4.
Saltwater
4.09 Bonefish
-Tattiche e strategie
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apr.97
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Viaggi di pesca, pesci
esotici .... sai come inizia. A volte con una telefonata, piu
spesso nell'attesa della schiusa su di un fiume o lungo il viaggio
di rientro da qualche torrente. La chiacchierata comincia, si
sviluppa in cerchi via via più grandi e alla fine si apre
un buco, un vuoto nel grande ordine delle cose. Un vuoto che può
essere tappato solo con tubi di canne, sacche, mosche e pieni
di benzina o biglietti aerei. Questo, a molti, può suonare
come un comportamento maniacale ma io faccio una diagnosi più
allegra: ci sono migliaia di posti per andarsene a pescare ed
io, dopotutto, sono un pescatore. Vent'anni fa prender in considerazione
di tentare a mosca pesci di mare era inconcepibile, o perlomeno
bizzarro; ora rappresenta l'estrema sfida. Non so se l'evoluzione
giusta del pescatore da "salmo trutta" sia verso l'"albula vulpes",
e nemmeno se ciò rappresenti una cosa buona per i bonefish,
o invece per i produttori e i commercianti di materiale da pesca.
Non posso dirlo esattamente, ma senz'altro sospetto che sia un
affare per gli ultimi. La gente che si è spinta verso luoghi
tropicali come Bahamas, Cuba, Messico per tentare pesci sospettosi
e lunatici come i bonefish ha scoperto innanzi tutto che il proprio
stile abituale doveva essere cambiato. Non esisteva più
il lento, metodico ondeggiare della canna sulla correntina di
un fiume sonnacchioso, magari con la pipa in bocca. L'intero ritmo
della pesca e del lancio diventa diverso in mare.
Sulla flat, in genere, o stai appollaiato sulla tolda cercando
il pesce (intendo dire con questo che non c'è molta "azione")
o stai schizofrenicamente lanciando ai tuoi limiti, o strippando
la mosca o lottando con il pesce. Praticamente quasi zero tra
le due azioni. E devi essere capace di passare dalla più
completa inattività alla assoluta frenesia in un istante.
Il tuo bersaglio non è più una trota immobile, che
bolla lentamente e costantemente a fianco di un ciuffo d'erba,
aspettando il cibo che gli passa sopra la testa. Quello che hai
ora davanti è un proiettile d'argento su un fondale di
sabbia abbagliante, che si muove velocemente cercando granchi
o piccoli altri crostacei e che sembra praticamente invisibile
all'occhio umano. Ci sono due modi per pescare il bonefish; il
primo è camminando in "wading" sulla flat e il secondo
pescando da una lancia spinta da una guida.
Il
"wading" ha diversi vantaggi. Innanzi tutto puoi portarti da solo
a distanza di lancio dal pesce, e probabilmente in modo più
silenzioso. Inoltre, non hai la guida dietro o a fianco o dove
comunque ti può intralciare nel lancio. Lanciare rapidamente
mentre sei in "wading" sulla flat è più facile in
quanto hai almeno sette/otto metri della coda fuori dall'ultimo
anello (la parte pesante della WF). Un buon consiglio è
di tenerla sempre in movimento con leggeri roller o laterali,
altrimenti la mosca affonderà e si aggancerà a qualche
ciuffo d'erba o corallo. Terzo, e più importante, ti gusti
la meravigliosa solitudine della flat:
l'acqua tiepida sulle gambe, il silenzio, i fondali turchesi.
Io vedo la pesca come un passatempo individuale meraviglioso.
Posso
andarmene fuori, tutto solo, e divertirmi come un matto e conosco
un sacco di persone che, come me, amano pescare da soli, passando
momenti bellissimi. Quando sei in compagnia, voglio dire, sei
sempre un po' "sotto esame"; anche involontariamente sei portato
a dover "dimostrare". Presumo di essere un pescatore a mosca discreto
e che, man mano che passa il tempo, migliorerò ancora.
Ma so che non sarò mai così in gamba come certa
gente. Mi manca l'abilità atletica per essere un gran lanciatore
da distanza. Mi manca la pazienza e la costanza per essere un
grande lanciatore di precisione. Mi manca la "pignoleria" e la
calma per essere un grande costruttore di mosche. Il pescatore
medio come me si avvicina al fiume con l'idea che tutte le mosche
valide siano state già inventate da molto tempo. Il genio,
invece, si avvicina come se ci fosse sempre un mondo da scoprire
e da inventare. Schwiebert, Rajeff, Kreh, Lafontaine, Waller,
Teeny, Krieger sono tra gli esperti a tutto campo più famosi.
Alcuni di loro li ho conosciuti: tutti sono provetti, gentili,
simpatici, educati e, come dice Carlo, "vanitosi come pavoni".
Vogliono che tutti sappiano che sono andati a pescare in questo
e quell'altro posto, prendendo un sacco di pesci e divertendosi
un mondo. E desiderano che tutti conoscano le loro doti e apprezzino
il loro talento. Come pescatore a mosca, io sono decisamente autodidatta
e non desideroso di esibire pubblicamente il collage di una vita
di cattive abitudini, improvvisazioni discutibili e ridicole e
trucchi sordidi che costituiscono la mia "tecnica". Dalla barca,
in genere sei più in alto e quindi puoi vedere meglio il
pesce, ma anche lui ti può scorgere da più lontano.
Inoltre tieni la coda in anelli ordinati ai tuoi piedi e non te
la ritrovi in mezzo alle gambe o incastrata su un corallo o che
fluttua lontano, trasportata dal vento e dalla corrente. Quando
arrivi in zona "di caccia" una buona idea è di tirare fuori
la quantità di coda che sei capace di lanciare agevolmente
e lasciarla in larghe spire sulla tolda. Per non dover misurare
ogni volta io faccio con un pennarello indelebile due segni, uno
a quindici metri e uno a venti. Poi tenendo la mosca tra due dita,
con almeno quattro metri di coda fuori dall'ultimo anello, ti
metti in posizione comoda e pronto a lanciare. Per questa pesca
occorre vista d'aquila, osservazione costante, concentrazione
assoluta e continua, e riflessi da campione di video-games. La
tattica di individuare il pesce nei flats presuppone due cose:
acqua bassa, calma e limpida e un buon paio di polaroid per eliminare
il riverbero. Il
modo in cui alcuni occhiali sono pubblicizzati li fanno sembrare
come inutili accessori alla moda, ma non lo sono. Un buon paio
d'occhiali polarizzati sono una delle cose più utili che
un pescatore può possedere, cercali leggeri, avvolgenti
e il più possibile aderenti al viso. Quando individui un
pesce, vedrai più un leggero movimento che l'intero pesce.
Il più grosso problema per il pescatore poco esperto della
pesca al bonefish è di scorgere il pesce.
La
guida ti può portare nel posto giusto, ma a volte c'è
bisogno di un paio di giorni per "farsi gli occhi". Vedrai un'ombra,
un flash o, solo quando sei fortunato, il pesce che grufola in
acqua bassa, con pinna e coda che spuntano dalla superfice. Un
altro sintomo della presenza del pesce è la famosa "nervous
water", acqua nervosa...... come posso spiegarti: vedi l'acqua
che non si comporta come dovrebbe comportarsi, che non è
ferma come dovrebbe essere o che ha delle increspature leggermente
diverse da tutte le altre sulla superficie del mare. Il momento
più eccitante è quando vedi uno o due grossi esemplari
in "tailing": vedi la coda spuntare in verticale dalla superfice....
il nostro bersaglio è lì sotto, ignaro e pacifico
che sta grufolando sul fondo. Quando tu o la tua guida individuate
il pesce (dopo dieci anni di pesca in mare diciamo che li vedo
prima io circa il 30-40% delle volte), devi lanciare la coda in
avanti con un mezzo roller, poi indietro lasciando uscire un po'
d'altra coda e poi avanti per la presentazione finale, sparando
lo shooting in direzione del pesce. La guida in genere ti mette
nella posizione migliore di luce e di vento ma, naturalmente,
devi lanciare in doppia trazione "spingendo" molto in avanti per
forare il vento che invariabilmente ti arriva di lato o di fronte.
L'importante è fare un loop stretto e il più basso
possibile: il vento, infatti, è sempre meno forte più
vicino alla superfice dell'acqua. Comunque i bonefish non sempre
sono lontani e la doppia trazione non è sempre indispensabile,
molte volte infatti mi sono trovato a lanciare su pesci a tre/cinque
metri dai miei piedi.
Mentre fai tutto questo, devi dare un'occhiata
che la coda non si impigli nei tuoi piedi e tenere sempre un occhio
sul pesce. Essi sono così mimetici, che a volte un solo
sguardo per controllare il lancio è sufficiente a farti
perdere completamente di vista il pesce.
L'altro problema è di far arrivare la mosca sul pesce senza
spaventarlo. E' probabile che se riesci a vedere il "macabì"
(come chiamano il bonefish nei Caraibi) anche lui possa vederti,
sia che stai pescando a piedi sia da una barca. In tutte le foto
di pescatori su flats li vedi infatti sempre accucciati, raggomitolati
o inginocchiati. Secondo le mie esperienze però mi sembra
che il pesce viene maggiormente spaventato dal movimento della
canna o dall'ombra della coda sulla sua testa. Questo in parte
può essere soluzionato con lanci laterali o tenendo la
canna a 45° rispetto al corpo. Spesso capita che lanci sul pesce
che avevi visto e ne spaventi con l'ombra della coda altri venti
più vicini che invece non avevi visto. Vedi un'esplosione
nell'acqua e in tre secondi tutta la flat è deserta. Nello
sforzo di posare la mosca più delicatamente, con meno disturbo,
a volte tiro leggermente la coda con la mano e alzo la punta della
canna. La mosca cade per prima, mentre il finale si arriccia e
rimane un po' molle. Questo accorgimento che uso sui nostri fiumi
con una piccola secca funziona perfettamente anche con una mosca
da bonefish "leggera". Invece con una appesantita dagli "occhi
di catena" si produce purtroppo un rumoroso "plop" e il pesce,
se è vicino, reagisce di conseguenza. Inavvertitamente
cerco di compensare alla moda del torrente, tiro più forte
e esagero il ricciolo. Questo elimina il "plop" tramutandolo in
uno "splash" come se avessero gettato un mattone contro il pesce.
La guida, inevitabilmente, pensa che sono un lanciatore di m....
(una opinione non completamente errata) e con termini più
castigati, ma non di molto, me lo fa notare. Anche un pescatore
non più alle prime armi fa errori del genere ma, se ci
pensi, comprendi subito la diagnosi: stare sulla tolda di una
lancia, con una brezza "allegra" in faccia, di fronte ad un grosso
branco di enormi bonefish (la maggior parte dei quali tu non li
hai visti, ma così ti ha detto la guida) non è esattamente
una circostanza che porta a comportamenti razionali e misurati.
Poi, specialmente se sei un novellino, più non riesci a
vedere i pesci e più ti agiti e diventi nervoso. Una buona
idea è il primo giorno andare con la guida in barca su
una flat e impratichirsi a far lanci e shooting nel vento. Provare
a posare con un solo falso lancio a cinque, dieci, quindici e
venti metri. Davanti, a destra e a sinistra.
Poi
la miglior cosa è rilassarsi: ho visto decine di persone,
posati notai e imperturbabili chirurghi, venire prese dal panico
la prima volta che si individuava un bonefish. Occorre star calmi
e la guida, che avrà stimato le tue potenzialità
di lancio, con calma ti porterà nella posizione migliore
e più vicina possibile. Poi ti dirà lui quando lanciare.
Tu cerca solo di non perdere di vista il pesce. Poiché
il tuo obiettivo è più o meno dello stesso colore
della sabbia, e si muove a grande velocità, hai bisogno
di lanciare, distante, accuratamente e velocemente. Hai da dieci
a quindici secondi per mettere la mosca a venti centimetri di
fronte al pesce senza che questo ti veda o veda la coda. Questa
è la parte eccitante della sfida, oltre naturalmente alla
fuga di un pesce a propulsione nucleare che ti arroventa il mulinello.
Si dice che non hai mai più di una possibilità di
lancio su un pesce. Non è sempre vero anche perché
il successo nella pesca è, al novanta per cento, questione
di momento giusto. I libri ti dicono che dovrebbe essere così
ma c'è una grande differenza nella pesca tra come le cose
dovrebbero andare e invece come vanno, pressappoco grande quanto
la differenza tra come dovrebbe essere la vita e come invece è.
Naturalmente ogni pesca ha l'attrezzatura giusta; sia che vai
al Luna Park, a tirare palline da ping pong per la conquista del
pesciolino rosso, sia che vai a squali bianchi con canne e mulinelli
da 130 libbre. Le mosche per catturare i bonefish sono su ami
inox, in genere del 4 o 6.
Le mie scatole di mosche sono ripiene di
ogni genere di mosca, taglia, colore.
La maggior parte di loro non toccheranno mai l'acqua; forse solo
se piove dentro la scatola aperta. Quelle più famose hanno
nomi come Crazy Charlie, Bonefish Special, Gotcha. Ne devi avere
un certo assortimento di colori e soprattutto con diversi pesi
e quindi diversi gradi di affondamento. Colori diversi: principalmente
beige, verde e marrone, qualche rosa, lime, trasparente. Il finale
che si usa è sui tre metri, con punta dallo 0.25 allo 0.30.
Canna nove-piedi-per-la-sette (o anche per la sei o la otto, dipende
dalla tua abilità di lanciatore), il più rapida
possibile. Ora ci sono mulinelli antireverse, mulinelli che misurano
quanta lenza hai fuori, frizioni magnetiche e così avanti....
la lista dei miglioramenti che ci aiutano ad essere il miglior
pescatore vivente è senza fine. E noi abbiamo inoltre la
follia o mania infantile di voler possedere ogni nuovo gadget
di pesca che sia prodotto Per il bonefish un antireverse sarebbe
indicato per evitare di piallarsi le nocche.
Ma gli antireverse sono così pesanti che sbilanciano la
canna, ingombranti e soprattutto costosi. Io in genere uso dei
mulinelli tra i più economici sul mercato, uso solo "smerigliare"
leggermente il disco della frizione, per avere una tenuta e una
progressività migliore. Sono ottimi ed efficienti anche
se non leggerissimi. In questa pesca il peso non ha un'importanza
eccessiva, non fai diecimila falsi lanci: un solo lancio e solo
quando sei sul pesce. "Frustare" continuamente non fa parte della
pesca in mare. Inoltre e' noto che l'ondeggiare avanti e indietro
un pezzo di grafite genera un notevole accumulo di elettricità
statica nel pescatore.
E
questo, unito al sole inclemente e alla luce abbagliante, può
provocare strani effetti tra la materia grigia del pescatore.Perlomeno
questa è la teoria di quel "maitre à penser" di
Carlo che, nel poco tempo in cui non pesca, cura nervi e malumori
della gente. Tra l'altro lui e uno di quei pochi pescatori a mosca
che conosco che capisce veramente quello che un biologo può
dirgli, forse perché il suo approccio nei confronti della
pesca ha sempre un alcunché di scientifico. Dice anzi che
dovrebbe esserci una fondazione che ci finanzi per lo studio e
la ricerca sui bonefish e altri "game fish".Per
quanto mi riguarda sono anche disposto ad ammettere che andrei
a pesca con grande divertimento anche se la cosa non avesse il
minimo valore scientifico.
Tantomeno
posso sperare che qualcuno mi sovvenzioni per una cosa mi diverte.
Tutto sommato, visti i tempi, posso dire che siamo già
fortunati a poter pescare senza per questo finire in galera. Approfittiamone.
Può darsi che per l'anno prossimo in questa stagione avranno
emanato una legge che lo vieti.
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