2.
Salmone: il grande amore
2.15 RUSSIA-Varzina.
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set.92
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Se i responsabili dei fiumi continueranno
per la strada intrapresa, e se l'organizzazione generale sarà
messa a punto, si prospettano anni di cuccagna per i pescatori
di salmoni. Mi torna nelle narici l'odore caratteristico di cavoli
che mi aveva accolto all'aeroporto di Murmansk e che ci avrebbe
seguito poi per tutto il viaggio. Solo qualche tempo prima sarebbe
sembrato incredibile che un occidentale potesse pescare nei paraggi
di quelle basi super-protette di sommergibili nucleari. Avevamo
infilzato diversi paralleli verso Nord prima di sostare in quel
luogo sperduto per il controllo doganale e per imbarcare le guide.
L'unico ricordo visibile rimasto del trascorso comunismo, era
una foto ingiallita di Lenin, appesa tra cartoline ed immagini
sacre; sotto c'erano alcune parole in cirillico: probabilmente
assicuravano che era stato un bravo ragazzo. "Fa caldo oggi" ci
disse Heino, guida e interprete. Noi eravamo in giacca a vento...
questo da' l'idea della relatività delle cose. Ci spiega
che qui esistono due stagioni: l'inverno e il mese di luglio.
Dice inoltre che è stata cambiata la nostra destinazione:
grossi branchi di foche sono presenti alla foce e nel basso corso
del fiume Jokanga e quindi non vi sono salmoni. Queste si stanno
mangiando la gran parte dei pesci in risalita. Heino era rimasto
probabilmente nascosto da qualche parte durante l'evoluzione della
specie umana; quando poi si trovava dietro una bottiglia di vodka
ci raccontava alcune delle piu' incredibili e comiche balle che
bocca non avesse mai proferito. Era stato un pescatore professionista
e, parola d'esperto, anche le sue bugie erano piu' "professionali"
di quelle di un comune pescatore per hobby. Scoprimmo in seguito
che la sua concezione dei doveri di guida era di pescare sempre
per primo nelle pools più promettenti, lasciare che i clienti
paganti si cercassero i posti da soli e guardarli affogare se,
per sbaglio, cadevano nel fiume.
Altre
due ore d'elicottero ci avevano poi catapultati fino alle tende
sul Varzina, a poche miglia dal mare. L'accampamento, anche se
dotato solo delle cose essenziali, è abbastanza confortevole.
Due tende per dormire e stipare le nostre cianfrusaglie. Un'altra
adibita a dispensa e cucina ed un'altra ancora, protetta da reti
contro le zanzare, serve da sala da pranzo e per i "ricevimenti".
Il pavimento è sempre in terra battuta. Appeso ad un albero
c'è un bidone d'acqua, provvisto di rubinetto: il bagno.
Il "luogo di decenza" invece è situato piu' lontano, tra
i cespugli e con vista sul fiume - ideale per il raccoglimento
e la contemplazione. Una versione "fatelo da soli" della sauna
si trova in riva al laghetto. Fuori, tra le tende e a portata
di mano, c'è una rastrelliera improvvisata con rami tagliati
ad arte dove sistemiamo tubi e waders.
I
russi sono meravigliati e perplessi dal fantastico assortimento
di canne e mulinelli che abbiamo scaricato. Giusto il tempo di
disfare i bagagli, una rapida perlustrazione sul fiume e poi le
canne escono dalle custodie, le code passano negli anelli, un
po' d'esitazione prima di scegliere la mosca e subito a far quattro
lanci prima di ficcarci nel sacco a pelo. Lasse, l'altra guida,
si accaparra una brandina da bambino tutta per se'. Al mattino
lo trovo con mezzo metro di gambe nude che spuntano dal fondo
e me ne servo per appenderci l'asciugamano. Al campo la sveglia
arriva alle 5, al canto del gallo, se ce ne fosse stato uno. Il
gruppo elettrogeno comincia a funzionare tossendo. Uno ad uno,
in ciabatte e tuta, ci ritroviamo a tavola per la colazione: caffè,
uova e sottilette; a mezzogiorno il menu' sarebbe stato cavoli,
cetrioli e sottilette, di sera invece cavoli, cetrioli e salmone,
se qualcuno lo prendeva. Vodka da dissetare tutta l'Armata Rossa.
Cosi' per cinque giorni. Presi la canna e scesi lungo un sentiero
da renne fin dove il corso del fiume era rotto da grandi massi.
Si sentiva solo il rumore dell'acqua e, ogni tanto, tremendi splash
di salmoni. Talvolta invece vedevi la silenziosa gobbata ed un
rapido bagliore sulla superficie. In fondo alla buca un grosso
sasso appena sotto il pelo dell'acqua creava una "V" increspata
che poi si perdeva nella rapida sottostante. Se ci fosse stato
qualche salmone incazzato in giro quello era proprio il posto
dove doveva trovarsi. Al secondo passaggio vidi "bollire" l'acqua
dove avrebbe dovuto esserci la mia Blue Charm (la mosca con cui
inizio di solito). La coda si tese, alzai la canna: "Eccolo!".
Parti' verso la rapida e si butto' di sotto. Pensai che forse
il finale dello 0.30 era troppo sottile ma ormai non era il momento
adatto per cambiarlo. Nella buca sottostante si calmò,
dopo qualche puntata se ne venne docile docile a portata di mano.
Quando infine lo sollevai per slamarlo, pensai che i due chili
abbondanti che avevo aggiunto mentalmente al suo peso erano stati
solo un tributo alla prima fuga, al suo valore. Si è tutti,
me compreso, portati ad esagerare la taglia delle catture: la
maggior parte dei veri pescatori sono per natura dei sognatori
con poche occasioni per dare il via alla propria immaginazione.
La linea tra i sogni e le bugie è molto sottile e tende
a dissolversi in presenza d'acqua che scorre. Personalmente, per
regola, non misuro né peso un pesce ma semplicemente stimo
le dimensioni piu' accuratamente che posso...e aggiungo qualcosa
perché è stato un lancio difficile, o usavo un finale
sottile o ancora era un pesce particolarmente selettivo. Cosi'
descrivo meglio a chi mi ascolta e rendo maggiormente la situazione;
nessuno si fa male e la vita va avanti.... Tutti i salmoni catturati
rimangono vivi nel ricordo, ma alcuni sono impressi in modo particolare:
quelli "voluti". In fondo alla terza pool avevo visto per ben
tre volte la punta di una coda sbucare e tagliare leggermente
l'acqua al passaggio della mia mosca. - Nel dubbio, applica le
regole generali - mi ero detto.
Avevo
quindi sostituito l'artificiale, modificato l'angolo di presentazione,
tentato il rifle-hitch fin quando l'avevo ferrato; il combattimento,
sfortunatamente, era durato pochissimo: due salti e si era slamato.
Un altro ancora l'avevo cercato in un punto dove non poteva aver
pescato nessuno. I pescatori, si sa, non si distinguono per l'abbondanza
di materia grigia ma per raggiungere quel luogo bisognava proprio
essere privi di buonsenso. Mi ero spinto nella corrente, tutta
buche e massi, acqua spumeggiante alle ascelle, fin dove la schiuma
s'incanalava in uno stretto corridoio tra due rocce ed ero stato
giustamente premiato al primo lancio da un grilse scatenato. Parti'
verso il fondo della buca così veloce da scollarsi tutte
le scaglie. Ma forse la cattura più bella era stata alla
pool uno. Da due ore martellavamo metodicamente ogni metro. Io
con la mosca e Sandro con il cucchiaio fin quando lui, stanco
e in crisi depressiva, si mise a dormire. Io continuai un'altra
ora con maggior impegno, dovendo a quel punto lavorare per due.
Poi posai la canna. La "uno" inizia con una rapida (le pool iniziano
sempre a monte) che poi si allarga e si placa in cento metri d'acqua
più tranquilla. A monte, per circa un chilometro, c'è
acqua spumeggiante, bassa e veloce.
Circa
dieci metri al di sopra della pool una piccola zona, priva di
schiuma, rivelava una leggera depressione sul fondo. - Se fossi
un salmone, dopo la rapida e prima del nuovo sforzo, mi fermerei
qui un attimo per poi ripartire - pensai. Scendere, afferrare
la canna di Sandro, lanciare e ritrovarmi con il pesce "in canna"
fu questione di pochi secondi. Sotto un diluvio di commenti su
mie presunte eccentricità sessuali da parte dell'amico
risvegliato scoprii ancora una volta l'inopportunità di
usare attrezzi altrui. Provai, infatti, l'impareggiabile "thrilling"
di recuperare un salmone da otto chili tenendo il mulinello in
mano, invece che sicuramente fissato al manico della canna. E'
un inconveniente tipico che succede invariabilmente con pesci
oltre i 60 centimetri. La riossigenazione del pesce fu abbastanza
lunga. Lo rilasciai dopo averlo cullato un po' nell'acqua affinché
si riprendesse; lentamente ritornò nel centro del fiume
per continuare il viaggio impostogli dalla natura e dal suo istinto
della riproduzione. Lo osservai augurandogli mentalmente buona
fortuna e una numerosa prole.... A circa mezz'ora dal campo vi
erano due tende d'idrobiologi russi. Un giorno li trovammo lungo
il fiume con uno storditore elettrico: raccoglievano "Parr" e
trotelle e riempivano poi un sacco di schede prima di rilasciarli.
Affermarono che la risalita è stimata tra i 15.000 e i
20.000 salmoni per anno. Nel fiume sono presenti salmoni atlantici
e qualche humpback (pink) salmon, residuo d'esperimenti sconsiderati.
Questo salmone del Pacifico non è "naturale" nel nostro
continente e fu importato dall'America circa mezzo secolo fa:
se trovasse il modo di tornarsene indietro, probabilmente lo farebbe.
L'apice
delle risalite è in luglio, per primi risalgono i pesci
più grandi, tra i cinque ed i quindici chili, con due o
tre anni di permanenza in mare. Poi entrano nel fiume i grilse
(2/3 chili) e rari Arctic Char (Salvelinus Alpinus) anadromi.
Nel fiume inoltre sono stanziali grosse fario da due/tre chili.
Durante i nostri cinque giorni sul fiume ne abbiamo catturate
diverse. In questa regione piove poco e la grande quantità
d'acqua proviene dallo scioglimento delle nevi. Non essendoci
quindi periodi di secca o piene i salmoni risalgono abbastanza
regolarmente. Le migliori epoche sono da fine giugno alla metà
di luglio e da fine agosto a metà settembre. I fiumi della
Carelia russa attraversano dei paesaggi vergini che ricordano
quelli norvegesi o islandesi. Il tempo rimase fortunatamente bello.
Era
fine luglio, le giornate soleggiate e fresche con poche zanzare,
neanche tanto cattive. A queste latitudini comunque il giaccone
in Goretex, il "pile" e l'Autan devono sempre far parte dell'equipaggiamento
standard. Il Varzina è uno tra i migliori dei trenta fiumi
da salmoni della Penisola di Kola. Scorre da Sud verso il Mar
di Barents, a circa 300 chilometri ad Est di Murmansk e 400 a
Nord del Circolo Polare. La sua vallata - una striscia d'alberi
che serpeggiano nella tundra - scende con una lieve pendenza fino
al villaggio omonimo. Questa parte della Russia è quasi
completamente priva d'insediamenti umani e sembra tanto fertile
quanto la luna. La pesca è permessa a spinning e con la
mosca. Un ispettore della pesca con revolver Tokarev e truce cipiglio
(probabilmente era stato un commissario del KGB fino a poco tempo
prima) distribuisce giornalmente i permessi e controlla che siano
limati gli ardiglioni. Ad un'ora di cammino a monte si trova un
profondo canyon. La zona è impervia e difficile ma con
panorami mozzafiato e salmoni ansiosi di collaborare. Il Varzina
è largo tra i 30 e i 70 metri: in qualche punto si riesce
perfino a guadare. Per farlo sono comunque indispensabili i ramponi
(credo che i "Frankestein" siano quelli che funzionano meglio).
Anche dove l'acqua è bassa la corrente spinge forte e i
sassi rotondi e ricoperti di una patina muschiosa scivolano e
rotolano pericolosamente. I pesci possono essere presenti un po'
ovunque lungo il fiume ma, vicino al campo, ci sono quattro pools
principali. In queste sono necessari lanci da 15/25 metri e quindi
chi è abbastanza esperto può usare una canna ad
una mano e una coda otto: la doppia trazione è utile ma
non è necessario essere lanciatori eccezionali. Indubbiamente
con una "due mani" da 12/13 piedi si esplora meglio il fiume e
si controlla meglio la coda ma, considerando vantaggi e svantaggi,
è meglio lasciarla a casa. Con la temperatura dell'acqua
a 11 gradi, i pesci si trovano in tutte le correnti e quindi utilizzammo
tranquillamente la coda galleggiante.
Un
amico ne "castigo'" diversi usando coda sinking tip e Waddington
(piccole tube-flies) da tre/quattro centimetri.Abbiamo
usato con successo un po' tutte le mosche classiche: Crossfield,
Green Butt, Stoat Tail nelle misura 4,6 e 8. Un esemplare magnifico
è salito più volte.
Alla fine l'ho preso con una Lemon Grey, che non c'entra niente
con un limone grigio.Le
mosche non necessariamente devono corrispondere al loro nome:
il pescatore di salmoni sa che la Rusty Rat non è simile
a nessun topo o la Hairy Mary a nessuna Maria pelosa. Certamente
tutti noi ci divertiamo parlando di dressing e finali, discutendo
metodi, condizioni e nuove tecniche ma il nostro modo di pescare
deve essere basato sulle conoscenze che abbiamo guadagnato con
l'esperienza.Osservo
che molti pescatori, una volta sul fiume, cambiano in continuazione
la mosca secondo la luce, la temperatura, quello che ha detto
lo zio .... credo che troppi libri, articoli e suggerimenti hanno
messo i loro cervelli in agitazione ed eroso ulteriormente le
poche certezze; anche se il fattore più importante e' la
perseveranza, la pesca al salmone e' abbastanza simile ad un'arte,
molto di più ad un gioco d'azzardo mentre non e' mai una
scienza esatta.
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