3. Trote e temoli
3.03 SANGRO
Nota: cliccare sulle foto per ingrandirle.
Vai all'Album foto
ott.88

All'inizio di un'altra stagione di pesca, c'è abbastanza tempo per l'ultimo controllo all'equipaggiamento prima delle battaglie.....per vedere se le giunture tra backing a coda e le pezze ai waders tengono.
Poi, visto che a casa tutte la montagne erano innevate e le acque gelide decisi, a marzo, di fare una puntata verso Sud alla ricerca di trote da prendere a mosca. Meta del viaggio l'Abruzzo, regione della quale avevo letto tessere le lodi in diversi articoli. Ripensando a quando ero sui banchi della scuola elementare, mi rendo conto che sarebbe stato meglio, piuttosto che giocare a pallone sui prati, studiare un po' di più la geografia del nostro Paese, la sua morfologia ed il clima. Avevo completamente sbagliato meta per quella stagione: le montagne, già enormi in lontananza, avvicinandosi, divenivano via via sempre più grandi, c'era molta neve dappertutto ed il freddo vento rendeva difficili le schiuse di insetti.
Naturalmente non mi fu possibile fare una delle mie vacanze standard da dodici ore al giorno di pesca totale: canna in mano, acqua alla vita, "cobra" tra le labbra. Comunque, sbaglio di stagione a parte, l'Abruzzo e' splendido e ricchissimo di acque ed il Sangro e' senz'altro uno dei più bei fiumi d'Italia, popolatissimo di trote, principalmente fario. Nasce nel Parco Nazionale d'Abruzzo tra il monte Turchino ed il monte Morrone ad una quota di oltre 1400 metri. Dopo aver attraversato Pescasseroli e formato il lago di Barrea, lambisce la cittadina di Castel di Sangro e dopo un percorso tortuoso di oltre cento chilometri tra le selvagge montagne abruzzesi si getta nel mare Adriatico. Riceve, durante il suo corso, molti affluenti che permettono una perenne ricchezza d'acque. Terradegna, Fondillo, Rio Torto, Aventino, sono alcuni dei suoi principali tributari. L'Alto Sangro e' una regione sperduta e dimenticata e qui sopravvive l'orso bruno marsicano, il lupo appenninico, l'aquila oltre a cervi, caprioli e camosci.
Certo che, per chi viene dal Nord come me, raggiungere il Sangro non e' cosa da scampagnata di un giorno, ma rientra già tra le piccole vacanze o ponti da organizzare e programmare. La gente e' cordiale e Castel di Sangro può rappresentare il centro ideale per pescare nel tratto più bello del fiume. Si può soggiornare all'Hotel Bellavista, vicino alla stazione e gustare gli ottimi piatti locali da "Vittoria", "Grazia" e "Ciccarelli". Maccheroni alla chitarra, agnello arrosto, funghi porcini ritemprano perfettamente il pescatore stanco ed affamato dopo il "coup de soir". Ma ora lasciamo la parte turistica e veniamo alla pesca. Il fiume e' letteralmente pieno di trote in tutte le taglie e misure. Per averne un'idea basta far quattro passi lungo le sponde della Zittola, affluente del Sangro, nel tratto che scorre nel paese. Bestioni di uno, due, tre chili che pinneggiano indisturbati e ninfano continuamente in mezzo metro d'acqua.
"Certo" mi sono detto" questo tratto e' adibito a riserva di ripopolamento e serve per obnubilare la mente dei pescatori al loro arrivo" mentre, giunto da poco, osservavo una specie di sommergibile a due metri da me che mi guardava snobbandomi e sentendosi al sicuro, continuando a masticare ninfe di baetis varie. Nella Zittola vive ancora il gambero di fiume, che ormai e' scomparso da quasi tutte le acque d'Abruzzo e d'Italia poiche' e' tra gli animali che più risentono di qualsiasi forma di inquinamento. E' stata una piacevole sorpresa, lasciati i bagagli all'albergo, vedere il tratto riservato esclusivamente per la mosca subito a valle del paese. La densità di trote era quasi pari a quella della Zittola e la visione provoco' in me la stessa sensazione che da anni ormai ritrovavo solo nei fiumi sloveni. Prima di raggiungere Castel di Sangro mi ero fermato sul famoso Tirino, ma il tratto superiore, veramente splendido, era ancora chiuso alla pesca, mentre in quello inferiore avevo deciso di non pescare deluso dalla vista del degrado del fiume. Potranno anche esserci trote enormi, potrà essere un osannato chalk stream, ma mi rifiuto di posare la mosca in mezzo a sacchetti di plastica, rottami di lavatrici e frigoriferi e spazzatura varia. Dal momento che non potevo in una discarica decisi a questo punto di svolgere un'azione diversiva e guadagnai velocemente la strada dirigendomi verso un bar. Ho pescato poi sul Sangro per tre giorni, a mosca secca, con dei piccoli spinners grigi, da mezzogiorno alla una e mezza, l'unico momento in cui c'era un po' di attività in superficie. Negli altri momenti della giornata pescavo a ninfa o sommersa, usando piccole ninfette e spiders su ami del 16 e 18; come finale non sono mai sceso sotto lo 0.15, vista la taglia delle trote e la relativa indifferenza verso quest'ultimo.
I risultati non sono stati molto esaltanti, ma dovevo combattere tutto il giorno contro vento, freddo e neve e contro Paola le cui occhiatacce dalla macchina mi facevano sentire continuamente in colpa per averla portata in mezzo a tante intemperie (le foto sono state fatte nei pochi momenti soleggiati). Occorre saper lanciare molto bene, perchè i migliori esemplari bollano sempre sotto frasche quasi a pelo d'acqua, oppure occorre portarsi cinquecento finali e diecimila mosche, meta' delle quali serviranno ad addobbare come magnifici alberi di Natale buona parte dei cespugli lungo il fiume. Comunque di trote ce n'erano senz'altro e, nonostante tutto, almeno cinque o sei catture quotidianamente le ho fatte, di cui almeno una trota al giorno si avvicinava al chilo, mi ero ripromesso di tornare a giugno, mese che sarebbe stato il meglio come periodo, poi i programmi sono stati cambiati e ci ritornerò magari l'anno prossimo.
Questo buon "proponimento" mi ha forzato ad esaminare i miei ricordi e la mia coscienza, e ho trovato che raramente vado in qualsiasi acqua più di un paio di volte e la qualità dell'esperienza invariabilmente diminuisce nella ripetizione. Questo, dicono, descrive perfettamente un carattere superficiale piatto e vuoto di profondi interessi. Il tratto dove ho pescato e' dell'Associazione Pescasportivi Sangro, il tratto riservato alla pesca a mosca e' lungo un chilometro mentre nel resto della riserva, lunga oltre dodici chilometri sono ammesse tutte le pesche, legali, naturalmente. Per una convenzione fatta da questa associazione con la FIPS, gli affiliati a quest'ultima possono pescare sabato, domenica ed altre festività settimanali solo munendosi del libretto per segnare le catture. Negli altri giorni occorre invece fare un permesso giornaliero che quest'anno costava quindicimila lire. Il permesso consente la cattura di cinque capi al giorno oltre i 22 centimetri; per chi vuol trattenere i pesci non dovrebbe costituire un problema far quota con pezzi di oltre i trenta centimetri. I permessi si possono fare al bar "Milano" o "Sportivo". Quando siete a fare il permesso comprate anche un "Pan dell'orso', e' un dolce locale non male. Se poi avete bisogno di altre informazioni potete contattare il signor Di Re, presidente dell'Associazione oppure Ettore Gentile, che troverete all'Ottica Archimede oppure, fuori orario, sempre sul fiume, sotto la confluenza tra Zittola e Sangro. Sono persone squisite che si faranno in quattro per aiutarvi. Ettore, insieme a Vittorio, pensavo facessero parte integrante del paesaggio, impavidi, con la canna in mano pronta al lancio, gli occhi fissi in un punto imprecisato in acqua, membra tremanti non so ancora adesso se per l'eccitazione e la frenesia oppure per quel vento tagliente che veniva giù dai monti della Marsica.


INDICE
|
Home | Prefazione |E-mail |
RadiciSalmone | Trotemoli | Saltwater | Pesci_strani | Varie |