3.
Trote e temoli
3.10
Pesca in TERRA del FUOCO
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lug.93
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E'
curioso come, quando sei giovane, certi eventi possano modificare
o comunque condizionare la tua vita. Avevo seguito il mio principale
in Scozia in un viaggio di lavoro/piacere rinunciando alla prospettiva
di un week-end con una ragazza di Genova che era, in quel momento,
la mia principale distrazione dai problemi di lavoro. Ero tornato
dopo qualche giorno con una discreta conoscenza delle maledizioni
in gaelico e una buona cultura sulle distillerie che producevano
"Malt". Riuscivo inoltre a lanciare una coda con una canna a
due mani ed ero completamente, inesorabilmente stregato dai
grossi pesci. La ragazza, durante quel periodo, mi aveva lasciato
per il rampollo di un industriale, nonostante le avessi spiegato
la teoria sui ricchi, sui cammelli e la cruna dell'ago. Questo
e' successo vent'anni fa, più o meno. Pensandoci bene
potrei essere più preciso ma non e' cosi' importante.
Diciamo che e' successo nei bei giorni andati. Da allora la
ricerca di grandi prede, difficili e selvagge, in luoghi lontani
e' diventata parte integrante della mia vita; peggio ancora,
frequento incurabili di tutto il mondo con la medesima ossessione.
Qualche tempo fa, scavando nella corrispondenza, tra fatture,
reclames, comunicazioni in cui avvertono che ho vinto un miliardo
in gettoni d'oro, salto' fuori un invito a trascorrere qualche
giorno sul Rio Grande, in Terra del Fuoco. L'alternativa, per
quel periodo (fine febbraio), e' l'apertura sul Toce: gomito
a gomito con altri duecento invasati, auto parcheggiate parafango
contro parafango.
Devi alzarti alle cinque per trovare dieci metri liberi di fiume
e dall'alba al tramonto prendi 15 trote, la più piccola
21 centimetri, la più grossa 21 centimetri.
Tutte
arrivate dalla stessa vasca, probabilmente dalla medesima spremitura,
forse clonate. Preferisco, in genere, pescare da solo perche'
amo gustarmi in solitudine la giornata; pesco anche con qualche
amico: Filippo, Carlo, Max. Mi piace stare con loro perche'
non c'è aria di competizione o comunque non devo dimostrare
qualcosa. Odierei pescare se "dovessi" catturare, pesci grandi
e in numero elevato. Come odierei fare l'amore in orari stabiliti,
per un pubblico o per un premio. Piacere, divertimento: e' soprattutto
con queste motivazioni che pesco, non per il "cestino" o per
fare una gara.Ritengo che qualsiasi giornata lungo le sponde
di un fiume sia meglio di una lontano dall'acqua. Ho avuto giornate
in cui non ho catturato nulla (molte volte), e giorni nei quali
sarebbe stato materialmente impossibile catturare di più.
La
pesca può essere facile o frustrante, questione di fortuna
o frutto di particolari abilita': e' sempre imprevedibile. C'è
una terribile tendenza nei pescatori: pensano che saltare su
un aereo e volare in esotiche destinazioni automaticamente risolva
tutti i problemi. Il viaggio fu lungo, ma non troppo stancante.
Il tassista di Buenos Aires ci guardava stralunato: avevamo
abbastanza attrezzature da aprire un piccolo emporio. Dopo un
altro aereo e qualche ora di jeep arrivammo finalmente dove
le trote avrebbero dovuto essere squali. Vorrei descrivere alcuni
fatti sulla pesca in quest'isola: vantaggi, svantaggi e contrattempi
che si possono incontrare. Non e' una vacanza delle più
economiche che si possano scegliere e quindi chi vuole visitare
questi luoghi e' meglio sia preparato e abbia le giuste informazioni.E'
un lungo viaggio ma ricordiamo che le trote sono gli stessi
strani e lunatici animali che troviamo sui fiumi di casa e non
esistono garanzie di catture. Non e' senza ragione che la Terra
del Fuoco si e' guadagnata la reputazione di miglior posto del
mondo per la "trucha marron". Si racconta di pesci di tre, quattro,
dieci chili. Catture, a volte, di venti, trenta esemplari in
una giornata evidenziano che si tratta di una sorta di Paradiso.
Che l'isola sia rimasta integra e che offra pesci giganti e'
fuori questione. La Fario fu la prima specie introdotta in qualche
fiume della zona, oltre cinquant'anni fa, seguita dall'Iridea
e dal Salmerino (Fontinalis).
I primi esemplari, trovando cibo in abbondanza e assenza di
predatori, si svilupparono meglio che nei luoghi d'origine e
popolarono in modo ottimale ogni lago, stagno o corso d'acqua.
Nei
"rios" e nelle "lagunas" le grosse trote sono le piu' prudenti
e sospettose, questa e' la ragione per cui hanno vissuto abbastanza
da diventare trofei.Chiunque voglia andare a pescare in quei
luoghi deve essere preparato a lunghi, lenti, tribolati trasferimenti
attraverso prati o strade impossibili, ma questa e' la sola
soluzione per arrivare ai fiumi. Il tempo e la pioggia rendono
a volte impraticabili i percorsi e il vento può significare
un mattino perso ad aspettare. Le guide, rare, sono molto servizievoli
ma poco esperte di pesca e inoltre non possono far niente in
queste situazioni. I mezzi di trasporto talvolta hanno problemi
e qui non si trovano pezzi di ricambio. Gli spazi sono enormi,
la densità di popolazione e' pari a quella del Polo e
c'è una virtuale assenza di strade.
Gli
spostamenti con piccoli aerei o elicotteri, qualora ve ne fossero
di disponibili, sarebbero resi difficili se non impossibili
dalle condizioni atmosferiche. Queste realtà sono da
prendere in considerazione a casa, mentre si pianifica il viaggio.
Il nostro lodge e' ad un'ora d'auto dal Rio Grande ma vicino
ad un torrente invitante. Appena arrivato iniziai a pescare
con entusiasmo, ma il Buon Dio decise di rendere la cosa più'
interessante mandando un gelido vento trasversale. La "doppia
trazione" riusciva in maniera atroce. Cambiai mosca diverse
volte, non perche' convinto che un modello diverso fosse più
catturante ma perche' il rituale mi dava la possibilità
di riposare su un sasso scaldato dal sole e ripararmi dalle
folate.La prima giornata fu registrata come misera al mattino,
scarsa la sera e molto fiacca durante il giorno; alla sera il
nostro ospite, che pur aveva una discreta familiarità
con l'alcool, fu meravigliato dalla velocità con cui
calava il contenuto delle varie bottiglie. Il "Day After" il
sole brillava, il cielo era azzurro, l'aria calda e solo una
leggera brezza muoveva i fili d'erba.
Gustai il momento e, ma solo per qualche istante, pensai che
non me ne fregava niente se i pesci avessero abboccato oppure
no. Quel giorno, il seguente e quello dopo le cose andarono
decisamente meglio e ci furono cosi' tante trote e cosi' belle
da appagare chiunque. Ma i pescatori sono come le pecore e l'erba
dall'altra parte del recinto e' sempre più tenera cosi'
cambiammo zona.
Provammo
un giorno sul Rio Blanco e catturammo diverse trote ma non cosi'
belle come quelle dei giorni precedenti.Nella giornata dedicata
al Rio Grande le condizioni erano tutt'altro che ideali, con
un vento che infastidiva abbastanza il lancio. Inoltre mi trovavo
lungo una riva con alberi e la sponda alta alle spalle: gli
ingredienti classici per esaurirti psicologicamente. Pescai
accuratamente esplorando tutte le zone più "probabili".
Inutilmente. "Quando i luoghi migliori hanno fallito, prova
quelli meno scontati". Passo dopo passo, cominciai a "lavorarmi"
accuratamente la pool nelle zone più ostiche. Alle sette
ero esausto. Solo quattro/cinque trotelle lunghe poco di più
di una spanna avevano morso la mosca. Vento e pioggia non avevano
mollato un secondo. Avevo spuntato la mosca e avrei dovuto cambiarla
e pure il finale era ormai ridotto ad un mozzicone ruvido e
annodato. Solo quattro/cinque metri di acqua pescabile davanti
a me.
Conveniva
fare i bagagli e tornare alla Jeep e al thermos di caffè
bollente. "All'inferno, andiamo fino in fondo" mi dissi, con
la determinazione di un agente del fisco. Dieci minuti dopo
feci l'ultimo lancio nell'acqua veloce che stava trasformandosi
in rapida alla fine della pool. La coda si tese e comincio'
a spostarsi verso monte e verso la sponda opposta. In un istante
la stanchezza spari' e l'umidità nelle ossa evaporo'.
Tutti i miei sensi erano elettrizzati. Una gigantesca coda apparve
alla superficie. Poi la trota scappo' attraverso il fiume, rubando
filo. Arrivata alla riva opposta, lontana oltre trenta metri,
comincio' a nuotare verso di me. Recuperavo velocemente, sperando
che fosse ben agganciata, poi sotto la mia riva il pesce si
giro' ancora con uno spruzzo e sparo' in giù verso valle.
Il mulinello gracchiava un irresistibile suono. La lasciai correre,
e correre. Era andata oltre cinquanta metri dall'altra parte
e in giù, ma ora la sentivo "tirare" con meno rabbia.
Avevo visto diverse volte il nodo tra backing e coda scorrere
tra gli anelli. Ancora poco e sarebbe stata a portata di mano.
La gente fa un sacco di teorie parlando della differenza tra
un salmone ed una grossa trota di mare.
Cominciano
a parlare di numero di scaglie, di macchioline o linee immaginarie
tra occhio e mascella.
Se te li ritrovi "in canna" lo sai, praticamente, in un attimo.
Il salmone e' molto lento a capire cosa succede. A volte occorrono
venti secondi prima che si decida a muoversi, e da principio
e' sempre lento e possente.Poi magari ti fa impazzire, ma raramente
all'inizio. Una sea-trout quasi non ti accorgi che ha morso
e hai fuori trenta metri di backing. Alla fine tirai a riva
il pesce, lo sganciai e lo rimisi in acqua. Quattro spanne giuste
giuste: sette chili a occhio e croce. Vedevo in lontananza i
fari dell'auto che veniva a cercarmi e il vento mi portava il
brontolio sommesso del motore. Mi incamminai verso monte passando
all'inizio della pool. Avrebbero impiegato sicuramente altri
cinque minuti prima di arrivare; c'era ancora il tempo per un
paio di lanci: quando giunsero stavo rilasciando una trota di
mare che passava i tre chili. Arrivammo al lodge che era notte.
Era finita la settimana. L'indomani ci attendeva un raid apocalittico
di trecento chilometri per essere all'aeroporto in orario. Il
Rio Grande scorre in un noioso scenario di prati incolti punteggiati
di rari alberi, in una pianura ininterrotta fino all'orizzonte
e al mare. Branchi di guanachi e milioni di oche e di pecore:
dovunque lo sguardo spazi non si vede altro. Il peso medio delle
trote di mare presenti in questo fiume e' incredibile, tra i
quattro e i cinque chili.
La
maggior parte di queste sono fario e un pesce su quindici e'
un'iridea. Esiste anche una piccola popolazione permanente di
fario. Si pescano generalmente con mosche scure: viola, verdi,
nere.Funzionano bene Matuka, Leech e simili su ami 6/8. Come
per i salmoni, nessuno sa precisamente perchè queste
trote prendano la mosca; i loro stomaci sono vuoti quando sono
nel fiume. I laghi e i fiumi più piccoli sono popolati
invece da trote stanziali, principalmente fario.
Nei
torrenti ne esistono di tutte le taglie, secondo una distribuzione
naturale.
I corsi d'acqua hanno generalmente correnti lente, occasionali
rapide, rarissime cascate, qualche alga. Normalmente hanno un
fondo di sabbia o ghiaia e sono facili da guadare, l'acqua e'
scura ma abbastanza trasparente per la pesca a mosca. Nei laghi
invece le trote sembrano prodotte in serie, sia come livrea
che come taglia: in uno sono tutte sui tre chili, in un altro
tutte sui due. I pesci sono abbondanti in Terra del Fuoco ma
non crediate di trovarvi a combattere una trota di cinque chili
al primo lancio.Questi sono luoghi imprevedibili, occorre pazienza
e perseveranza: un giorno puoi prendere due trote e il giorno
seguente agganciarne trenta in identiche condizioni. La "temporada"
di pesca va da ottobre a marzo, quando i fenicotteri ti tengono
compagnia negli stagni ai bordi dei fiumi, come in un disegno
di Walt Disney.
Siamo
in estate ma il tempo può variare velocemente e si dice
che puoi avere le 4 stagioni nella stessa giornata. Al mattino
i raggi di sole ti bruciano il viso e alla sera sei tra fiocchi
di neve. Io stesso sono passato, nella stessa giornata, dalla
T-Shirt ai guanti. Si deve essere preparati per questi estremi.
Il vento, inoltre, e' una costante e non sorprenderti se la
guida dice che c'è un po' di brezza e quando esci dalla
jeep devi aggrapparti allo sportello. Queste condizioni ti obbligano
a code pesanti e a una pesca faticosa. Si usano affondanti e
sinking tip del 8/9. Collaudate i vari nodi: l'esperienza mi
ha insegnato a usare l'Albright tra coda e backing. Tra finale
e coda uso il Surgeon Knot se questa e' in Monocore altrimenti
uso il tradizionale nodo con l'ago, aggiungendo sempre una goccia
di Attack. Ricordiamoci di avere un mulinello ben pieno nell'eventualita'
che il nostro record decida di puntare verso il mare.
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