2.
Salmone: il grande amore
2.17 LES GORGES DELL'EAGLE: UNA POOL
DI SOGNO.
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feb.93
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Vi sono alcune parole che hanno la prerogativa
di evocare immagini particolari e diverse per ognuno di noi, che
ci fanno automaticamente andare a modelli ideali. Mi spiego. Alla
parola montagna, ad esempio, nel mio cervello si materializza
quella che è per me la cima per antonomasia: il Cervino.
Alla parola tropici mi appare una spiaggia di sabbia bianchissima,
un mare color dello smeraldo e due palme che si stagliano su un
cielo come il cobalto. Se penso poi ad una pool da salmoni (fatto
che mi accade di frequente) la mente mette a fuoco invariabilmente
le "Gorges". Queste rappresentano la più affascinante e
ricca pool sull'Eagle River, un fiume del Labrador nel Nord del
Canada, leggermente a Sud di Goose Bay dove si trova il piccolo
aeroporto che si raggiunge da Montreal. "Les Gorges" significano
almeno cinquecento meravigliosi metri farciti di salmoni, fitti
come sardine, in un ambiente che lascia senza fiato per bellezza
e maestosità. Pare di pescare in un luogo rimasto tale
e quale dalla creazione. L'Eagle è un fiume di grandi dimensioni
(immaginate un Ticino od un Isonzo in piena) ed in questa pool
c'è una corrente formata da mille vortici e mulinelli;
nella sua parte centrale poi si formano delle onde brune e spumeggianti
che impressionerebbero un professionista del Kayak. Fortunatamente
non è necessario pescare in "wading" né sono indispensabili
lanci da trenta metri. Si pesca invece dalla riva rocciosa, con
canne ad una mano e lanci al massimo di quindici metri, più
spesso di cinque, in un'acqua appena smossa dalle correnti laterali
del fiume. Per me è una pool fantastica e straordinariamente
generosa. L'Eagle arriva qua dopo essere stato imbottigliato,
per qualche chilometro, in una stretta spaccatura ed in questo
punto spara fuori onde per circa settecento metri da una vera
e propria gola tra le rocce, per aprirsi poi in veloci rapide
fino a dei massi affioranti in fondo alla pool. La sponda destra
è una spiaggia boscosa ricoperta di conifere, ontani e
betulle mentre quella sinistra è costituita da roccia rosso-bruna
con piccole insenature di varia forma, più o meno a picco
sul fiume. Tutto è circondato da colline dolci rivestite
di licheni e muschio alto mezzo metro. Siamo in pieno "wilderness"
e non è difficile l'incontro con alci, volpi, aquile e
piccoli orsi neri. Teniamo presente che si può arrivare
alle Gorges solo con un volo di oltre un'ora in elicottero oppure
atterrare con un idrovolante sul lago sottostante ed affrontare
coraggiosamente mezz'ora di canoa (risalendo la corrente) ed un'ora
a piedi, camminando su materassi di muschio. Le Gorges sono la
prima vera pool del fiume poiché rappresentano il primo
grande ostacolo per i branchi di pesci in fase di risalita e si
trova circa ad una quarantina di chilometri dall'estuario sul
mare.
Tutti
i salmoni sono costretti a fermarsi qui, sia per riposare dopo
il primo "rush" che in attesa delle condizioni d'acqua ideali
per riprendere il cammino e superare queste cateratte. L'attesa
la trascorrono inchiodati sul fondo o vicino alle rive cercando
di sfruttare i giochi delle correnti per restarsene immobili senza
spendere energie. Ogni tanto si ha il piacere di vederli gobbare
o saltare, brillanti nel sole. Tra i sassi sostano anche molte
Brook Trout da trenta/cinquanta centimetri: la loro ingenuità
ed aggressività regala molta "azione" durante le fasi di
pesca al salmone che, a volte, conosce qualche "momento di stanca".Abboccano
e tirano come forsennate: purtroppo il finale dello 0.30 e la
canna potente non danno loro molte possibilità.
Le
rilasciamo trattenendone qualche volta una per lo spuntino di
mezzogiorno: la guida preparerà un fuoco e la cucinerà
al cartoccio con grande maestria. Si pesca dalla sponda rocciosa
dall'inizio della gola. Per i primi cinquanta metri si e costretti
a pescare da pareti a picco sul fiume, con lanci trasversali compiuti
stando appollaiati su spuntoni o cenge. Qui la corrente è
molto veloce e l'acqua turbinosa ha il colore del thè.
Una caduta può essere molto pericolosa anche se non necessariamente
mortale: infatti, sono qui a raccontarvela, avendo battuto il
record di navigazione del fiume senza imbarcazione...... Lo spettacolo
da queste rocce che si gode vale il rischio: i salmoni saltano
ovunque e si vedono muovere a gruppi di decine d'esemplari ad
un metro dalla riva e a due di profondità.. La pool successivamente
si apre, diventa larga circa duecento metri e al centro si formano
onde alte due metri che non consentono, naturalmente, né
la risalita né lo stazionamento dei salmoni ed altrettanto
succede, per chissà quale strano gioco delle correnti,
nella parte destra del fiume. La guida insiste dicendo che i pesci
sono presenti per circa un terzo della larghezza del fiume e per
tutta la lunghezza della pool: si vedono infatti ovunque i balenii
provocati dal loro muoversi. E' in ogni caso preferibile pescare
sempre con lanci brevi vicino alla riva, oppure nelle piccole
insenature o curve dove i salmoni si vedono pinneggiare, sfruttando
le diverse correnti per starsene immobili senza fatica. Quando,
dal sentiero, arrivo in vista delle "Gorges" anche se sono stanco
morto per la camminata, mi sento rinascere. Il rumore dell'acqua
si avverte da una certa distanza come una musica, ed appena giunge
alle mie orecchie mi rende allegro e carico d'ottimismo. Poiché
si arriva sulla sponda destra ci si deve portare sull'altra con
una breve traversata nella corrente con una canoa. Le canoe hanno
forma classica, con la punta rialzata e leggermente curva, sono
in legno, lunghe circa cinque metri. La concessione ai tempi è
un potente motore per vincere la corrente. Non oso pensare quale
sarebbe il risultato di un guasto meccanico o di una collisione
con un tronco galleggiante. Siamo anche senza giubbotti salvagente
ma qualche istante d'apprensione non è sufficiente a mitigare
il nostro entusiasmo. Il fatto poi di avere una gran quantità
di salmoni a portata di mano, e in condizioni ottime rispetto
a visibilità e distanza, permette di verificare la propria
esperienza e studiare esattamente il comportamento del pesce nelle
varie situazioni di pesca. S'impara molto più sui salmoni
in un giorno alle Gorges che in un mese in Scozia. Ora sono ritornato
in compagnia di un amico soprannominato "Champagne" in virtù
della sua terza grande passione. Le altre due sono le donne e
la pesca a mosca del salmone (sono esattamente nell'ordine di
preferenza). Il suo grande cruccio è che non riesce a dedicarsi
contemporaneamente alle tre "occupazioni". Una volta, mentre ci
trovavamo su un fiume della Nuova Scozia, invitammo a cena la
guida. Disgrazia volle che quest'ultima, un immenso franco-canadese
che, a tempo perso, faceva il boscaiolo, portò con sé
la consorte, graziosa e, forse, portata a "fraternizzare" con
gli sconosciuti. Il risultato fu che per i restanti quattro giorni
di pesca fummo costretti a trovare un'altra guida e l'occhio di
"Champagne" riacquisto' il proprio colore originale solo al rientro,
all'aeroporto di Milano.
Ma
queste sono "tragiche" storie che non c'entrano né con
la pesca né con i salmoni. Una mia precedente esperienza
alle Gorges era stata emozionante ma troppo breve; inoltre volevo
dedicare giornate piene a questi luoghi. Accampandomi con una
tenda sul posto avrei evitato il viaggio quotidiano sfruttando
così tutti i momenti migliori della giornata. Ne valeva
la pena, nonostante le diecimila e una scomodità quotidiane
che abbiamo dovuto affrontare vivendo in un accampamento. E' antipatico
fornire numeri riguardanti pesi e catture della settimana anche
perché non si misura il piacere della pesca utilizzando
le regole dall'aritmetica, comunque in quei giorni i pesci che
abbiamo catturato sono stati tanti, grossi, arrabbiati e soprattutto
presi nel modo che volevamo.
I
pesci, sull'Eagle, sono rappresentati al sessanta per cento da
grilse sulle 5/6 libbre e per il resto da salmoni maturi (che
sono stati più di due anni in mare) che superano le 10.
Probabilmente anche sull'Eagle vale la regola "Low and slow for
the big ones" cioè "profondo e lento per quelli grossi"
noi però non cercavamo record né pesci da vendere
ed eravamo andati lì solo per fare un certo tipo di pesca.
Niente è più elettrizzante che pescare il salmone,
o tentare di farlo, a vista e con una mosca galleggiante. Non
mi è ancora riuscito di capire il motivo per cui il Salmo
Salar europeo ed americano, pur essendo lo stesso pesce, si pesca
per tradizione, dai due lati dell'Atlantico, con sistemi diversi.
In Europa questa pesca è praticata sempre piuttosto vicino
al fondo, sia con mosche sia con devons od ondulanti, mentre in
U.S.A. e Canada quasi esclusivamente con mosche galleggianti.
A parte i regolamenti e le leggi diverse che impongono ora restrizioni
particolari, i due metodi hanno dato sempre i migliori risultati
nelle proprie aree. Esistono importanti e svariate eccezioni in
tutti e due i casi ma la regola pare sia questa: di là,
in America, si pesca a galla e di qua, in Europa, si pesca "sotto".
Ci sono diverse teorie che tentano di spiegare questa differenza,
formulate da scienziati e famosi pescatori, tutte naturalmente
da vagliare, e forse ne potremmo discutere in futuro. Pescando
da circa due metri d'altezza e con l'aiuto di lenti polarizzate
si distingue relativamente bene cosa succede sotto la superfice
dell'acqua. Questa è scura di torba e profonda anche tre
metri ma permette di riconoscere la sagoma dei salmoni per un
metro circa, sotto questa profondità si notano solo se
hanno movimenti insoliti. In mezzo al branco si individua il pesce
che è salito verso la superficie o che, al precedente passaggio
della nostra mosca, ha compiuto uno "scarto" o magari è
stato percorso da un fremito, si insiste cambiando la mosca, cambiando
l'angolo di presentazione, provando qualche passaggio con il Portland
Creek Hitch. Dopo ogni fase è opportuna una pausa poiché
è molto improbabile che il salmone torni a salire subito.
Succede spesso che salga deciso, con la bocca spalancata, verso
la mosca al pari di una trota che bolla su una sedge. Nelle giornate
fortunate si ottengono numerose catture, in quelle in cui il pesce
"mangia corto", dopo venti salite a vuoto iniziano gli attacchi
d'ulcera; si provano comunque emozioni continue anche quando le
catture sono rare: a volte si vede il pesce salire in verticale
dal fondo, con il corpo perfettamente perpendicolare alla superficie,
per poi virare a tre centimetri dalla nostra esca. Altre volte
salta fuori dall'acqua e ricade a bocca spalancata sulla nostra
mosca. Ogni tanto, dopo un lancio su un pesce precedentemente
individuato e mentre si controlla la corsa della propria mosca
verso l'obiettivo, ecco che dal nulla si materializza un testone
scuro (è un outsider, ma vale ugualmente!) ed in un batter
d'occhi ti trovi con cinquanta metri di backing fuori, il mulinello
che fuma, le nocche spellate ed un'espressione idiota stampata
in volto. La ferrata deve essere sempre pronta senza essere una
"stangata" che lasci solo la lisca del pesce attaccata all'amo;
è sufficiente alzare il cimino della canna tendendo contemporaneamente
la coda: il salmone si ferrerà da solo. La teoria europea
di lasciar partire la coda e ferrare quando il pesce ne ha portato
via almeno un metro è valida solo quando si pesca "sotto"
ed in acque fredde. Qui significherebbe solo perdere un trenta
per cento di pesci in più. Il regolamento del fiume prevede
che si possano trattenere solo due esemplari al giorno di cui
un solo grilse. I pesci che saranno trattenuti devono essere contrassegnati
con una targhetta che una volta applicata non si potrà
piu' togliere (sono consegnate con la licenza che costa 50 $ Can.).
Naturalmente è vietato essere in possesso di pesci privi
della targa; sono proibiti raffi o lacci che rovinerebbero il
pesce. Si deve evitare anche di trascinarli sulla riva: devono
essere tenuti in acqua e la mosca va accuratamente tolta. Il pesce
va rimesso nel fiume tenendolo in movimento con il muso rivolto
verso la corrente per farlo ossigenare prima di rilasciarlo. Si
usano con successo, oltre a tutte le mosche canonicamente riconosciute
come adatte per il salmone atlantico (su amo singolo o doppio,
misura 6/8), Royal Wullf, Grey Wulff, Cosseboom e i Bomber (bugs
in pelo di cervo con un giro di hackles lungo tutto il corpo).
Questi
(veri e propri topolini leggermente smilzi) si usano sia in tinta
naturale sia verde bandiera o addirittura giallo limone. La prima
volta che vidi quei piccoli mostri nella Fly-box di una guida,
pensai fossero il frutto della mente malata di un costruttore
pazzo; quando poi il canadese ne legò addirittura uno al
finale pensai che mi volesse prendere in giro. Dovetti ricredermi
per forza quando mi sfilo' dal fiume tre-salmoni-tre in cinquanta
minuti. Successivamente feci pubblica ammenda promettendo inoltre
di offrire, al ritorno, una tanica di birra. Per pescare alle
Gorges occorre prima di tutto una buona guida che vi ci conduca
(è obbligatorio, quando si pesca il salmone atlantico in
Canada, essere accompagnati da una guida autorizzata) e sappia
manovrare con perizia la canoa. Inoltre è meglio cercarsela
robusta per il trasporto dell'equipaggiamento.
Nel
caso l'abbiate trovata molto robusta non affrontate discussioni
pericolose (politica, hockey ecc.) ed evitate soprattutto di invitarla
a cena accompagnata dalla propria signora. E' indispensabile una
canna da nove piedi per coda 8, tassativamente galleggiante se
uno volete veramente divertirvi e una cinquantina di mosche più
o meno pazze; non occorrono stivali ma un buon paio di scarponi
impermeabili sia per affrontare la camminata che per una buona
presa sulle rocce. Accappatoio e bagnoschiuma profumato non servono
per una settimana di "campo" mentre dovete avere una confezione
famiglia di spray antimosquitos, un buon spirito d'adattamento
ed un compagno simpatico. Per me il compagno ideale di pesca è
quello che possiede una fornitissima cantina dove intrattenere
gli amici, che è proprietario di una generosa riserva con
dieci fario da due chili ogni buca e con una altrettanto generosa
e graziosa giovane sorella che magari costruisce mosche. Questo
vale come regola generale: in un campo in Labrador è sufficiente,
dovendo dividere la tenda lillipuziana, che il mio compagno non
russi troppo, che sia pronto con la macchina fotografica ad immortalare
i MIEI pesci e che, naturalmente ne catturi qualcuno meno di me.
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