3. Trote e temoli
3.07 Due celebri itinerari: Salza e Traun
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dic.90

Salza e Traun Il desiderio di grosse prede o di catture "speciali" mi ha fatto girare il mondo in un vagabondaggio continuo. Questo tarlo che mi rode senza tregua mi ha portato in quasi tutti i luoghi della terra che promettevano le emozioni desiderate. Poiche', come disse un famoso freak "... la fortuna e' cieca ma la sfiga ci vede benissimo ..." ho collezionato impressionanti cappotti ma fortunatamente anche qualche giornata memorabile e mi son fatto comunque una discreta esperienza personale.
Soprattutto mi sono reso conto di quanto sia necessario, a volte, rimettere in discussione alcuni luoghi comuni e ... verificarli di persona. Prima di tutto occorre stare molto in guardia da tutte le localita' troppo "celebri". Quando comincia a spargersi la voce circa la "bontà" di un luogo inevitabilmente inizia la sua fase discendente. Successivamente cominciano a girare magnifici depliants, bugiardi come lapidi. Questa e' la fase in cui le rive del fiume cominciano ad essere paragonabili agli spalti di S.Siro.
Quando poi il luogo e' diventato realmente famoso tra tutti i pescatori significa generalmente che non esiste più alcuna forma di vita in quelle acque, a parte naturalmente le iridee di ripopolamento. C'e' comunque da chiedersi se queste rappresentino una reale forma di vita e non siano piuttosto una mistificazione, sintesi di scarti industriali ed unica chance ad equilibri naturali ormai inevitabilmente compromessi. Un'altra affermazione da vagliare attentamente e' quella che vuole risultati proporzionali alla distanza del luogo ma se consideriamo che pescare e' tra i passatempi piu' diffusi sulla terra questa convinzione assume automaticamente dimensioni diverse (25 milioni di giapponesi sono pescatori, negli USA ce ne sono 60 milioni di cui 7 sono pescatori a mosca, inoltre laggiù un presidente si' ed uno no e' da annoverare tra quelli piu' assatanati). In quasi tutti i luoghi "selvaggi" inoltre gli indigeni pescano per sfamarsi e troppo spesso esplosivi, veleni e reti di ogni genere vengono considerati mezzi comuni per procurarsi il cibo. Queste considerazioni ed altre ancora devono insegnarci come talvolta convenga dedicarsi a pozze e cascate più familiari e a portata di mano, piuttosto che rincorrere miraggi di cui abbiamo sentito parlare.
La Yugoslavia riserva ancora luoghi incantevoli, ma purtroppo quel pugno di ottimi fiumi in Slovenia e Croazia (le uniche zone realmente interessanti per i pescatori che si recano in quel paese) ha dovuto subire in questi ultimi dieci anni una pressione di pesca troppo elevata, principalmente da parte di pescatori italiani. Da Giuseppina a Grabevec, per esempio, occorre prenotare per un posto in maggio/giugno con mesi di anticipo come per un pranzo da Gualtiero Marchesi o per una visita medica all'USL. In quelle acque si catturano ancora bei temoli e belle fario, ogni tanto ci si imbatte in qualche splendida marmorata ma purtroppo capita sempre con maggior frequenza di incontrare iridee pronta/pesca.
L'Austria, invece, conserva ancora molte acque dove poter ottenere buoni risultati. I motivi sono diversi: corsi d'acqua privati e quindi non accessibili a tutti, permessi numerati, pesci in genere meno arrendevoli e fiumi con situazioni di pesca più difficili, minori probabilità di trovare le giuste condizioni d'acqua. Mentre i fiumi yugoslavi in genere sono di natura carsica, e quindi rimangono quasi sempre limpidi e con una portata d'acqua abbastanza costante, quelli austriaci risentono maggiormente delle condizioni atmosferiche: tre gocce d'acqua li "sporcano" e con due giorni di pioggia sono in piena. Quelli alpini poi, per la maggior parte, rimangono impescabili fino ai mesi di giugno e luglio per il disgelo. Queste circostanze sono senz'altro la causa delle maledizioni di una intera generazione di emigranti della pesca ma certamente hanno fatto in modo che diminuisse la pressione dei pescatori su queste acque ed hanno contribuito ampiamente a preservare il patrimonio ittico. Intendiamoci: i posti per catturare decine di trote sopra il chilo non esistono più ne' qui ne' in nessun altro posto in Europa e si contano sulle dita di una mano nel resto del mondo pero' l'Austria e' uno di quei pochi luoghi che riserva ancora paesaggi magnifici, fiumi puliti e ben gestiti, permessi generalmente abbordabili e abbondanza di trote e temoli di discreta taglia. Ci sono anche parecchi esemplari di grosso calibro ma non sono pero' invecchiati senza un motivo: l'età li resi ancor più furbi e smaliziati, se si e' abbastanza fortunati si riesce a vederne qualcuno, ma catturarli e' tutt'altro discorso. Mi stavo rileggendo "Pris sur le vif" di Charles Ritz anzi, per essere sinceri ne leggevo ora la versione americana "A fly fisher's life" che contiene diverse pagine dedicate a fiumi austriaci e mi sono accorto che alcune localita' descritte oltre trent'anni fa sono rimaste ancora oggi validi itinerari. TRAUN A BAD ISCHL La Traun di Gmunden rimane uno dei fiumi più famosi del mondo per ogni pescatore. Ritz ci pescava prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale e vi ha dedicato pagine indimenticabili del suo libro più famoso. Ernest Hemingway e Joe Brooks vi pescarono negli anni cinquanta. Hans Gebestroiter, il guardiapesca/gestore, e' rimasto un personaggio leggendario per chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo, di apprezzarne la cortesia e la straordinaria esperienza. L'albergo Marienbrucke e' diventato una sorta di santuario, meta da anni di pellegrinaggi dei pescatori europei. Negli ultimi tempi pero' il tratto inferiore ha perso quasi completamente il suo fascino. Una dannata diga ha modificato il corso e la portata delle acque, che per buona parte sono state canalizzate. Una gigantesca cartiera ha rovinato il paesaggio, oscurando il cielo con i suoi fumi e scaricando in acqua liquidi scuri e maleodoranti. La Traun superiore (immissaria del Traunsee) veniva presa in considerazione dagli illustri predecessori solo quando i livelli d'acqua erano troppo alti nel tratto inferiore: oggi e' rimasta invece un piccolo paradiso ed offre discrete possibilità a chi vuole cimentarsi con code e mosche. L'ideale per una vacanza e' far base a Bad Ischl: da qui si possono raggiungere comodamente i diversi corsi d'acqua della zona (Ischler Ache, Muhlbach, Ischler Traun, Keinischer Traun, Altausser Traun, Koppentraun ecc.).
Per giungere a Bad Ischl da Innsbruck occorre arrivare a Salisburgo in autostrada e proseguire per Vienna: pochi chilometri dopo Salisburgo vi e' l'uscita che vi conduce alla cittadina dopo aver costeggiato un paio di incantevoli laghi (in totale una cinquantina di chilometri). I vari fiumi della zona hanno caratteristiche diverse ma in comune la purezza dell'acqua e la ricchezza di pesci. Sono presenti trote e temoli ed e' consentita la pesca a mosca (in alcuni tratti solo a secca). In una zona si può pescare anche a cucchiaino ma con amo singolo e senza ardiglione. E' comunque meglio leggersi bene i regolamenti, diversi nei vari tratti, per quanto riguarda periodi e chiusure, pesca in "wading" e catture concesse. Riguardando il mio diario ho visto che sono capitato da queste parti sempre alla fine dell'estate o nei mesi autunnali. Ho avuto delle discrete catture di temoli e trote durante il giorno utilizzando piccole imitazioni (ami 16/18) di Blue Dun e Blue Quill oppure di Pale Watery sia Dun che Spinner. Alla sera invece "spazzolavo" il fiume facendo pattinare grosse sedge beige sul pelo dell'acqua: sistema micidiale per tutte le specie presenti ma particolarmente per le iridee più grosse. Grande vantaggio di questa zona e' di poter pescare tutto l'anno poiche' esistono tratti sempre aperti; naturalmente lo deve consentire anche il clima e vanno comunque rispettati i periodi di chiusura delle diverse specie. SALZA A.J. Mc.Clane, famoso scrittore di libri ed enciclopedie sulla pesca, ha pubblicato nel '52 "I 100 posti migliori del mondo per la pesca"; ora nel '90 ha pubblicato: "I 99 posti migliori del mondo" segno evidente che non sono l'unico a pensare che tali luoghi siano in diminuzione.
In 38 anni, secondo lui (inguaribile ottimista) ne abbiamo perso uno solo. Un fiume senz'altro eccellente che pongo, nella mia classifica personale, tra i venti migliori luoghi del mondo e' la Salza. La mia lista pero' tiene conto oltre che dei risultati anche del tipo di pesca che si può praticare, della qualità dei pesci, dei luoghi ed ancora di mille altri fattori solo apparentemente poco significativi. Questo fiume si trova nella zona centrale e meno popolata dell'Austria, praticamente equidistante da Vienna, Salisburgo e Graz. Ci si arriva abbastanza facilmente con l'autostrada Villach/Klagenfurt/Graz; da qui si prosegue verso Nord fino a Kapfenberg e poi fino a Gusswerk. Il Conte di Merano (austriaco) e' proprietario del tratto più bello, circa cinquanta chilometri tra Mariazell e Gschoder e permette alle guardie del proprio "parco" di vendere qualche permesso. Partire pero' senza averli prenotati significa quasi sempre un viaggio a vuoto. L'ultima uscita la feci in compagnia di Rudy, un amico austriaco di Baden. Durante le ore centrali e piu' calde della giornata, nonostante la ricchezza di pesci, fu necessario impegnarsi parecchio per catturare le prede migliori individuate nei sottoriva. Ma quando il sole scese e la leggera brezza che ci aveva infastidito tutto il giorno finalmente scomparve (circa attorno alle sette di sera) fu il momento migliore e ci fu possibile riparare agli errori e rifarsi da tutte le arrabbiature della giornata. Ricordo ancora, nella luce fioca della tarda sera, una piccola rapida di schiuma bianca in cima alla pozza e la corrente calma che scorreva di sotto. Rudy era da qualche parte più a valle verso il lago, Paola era nelle vicinanze, ma in quel momento lontana dalla mia vista: probabilmente stava litigando con la coda, avvolta attorno a qualche cespuglio o reticolato. Feci qualche lancio di traverso alla corrente, forse più per allungare la coda che per tentare realmente una cattura. Poi finalmente lanciai deciso e raggiunsi l'acqua calma al di la' del filo centrale della corrente, vicino alla sponda opposta. La mosca si era appena posata che vidi la testa di un'enorme fario stagliarsi nella poca luce. La vidi delfinare, girarsi e ridiscendere con la mia mosca in bocca. Alzai il braccio e tesi la coda ferrando; la tenni in tensione con la canna completamente piegata per trenta secondi senza strappi furiosi o salti da parte della trota. Poi semplicemente la canna torno' diritta ed il pesce spari' altrettanto semplicemente, senza rompere il finale. Se ne era andata senza alcun motivo apparente. Ricordo che controllai perfino l'amo nel dubbio che fosse piegato o spuntato. Riprovai, dopo un quarto d'ora di meditazioni e pensieri inconfessabili, nella speranza di riagganciare lo stesso pesce. Sarei stato contento anche di beccare una coetanea o la sorella minore. Dopo tre o quattro lanci a vuoto tirai fuori due "sorelline" che comunque superavano entrambe comodamente il chilo. Le fario della Salza sono sempre bei pesci, forti e possenti, in condizioni di forma eccellenti.
Sono abituati a bollare quasi indisturbati ed anche gli esemplari più grandi saltano fuori dall'acqua abbastanza comunemente per afferrare le mosche, spesso grosse sedge, specialmente dove l'acqua e' piu' rapida. Questo spettacolo e' molto eccitante, come anche e' eccitante vedere il balenio marrone e oro, sotto il pelo dell'acqua, provocato dal pesce in un improvviso scatto per prendere una ninfa emergente. Quando invece mordono in profondita' il nostro streamer e' il successivo gorgo provocato sulla superfice che ci fa aumentare i battiti cardiaci e ringraziare il cielo di aver scelto l'hobby della pesca invece di quello della danza classica. La maggior parte dei pesci, quando vengono agganciati, salta fuori dall'acqua e qualcuno lo fa più volte: tutti comunque compiono lunghe fughe sfilando la coda fino al backing e poi si piazzano in corrente tirando come muli. C'e' una moltitudine di pesci nel mezzo nel fiume e la taglia comune va da tre etti al chilo ma spesso si vedono mostruose ombre scure nei punti piu' riparati.
Le guardie mi hanno raccontato che si trova in media una trota di oltre tre chili ogni venti metri di fiume. Forse mi hanno preso per scemo, ma io ve la vendo come l'ho comperata, anche perche' questi gendarmi austriaci sono sempre tremendamente seri. Rudy comunque sembro' confermarmi tale affermazione con tre pesci, a fine giornata, attorno a quel peso. Io, meno esperto o pù' sfortunato, riuscii a prendere solo un esemplare, che stimai sui due chili, quando ormai era quasi notte. ATTREZZATURE CONSIGLIATE E'difficile fornire uno standard di attrezzature valido in ogni situazione per queste acque. Molto dipende dal tipo di pesca che si intende effettuare: secca, sommersa, ninfa, streamer. Ognuna di queste tecniche presuppone canne, code, finali ed artificiali diversi. Molto peso hanno inoltre le abitudini ed i gusti personali. Io, per esempio, quando mi reco in questi luoghi porto due canne. Anzi, a dire il vero, ne porto 74 ma ne uso due. La prima da sette piedi e mezzo per coda 3/4 galleggiante che uso per la secca, per pescare ravvicinato e per i temoli. Naturalmente se vedo una trota da tre chili a venticinque metri che grufola sul fondo non torno alla macchina per cambiare canna. Come seconda ne uso una da 8,5/9 piedi per coda 6 galleggiante e sinking tip. La uso con lo streamer o comunque dove prevedo di fare lanci in genere piu' lunghi. Oltre a qualche streamer (Muddler ed imitazioni diverse di pesciolini) nella mia scatola delle mosche trovano spazio molte Cul de canard e Sedge in diverse taglie e sfumature, qualche Spinner vario oltre alle classiche Red Tag, March Brown, Traun tricolor, Blue Quill, Adams. Pesco a ninfa o con la sommersa ad ogni morte di Papa. Senza voler fare polemiche: e' questione di gusti.


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