3.
Trote e temoli
3.06 Opinione sulle "Riserve"
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lug.90 |
Da
un po' di tempo in qua leggo sia all'interno di articoli di
pesca, sia nelle lettere scritte dai lettori alle riviste, prese
di posizione abbastanza negative nei confronti delle cosiddette
riserve, ed uso questo termine nella sua accezione più
vasta.
Non
voglio assolutamente aprire una polemica, ma solo esprimere
il mio punto di vista. Non vorrei, inoltre, che il mio gratuito
ruminare filosofico offenda qualcuno; dopo tutto, i pescatori
fanno parte di una razza bizzarra e orgogliosa. Premetto, per
far comprendere a chi avrà la bontà di leggere,
che non difendo certe posizioni in quanto io sia il classico
vecchio privilegiato che pretende un tratto di fiume esclusivo,
comodo e farcito di trote per riempire sempre facilmente cestino:
non sono socio in alcuna riserva ed il 90% del tempo pesco in
acque libere. Sono pescatore da trent'anni, ho praticato quasi
tutti i sistemi di pesca e per un certo tempo ho anche "bracconato".
Non
cerco scusanti ma, quando si è giovani, si ha sempre
la necessità di dimostrare quanto si è bravi,
e la quantità di pesci rappresentava allora la misura
della propria abilità. Ora che ho qualche anno in più
e non mi pongo il problema di dimostrare la mia abilità
ad altri, mi rendo sempre più conto che gli unici obiettivi
del mio pescare sono il piacere e la tranquillità.
Inoltre,
mi rifiuto di pensare che, perlomeno nella nostra realtà,
la pesca sportiva o, in ogni caso, non completamente professionale
debba essere per qualcuno, un mezzo di sostentamento, e che
i risultati, in termini di cestino, debbano sempre giustificare
i costi. Non credo di essere viziato da posti "privilegiati"
giacchè il piacere che provo nell'avere in canna un salmone
di diversi chili è lo stesso che ho nel catturare i temoli
nel fiume dietro casa mia (acque "libere"). Una fario di mezzo
chilo, catturata in uno dei miei riali, vale una Steelhead catturata
in Alaska: mi provocano la stessa gioia.
Difficoltà e rarità sono identiche. Ma torniamo
all'argomento in oggetto: in un Paese "ideale" si sarebbe tutti
soli, con chilometri di fiumi a disposizione, ci sarebbero pochi
pescatori, tutti corretti, onesti e rispettosi dell'ambiente,
ma questo succedeva, forse, solo quando i nostri antenati scorrazzavano
lungo i fiumi, mezzi nudi, armati di selci scheggiate. In un
Paese "ideale" le acque sarebbero pure, senza inquinamenti e
senza draghe che distruggono i fondali dei fiumi (possano colpevoli
e complici arrostire nel più profondo
buco dell'Inferno).
In
un Paese "ideale" la sorveglianza sarebbe efficiente ed intelligente,
e i ripopolamenti dovrebbero essere solo eccezionali (ad esempio
nel caso di piene rovinose), poichè la natura stessa
provvederebbe in giusta misura. In una situazione cosė paradisiaca,
le riserve non avrebbero alcuna ragione di esistere. Ma occorre
lasciar stare le utopie ed essere pragmatici. Del resto vediamo
che, in quasi tutto il mondo, le acque sono "private": o del
proprietario del terreno dove scorrono, oppure di varie associazioni;
perfino nei paesi "socialisti" occorrono permessi diversi per
i vari tratti di fiume, tra l'altro sempre molto cari paragonandoli
al costo della nostra licenza. Questo innanzi tutto perchè
ripopolamenti e sorveglianza costano. Inoltre, dove c'è
un proprietario od un responsabile, il prelievo del pesce è
controllato, la condizione generale delle acque è curata
maggiormente. Lo Stato ed i suoi organi, invece, anche su questo
problema, dimostrano spesso la propria inefficienza e negligenza.
Ad esempio, sono acque non "libere" il Sangro a Castel di Sangro,
quasi tutti i laghi e torrenti dell'Alto Adige, molte zone del
Piemonte, nel Cuneese, nel Canavese, in Valsesia: tutte zone
dove pescare è un vero piacere; la Fips stessa gestisce,
più o meno, una grande riserva; Val d'Aosta e Friuli
sono a loro volta "riserve".Le
"riserve" o tratti d'acque gestiti da organismi non statali,
siano essi enti privati veri e propri, oppure Comuni, Enti o
Associazioni di pescatori, sono più ricche, meglio curate
e meglio sorvegliate delle acque demaniali o pubbliche; sono
meglio ripopolate sia quantitativamente sia qualitativamente.Preferisco,
in ogni caso, un tratto di fiume dove forse non potrò
pescare, ma che possiede acque limpide ed un sacco di belle
trote e dove potrò rallegrarmi ad osservare la loro presenza
e il loro comportamento.
Preferisco sempre un posto dove dovrò pagare un prezzo
e divertirmi, piuttosto che posare la mosca dove non esiste
più pesce, dove i bracconieri dilagano oppure dove draghe
ed inquinamento la fanno da padroni (e ho dovuto lo stesso pagare
un balzello a Stato e provincia). Purtroppo questa è
la triste realtà con la quale dobbiamo convivere e certi
discorsi utopistici o demagogici sulla liberalizzazione delle
acque sono molto belli ed affascinanti, ma solo da un punto
di vista teorico.Ricordo
come si è trasformata la Val d'Aveto quando è
diventata "libera": cestini di decine e decine di trote per
un paio di settimane, poi più niente per nessuno. Naturalmente
esistono molti tratti esclusivi e privati in virtù d'antichi
o, peggio, recenti privilegi, condotti con criteri solo tendenti
all'utile del gestore, mal ripopolati ed a prezzi esagerati
ed esistono anche molte acque libere dove si può ancora
pescare molto bene.
Sono
tutte realtà che fanno parte di quell'Arlecchino o mosaico
rappresentato dalle nostre acque, diversissime sotto vari aspetti
e situazioni, tra cui anche quello dell'ordinamento. In sintesi,
se non mi fossi espresso con sufficiente chiarezza, sono tra
quelli che sono felici di poter pescare in "riserva" ogni volta
che, per i motivi più vari, quello stesso corso d'acqua,
liberalizzato, sarebbe stato da dimenticare per quanto concerne
la pesca. Purtroppo, troppo spesso, "acque libere" e di tutti
diventa sinonimo di "acque di nessuno" e quindi ognuno si sente
in diritto di arraffare e rubare per soddisfare la propria ingordigia.E'
anche vero che, a volte purtroppo, noi tutti abbiamo bisogno
di un prezzo per dare finalmente un valore alle cose. Se non
ci credi, non lasciare che ti questo ti preoccupi, non sono
abbastanza sicuro di crederci io stesso....
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