4. Saltwater
4.08 Il fantasma tra le flats: il bonefish
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feb.96

I giorni in cui dovevi essere un banchiere, un capitano d'industria o un armatore per poter fare un viaggio di pesca in mari esotici sono finiti. Oggi stanno aumentando non solo i pescatori che vanno nei luoghi canonici per il Big Game (innegabilmente la pesca a traina ha certi vantaggi: ti lascia generalmente le mani libere per leggere Playboy, giocare a carte, bersi una birra) ma anche quelli che ricercano nuove sfide ed esperienze con attrezzature "light tackle" (in genere l'attrezzatura diventa "light" quando agganci un pesce più grosso di quelli che prevedevi). Il pescatore arriva generalmente con un tubo, tipo fognatura, pieno di canne, una borsa piena di mulinelli e il passaporto in bocca con il collo teso verso il doganiere. Il funzionario può reagire in due modi: se non è pescatore con un largo gesto un po'' protettivo e un po' pietoso ti lascia passare senza problemi; se è anche lui un discepolo di San Pietro gli altri duecentocinquanta passeggeri del Boeing dovranno attendere la fine della discussione tecnica, il "palpeggiamento" delle canne, la valutazione dei nuovi Rapala, lo scambio di confidenze, i vari "grande così" a braccia spalancate. Questo accade naturalmente a quelle ore poco cristiane in cui le compagnie aeree hanno la malaugurata consuetudine di depositarti ai terminal d'arrivo con gli occhi impastati, la lingua smerigliata, la barba dura. In questi anni, parecchi pescatori d'acqua dolce, particolarmente quelli abituati a pescare trote a mosca, hanno cominciato a guardare verso il mare e hanno scoperto la pesca nelle flats. Questa pesca di mare sta conoscendo via via nuovi adepti: pesci che saltano e corrono come salmoni, acque limpide come quelle di un torrente alpino, stagione di pesca che dura grosso modo tutto l'anno, pesci stanziali e non risalite difficili da azzeccare come un terno su Napoli, costi decisamente abbordabili. E queste nuove emozioni si stanno diffondendo come una specie di tam-tam tra i pescatori a mosca.
E' questa una pesca che, per certi aspetti, e' simile a quella del torrente di montagna: l'approccio deve essere lento e silenzioso e si procede furtivamente, gustando ogni dettaglio dei "tailers" (bonefish completamente assorti che ruminano sul fondo e mostrano le code vibranti sulla superficie) vicino alle mangrovie. Un bonefish "respira" come fanno tutti i pesci, aspirando acqua con la bocca, poi chiudendola e, con una contrazione delle branchie, facendola uscire dalle stesse, le quali attraverso i loro filamenti, catturano l'ossigeno disciolto. Ma quando un Bone sospetta la presenza di molluschi, vermi o crostacei sotto la superficie del fango, istantaneamente inverte il procedimento, "soffiando" un getto d'acqua che rivela il cibo.Nella pesca alle trote inoltre, parte della liturgia sta nell'osservare la schiusa e scegliere la mosca adatta, studiare gli insetti e l'acqua, osservare i pesci e il loro comportamento e comunque in una generale inclinazione nello studiare i problemi e risolverli. Nella pesca del Bonefish, un approccio simile si fonda sulla conoscenza dell'ambiente e cioè delle mangrovie, delle maree, dei pesci preda e predatori; della biologia e comportamento dei Bones, dei cicli dei loro spostamenti. Le relazioni tra questi elementi sono affascinanti quanto il mondo del fiume .... certo, puoi prendere Bonefish senza conoscere niente di tutto questo, e lasciare alla guida tutte queste preoccupazioni, ma sarebbe come che se catturassi un temolo senza distinguere una effimera da un bignè, C'e' inoltre qualcosa di speciale nello stare con una canna da mosca in meno di trenta centimetri d'acqua, osservando la leggera foschia all'orizzonte. Sul fatto che questa pesca venga ritenuta un'attività rilassante credo sia più facile rilassarsi mentre si compie un'operazione a cuore aperto o mentre si è al volante di una Ferrari sulla Parabolica. Solo recentemente pero' la pesca nelle flats sta scoprendo tutto il suo potenziale, anche perche' oggi si stanno esplorando nuove flats in zone incontaminate. Questa pesca e' non solo un nuovo sport, ma una nuova sfida. L'inizio fu dato 50 anni fa con i racconti di A.J. McClane e di Joe Brooks. I pionieri cominciarono a catturare Bonefish scoprendo i "segnali" dei pesci in movimento e narravano di fondali abbaglianti, lanci lunghi e pesci supersonici. Apparve un nuovo genere di guide che guadagno' via via sempre una maggior fama per l'alta professionalità e anche per come criticavano, nel peggior linguaggio marinaresco, la tecnica dei loro clienti. Poveretti, che non riuscivano a "leggere" attraverso l'acqua e non riuscivano a lanciare istantaneamente venti metri di coda verso "qualcosa" che non potevano "vedere". Tutti sono d'accordo sul fatto che il Bonefish e' senz'altro il più veloce pesce di questa terra, ma io penso che sia anche il più nevrastenico. Talvolta il suo nuotare a zig-zag sembra isterico: sempre "sul chi vive" per il possibile attacco di un predatore o per il lampo di una lenza per aria. E' per questo che eseguire le istruzioni della guida il più rapidamente e precisamente possibile diventa fondamentale: dopo cinque secondi il pesce potrebbe essere a trenta metri da dove era stato individuato. Questo e' invariabilmente il momento in cui hai il jig agganciato alla "turtle grass" o la coda di topo ingarbugliata tra le caviglie.
Spesso si vede solo la lunga "falce" superiore della coda ma talvolta, se il pesce sta tranquillamente pascolando sul fondo e l'acqua e' bassa e calma, si vedono tutte le code intere che sventolano avanti e indietro come grandi, grigie mezzelune. I pesci adulti usano il loro lungo, conico "naso" per rovistare sul fondo in cerca di gamberetti, granchi, vermi e roba simile, che poi sminuzzano con il potente apparato di macine che hanno in gola. Anche se per il principiante il problema maggiore e' quello di riuscire a lanciare venti/trenta metri di coda di topo con il minor numero di falsi lanci, ci sono altri fattori da prendere in considerazione. Per esempio e' molto più importante mettere vicino ad un pesce una mosca "viva" che semplicemente spedire un'esca lontano dalla barcaQuando si e' alla ricerca del pesce il lanciatore deve avere abbastanza coda svolta e pronta, che con un unico falso lancio possa essere in azione in un certo raggio. La coda deve essere posata libera vicino ai propri piedi sulla barca, fuori dal cimino ci deve essere il finale e un paio di spire di coda, la mosca stretta tra le dita. Il comune lancio e' di 10/15 metri e talvolta bisogna effettuarlo con una certa brezza. I lanci lunghi sono raramente necessari e presentano la difficoltà di un secondo lancio immediato sul pesce non catturato al primo tentativo, prima che si allontani. Il pesce che viene in direzione della barca e' sempre una tentazione per un lancio lungo ma, se questo sorpassa la mosca senza afferrarla, quando si solleva la coda sopra il suo muso tutta la scena si trasforma immancabilmente in una nuvola di fango. Non occorre quindi essere stressati dai lanci lunghi anche perchè la maggior parte dei pesci si incontreranno tra i dieci e i venti metri dalla barca, perciò e' importante essere rapidi, precisi e delicati su queste distanze. Qualche volta saranno dannatamente difficili da prendere, e qualche volta stupidamente facili, e questi due estremi si possono incontrare lungo la stessa flat, nella medesima giornata. Nella pesca in mare devi lanciar bene . La mosca non deve mai muoversi incontro al pesce ma piuttosto scappare via. Devi avere buoni riflessi: quando individui l'obiettivo la mosca deve essere già nell'aria e la presentazione deve avvenire dopo un solo falso lancio, mai comunque dopo più di due. Con la marea che sale, i pesci che viaggiano veloci, la barca che si muove, una lunga serie di falsi lanci è un lusso che non puoi avere. Pescando a spinning occorre usare nylon molto sottili per poter lanciare a distanza adeguata dei piccoli jigs. Rispetto alla pesca a mosca si ha una maggiore velocità di lancio, mentre i lati negativi sono dati da tempi più lunghi per le "correzioni" (dopo un lancio fuori bersaglio occorre recuperare tutto il nylon fuori), dal fatto che il jig, per il suo peso, si incaglia maggiormente di una mosca, e per lo stesso motivo produce più rumore quando cade in acqua. Per i Bones uso corti e rapidi "strip" (10/30 cm.) rallentando quando vedo il pesce voltarsi verso l'esca: ho sperimentato che questo tipo di movimento lo induce spesso a "caricare" la mosca. Non ti devi aspettare di vedere tutto il pesce che se ne sta lì immobile come in una illustrazione su un libro di pesca; devi aspettarti un bagliore in mezzo alle alghe, il bianco, per un attimo, della bocca, un furtivo movimento di una pinna, una linea più scura tra la sabbia, un'increspatura anomala lungo il profilo delle onde. Ti senti come un voyeur. Noti che stai trattenendo il respiro.
Naturalmente, più grosso è il pesce, maggiore è la suspense. Vedere i Bonefish è leggendariamente difficile. E' impossibile dire o spiegare a qualcuno come farlo. Alcuni non imparano mai il trucco, o i trucchi, perchè ce ne sono diversi. Il consiglio abituale, quando si riesce ad carpire, incoraggia il novellino a guardare "attraverso" l'acqua piuttosto che l'acqua stessa. E arrivi al punto che non stai realmente cercando il pesce ma piuttosto qualcos'altro, generalmente descritto come la loro ombra. Il fatto è che "vedere" i Bonefish significa per il pescatore prendere in considerazione molte cose diverse che includono profondità dell'acqua, condizioni del sole, e presunta inclinazione del pesce in quella particolare flat, in quel particolare momento. Spesso è una disciplina più vicina alla comunicazione con l'Aldilà che alla pesca. Lo stupefacente è che un Bonefish di tre chili può scomparire davanti ai tuoi occhi in acqua trasparente, profonda venti centimetri. L'ho visto con i miei occhi. Vedrai talvolta un pesce da solo (i grossi sono spesso singles) ma in molti luoghi tendono ad incrociare in branchi, facendoli più facili da individuare.
Mi rendo conto che questo articolo forse non soddisferà tutte le curiosità del pescatore che vuol fare questa esperienza in mare ....ma dopo tutto, uno deve cominciare da qualche parte. Caratteristiche e Diffusione Bonefish Il Bonefish (Albula Vulpes) vive praticamente in tutti i mari tropicali.

Ne sono stati catturati in Mozambico, Seychelles, SudAfrica, Brasile e poi in tutta la Polinesia, Fiji, Hawaii. Ma le zone classiche per la pesca sono le flats dell'area caraibica e del Golfo del Messico come la Florida, dove le guide portano i loro clienti in alcuni tra i migliori posti da bonefish in vista dei grattacieli di Miami. Altre zone ottime per cercare grossi "Bones" sono quelle di Islamorada e Key Largo. La stagione migliore va da marzo ad agosto. Settembre è l'inizio della stagione degli uragani in Florida, e ogni 15 minuti la radio della Guardia Costiera comunica l'evoluzione del tempo. Los Jardines de la Reina a Cuba e Bimini nelle Bahamas sono altri Hot Spot per i grossi esemplari. Andros Island, Cat Cay ed Exuma nelle Bahamas e Los Roques in Venezuela offrono ottima pesca, con pesci anche di taglia notevole. Belize (Turneffe Island, Ambergris Cay), e Messico (Isla Mujeres, Cozumel, Bahia Ascension) hanno invece, a mio avviso, un peggior rapporto qualità/costi rispetto alle aree sopracitate. Molti amici mi hanno parlato ottimamente di Christmas Island, nel Pacifico: decine di pesci, anche se non enormi. Ma occorre fare mezzo giro del mondo per arrivarci e quando si vola per venti/trenta ore l'orchite è sempre in agguato. Il Bonefish vive generalmente a branchi, i più grandi si aggregano in gruppi più piccoli. Si cibano di molluschi, granchi, gamberi, chiocciole, vermi nelle zone meno profonde. La maggior parte vengono catturati tra i 15 centimetri e il metro d'acqua. La taglia media varia secondo le zone, generalmente va dal chilo ai quattro chili. Sopra i cinque chili vengono considerati pesci record (Il record Igfa a mosca e di oltre 14 lbs 8 oz, preso a Islamorada, Florida; mentre quello "all tackle" è di 19 lbs. nel 1962 in Sudafrica). Attrezzature adatte Spinning: canne da lancio ultraleggero da 180 a 220 cm, per lanciare pesi da 3 a 10 gr. (1/8 to 3/8 oz.). Mulinelli in grado di contenere 200/250 metri dello 0/18 -0/22 (6 or 8 pound test ) con una frizione dolce e progressiva. Artificiali: falcetti o vermetti in gomma di color rosa, giallo, bianco, verde-lime con ami del 6/8. In genere vanno usati dei colori leggermente contrastanti. Devi usare un Jig o una mosca che sia di colore simile al fondale. Per esempio, se i Bones stanno mangiando su un fondale di sabbia o chiaro, scegli una mosca bianca, avorio o biege leggero; se i pesci stanno incrociando su un fondale di turtle-grass, scegli una mosca oliva, marrone o di altro colore scuro. Mosca: le mosche per i Bonefish sono in genere piuttosto piccole, su ami 6/8 e imitano piccoli pesci o gamberetti. Hanno corpo in resina, occhi e sono costruite in modo che la punta dell'amo rimanga rivolta verso l'alto, per evitare gli agganci sulle alghe o sul fondo. Si chiamano Crazy Charlie, Bonefish special, Gotcha, Mother of Epoxy. Qualcuno rimarrà perplesso per tutti questi strani nomi ma, sappiamo tutti, che perfino nell'industria spaziale esiste un gergo tecnico meno sofisticato che in una normale chiaccherata tra due pescatori a mosca. Per i Bonefish puoi usare una coda 6 in assenza totale di brezza o una coda 8 in caso di vento. Secondo me la canna ideale è una 9,5" per coda 7 in grafite. Deve essere rapida e nervosa. Quando peschi ai Tropici ricorda che il caldo può dilatare la grafite delle canne e qualche volta è difficile smontarle. Il miglior modo per prevenire il problema è di passare una candela (o della cera) prima di unire i pezzi della canna. Se hai canne e mulinelli nuovi, prima di partire controlla che il piede di questi ultimi entri nei portamulinelli delle canne.


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