3.
Trote e temoli
3.14
Austria
STEYR e VOCKLA
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mar.98
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Parecchi
lettori mi chiedono itinerari di pesca. Poiche' la maggior parte
di loro paga regolarmente questa rivista non posso ignorare
tali richieste ed egoisticamente evitare di rispondere. Il mio
asso nella manica, per scoprire e vagliare destinazioni, e'
Piero. Egli si reca a dormire in ufficio ogni giorno dalle nove
alle quattro e mezza, dal lunedì al giovedì; il
venerdì' alle tre lo svegliano e lo buttano fuori. In
agosto l'ufficio rallenta l'attività, manca il direttore
ed il sonno perciò gli riesce più difficile e
pensa..... o perlomeno, crede di farlo. Studia carte geografiche
e mappe in scala via via minore. Dopo aver elaborato attentamente
le rotte telefona: "Ho in mente un paio di fiumi da temoli in
Austria, solo due/trecento chilometri dal confine ....." L'Austria
possiede risorse idriche eccezionali, le acque sono completamente
private e gestite in gran parte da cittadini, alberghi, pescicoltori,
associazioni comunali o di pescatori. I fiumi da temoli e trote
sono sempre molto ben popolati da pesci selvatici, o perlomeno
che sembrano tali. Non si trovano mai trote rimbambite buttate
all'alba o il giorno prima ed anche nei luoghi che risentono
di una certa pressione di pesca - l'Austria conta 140.000 presenze
annuali di pescatori a mosca stranieri - sia la densità
che la qualità rimangono eccellenti. Il merito, a parte
i ripopolamenti oculati e la sostanziale inesistenza di inquinamento,
va alla regolamentazione vigente.
Catture
limitate o completamente vietate, in parecchi tratti numero
ridotto dei permessi, pesca solo con artificiali, amo singolo
senza ardiglione, in qualche caso perfino divieto di usare stivali
per non rovinare le zone di frega. Il Vockla e' un torrentello,
quasi un canale, di pianura che porta le proprie acque verso
la Traun che scende a sua volta da Gmunden. Scorre a circa 40
chilometri a Nord/Est di Salisburgo. E' molto basso (20/80 centimetri)
ed il fondale, costituito da sabbia e ghiaia, e' uniforme, con
l'acqua sufficientemente limpida da scorgere spesso i pesci
sul fondo. Uno dei tratti più interessanti per la pesca
si trova a Zipf, sopra Vocklabruck, ed e' diviso in cinque settori:
ne viene concesso uno ogni due pescatori. Naturalmente i permessi
vanno prenotati con un certo anticipo. Oltre al prezzo del giornaliero
occorre depositare una cauzione che verrà resa a fine
giornata, se non sono stati trattenuti pesci o se non si sono
infranti i regolamenti. Si può pescare solo a mosca ed
e' obbligatorio l'uso di ami senza ardiglione. Il corso d'acqua
e' zeppo di temoli, trote e salmerini in una quantità
che e' incredibile ai nostri occhi.I pesci mediamente non sono
molto grandi anche se può capitare di trovarsi "in canna"
qualche trota sopra il chilo. Al nostro arrivo troviamo l'acqua
bassa e chiara da finale O,8. Nonostante questo durante il giorno
otteniamo discreti risultati pescando "in caccia" con lo 0,12.
Ti
piazzi in centro al fiume e risali lentamente lanciando vicino
alle sponde, sotto i rami sporgenti, dietro ceppi o massi, sotto
le cascatelle. Con le trote funziona un po' di tutto: Traun
Tricolor, Cul da Canard, Panama su ami del 16. I temoli - li
vedi a decine, tutti 30/40 centimetri - stanno invece sempre
incollati sul fondo e, se sei fortunato o bravo, ne pigli uno
ogni dieci trote. Quelli meno diffidenti si lasciano abbindolare
da microscopiche emergenti o, ancora meglio, da una Red Tag
sul 18. Tutti conoscono la Red Tag: il dressing prevede quill
naturale quindi vai allo zoo e chiedi di vedere i pavoni. Mentre
i guardiani sono distratti prendi in prestito alcune piume cercando
di tenerti fuori portata dal becco durante l'operazione. Io,
da tempo, le compero già belle fatte. Alla sera c'è
una grossa schiusa di Quill Gordon, taglia 14/16. Quando questa
sarabanda comincia trote e temoli bollano ovunque come quando
sanno di essere guardati come esempio; stai fermo in acqua e
vedi contemporaneamente decine di bollate, alcune anche ad un
metro da te. Non ho la più pallida idea di quale sia
l'insetto originale e non voglio rischiare di insultare entomologi
o latinisti. Del resto quando la schiusa non c'è non
aiuta comunque conoscere il nome latino dell'insetto misteriosamente
assente. Quando la schiusa parte basta che attacchi al finale
una Quill Gordon e non perdoni più ne' trote ne' temoli.
Ne avevo solo quattro nella scatola e, spezzando l'ardiglione,
avevo pure rotto l'amo dell'ultima ... ma continuavo a pescare,
divertendomi solo nel "sentire" il pesce per qualche secondo
dopo la ferrata. Qui non sono indispensabili gli waders e nel
novanta per cento di tutto il percorso sono sufficienti gli
stivali alla coscia. Il fiume e' largo circa 7/8 metri e sempre
abbastanza sgombro quindi l'ideale e' una canna corta per coda
DT3 o 4 se vuoi pescare a secca, un po' più lunga se
peschi a ninfa. Raramente si trova il Vockla in condizioni infelici.
Se questa disgrazia dovesse accadere, dopo essersi commiserati
per il tempo, per i livelli dell'acqua e per come va il mondo
vi ricordo che almeno ci si trova nei pressi di una rinomata
fabbrica di ottima birra. Intendo dire che, dovendo proprio
star male, e' meglio se ci si trova in una fabbrica di Aspirine.
Di
birrerie, invece, sopra Steyrbrucke non ce ne sono. Nell'ultima
visita scoprimmo anzi che nel nostro albergo la vita sociale,
indipendentemente dalla pesca, era bloccata da Frau Hilde, una
signorina settantenne nemica del bere che stazionava davanti
al bar e lanciava occhiate disgustate ed ammonimenti catastrofici
a chiunque si avvicinasse. Lo Steyr e' una delle sette meraviglie
del mondo insieme alle punizioni di Platini, le vecchie Pezon
e Michel in tonchino, alla Ferrari, al davanzale di Brigitte
Nielsen, agli spaghetti e a Ollio e Stanlio. E' famoso per le
trote fameliche che vengono misurate a chili e non in centimetri
e soprattutto per i suoi temoli giganti.E' qui che vengono catturati,
con una certa frequenza, quei temoli da sessanta che pesano
oltre un chilo e mezzo.
Il
corso d'acqua e' diviso in parecchie zone riservate, di lunghezze
diverse. In alcune e' possibile ottenere dei permessi giornalieri,
in questo caso prenotandoli prima poichè vige il sistema
del numero chiuso di pescatori per giorno su ogni tratto. Il
fiume nasce dallo Salzsteigjoch e scorre fino alla cittadina
di Steyr dove confluisce nell'Enns, affluente a sua volta del
Danubio. Nel tratto alto, sopra la confluenza con il Teichl,
si presenta come un torrentone di fondovalle (siamo a 600 metri
s.l.m.) largo una ventina di metri. L'acqua nelle buche e ghiareti
e' sempre incredibilmente limpida e la pesca e' strettamente
"Fly only". Qui puoi provare con successo tutte le tecniche:
dalla sommersa, alla secca e alla ninfa piombata per gli enormi
temoli che individui sul fondo. Puoi usare sia canne leggere
per pescare sulla bollata con code del 3 che attrezzature piu'
potenti (nove piedi per coda 7) per lo streamer. Arrivammo sullo
Steyr verso sera, giusto quando le trote sotto lo sbarramento
di Hinterstoder bollavano a mitraglia: smaniavamo attorno alla
buca come i pescatori alla "Pesca Sportiva La Balena" quando
e' in vista il camion dell'allevamento. Vi erano almeno due
tipi diversi di mosche che si posavano ogni tanto sull'acqua:
una color crema, taglia 20, e un'altra marrone scuro del 14.
In due cominciarono a "spazzolare" la buca con la secca. Mentre
mi "calavo" negli waders un paio di locali che ci osservavano
dal ponte si avvicinarono e mi consigliarono un punto a valle
da raggiungere con un sentiero nascosto nel bosco. Il "sentiero
nascosto" era largo circa cinque metri ma portava effettivamente
ad uno slargo del fiume molto invitante.
Le bollate qui erano più rade e qualcuna particolarmente
"fragorosa" pareva indicare pesci più grossi. Presi un
po' di tempo, piazzai un bruco sul finale e feci un paio di
frustate per "sentire" la nuova canna di grafite. Poi un lungo
lancio con il classico angolo, attraverso e "downstream" fin
sotto un cespuglio promettente. Il cimino parti' via.
Questo
e' il classico incidente che capita in genere quando qualcuno
ti sta guardando: cerchi di eseguire una perfetta doppia trazione
e proietti il cimino, che non avevi fissato accuratamente, alla
velocità di 100 metri al secondo, dritto nell'acqua.
In genere nessuno riesce più a rivederlo. Provai poi
vari passaggi con ottantacinque mosche diverse su due temoli
che vedevo in corrente: probabilmente li avevo spaventati o
erano del tipo che riescono a "farle girare" anche a Suor Teresa
di Calcutta. Nelle buche successive i risultati migliorarono
anche perchè trovai "la mosca".Volavano miriadi d'insetti
ma evidentemente i pesci salivano solo su qualcuno. Funzionava
bene una piccola effimera con il corpo color mattone e cerchi
addominali neri, hackles rossicce, amo del 16. Dopo tre-trote-tre
e qualche altra più piccola smontai la canna e risalii
per osservare cosa combinavano gli altri.
Il
giorno successivo tutti e quattro stavamo pescando ad una certa
distanza uno dall'altro e prendevamo pesci a tutto spiano. Io
usavo una Cul de Canard grigia, un altro una Coch y Bondhu,
il terzo un'atrocità marrone con ciuffetto viola e l'ultimo
una piccola Red Spinner. Se fossimo stati tutti vicini senza
dubbio avremmo usato tutti Red Spinner o Cul de Canard o un'altra
mosca uguale ed avremmo giurato che le trote non prendevano
altro. Raramente ci sono diversi pescatori a mosca a portata
di occhi e orecchi uno dall'altro ma, quando questo succede,
il primo che prende una trota in genere proclama, anche prima
che gli venga chiesto, che mosca sta usando e gli altri immediatamente
ne attaccano una uguale.
I pesci le afferrano e viene registrato dalla mente del pescatore
che quella mosca e' l'unica che queste trote "selettive" prenderanno.
Con noi c'era Sergio. L'avevamo trascinato a fatica dalla sua
Val Vigezzo dove tartassa il Melezzo e relativi affluenti. Egli
non e' un puro della secca - chiamava le Quill Gordon "grigine"!!
- che studia gli insetti e segue il rituale, lui spezza la maggior
parte delle regole e i risultati che ottiene sono identici ai
nostri se non superiori.
Fu lui infatti che prese il maggior numero di temoli realmente
grossi. Pescava spesso con una ninfa molto pesante di punta
ed una "camola" da camolera a mezzo metro, montata su bracciolo
dello 0.18. Lanciava rallentato ed usava una coda 6 (Pragliola
avrebbe avuto un infarto se fosse stato testimone delle sue
aberrazioni di lancio). Quando la pesca a secca conosceva fasi
di stanca adottava questo sistema. Fu l'unico che durante il
giorno catturo' in continuazione. Non teneva il conto dei pesci
poichè il suo mulinello, che non era un modello "top
manager", non era equipaggiato con calcolatore. C'è un
punto lungo il basso corso del fiume dove rallentiamo sempre:
abbiamo scoperto che una donna, che abita tra quelle case, prende
il sole nuda e quando catturiamo una trota sorride e manda gridolini.A
questo proposito ricordo una ragazza di Bologna, di nome Yvonne
che - XXXXXXXXX XX XXXXXXXX XXXXXXXXXXXXXXX XXXXXXXX XXXXXXX
XXXXXX XXXXXXXXXXXXXX XXXX - (*** nota dell'editore: dovete
scusare Fumolo ma ha un concetto personale delle leggi che regolano
la libertà di stampa.) Per ritornare dove eravamo rimasti,
ricordo che si pescava dal mattino alla sera; dopo cena (in
Austria si cena alle sei) andavamo avanti fin quando era buio
pesto. E' il momento più bello e le catture si susseguono
nonostante il finale ormai ridotto a uno O.25 tutto nodi e asole,
la mosca a un informe e viscido batuffolo appiccicaticcio. Smettiamo
all'ultima strappata, quando la scarsa luce rende impossibile
infilare l'occhiello di una nuova mosca e le dita rattrappite
dal freddo non riuscirebbero a legarla decentemente. E' ormai
notte e si sentono degli "splash", come se qualcuno avesse buttato
un vitello nella pozza e ci si meraviglia di aver avuto il coraggio
di guadare con quella scarsa luce quando uno di quei mostri
avrebbe potuto arrivare e staccarci una gamba.
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