le proprie catture piu' di questo 20 per cento. Se racconta di aver preso 10 trote da 30 centimetri sa, infatti, che verrà tolto il 20 per cento da ciò che dice; egli "onestamente" vuol far capire che in realtà ha preso 8 trote da 30 oppure 10 trote da 25 centimetri e quindi aumenta di tale percentuale permettendo cosi' di fare la sottrazione. L'aumento del 20 per cento ormai è canonizzato, ed è sufficiente attenersi a questa regola per sentirsi in pace con la propria coscienza (a chi scrive di pesca bisogna però concedere un ulteriore 10 per cento).
Chi aumenta di percentuali maggiori oppure le applica sia al numero sia alla taglia è uno spudorato impostore. L'anno scorso uno della nostra associazione (Royal Coachman and Johnny Walker Angling Club) fu cacciato perché raddoppiava costantemente le proprie catture. Fu espulso non tanto per una questione morale quanto perché, con il suo comportamento, sovvertiva la scala di valori e di equilibri consolidati da anni. Ogni "onesto" pescatore tendeva, infatti, a "migliorare" i propri risultati con aumenti via via piu' sconsiderati, in una rincorsa continua e chi ascoltava non riusciva piu' a tradurre le cifre, a comprendere le formule di calcolo, le tare esatte da applicare. Quel tale era in ogni caso un briccone recidivo. Da qualche tempo ognuno, al rientro dalla pesca, raccontava la giornata e le proprie prede. Lui parlava sempre per ultimo e quando la trota più grossa era stata di 40 centimetri lui ne aveva catturata una di 50, il salmone più bello 8 libbre, il suo 12 (questo naturalmente dove i pesci si rilasciavano, senza quindi dover essere sottoposti ad antipatiche verifiche) e cosi' via.
Una sera volevamo fregarlo a tutti i costi: da parte nostra ci furono solo accenni vaghi ma nessuno parlo' di cifre e misure esatte. Soffri' in silenzio per un po', poi sbotto': "Oggi ho preso un temolo da 62. Dopo questa taglia, in questo fiume, sfortunatamente muoiono". Sappiamo tutti quanto le statistiche nella pesca siano ingannevoli ed in particolare in quella al salmone. Non desidero parlarne troppo: i registri di ogni fiume vi potranno dire quello che vorrete sentirvi dire per continuare a covare illusioni. Un amico che, quando non pesca, cava denti e quattrini al prossimo, è andato due volte a salmoni: ne ha presi cinque durante una settimana in Irlanda e cinque (di cui uno di dieci chili) in Norvegia.Tutti a mosca e nemmeno in luoghi tanto celebri. Bingo!
Chissà se gli rimorderà la coscienza pensando a quegli infelici che dovranno compensare i suoi risultati con intere settimane "in bianco"? I pochi fiumi dove si hanno medie interessanti di salmoni di grossa taglia sono già stati scoperti, celebrati e comperati molto prima che voi ed io fossimo nati. Per esempio, ci sono fiumi in Norvegia dove il pesce "normale" supera i dieci chili e dove diversi salmoni di oltre venti sono catturati ogni stagione. Il costo di una "canna" in luoghi del genere oggi può arrivare a quindici milioni per una settimana di pesca piu' il viaggio e altre spesucce secondarie. E, anche se puoi permetterti e sei disposto a spendere una cifra del genere, devi metterti in fila per anni per riuscire a prenotare una beat decente in una settimana buona. Chi vuole tentare i salmoni a mosca deve quindi scegliere oculatamente dove andare e "leggere" bene le statistiche delle catture valutando periodi, tecniche permesse e caratteristiche dei corsi d'acqua. Non sono uno snob "fly only" né mi ritengo migliore o piu' "civile" di un altro pescatore solo perché scelgo una tecnica diversa dalla sua. Preferisco usare la mosca solo perché mi diverte di piu' ed ho gradualmente abbandonato gli altri metodi. Preferisco quindi pescare, in compagnia di altri moschisti, nei luoghi destinati a tale tecnica. Che c'entra questo con i salmoni? Eccomi. Ho la sensazione, non suffragata da elementi scientifici, che su un certo numero o branco o risalita di salmoni, esiste una piccola parte di pesci (si possono definire "takers") che abboccherà sicuramente, un numero maggiore poi di probabili ed uno ancora più grande di possibili. La maggior parte del gruppo invece non abboccherà mai, qualsiasi cosa venga loro proposta. E' un errore attribuire ai pesci comportamenti e ragionamenti di tipo umano ma mi sembra altrettanto sbagliato considerarli al pari di macchine poiché, come ogni animale, rispondono a stimoli interni ed esterni, e quindi c'è posto, nello stesso branco, per delle individualità. Ecco quello che credo accada quando, con una piena o un innalzamento dei livelli, avviene una risalita. I pescatori a verme cominciano il loro turpe "lavoro". Tutti i "takers" e parecchi dei probabili vengono catturati: sono freschi ed eccitati e inoltre hanno smesso da poco di cibarsi. Poi l'acqua comincia a scendere e a schiarirsi e i pescatori a spinning tolgono il resto dei probabili e alcuni dei possibili. Finalmente l'acqua scende sotto il livello minimo consentito allo spinning e i patiti della mosca tentano la fortuna con il resto dei possibili e con tutti gli impossibili. Gloria ai martiri della coda di topo! C'è poi la questione dell'altezza dell'acqua. Il cucchiaio (o devon o rapala) funziona bene anche con i livelli impossibili per la mosca. Quando l'acqua finalmente scende e si pulisce, il disturbo prolungato di decine di questi artificiali ormai ha spaventato e intimidito ogni pesce. Spesso quindi ci si sente rispondere da molti pescatori... "la mosca non funziona bene qui". Non credo che un ordinamento "fly only" possa diminuire sostanzialmente il numero di catture di un fiume poiché tale tecnica verrebbe praticata sempre nelle condizioni migliori.
Probabilmente i locali hanno interesse a mantenere l'ordinamento esistente e la risposta alla loro affrettata conclusione è che la mosca non funziona perché non le si sono date delle decenti possibilità. Queste considerazioni mi mettono in una strana posizione: da un lato vorrei che ognuno potesse pescare come gli pare e piace mentre mi sento frustrato quando mi trovo su pools che vengono vergognosamente "arate" con montagne di grossi e pesanti cucchiai, mentre stanno quasi diventando perfette per essere esplorate con la mosca. Esistono pero' casi di fiumi eccezionalmente larghi come il Tay o certi fiumi norvegesi che richiedono lanci a lunghe distanze, non raggiungibili con la mosca. Inoltre ci sono corsi d'acqua molto vorticosi o profondi che non permettono alla mosca di lavorare correttamente o ad una sufficiente profondità. Queste beats possono essere sondate perfettamente solo con altri metodi ed il pescatore a mosca deve dimenticarle. Pero' quei pesci che non sono stati presi a verme o a cucchiaio oggi in una pool di queste potrebbero venire attirati domani, da una mosca, in un'altra. Scelto il fiume e la beat, si individuano i "tacking lies" (luoghi dove presumibilmente si può incontrare il salmone infuriato). La tecnica è elementare .... lanci verso valle con un angolo di quarantacinque gradi, correggi magistralmente la corsa della coda, esplori ogni giro d'acqua ... dopo tre ore di lanci perfetti senza alcun risultato passi alla soluzione "B". Il piano segreto.
Ci si siede allora sulla sponda e si danno quattro golate decise alla bottiglia del whisky, scambiando un paio di barzellette sconce con il ghillie. Si rientra in acqua, cercando di fare più baccano possibile e si riprende a lanciare ma svogliatamente, con imprecisione ed incompetenza. L'ideale è farlo mentre si sbocconcella un panino (pancetta, formaggio e, se possibile, un peperone): la mosca resta a dragare mollemente lungo la riva mentre si imitano i bassi del coro "Monterosa" e si pensa a ciò che si potrebbe chiedere a Moana Pozzi dopo una cena. I salmoni odiano non essere sempre al centro dell'attenzione e dopo un po' che non vengono presi in considerazione sono furibondi e decisi a mordere. I pesci più belli li ho catturati mentre stavo sciogliendo un nodo della coda oppure mentre cercavo, scivolando e annaspando, di riguadagnare la riva e la mosca fluttuava liberamente otto metri dietro di me, a valle. Il capitolo mosche è al tempo stesso semplice e complesso. Innanzi tutto seleziona la mosca giusta per il salmone. Questa, per funzionare, non deve avere l'amo completamente corroso dalla ruggine o l'occhiello avvolto da un grumo di colla. Deve essere piu' piccola di un U-Boat e costare quasi diecimila lire. Occorre tenere conto del colore del cielo, del fondale e dell'acqua, del pH, del livello e della temperatura di quest'ultima, delle indicazioni del barometro e delle temperature medie stagionali. Fatto questo ci si complimenta con se stessi per essere riusciti ad assimilare perfettamente le teorie di Wulff, di Falkus e dei colonnelli Bates e Stewart, ci si convince che i salmoni non hanno piu' scampo e si da un'occhiata alla propria scatola, accorgendosi di saper distinguere a malapena una General Practitionner dal Titanic. Normalmente, dopo questa fase, si comincia a martellare l'acqua con un devon nero/oro da venti grammi! In questo modo almeno si recupera più rapidamente l'eventuale pesce (con la mosca vale la regola di un minuto a pound) e rimane più tempo per festeggiare in un pub. Scherzi a parte, per selezionare il colore della mosca, in genere mi regolo sulla "tabella" elaborata da Joe Hubert.
Egli è stato l'autore di "Salmon....Salmon" (probabilmente il più caro libro di pesca mai esistito: 100 copie, all'origine 2000 dollari ognuna!) ed è, probabilmente, la persona che ha dedicato alla pesca al salmone più tempo e soldi, in questi ultimi anni, sui fiumi dell'Islanda. Egli ha dedicato un'infinita' di ore per stabilire la validità dei vari colori delle principali mosche da salmone (maggiormente scozzesi, ma anche di scuola americana) in relazione alle diverse condizioni di luce o "tipi di cielo". Le sue indicazioni sono utili in diversi casi, tenendo pur presente l'aleatorietà molto alta in questo tipo di pesca. Pieno sole, molta luce: corpo rosso o arancio o giallo e moltissimo tinsel. Parzialmente nuvoloso: corpo giallo o verde e alcune spire di tinsel. Coperto: verde, blu, viola, un paio di spire di tinsel. Buio, notte: viola, nero, niente tinsel. Al mattino tinsel argento, pomeriggio e sera tinsel oro. Cosa dobbiamo mettere invece in fondo ad una DT10S quando l'acqua si gela negli anelli? La risposta potrebbe essere qualsiasi cosa lunga 5 centimetri, montata su un tubetto di rame. Queste lunghe mosche funzionano a meraviglia nelle fredde acque autunnali e primaverili dei fiumi scozzesi.
La "tube fly", infatti, rappresenta una eccellente mosca con l'unico svantaggio che deve essere lanciata con code pesanti e canne a due mani (questo rappresenta pero' anche il bello della tradizione). Su queste funziona bene con qualsiasi pesce autunnale un dressing misto di arancio, nero e giallo; parecchi esperti pescatori di salmoni aggiungono del rosso sulle mosche primaverili. Comunque, in ogni paese, troverete sempre una mosca da salmone favorita dai locali: talvolta lo è da piu' di mezzo secolo senza che alcun ghillie o guida si sia mai seriamente chiesto il perché di questa supremazia. Nei nostri sogni vi sono costantemente i fiumi dove poter pescare salmoni a secca o comunque con coda galleggiante (Labrador, Islanda oppure Scozia ed Irlanda da giugno in poi), dove tutto sembra accadere davanti ai propri occhi ed il controllo della posizione della coda e della mosca è più semplice. Comunque c'è un certo fascino anche nel pescare "sotto". Con una coda affondante occorre concentrarsi di più per riuscire a pescare bene: bisogna immaginare continuamente i movimenti della mosca che nuota su e giù e attraverso la corrente. Forse è proprio la continua tensione e attenzione che ne determina il piacere. Nella sfida entrano in gioco altri fattori oltre all'esperienza ed all'abilità; sono senz'altro fondamentali la stupidita' del pesce e la fortuna, particolarmente quella di essere al posto giusto nel momento giusto. Il fatto che io scrivo "di salmoni" non significa che ne catturo molti: a volte tutto va bene, altre sembra che ogni cosa congiuri contro di noi. Scrivo nella segreta speranza di diventare uno scrittore di successo: ciò mi permetterebbe di schivare un onesto lavoro ancora per molto.


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